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Autore: _emptiness_    24/12/2013    0 recensioni
antagonisti di noi stessi ci facciamo male.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Si svegliò sola quella mattina, in un letto che non riconosceva, in una posizione che non era la sua.

Sara si guardò intorno smarrita, si alzò di scatto e si rivestì velocemente coprendo quel corpo di cui tanto si vergognava. Rimise silenziosamente in ordine il suo sacco a pelo e infilò l'abito a quadri ,che emanava uno sgradevole odore , nella suagrossa borsa. In punta di piedi percorse il corridoio che costeggiava una stanza piena di persone mai viste che ancora si perdevano nel mondo dei sogni. Cercò nella semioscurità di quella mattina cupa il pulsante con cui si apriva il cancello e finalmente lo trovò, sgusciò silenziosamente fuori da quella maledetta casa e si inoltrò nella strada nebbiosa.

Le girava forte la testa e aveva la nausea ma camminò comunque fino alla sua abitazione in silenzio, immersa nei suoi pensieri sporchi di azioni che sperava di non aver commesso. Non si chiese cosa fosse successo, ne le interessava davvero saperlo...le bastava aver distolto finalmente l'attenzione da quelli che credeva i suoi problemi per passare a nuove domande, nuovi quesiti sull'utilità della sua vita. Arrivò a casa dopo qualche ora, lavò via dalla pelle quella notte peccaminosa e lussuriosa per tornare alla normalità ma sentiva di aver lasciato tutto quello che provava a quello sconosciuto, sentiva di aver lasciato le paure nella carezza, la voglia di piangere nei sospiri, non ricordava nulla se non un bacio, quel bacio le aveva cambiato la vita. Solo a pensare agli occhi che aveva incontrato in quella persona così apparentemente simile a lei, le veniva la pelle d'oca.

Passavano lente le giornate, i mesi, addirittura passarono anni. Passarono 2 lunghi anni in cui Sara credette addirittura di essersi innamorata di Federico, passarono molto tempo insieme, condivisero lunghe notti passionali, telefonate chilomentrichee profondi discorsi sul senso della vita, anche molte litigate. A volte ripensava a quella notte che tanto l'aveva segnata, a quello sconosciuto che poi di lei non ne aveva più voluto sapere. Finì anche la sua "storia d'amore", finì male e si ritrovò ancora sola.

Una sera di luglio ricevette un messaggio dalla sua amica Chiara, esattamente quella della festa, le chiedeva di uscire con lei, che aveva tante cose da raccontare e che le mancava. A Sara venne da ridere, dopo quel 25 di maggio erano state rare le volte che aveva ricevuto un messaggio del genere, accettò comunque titubante. Si preparò e si recò nel locale prescelto. Dopo il caloroso saluto dell'amica all'uscita, si recarono all'interno. Le tremarono le gambe. Ebbe quasi paura di cadere. Lo sconosciuto era li, davanti a lei, le sbattè in faccia i suoi profondi occhi neri senza scrupoli, le schiaffò in faccia tutto quello che lei aveva lasciato andare già da tempo. Un cocktail mortale di emozioni la colpirono brutalmente tanto da toglierle la vista per qualche istante. Le sorrise. UN sorriso sbieco, un sorriso triste, un sorriso bellissimo. L'attenzione di tutti era su di loro, perchè tutti sapevano esattamente cosa era successo quella fatidica volta. Gabriele, come suonava bene quel nome. Sara ammutolì definitivamente per quella sera, si lascio andare all'alcol ancora una volta, limitandosi ad intensi sguardi, immaginarie carezze che le sfioravano il cuore come una leggera brezza. Si scambiarono poche parole, si sfiorarono addirittura un paio di volte.

Tornò a casa sconvolta, ne voleva di più, voleva provare ancora quelle sensazioni che tanto le davano dipendenza.

  
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