Pollo alle mandorle e gelosia # II parte.
I'm so tired of
being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase.
-My immortal, Evanescence-
Vedere Ron e Harry ridere mentre giocavano a
scacchi magici era sorprendentemente giusto. Vederli insieme come ai tempi di
Hogwarts era bello. Si semplicemente bello. Le dava una sensazione di
abitudine, quel semplice gioco le riportava alla mente tanti ricordi felici.
Dalla partita del primo anno alle sfide lanciate da Ron a Harry, quando in Sala
Comune non avevano niente da fare.
Hermione era così concentrata a osservare quei due
che non si accorse nemmeno che non era l’unica interessata alla partita.
Ambrè era rimasta incantata dai capelli rossi di
Ron, e soprattutto dal suo sorriso. Così genuino e vero.
Ginny era andata a preparare le ultime cose e
Hermione sperava solo che il fumo che usciva dalla cucina fosse qualcosa di
positivo. Anche se molto probabilmente le sue dolci previsioni non dovevano
essere esatte.
Dopo pochi minuti Ginny uscì dalla cucina con in
mano un vassoio pieno di cibo.
-Oh mio Dio, Harry non so come ho combinato. Ho
provato una ricetta di mamma ma credo di aver sbagliato qualcosa.- disse
leggermente rossa in viso.
-Non ti preoccupare tesoro…- rispose Harry a Ginny.
-Eh no, Ron sta volta ho vinto io.- continuò dopo
Harry, mentre la regina della scacchiera divorava l’ultima pedina di Ron.
-Miseriaccia, non succedeva da tanto tempo.-
borbottò seccato Ron facendo scomparire il gioco.
-Ehy ma mi state ascoltando?- sbottò Ginny in
un’imitazione peretta di Molly.
-Oh Weasley lasciali stare non vedi che è l’ora dei
giochi.- s'intromise Malfoy ironicamente, che seduto nella poltrona accanto
aveva finalmente distolto lo sguardo da Hermione per alzarsi e aiutare la
piccola Weasley.
E non si dicesse in giro che i Malfoy non fossero
gentiluomini.
-Oh grazie Draco. Vedi Harry e così che dovresti
comportarti.- ruggì Ginny in direzione del bambino sopravvissuto che borbottò
qualcosa come “Maledetto Malfoy”.
-Oh si Harry dovresti comportarti come Draco.-
continuò Blaise.
L’intervento fatto da Blaise non dovette piacere al
piccolo Andreas che diede un leggero pugno al padre.
-Ehy papà, Harry è blavo.-
Harry sorridente si avvicinò a Blaise e prese il
piccolo dalle sue braccia.
-Vedi almeno qualcuno che mi vuole bene c’è.- bisbigliò,
facendo il solletico ad Andreas.
Tutti risero di gusto.
Hermione si chiese quando quella complicità si
fosse creata e quante cose si fosse persa.
-Su dai, a tavola prima che questa roba si
raffreddi.- incitò Ginny, mostrando a tutti la pentola piena di qualcosa
d'indefinibile.
-Noi dovremmo mangiare quello?- sbottò Pansy
disgustata.
-Oh Pansy cara, la prossima volta cucina tu.-
rispose offesa ma anche divertita Ginny.
Fra lei e la serpe all’inizio c’era stato un periodo di ostilità, forse
perché erano molto simili.
-Oh, d’accordo.-
-Ok, ok. Ragazze sediamoci a tavola e mangiamo. Vi
ricordo che io ho ancora fame.- disse Ron che si sedette a tavola. Poco dopo
gli altri seguirono l’esempio di Ron e preserò posto.
Hermione era seduta fra Ambrè e Blaise, mentre
Draco si trovava di fronte a lei con quella “cosa” bionda attaccata al braccio.
Blaise che per tutto il tempo aveva osservato
l’amico e Hermione, rise di gusto quando la ragazza guardò trucemente Katie.
Eh gia, si disse, mentre portava il bicchiere fra
le labbra, sarebbe stata una divertentissima serata, e questo molto
probabilmente lo pensava anche Pansy visto che cercava in tutti i modi di non
scoppiare a ridere.
Ginny distribuì quelle che dovevano essere cosce di
pollo a tutti, soffermandosi su Klelia che ancora non aveva detto niente.
La ragazza si trovava abbastanza fuori luogo, tutte
quelle risate, il clima caldo e accogliente non gli appartenevano.
-Klelia, va tutto bene?.- domandò Ginny.
-Oh si, grazie veramente.- rispose impacciata.
Ginny le sorrise e continuò a distribuire il cibo,
contenta che ancora nessuno si fosse lamentato delle sue doti culinarie.
-Ma è da buttare. Come l’hai cu…cu…cucinato?-
chiese Ron con la bocca piena a Ginny.
Ecco aveva parlato troppo.
-E’ una ricetta cinese. Si chiama pollo alle
mandorle. Se non ti piace non lo mangiare.- rispose offesa Ginny mentre si
sedeva a tavola.
Harry e Hermione risero. Era possibile che quei due
continuassero a litigare per ogni cosa?
-Mmm.- si schiarì la voce Harry. E grazie a questo
gesto Draco capì’ perfettamente che lo Sfregiato da lì a poco avrebbe sparato
una delle sue stupidaggini.
-Allora Herm, come va?.-
Ah no, Draco si era sbagliato. Non stava sparando
niente, stava solo facendo il terzo grado alla mezzosangue. Malfoy si sistemò
meglio sulla sedia e con un ghigno che avrebbe fatto impallidire suo padre,
incominciò a guardarsi lo spettacolo.
-Oh, ehm, si tutto bene.- rispose Hermione, che non
si aspettava quella domanda. Così su due piedi.
