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Autore: May be    22/12/2013    1 recensioni
Temari levò gli occhi al cielo, lo oltrepassò senza scordare di lasciargli una spallata in ricordo e si mosse senza esitare in direzione del fuoco scoppiettante nel camino. Shikamaru sospirò, chiudendosi la porta alle spalle e cercando disperatamente di non mettersi a piangere.
« Posso almeno farti notare che te lo avevo detto? »
La kunoichi lo degnò di uno sguardo assassino e tornò a concentrarsi sul piacevole impegno di recuperare la sensibilità degli arti intirizziti, chiudendo il discorso con un lapidario: « Taci o ti uccido ».

Three were the pillars; immortal, wisest and fairest of all flies.
Avvento Total Black: noi resistiamo.
Fino alla fine.
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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10 regole per una
pacifica convivenza

 




 
IV.
Ospitalità
 
 
 





 
 
 
 
 
Terzo giorno: apro gli occhi e subito me ne rendo conto.
C’è qualcosa che non va.
Affondo la testa nel cuscino, tentando di sopprimere questa sensazione tanto spiacevole, ma sembra non avere intenzione di svanire: anzi, si fa di momento in momento più persistente.
Apro gli occhi sospettoso, i sensi improvvisamente all’erta, cerco di snebbiare le mie capacità percettive e di comprendere cosa abbia suscitato tale incontrollata reazione: il sesto senso è una qualità fondamentale per un ninja. Puoi avere la fortuna di riceverlo in dono venendo al mondo, ma se ne sei sprovvisto sarà lo spirito di sopravvivenza a costringerti a farci i conti: tante, troppe volte il semplice istinto è capace di cambiare le sorti di una missione o di un combattimento.
Per questo è un fattore che non posso permettermi di prendere alla leggera: una brutta sensazione è indice del risveglio del mio tendere all’autoconservazione, e casa mia è divenuta in questi giorni un vero e proprio terreno minato.
Il mio cervello riesce infine a focalizzarsi sul problema: voci.
Dal piano terra.
Tristemente famigliari.
Mi lascio sfuggire un gemito di sofferenza, lanciando le coperte a terra e vestendomi frenetico: la giornata non poteva iniziare peggio.
 
 
 
« A me sembra strano comunque », bofonchiò Choji concentrato più sul riuscire ad aprire il suo pacchetto di patatine senza togliersi i guanti che sul discorso dell’amica.
Ino sbuffò una nuvoletta di vapore, lanciandogli un’occhiata in tralice prima di sequestrare il sacchetto con un gesto di stizza: « Se anche riuscissi a farcela come pensi di mangiarle, se non hai le mani libere?! »
Il ragazzo sospirò sconsolato: quello sarebbe stato anche un problema superabile, volendo… Ma, in effetti, forse il suo proposito di affondare la faccia direttamente alla fonte non sarebbe stato così ben accolto.
« Te lo assicuro, so quel che ho visto: ieri sera sono passata vicino a casa di Shikamaru e ho visto una luce accesa! Sì, ero piuttosto lontana, ma ne sono certa! » continuò lei agitata, accelerando lievemente.
Choji sbuffò affaticato, cercando accondiscendente di tenere il passo: certo era stata una mattinata piuttosto faticosa, ed era appena iniziata. Ma non aveva potuto in alcun modo tirarsi indietro o eludere il problema, quando Ino si era presentata a casa sua farneticando qualcosa riguardo strane presenze a casa Nara. Ma la cosa peggiore era il motivo di tutta quella iperattività, perché l’amica non era di certo preoccupata o qualcosa di simile: era semplicemente curiosa, e quando il suo istinto fiutava un possibile segreto od intrigo da poter sbandierare ai quattro venti niente poteva fermarla. E lui puntualmente finiva per essere coinvolto.
Finalmente oltrepassarono il vialetto, constatando con enorme soddisfazione di Ino che sì, apparentemente non era stato spalato, ma delle parziali impronte si potevano forse individuare sotto lo strato di neve fresca. Arrivati sull’uscio si fermarono, indecisi:
« Quindi… Bussiamo? » tentò Choji, incerto e timoroso. Se era arrivato alle conclusioni corrette Shikamaru non sarebbe stato per nulla contento.
Ino alzò le spalle, fin troppo rilassata e con uno scintillio inquietante negli occhi: « Dubito che ai fantasmi interessino le buone maniere », concluse liberando la coda di una forcina e avvicinandosi alla serratura.
« E poi », bisbigliò sentendo gli ingranaggi scattare, « se ci annunciassimo non riusciremmo a cogliere alla sprovvista ogni possibile sorpresa ci aspetti all’interno! »
 
