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Autore: My Pride    24/12/2013    5 recensioni
~ Raccolta di flash fiction e one-shot incentrate sulle coppie ZoSan e RuNami ♥
» 58. Tequila Sunrise
«Mi stai facendo passare per il cattivo ragazzo, cuoco».
«Ricorda, marimo: non esistono uomini cattivi.... se sono cucinati bene»

[ Quarta classificata al contest «Rapido e indolore» indetto da Ro-chan { 23 } ]
[ Quinta classificata al contest «Flash Fiction Istantanee» indetto da Dark Aeris { 6 } ]
[ Seconda classificata al contest «Il mondo dei Peanuts» indetto da Dark Aeris { 26 } ]
[ Seconda classificata al contest «Due cuori e...» indetto da Frandra e Silyia_Shio { 24 } ]
[ Seconda classificata al contest «Scrivimi una raccolta» indetto da visbs88 { 29/32/33/34 } ]
[ Terza classificata al contest «Say it with Disney!» indetto da Lady Nazzumi e valutato da Dark Aeris { 23 } ]
[ Prima classificata e vincitrice del Premio Christmas Spirit al contest «All I want for Christmas is you» indetto da Frandra { 29 } ]
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Mugiwara, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Do one, melt one, love one'
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Like a little Christmas tree Titolo: [ Special ] Like a little Christmas tree
Autore: My Pride
Fandom: One Piece

Tipologia: One-shot [ 2082 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Mugiwara, Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff?
Rating: Verde / Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, Assurdità sparse, Slice of Life, What if?
Maritombola: 
56. “No. Dovevi pensarci prima.”
12 Storie. #04 Tempo: #09. Tramonto
Tabella/Prompt: Inverno › 14. Albero di natale
Notte Bianca XII: Lucine di Natale @ [info]derezzed_v [ [info]maridichallenge ]
The season challengeInverno › Rododendro


