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Autore: dreamwithme    22/12/2013    5 recensioni
Varcò il cancello del cimitero e come sempre si diresse a destra, fece pochi passi e poi si fermò davanti alla tomba di marmo.
Harry Edward Styles. 01/02/1982 – 11/09/2001.
Vittima dell’attentano alle Torri Gemelle.
FF tratta da "Vieni a Prendermi".
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Undicesimo Capitolo.

Liam sospirò entrando nell’ennesimo negozio di videogiochi. Era contento di trascorrere un po’ di tempo con suo nipote, ma sapere che Violet era a casa da sola non lo rincuorava per niente.
Edward sorrise felice osservando tutti i giochi impilati nello scaffale e iniziò ad afferrarne qualcuno leggendo attentamente le descrizioni sul retro. Liam si grattò la nuca e poi si guardò un po’ in torno: nel negozio c’erano si e no sei persone e due di queste stavano parando con uno dei due commessi, mentre un’altra stava pagando.
Si voltò verso destra e quando una chioma color rosa pesca attirò la sua attenzione ridusse gli occhi a due fessure: chi diavolo si faceva i capelli di quel colore? Poi questa si portò una ciocca dietro l’orecchio e si voltò di scatto e alzò di poco la testa. Liam indietreggiò sorpreso rendendosi conto che quella fosse Gemma, e non un Gemma qualunque, ma bensì Gemma Styles.
“Liam?”  domandò lei sorpresa avvicinandosi –
“Zia!” – strillò Ed abbracciandola –
Liam sorrise piegando la testa di lato e osservando la scena.
“Zio posso andare a vedere nell’altra stanza che giochi ci sono?” – domandò poi il bambino? –
Liam annuì serio e poi sorrise alla ragazza: “Non ti aspettavo qui.”
“Mi stavo portando avanti con i regali di Natale. – spiegò mostrando la confezione – Tu invece?”
“Io ho solo portato via da casa Ed, mia sorella sta attraversando un brutto periodo.”
“Non la vedo da un po’ – ammise – vorrei tanto riportarla a Londra, ma penso sia una battaglia persa in partenza.”
“A lei piace qui, piace andare al cimitero e parlare con.. – si soffermò un attimo sospirando – sì insomma, con tuo fratello.”
“Dodici anni fa doveva prendere tutto e tornare a Londra, anche con Harry, vivo o morto che fosse.”
Liam sospirò abbassando lo sguardo: “E tu come stai?”
“Io bene – sorrise – insomma la vita va avanti no? È passato così tanto tempo ormai…”
“Sei sempre stata più forte – disse Liam – mia sorella non ci riesce.”
“Non ci sono riuscita nemmeno io per nove anni – ammise – ha solo bisogno di più tempo, e poi passerà.”
Liam annuì e: “Forse devo richiamare Ed o lo perdo qui veramente.”
“Io vado a pagare questo per lui, e non dirgli del mio regalo.”
Liam alzò le braccia in aria:” Tranquilla, il tuo segreto è al sicuro.”
Lei si avvicinò lasciandogli un bacio sulla guancia: “A presto.”
Lui rimase immobile, colpito da quel gesto che non si sarebbe mai aspettato, la vide andare alla casa e prima che uscisse si disse che no, non poteva farsela scappare, che sua sorella aveva ragione e che Gemma era Gemma e lo era sempre stata da quando Harry e Violet si erano messi insieme e le famiglie si erano conosciute. Gemma era quella timida ma sfacciata, era quella gentile ma scorbutica, era quella sorridente ma triste. Gemma era tutto quello di cui aveva bisogno Liam da tanto tempo e che non era riuscito ancora ad avere.
“Gemma – la richiamò facendola voltare – ti va uno di questi giorni di prenderci un caffè?”
 
 
 
 
 