***
 
Entrarono cauti, guardandosi attorno con circospezione e muovendosi lenti e silenziosi, quasi come nel bel mezzo di una missione di livello S. Con un cenno del capo, Ino indicò all’amico la porta socchiusa della cucina da cui provenivano, intervallati, ovattati rumori di posate e mandibole al lavoro.
Si avvicinarono con una lentezza esasperante, evitando respiri, scricchiolii o contusioni che avrebbero potuto smascherarli e sancire il fallimento della loro operazione: finalmente, i cuori che battevano all’impazzata per l’ansia di svelare l’ignoto, arrivarono a destinazione. Si sporsero lievemente, tentando di sbirciare da dietro lo stipite, e…
« Vi state divertendo? »
Una voce.
Femminile.
E, a pensarci bene, conosciuta.
Ino abbandonò ogni proposito di segretezza e si precipitò nella stanza, osservando sconvolta Temari Sabaku no fare tranquillamente colazione nella cucina del loro più caro amico. Con addosso un pigiama decisamente maschile ed appartenente al loro più caro amico. Il che implicava anche, a rigor di logica, che la ragazza avesse dormito sotto lo stesso tetto del loro più caro amico. E chissà cos’altro.
Un ghigno soddisfatto le si allargò sul volto: era anche meglio di quanto avesse mai osato sperare.
 
***
 
« E così sei rimasta bloccata a Konoha e Shikamaru ha deciso di ospitarti? »
Temari distribuì il caffè, costretta a fare gli onori di casa dal momento che il proprietario era con tutta probabilità ancora nel suo roseo ed onirico mondo, e dopo aver lanciato una breve occhiata fuori dalla finestra rispose grave: « Non è che abbia propriamente deciso o che si sia spontaneamente offerto… Ma in apparenza non esistevano alternative ».
Allungò i biscotti a Choji, che emanava una sorta di cordoglio di cui non riusciva a comprendere la causa, e continuò: « Dal momento che finalmente ha smesso di nevicare spero di riuscire a ripartire il prima possibile, oggi ho intenzione di andare a valutare la praticabilità del sentiero ».
Ino si prese qualche momento per meditare, versando con grazia una minima quantità di zucchero nella sua tazza: « Non credo sia un’idea saggia mettersi in viaggio con un tempo così incerto… Certo, adesso c’è il sole, ma in un istante potrebbe nuovamente scatenarsi una bufera! »
Lanciò una fugace occhiata all’amico, costringendolo ad annuire e mostrarle consenso con un’occhiata minacciosa: « Potresti cogliere l’occasione per visitare Konoha, goderti l’Inverno – ha anche degli aspetti piacevoli, te lo posso assicurare! – e magari, non so, approfondire delle conoscenze… Sai per caso fino a quando Yoshino e Shikaku saranno in viaggio? »
Temari stava per commentare, piena di acida cortesia, di non avere la minima intenzione di trascorrere più tempo del dovuto in quel maledetto Villaggio e di non aver nessun tipo di conoscenza degna del suo tempo o della sua attenzione – necessari per un qualsiasi approfondimento –, ma venne interrotta da una specie di rotolare di un peso morto giù dalle scale.
« Oh, » esclamò con un sorriso mellifluo: « ho la sensazione che si sia svegliato ».
 