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Luci colorate. Fastidiosissime lucine colorate ovunque, ecco che cosa aveva visto Zoro non appena aveva aperto gli occhi quel pomeriggio, dopo uno dei suoi soliti sonnellini pomeridiani sul ponte della nave.
    Quella giornata era cominciata come al solito, tra un allenamento e l'altro, una litigata con il cuoco per chissà cosa - era difficile riuscire a capirlo, negli ultimi tempi... non che a lui interessasse davvero comprendere che cosa passasse per la testa di quel ricciolo, era sottinteso - e un'ardua lotta per far sì che Dick lo stesse ad ascoltare e se ne stesse buono durante la meditazione, ma tutto era cambiato non appena era andato a dormire ed era stato poi svegliato quando la Sunny aveva attraccato al porto di una città che Nami, se ben ricordava, aveva chiamato Snowville.
    Le grida eccitate di Rufy e degli altri avevano subito richiamato la sua attenzione e, sollevando appena la palpebra per dare un'occhiata intorno, li aveva trovati tutti poggiati alla balaustra, con le teste rivolte verso l'alto e la bocca spalancata in una «o» muta, quasi a voler rendere ancor più concitata l'eccitazione che aveva attraversato tutti loro come un'onda anomala nello stesso istante. Sbadigliando e grattandosi poco elegantemente il sedere, Zoro li aveva raggiunti e, a braccia conserte, aveva alzato a sua volta lo sguardo per capire che cosa stessero osservando con così tanto interesse, venendo immediatamente folgorato da una miriade di colori che illuminavano il cielo a giorno, simili a tanti rododendri colorati che tappezzavano la volta celeste.
    Lo spadaccino aveva protestato e aveva fatto di tutto pur di restare sulla nave non appena Nami gli aveva quasi ordinato di scendere per fare provviste e tenere magari d'occhio Rufy - come suo solito, quello scemo era scappato insieme ad Usopp per andare a vedere la città, portandosi dietro un povero Chopper che non aveva potuto fare nulla per contrastarli, dato che i due non facevano altro che ripetergli che avrebbe dovuto festeggiare al meglio il suo compleanno -, però, per sua sfortuna, si era intromesso anche Dick nella discussione, strattonandogli di continuo la manica della casacca per cercare di convincerlo. Quindi adesso eccolo lì, con il bambino che gli saltava davanti e affondava continuamente nella neve, creando di tanto in tanto delle palle che lui prontamente schivava. Non aveva proprio voglia di giocare, se proprio doveva essere sincero. E quella scema di Nami non aveva nemmeno protestato, anzi! Era persino stata più contenta nel sapere che con lui ci sarebbe stato anche Dick, liquidando tutto con un «In questo modo non ti perderai, almeno», al quale lo spadaccino aveva risposto con un ringhio e una battutaccia che gli aveva fatto guadagnare anche un calcio dietro alla testa da un cuoco sbucato chissà dove per proteggere la virtù della navigatrice. Bah. Chi lo capiva era bravo, quel ricciolo.
    Senza perdere d'occhio Dick - anche se forse sarebbe stato più giusto dire che era lui stesso a non perdere d'occhio il padre, conoscendo il poco senso dell'orientamento che possedeva -, Zoro sbadigliò e sollevò ancora una volta lo sguardo verso il cielo, dovendosi schermare gli occhi con una mano per riuscire a distinguere qualcosa. La scritta che capeggiava fra le nuvole, quasi fosse stata tirata su da chissà quale forza dei quattro mari, era talmente assurda da non sembrare nemmeno vera, forse proprio a causa delle luci verdi e argento che recitavano «Merry Christmas». Aveva già sentito su un'altra isola una festa chiamata in quel determinato modo, ma proprio non riusciva a comprendere perché dovesse sempre essere così sfarzosa e piena di fastidi, nonché con quei dannati rododendri che appestavano l'aria con il loro odore. Non riuscivano a festeggiare in silenzio, magari ognuno nelle proprie case e senza dover fare tutto quel baccano?
    «Oh, ci sono le giostre!» gridò d'un tratto Dick, risvegliandolo dai propri pensieri. Lo seguì con lo sguardo e lo vide scambettare in fretta verso una strana costruzione che ricordava vagamente una ruota panoramica, e dovette aumentare il passo per stargli dietro, giacché i suoi stivali affondavano continuamente nella neve e gli impedivano di avanzare spedito come avrebbe voluto. Lo tranquillizzò solo il vedere anche gli altri tre là vicino, anche se non si risparmiò dal mettere in guardia il bambino, forse più per abitudine che per vera preoccupazione, data la presenza altrui.
    «Sto attento!» gli gridò di rimando Dick, e Zoro roteò l'occhio con uno sbuffo divertito. Ah, accidenti... quel marmocchio riusciva sempre a farlo sentire un rammollito, e forse la cosa non gli dispiaceva così tanto come sembrava voler far intendere quando gli si rivolgeva. Avrebbe anche aggiunto qualcos'altro se un piccolo calcetto allo stinco non avesse richiamato la sua attenzione, e si voltò svelto, pronto a prendersela con il povero mal capitato di turno; sbatté la palpebra, però, quando davanti a sé vide il cuoco, con un sorrisetto strafottente che faceva quasi venir voglia di prenderlo a schiaffi.
    «Cerca di comportarti bene, marimo».
    «E tu che diavolo ci fai qui?» gli venne spontaneo chiedere di rimando. «Non dovevi restare alla nave?»
    «Ho fatto cambio con Franky». Sanji parve quasi giustificarsi con una scrollata di spalle, e nell'accorgersene aggrottò le sopracciglia, tirando una bella boccata dalla sigaretta prima di avvicinarsi maggiormente allo spadaccino e dargli una spallata; lui si lagnò, ma il cuoco non gli diede minimamente peso, anzi, puntò la propria attenzione verso il bambino, ora in groppa a Chopper. Bene... almeno era al sicuro, con il festeggiato. Dubitava un po' degli altri due, ma fino a quel momento erano sempre stati suoi compagni di giochi e non gli era mai successo niente. Anzi, a volte sembrava essere lui a badare a loro, il che era alquanto divertente.
    Sanji li tenne d'occhio fino a quando non si allontanarono tutti e quattro verso i negozi di dolciumi poco distanti, ridacchiando e lasciandoli fare. In fin dei conti Nami-san aveva dato loro qualche berry da spendere come meglio credevano, ed era meglio che si comportassero come dei bambini e si compressero qualcosa da mangiare, anziché fare i loro soliti disastri. Il punto, però, adesso era un altro: erano rimasti solo lui e lo spadaccino che non faceva altro che guardarsi intorno, e l'atmosfera, anziché risultare festiva, sembrava quasi... gelida. Gelida, aye, non avrebbe saputo trovare aggettivo più azzeccato, in quel momento. Il freddo e la neve che li avvolgeva non era niente, in confronto al silenzio che era calato come un velo sopra di loro. Possibile che Zoro odiasse così tanto le feste? Strano, eppure ricordava che gli piacessero. Oh, forse era la compagnia a pesargli un po', da qualche tempo a quella parte.
    Con quei pensieri per la testa, il cuoco ingoiò qualche insulto e si avviò verso la cittadina, gettando appena un'occhiata all'indietro per tenere d'occhio Zoro; vide che lo seguiva con la sua solita aria un po' scontrosa e non capì proprio perché lo facesse, se la sua compagnia lo infastidiva così tanto come sembrava... così, con uno sbuffo, tirò un'ultima boccata dalla sigaretta e la spense poi nella neve, fermandosi talmente improvvisamente che Zoro gli andò a sbattere contro con un'imprecazione.
    «Oi, sono già scazzato di mio per tutto questo casino senza che ti ci metta anche tu, cuoco», borbottò, massaggiandosi le tempie sotto lo sguardo stranito del suddetto cuoco. Oh... quindi era solo quello a rompergli le uova nel paniere. Era proprio un brutto idiota, quel marimo.
    «Non sai proprio goderti niente...» sospirò, alzando lo sguardo verso la grande stella che faceva bella mostra di sé su un abete bellamente decorato. Palline di vetro soffiato dagli sgargianti colori riflettevano le luci che riempivano la città, dalle insegne dei negozi alle semplici case, e festoni grandi quanto tutte e due messi insieme avvolgevano elegantemente i rami dell'albero, dando un bell'effetto tondeggiante che sarebbe stato bello da riprodurre persino su una torta. Uhm, chissà... magari l'avrebbe fatto, prima o poi. A quel pensiero, Sanji si ficcò le mani nelle tasche, stringendosi nel giaccone che indossava. «Sai, marimo, questo posto mi ricorda quell'isola con i fantasmi natalizi».

