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Autore: Silvy08    23/12/2013    2 recensioni
Salve a tutti una TakuRan [con accenni alla RanMasa] che inizierà come un'amicizia forzata ma che diventerà qualcosa di molto più profondo e che insegnerà a entrambi valori molto importanti. Spero di vedervi dentro :)
Tratto dal primo capitolo:
La donna sentendo la voce del ragazzo chiamarlo gli si avvicinò
- si signorino?-
-voglio che quel ragazzo diventi mio amico- disse Takuto indicando il ragazzo dai capelli rosa al centro del gruppo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2  -Friends?-


Ranmaru Kirino, quattordici anni, era uno dei ragazzi più popolari della sua scuola, oltre ad essere simpatico e disponibile con tutti era bellissimo. Bello nel vero senso della parola, tutte le ragazze della scuola avevano una cotta per lui, e non solo le ragazze, spesso anche alcuni ragazzi gli confessavano il loro amore. Una delle sue caratteristiche migliori era il suo sorriso, perennemente presente sul suo volto. Aveva un unico difetto: alcune volte veniva scambiato per una ragazza. Aveva un aspetto delicato ed alcuni lo confondevano seriamente per una femmina. 
Ora quel ragazzo si stava recando nell'ultimo posto dove avrebbe mai pensato di mettere piede: casa Shindou. 
Dopo aver parlato con Hiromi, Kirino aveva passato un'oretta con il più giovane degli Shindou per cercare di conoscersi. Non avevano avuto molto successo: dopo essersi detti i propri nomi non avevano praticamente spiaccicato parola. Nessuno dei due sapeva cosa dire. Tutto questo a Kirino era sembrato ridicolo. Obbligarlo, quasi, ad essere suo amico e poi non parlargli. Al contrario di come se lo era aspettato, Shindou, era sembrato una persona molto timida e un po' impacciata.
Arrivò finalmente all'enorme ed imponente cancello della villa Shindou. Citofonò ed entrò percorrendo il giardino interno della villa. Non poteva dire di non essere rimasto impressionato davanti a tutto quel lusso, ma a Kirino non era mai importato molto dei soldi. Si era sempre fatto bastare ciò che aveva. Ma ora si chiedeva come fosse stato vivere in un luogo del genere, forse si sarebbe addirittura annoiato. 
All'entrata una cameriera scortò il giovane in una stanza dalla quale proveniva un dolce suono. Una volta all'interno della stanza si accorse che quella deliziosa melodia proveniva da un pianoforte e che quel pianoforte era suonato da Takuto. 
Doveva ammettere che quel ragazzo era proprio bravo. Per qualche minuto rimase in silenzio ad ascoltarlo, finché Shindou non si accorse della sua presenza.
Appena lo vide arrossì impercettibilmente è abbassò lo sguardo mormorando un "ciao" appena udibile.
-Ciao- rispose il ragazzo dai capelli rosa con un sorriso un po' tirato.
La situazione del giorno prima si ripeté nuovamente. Il silenzio più totale. Shindou osservava i tasti del piano e Kirino si guardava intorno facendo finta di nulla.
Passarono così vari minuti, finché Kirino capì che se non avesse cominciato a parlare lui per primo la situazione non si sarebbe sbloccata. E poi, in fondo, lui non era una persona timida, non si era mai fatto problemi a dire quello che pensava.
-Senti ascolta. Tu hai chiesto se potevo diventare tuo amico. Perché non mi parli allora?-
Alla domanda Shindou abbassò ancora di più lo sguardo se possibile. 
-Emm..ecco...io..- Takuto cominciò a torturarsi le mani e diventò rosso.
-Emm vedi...-
Kirino non poté evitare di sbuffare, il che mise ancora più agitazione a Shindou. Ranmaru non riusciva proprio a capire. Un ragazzo che chiedeva ad un altro, che (giusto per precisare) nemmeno conosceva, di diventare suo amico, anzi aveva addirittura mandato una delle donne che lavorava per la sua famiglia, ora non aveva nemmeno il coraggio di aprire la bocca.
-Ecco vedi.. Io non ho mai avuto un amico- alle sue parole Kirino sgranò gli occhi. 
-E scusa a scuola con chi stai?-
-Io non vado a scuola. Ho degli insegnanti privati- la voce di Shindou era spezzata, gli occhi lucidi, il ragazzo stava per scoppiare a piangere.
Kirino era palesemente imbarazzato e voleva evitare che l'altro scoppiasse a piangere, a quel punto non avrebbe proprio saputo che fare. Deciso allora di andare a sedersi a fianco di Shindou.
-Allora rimedieremo, ok?- non sapeva nemmeno lui perché, ma ora voleva provare a diventare amico di quel ragazzo che non aveva amici. 

~~~

Kirino gli si era seduto di fianco. Aveva cercato di consolarlo. Gli aveva addirittura detto che sarebbero diventati amici. Perché quel ragazzo era così gentile con lui? Nemmeno si conoscevano.

~~~

Passarono il resto della giornata a chiacchierare del più e del meno imparando a conoscersi.
Dopo qualche settimana passata insieme Kirino scoprì che passare del tempo con Shindou, infondo, non era poi così male.
Aveva imparato a capire che sotto al suo carattere da ragazzo viziato si nascondeva un ragazzo timido ma anche sicuro, ma soprattutto aveva capito che quel ragazzo era fondamentalmente solo.
Ogni giorno che passava lo apprezzava sempre più. E si poteva dire che erano ormai amici.
Kirino, che inizialmente voleva essere amico di Shindou solo perché gli faceva pena, ora provava un sincero affetto nei suoi confronti.
Shindou, invece, si era reso conto che l'amicizia verso il ragazzo dai capelli rosa contava molto per lui e più il tempo passava più si accorgeva che ormai per lui Kirino era molto più che un amico. Gli piaceva, eccome se gli piaceva. 
Ma questo sarebbe rimasto segreto, non avrebbe rovinato la sua nuova e unica amicizia per nulla al mondo.


***



Note dell'autrice

Rieccomi!!
Si, lo so. Questo capitolo fa schifo, me ne rendo conto da sola >.<
Ma purtroppo non sapevo come fare questo capitolo di mezzo, e questo è ciò che ne è uscito. Tra l'altro è anche corto.
Mi scuso. Prometto che i prossimi capitoli saranno migliori e soprattutto meno noiosi, perché dal prossimo capitolo comincerà la vera storia, quindi la parte interessante.
Mi scuso ancora. Fatemi comunque sapere cosa ne pensate! (Se ci riuscite senza uccidermi XD)
Un bacio, Silvy

*fugge dai pomodori che gli lanciano*
  
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