***
 
Shikamaru fece irruzione in cucina trafelato, i capelli ancora sciolti e scarmigliati, il respiro pesante e lo sguardo vacuo di chi si è appena svegliato ed ha in testa un solo pensiero: pericolo.
Ed effettivamente tutti i suoi sospetti più tetri presero forma dinanzi ai suoi occhi, non appena le sue cellule grigie furono riuscite ad ingranare abbastanza per permettergli di cogliere la situazione: la sua cucina. Temari a capotavola che lo squadrava disgustata, scena da qualche giorno tristemente famigliare. Choji che abbracciato alla confezione dei biscotti lo osservava con aria colpevole e mesta. Ed Ino a dargli le spalle, che si voltò a fissarlo sferzando l’aria con la sua coda di cavallo, un enorme ghigno sulle labbra.
« Buongiorno, Shikamaru! Ti credevamo disperso in chissà che sperduto Villaggio e invece eccoti qui… Strano, no? »
Il diretto interessato osservò sconsolato la scena per una seconda volta per poi abbandonarsi appoggiato allo stipite, la fronte contro il legno, cercando di accumulare le forze per poterlo prendere a testate.
Perché il destino gli era così avverso?!
Assorto in sì tristi pensieri non si accorse nemmeno che Temari si era alzata, aveva lanciato con noncuranza i piatti sporchi nel lavello e lo aveva oltrepassato finché non la sentì commentare, secca: « Quando avrai finito di piagnucolare vedi di prepararti, andiamo a controllare se è possibile lasciare questo posto ».
La fissò allontanarsi con la coda dell’occhio, senza fiatare: solo quando l’ebbe sentita chiudersi in bagno si voltò a squadrare con aria minacciosa la sua compagna di team.
« Non osare fiatare ».
Choji si avvicinò all’amico, poggiandogli comprensivo una mano sulla spalla e sussurrando un: « Mi dispiace Shikamaru, non pensavo che la situazione fosse… Evoluta, diciamo, quindi non mi sono impegnato troppo per impedirle di venire qua. Insomma, mi aspettavo di trovarti sepolto dalle coperte, non certo questo ».
Shikamaru represse un moto di commozione: finalmente una spalla su cui piangere, un compagno su cui poter fare affidamento!
Ino spalancò la bocca indignata, additando i due: « Non vorrete farmi credere che ero l’unica all’oscuro di questo subdolo raggiro?! »
Shikamaru e Choji si lanciarono una fugace occhiata, esitanti; poi Shikamaru alzò le spalle, fingendo innocenza: « Beh, Choji sa mantenere un segreto. E non sarebbe certo venuto a cercarmi, sapendo che non volevo essere trovato ».
La ragazza incrociò le braccia con aria severa ed indignata, assottigliando gli occhi e sibilando: « Perché, io non ne sarei stata in grado secondo voi? »
Dopo un lungo momento di silenzio, Choji tentò: « Beh, ne è la prova il fatto che tu sia qua ».
Ino si lasciò andare ad un terribilmente espressivo sbuffo irato, prima di puntare il dito contro l’Akimichi: « Beh, io e te faremo i conti più tardi, non dubitarne. In quanto a te », continuò alzando il tono di voce, rivolta questa volta a Shikamaru: « ormai sono rassegnata a questa tua incommentabile pigrizia, ma dal momento che i Kami ti hanno concesso un’occasione vedi di sfruttarla a dovere! »
Lui la fissò scettico, cercando di dare un senso alle sue parole e di reprimere uno strano impulso di riderle in faccia: « Ma che stai dicendo? »
Ma questa volta lo stesso Choji decise di passare al fronte nemico, bofonchiando un: « Ha ragione, sai » tra un biscotto e l’altro e fissandolo come se stesse parlando a qualcuno estremamente lento di comprendonio.
Ino si avvicinò di qualche passo con uno sguardo improvvisamente malizioso, rivelando: « Mio caro Shikamaru, ti rendi conto di essere costretto alla convivenza forzata con la ragazza per cui hai una cotta da anni, vero? C’è chi pagherebbe per essere nei tuoi panni, quindi sfrutta a dovere la situazione! »
Il giovane rampollo della famiglia Nara si trovò per la prima volta, dall’alto dei suoi 200 punti di Q.I., a non cogliere per niente il senso di un discorso.
« … Eh? »
Il resto del team si lanciò un’occhiata esasperata: stavano giusto per ricorrere alla strategia della spiegazione illustrata, quando sentirono avvicinarsi i passi frettolosi di Temari. Questa si affacciò in cucina, constatando che il suo ospite era tutto fuorché pronto per uscire ed ordinandogli imperiosa di muoversi, per poi sparire nuovamente alla ricerca di giacche, sciarpe e guanti vari che le permettessero di sopportare quell’orribile clima.
Ino fece cenno a Choji di battere in ritirata, sussurrò un ultimo: « Vedi di non fare la figura dell’idiota » e trascinando con sé l’amico si dileguò, senza scordare di augurare una buona permanenza alla turista di Suna.
Shikamaru recuperò la prontezza di spirito giusto in tempo per urlar loro dietro un urgente: « Voi non siete mai stati qua comunque, mi raccomando! » di cui non riuscì ad udire la risposta – anche se, volendo, poteva immaginarsela.
Sospirò, osservando il cielo: effettivamente si era schiarito.
 