    Zoro sollevò un sopracciglio. «Quale isola?»
    «Oh, andiamo, non dirmi che te lo sei dimenticato», cominciò, sghignazzando e lanciandogli un'occhiata eloquente. «Tu, infreddolito e mezzo sepolto in mezzo alla neve, io che vengo a salvarti il culo...»
    «Non so proprio di che diavolo stai parlando, cuoco», tagliò corto lo spadaccino, masticando un insulto a denti stretti. Och, se l'era ricordato. Se l'era ricordato eccome. Esattamente come si era ricordato quei fantasmi che, prendendosi gioco di lui, si erano rubati la sua Ichimonji fino a farlo perdere nel bel mezzo di una foresta innevata, dove non aveva più trovato la via d'uscita fino a quando, tempo dopo, non era stato proprio quello scemo d'un ricciolo a ritrovarlo. Ma era meglio tenere quei piccoli particolari appena risaliti a galla solo per sé.
    Il cuoco lo guardò di traverso, sollevando un angolo della bocca in un sorrisetto alquanto divertito. «Uhm. Eppure io ricordo uno spadaccino che sembrava non vedere l'ora che lo portassi in un posto caldo...» la buttò lì, e prima ancora che potesse anche solo pensare di aggiungere qualcos'altro - perché, aye, gli piaceva prendere in giro quello scemo non appena gli veniva bellamente servita l'occasione -, venne tempestivamente bloccato da una mano di Zoro premuta sulla bocca, tanto che sollevò il capo per fissarlo oltre quei due o tre centimetri che separavano la loro altezza.
    Sanji gli allontanò la mano e l'osservò senza capire, sgranando gli occhi azzurri quando lo vide avvicinarsi pericolosamente al suo viso, nella fattispecie alle sue labbra. «O-Oi. Che diavolo pensi di fare, scemo d'un marimo?» Indietreggiò un po', aggrottando la fronte. Non ci stava proprio a... beh, non ci stava a dare spettacolo nel bel mezzo di una piazza colma di gente, se poteva evitarlo. Lui aveva pur sempre un'immagine da difendere! Certo, ormai dopo anni era il solo a pensarla ancora così - non era stupido, era a conoscenza che gli altri sapessero della relazione che lo legava allo spadaccino -, però non voleva sbandierarla ai quattro venti, men che mai davanti a persone a lui del tutto sconosciute. «Non se ne parla proprio, chiaro?»
    «Nay. Dovevi pensarci prima di stuzzicarmi, ricciolo», rimbeccò Zoro, e il sorriso che comparve sulle sue labbra non prometteva proprio niente di buono. Si sporse verso il cuoco e per poco non lo fece inciampare nelle grosse radici dell'albero che si ergeva al centro della piazza, ma fu proprio in quel momento che arrivò il provvidenziale aiuto divino, travolgendo lo spadaccino come una tempesta di cappotti, berretti e tavole di legno.
    «Zoro, che cavolo!»
    «Ti sei messo in mezzo!» diedero manforte Dick e Chopper, annuendo insieme al Capitano che non faceva altro che borbottare chissà cosa e gonfiare le guance, forse più bambino degli altri due messi assieme.
    «Stavamo collaudando la mia invenzione e ti sei piazzato proprio davanti a noi!» Usopp si intromise a propria volta, indicando con un cenno del capo la tavola di legno ormai distrutta, riversa in ben tre pezzi nello stomaco di un povero pupazzo di neve che si era mantenuto in piedi per chissà quale miracolo. Aveva perso naso e cappello, certo... ma era sicuramente più salvo del povero spadaccino, il quale si era ritrovato con il viso spiaccicato nella neve davanti ai piedi di un Sanji alquanto incredulo.
    «Voi quattro...» cominciò nell'alzarsi piano, sentendo una vena pulsare pericolosamente sulla sua tempia destra; si voltò con sguardo fiammeggiante, e bastò quello a far fischiettare i ragazzi, i quali cominciatono ad allontanarsi a poco a poco, un passo dopo l'altro. Ma Zoro non si lasciò fregare, inseguendoli non appena il loro indietreggiare divenne una vera e propria fuga dalla morte. «E' inutile che scappate, adesso vi faccio a fette!» sbraitò, sguainando le spade e richiamando su di sé l'attenzione di parecchia gente.
    Sanji rimase sconcertato nel vederlo correre via dietro a quelle pesti, lasciandosi cadere sul muretto dietro di sé con uno sbuffo scocciato; frugò nel taschino del giaccone alla ricerca delle sue fedeli sigarette e, preso l'accendino e dato fuoco alla pagliuzza, se la portò alle labbra, inspirando a fondo fino a creare un anello di fumo che andò a confondersi con le nuvole sopra di sé. Okay, forse quel bacio non gli sarebbe dispiaciuto come aveva cercato di far credere persino a se stesso, e l'aveva capito solo quando era stato lasciato a bocca asciutta proprio da quel cretino d'uno spadaccino.
    Alla fine non era riuscito a guadagnarsi nemmeno un bacio come regalo, ma di una cosa era certo e il solo pensiero lo fece sorridere come un cretino: più tardi, quello stesso giorno, lui e quello scemo d'un marimo si sarebbero ritrovati in cambusa fra calde coltri e i canti natalizi che, nella città in lontananza, si affievolivano pian piano alla luce del tramonto.