-E’ bella Parigi?- continuò Harry facendo finta di
non vedere gli sguardi contrariati di Ginny.
-Bellissima città.- si intromise Ambrè, per aiutare
Hermione.
-Oh si, davvero bellissima.- mentì Hermione, Parigi
non le piaceva completamente. Troppo distante da lei, troppo sconosciuta.
Ron poco distante da lei, stava morendo dalla
curiosità. Voleva sapere perché cinque anni fa Hermione l’aveva lasciato lì, da
solo sull’altare. E perché fosse sparita senza avvisare nessuno. Lui l’amava.
-E perché non ci hai mai detto niente? Perché te ne
sei andata senza avvisarci?.- la voce di Harry era fredda, e lui stesso si
maledì perché non voleva essere così diretto e duro.
Malfoy notò subito le mani della Granger che
ticchettavano sul tavolo. Quante volte aveva visto quel gesto? Ogni volta che
era nervosa o che non sapeva che dire.
Draco aveva
una maledetta voglia di aiutarla e di dire qualcosa per calmarla ma poi si
fermò. Per sentire quello che aveva da dire la Mezzosangue.
-Io, non lo so.- sussurrò debolmente Hermione, non
era pronta ad affrontare la realtà, lo sapeva non doveva venire a Londra e
soprattutto in quel momento non doveva essere con loro. Era tutto così
difficile.
Ambrè da sotto il tavolo le afferrò la mano per
incoraggiarla.
-Io mi sono accorta troppo tardi di…non..amare
Ron.- balbettò incerta la mora.
Ron non sapeva se guardare il suo piatto o guardare
Hermione. Alla fine optò per il piatto. Draco invece senza troppi problemi
teneva gli occhi fissi sulla ragazza, ascoltando ogni piccola parola.
-Mmm, è impossibile Hermione, siete fatti l’uno per
l’uno per l’altro. Siete la coppia perfetta.- Harry sembrava essere prossimo
per un attacco isterico. Nemmeno se fosse stato lui quello che aveva
abbandonato all’altare.
A quelle parole sia Draco sia Ambrè si irrigidirono
e tutto sommato non potettero non dare ragione a Harry.
-Non è vero. Non è vero, Harry.- scoppiò Hermione.
-Io e lui non siamo fatti per stare insieme.- disse
rivolgendosi soprattutto a Ron.
-E’ quello che voi credete. Ma non è così. Ho sempre
inseguito questa dannatissima idea di amare Ron. Al ballo del Ceppo ero sicura
di amarlo, sicurissima, quando l’ho visto con Lavanda pensavo di amarlo.
Pensavo di essere gelosa, quando quello che provavo era solo amore fraterno.
Quando l’ho baciato ho provato un immenso piacere è vero, ma non amore. Quando
ho deciso di sposarlo ero confusa.- continuò con un tono più morbido e pacato.
-Pensavo di essere felice con lui, che lui fosse
l’amore della mia vita. E forse tutto sommato lo amavo davvero… ma c’era
qualcuno che amavo di più.- finì quasi con un sussurro che però tutti udirono.
Hermione si mosse la lingua, fino a farla
sanguinare. Cosa aveva detto? Adesso sarebbe scoppiato il finimondo.
-Cosa? Tu mi tradivi? Non ci posso credere. E io
stupido che ti amo ancora.- Ron più che arrabbiato sembrava deluso e triste.
E questo a Hermione non piacque molto. Lui non
doveva soffrire per lei, lui doveva essere arrabbiato.
Si era già immaginata quella scena e ogni volta,
quella scena finiva con lui che la guardava con disgusto, e non con tristezza.
E la consapevolezza che qualcosa non andava come
aveva organizzato non le andava bene.
Ma in fondo, ormai erano anni che il destino si
faceva beffa di lei.
Ron si alzò di scatto, uscì da casa e con forza
richiuse la porta, come se sbattendola sarebbe riuscito a dimenticare tutto.
Hermione sorrise amaramente. Quella era la seconda
porta che qualcuno le chiudeva in faccia.
Altre
porte che non si sarebbero aperte facilmente, altre porte che facevano male.
Quante
altre persone ancora avrebbe fatto soffrire?
-Chi era?- quella domanda fatta da Harry la fece
sussultare. Non aveva più la forza di dire niente, di continuare a soffrire.
Non voleva, non accettava più tutto questo.
Era tentata di dire il nome di Draco, solo per far
arrabbiare quella biondina. Ma quando si girò vedendo la mano di Draco
intrecciata a quella di Katie non ci riuscì.
Non voleva fare ancora del male.
Si alzò e dopo aver sorriso a Harry, uscì da casa.
Socchiudendo piano la porta, senza sbatterla.
Senza continuare a far male alle persone che amava
più di ogni altra cosa.
Quando tornò nella sua camera dell’hotel si coricò
nel letto, e quando si sentì male diede la colpa al pollo di mandorle di Ginny.
Anche se quel pollo non l’aveva nemmeno toccato.
Sono così stanca di stare qui
Soppressa da tutte le mie paure infantili
E se devi andartene
Vorrei che tu te ne andassi e basta
Perché la tua presenza indugia qui
E non mi lascerà da sola
Queste ferite sembrano non guarire
Questo dolore è troppo reale
-My immortal, Evanescence.-
Ma quanto sono sadica?? Povera Hermione, povero Ron e
poveri tutti.
Ogni volta li torturo sempre questi
personaggi.
Capitolo importante per la
fanfiction, Hermione ha lanciato la bomba…
Adesso la prossima mossa sarà quella di Draco? Bhoo chi lo sa? (forse dovrei saperlo io XD)
Scusate ma devo scappare ç___ç e non
posso ringraziarvi uno per uno.
Un bacio a tutti, e spero che il
chap vi piaccia almeno un po’.