***
 
Incespicando nella neve nel disperato tentativo di non incastrarsi in una radice nascosta e perdere una gamba – o peggio, uno stivale – Shikamaru raggiunse la Seccatura che ovviamente lo aveva distanziato fin da subito, evidentemente superiore alle oggettive difficoltà di un sentiero boschivo completamente sepolto dagli agenti atmosferici.
« Che ne pensi? » le domandò, il fiato caldo che si condensava in piccole nuvole bianche a contatto con l’aria gelida.
Lei si poggiò stancamente ad un tronco, sospirando: « Il sentiero è totalmente nascosto; dubito che riuscirei ad arrivare fino a Suna affidandomi solo all’intuito ».
Shikamaru annuì, concordando suo malgrado.
Temari si voltò, rassegnata, e commentò iniziando a tornare indietro: « Visto che sono fuori, a questo punto penso coglierò sul serio l’occasione per fare un giro panoramico ».
Il ben poco volontario accompagnatore sospirò, seguendola: « Dove vuoi che ti porti? »
« Posso anche arrangiarmi, non vorrei mai turbare eccessivamente la tua esistenza ».
Shikamaru si incassò nelle spalle, borbottando: « Tanto non ho niente da fare… »
Per poi correggersi, quando lei si voltò a fissarlo scettica: « Fai come vuoi comunque, di certo non mi metterò ad insistere, Seccatura! »
« Penso possa andare bene il punto panoramico in cima al Monte degli Hokage », propose alla fine lei, concedendogli un sorriso seminascosto dalla sciarpa ed accentuato dal rossore, dovuto al freddo, che le colorava le gote.
Lui distolse lo sguardo limitandosi a un cenno d’approvazione, improvvisamente a disagio, chiedendosi come mai quella volta non gli fosse nemmeno troppo dispiaciuto sapere che avrebbe dovuto sopportare la sua improvvisata ospite per chissà quanto altro tempo.
“Ti rendi conto di essere costretto alla convivenza forzata con la ragazza per cui hai una cotta da anni, vero?”
Shikamaru rabbrividì, per una volta non a causa del freddo.
Dannazione.
 
 
 
 
 
 





 
Note:

Saaalve! ♥ Finalmente sono in vacanza (molto relativamente, ma un paio di giorni me li son presi di cazzeggio), e finalmente ho modo di aggiornare questa fic!
Altro contributo alla nera causa, altresì detta: “Three were the pillars: immortal, wisest and fairest of all flies”, avvento total black organizzato da me, Clà e Crì (alias DirtyCharity e Yangrine)! Mi raccomando, andate a leggere le loro fic che meritano! *^*
Che dire quindi: capitolo per cui avevo da giorni l’idea ma non il tempo. Amo Ino, amo Choji, amo il Team 10, quindi ecco ♥ Nello specifico, come molti sanno, quel che adoro del carattere di Ino è il suo potenziale spirito da gossippara e da organizza-inciuci, pertanto eccola a voi, coadiuvata da Cho, nei panni di colei che tenta di risvegliare l’ormone (?) al nostro ingenuo Nara!
Come proseguirà il tutto? Non so nemmeno io, staremo a vedere! 8D (Se avete proposte… XD)
Qua vi lascio: è la mia ultima fic per l’avvento (è incredibile che ci siamo riuscite, sono quasi commossa ç_ç), quindi aggiornerò senza fretta e appena sarò pronta a farlo, magari scrivendo un filo meglio di questi primi capitoli essendo più tranquilla, ma vi lascio con le altre due fic delle mie care compagne, con la Novena del forum The Black Parade e infine con la fic a più mani di Natale!
 
Have yourself a Merry Black Christmas! ♥
   
 
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