ジ ングルベル ジングルベル メリークリスマス ! これが今夜の贈り物さ Sing! ♪~
ジングルベル ジングルベル ハッピーニューイヤー ! 終わらない歌 聴こえるはず! ♪~
Merry Christmas! ~♥





_Note inconcludenti dell'autrice
Cosa cosa cosa? Siamo già arrivati alla terza shot a tema natalizio della raccolta, e ciò mi fa pensare che sia davvero passato più tempo di quanto io stessa credessi quando ho deciso di buttar giù questa storia e di infarcirla con tutto ciò che potesse venirmi in mente anche solo per sbaglio. 
Mettiamo momentaneamente da parte i convenevoli e diciamo, come sempre, che questa storia è un regalo di compleanno per la mia nipotola Red Robin, alla quale devo anche un disegno e presto o tardi lo farò, magari con una bella tavoletta grafica e il mio bel programmino che porta il nome di Manga Studio *carezza il programma*
Oh, per chi ha letto, anche solo per caso
Phantoms in falling snow, come si può vedere ci sono dei lievissimi riferimenti che parlano di quella shot, giacché anch'essa era legata al Natale e mi sembrava una cosa carina fondere le due cose anche a distanza di anni. Nella realtà ne è passato solo uno, certo, ma nella storia ne sono passati quasi sei e ricordare particolari così a distanza di tanto tempo l'ho sempre trovata una cosa piacevole.
Okay, la smetto di sclerare. In ultimo, ricordo la raccolta della nipotola Mugiwara's Christmas
, anch'essa a tema natalizio. Ciò detto, un saluto, vado a rimpizzarmi *w*
Merry Christmas and Happy New Year!


Utae! Jingle Bell! Straw Hat Pirates version
Traslitterazione: Jinguruberu, Jinguruberu, Meriikurisumasu! Kore ga konya no okurimono sa, Sing! ♪~
Jinguruberu, Jinguruberu, Happiinyuuiyaa! Owaranai uta kikoeruhazu! ♪~
Merry Christmas! ~♥

( Jingle Bell, Jingle Bell ), Buon Natale! Questo è un regalo per questa sera, cantare!
♪~
( Jingle Bell, Jingle Bell ), Buon anno nuovo! Una canzone può essere ascoltata senza fine! ♪~
Buon Natale! ~♥


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