 
Violet finì di bere il bicchiere d’acqua e poi si appoggiò al marmo della cucina respirando a fatica. Le sembrava che le mancasse il respiro, continuamente e questo non la faceva affatto stare bene. Far capire ad Edward tutta la verità era stato più difficile del previsto e tutta la storia del cimitero e di Harry era stata decisamente troppo. Violet aveva visto suo figlio piangere si e no due volte, e quando la sera prima lo aveva trovato nel letto a singhiozzare era stato decisamente un colpo al cuore, un colpo che ogni mamma non vorrebbe mai e poi mai avere.
Il campanello suonò e la mora sussultò colta alla sprovvista. Con tutti quei pensieri si era pure dimenticata che stava aspettando Niall da ormai un’ora abbandonante.
Con ancora i piedi scalzi e un paio di jeans rotti accompagnati da un maglione color porpora si diresse alla porta e la aprì.
Niall era immobile sul pianerottolo, lo sguardo serio e preoccupato e gli occhi sempre più azzurri. Accennò un sorriso e fu Violet a fare un passo buttandogli le braccia al collo. Niall fu abbastanza sorpreso dal gesto, ma nonostante tutto posò le sue mani sulla schiena della ragazza e la strinse a sé, come se quel gesto volesse dire che l’avrebbe protetta sempre. Violet dopo qualche minuto si staccò e gli occhi erano già lucidi: “Vieni, entra.” – sussurrò –
Niall le sorrise e poi entrò in casa. Se la ricordava alla perfezione visto che erano passati appena due giorni dalla sua ultima visita.
“Io – balbettò Violet in difficoltà – mi dispiace averti chiamato così all’improvviso, davvero Niall – proseguì – non è che Louis ha fatto storie?”
“Violet stai tranquilla, se sono qui è perché volevo esserci, quindi non preoccuparti di niente.”
“Siediti pure – disse poi – vuoi qualcosa da bere?”
“No, grazie.”
“Vuoi qualcosa da mangiare? – domandò ancora – qualcosa di più comodo?”
“Voglio che tu ti sieda, ti calmi e mi dica perché mi hai chiamato. – disse lui serio – so che ieri eri al cimitero con Edward e visto il tuo stato deve essere successo qualcosa, quindi vieni qui e dimmi tutto quello che devo sapere.”
Violet sospirò e si sedette accanto a lui sul divano: “Siamo stati al cimitero quasi due ore e mezzo. Mi sono seduta con Ed davanti alla tomba di Harry e gli ho raccontato tutta la storia, da quando ci siamo conosciuti, fino a quando lui se n’è andato – sospirò sentendo già una lacrima farsi spazio sul suo viso – non sai quanto è stato difficile Niall. Edward era lì e stava in silenzio, mi ascoltava parlare con così tanta attenzione che ero impressionata. E io a malapena riuscivo a parlare, raccontavo con fatica e piangevo e basta – scosse la testa – Niall sono passati dodici anni e fa ancora tanto male, e non è possibile, non è normale.”
“Violet certo che è normale, era la persona che amavi.”
“Sai quanti ragazzi mi hanno chiesto di uscire in questi dodici anni? – domandò più a se stessa che al biondo – tantissimi Niall, tantissimi e ho sempre rifiutato. Harry era sempre qui – si indicò il cuore – e qui – si indicò la testa – e io non riesco a togliercelo e ad andare avanti. Harry era il mio passato ma è anche il mio futuro e io Niall – disse imbarazzata e terribilmente in difficoltà – io lo vedo Harry. Lo sento e ci parlo. Sta qui con me e mi sorveglia, ogni tanto appare e parliamo, ci raccontiamo un po’ di cose, e non sai quanto faccia strano vederlo qui e non poter fare niente, perché lui non c’è Niall, è solo nella mia immaginazione.”
“Aspetta – disse lui guardandola – tu vedi Harry?”
Violet abbassò lo sguardo: “Adesso penserai che sono pazza.”
“No, ma cosa dici? – sorrise – Quando lo vedi?”
“Al cimitero da due mesi circa parliamo sempre, dice che è tornato qui per me, per aiutarmi.”
“E come ti fa stare questa cosa?”
“Bene – sorrise – ma anche male. Insomma ho ventinove anni, un figlio, un lavoro e mi sembra di essere così stupida a parlare con una persona morta che tanto non tornerà mai più.”
Niall la fissò e si avvicinò ulteriormente. Stava piangendo e ormai aveva tutte le guance bagnate: “Violet io ti prometto che ti farò stare bene – sorrise scontandole una ciocca dal viso – fosse l’ultima cosa che faccio.”
“Niall perché fai tutto questo per me? – domandò fissandolo dritto negli occhi – perché quando ti chiamo arrivi subito? Quando ti chiedo aiuto sei sempre qui? Quando sono giù sei sempre pronto a tirarmi su di morale?”
Niall deglutì e si disse che ormai erano diversi mesi che la conosceva e mentire non sarebbe servito a niente: “Perché tu mi piaci Violet.”
La mora lo guardò sorpresa di quella “dichiarazione” inaspettata poi si avvicinò e quando si rese conto di essere quasi sulle sue labbra sorrise: “Anche tu mi piaci Niall – disse – ma ho paura.”
“Tu non devi averne perché qui ci sono io.” – aggiunse prima di annullare ogni distanza e baciarla su quelle labbra che aveva desiderato tanto -.


 
Finalmente sono tornata col mio spazio autrice! 
Mi mancava un sacco, ma davvero il tempo era pochissimo e infatti gli aggiornamenti sono saltati un sacco di volte.
Allora nella mia scaletta mentale il capitolo doveva essere completamente diverso e invece è uscito questo,  per il resto ho lasciato un po' di spazio anche al fratello di Violet, Liam, che ha un ruolo di grande importanza nella storia e che sostiene sempre Violet.
Non voglio dilungarmi molto e non voglio annoiarvi, volevo solo dirvi grazie mille per tutti i complimenti che ricevo, per le recensioni che mi lasciate sempre e per le seguite/preferite e ricordate. Siete fantastiche e ringraziarvi sembra davvero poco.

Detto questo vi auguro Buon Natale e spero che il capitolo vi sia piaciuto, per qualunque cosa sotto ci sono i miei contatti.
a presto, sam.

 
   
 
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