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Autore: cartacciabianca    25/12/2013    3 recensioni
Lui era sempre stato un animale, il naufragio aveva solo peggiorato la sua natura e pensai che probabilmente sarebbe morto come tale.
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SPOILER sequenza 8 - ma consiglio di aver finito il gioco, non si sa mai :)
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Edward Kenway
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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_Down among the dead men

4. Verso casa e ritorno

 

 

Il fuoco aveva preso ma le fiamme erano troppo giovani e dovevo prendermene cura per un altro paio di minuti, così mi inginocchiai nella sabbia ancora calda e cominciai a sistemare i tocchi che ci avevo buttato sopra troppo superficialmente. Quando finii, certo che avrei avuto luce e calore almeno fino all'alba, mi sdraiai a terra a guardare il cielo stellato in attesa del sonno.

Esplorando gli scogli a nord in cerca di granchi avevo ritrovato la cassa con il mio equipaggiamento, e riallacciato finalmente agli avambracci le lame celate, oltre all'aprire qualche noce di cocco con qualcosa di diverso da un osso giusto appena levigato, quella sera ero riuscito anche ad accendere un fuoco a tempo record. Avevo fatto provviste di frutta, fabbricato una cerbottana e cacciato un paio di scimmie coi dardi soporiferi che mi erano rimasti e potevo fabbricarne degli altri. Tenevo tutto nella mia cassa nel rifugio di fortuna messo su con una vela di straglio e un paio di cime arrivate con la marea del giorni prima, ma nonostante il riparo preferivo dormire sotto le stelle. Immaginavo di essere steso sul ponte della Jackdaw, immaginavo il suo rollio e i suoi scricchiolii, il canto dei miei uomini… poi la mia fantasia viaggiava ancora più lontano, andava da Caroline, verso la nostra casa in Inghilterra e ritorno.

D'un tratto sentii un fruscio tra le fronde della foresta e non potei fare a meno di sorridere.

Erano già tre giorni che io e Vane ci eravamo separati ma in quei tre giorni, anche se lui probabilmente credeva il contrario, l'avevo visto un paio di volte. Spesso, come quella notte, non so perché lo facesse ma veniva a farmi visita: si appostava tra gli alberi in modo quasi invisibile ed era capace di rimanervi immobile come un sasso per delle ore. Dico quasi non perché non fosse bravo, anzi, era un vero camaleonte, ma perché semplicemente io lo vedevo, insomma sentivo che era lì. Più di una volta l'avevo chiamato per nome esortandolo a tornare, all'inizio scusandomi garbatamente per qualcosa che potevo aver detto per allontanarlo da me, poi dandogli dell'idiota infantile e in fine insultandolo pesantemente… Ma in ogni caso lui non mi aveva mai risposto e quando davvero al limite della pazienza una mattina avevo tentato di avvicinarmi, era scappato subito via come un maledetto cervo.

Avrei giurato che mi stesse studiando.

Perciò quella notte non ero sorpreso che fosse di nuovo lì. Anzi, da una parte mi faceva addirittura sperare che se fosse arrivata una nave non avrei dovuto battere l'intera isola per avvertirlo.

Ma sperai a vuoto.

La mattina che Vane non si fece vivo un brigantino gettò l'ancora proprio dentro la nostra baia e quel suono inconfondibile mi buttò giù dalla branda più in fretta di quanto avrebbe fatto il rombo dei cannoni in uno scontro a sorpresa nel cuore della notte. E me n'erano capitato parecchi, di quelli.

Il nostromo fischiò e il suo grido che diceva che un uomo veniva verso di loro a nuoto dalla spiaggia mi fece ingoiare un bel po' d'acqua dall'emozione. Quando entrai nell'ombra del loro scafo fu calata una cima ma io la ignorai e mi aggrappai al portello di un cannone anche coi denti pur di accertarmi che fosse reale e non una squallida allucinazione. Non avevo fatto neanche caso ai vessilli, così quando mi sentii chiedere se fossi in grado di salire a bordo e me lo sentii chiedere in inglese il mio cuore singhiozzò, tutta l'acqua che avevo bevuto mi si agitò nello stomaco ed io mi staccai dallo scafo della goletta.

Un uomo si affacciò dalla balaustra togliendosi il tricorno.

— Signore, sono il Capitano Ernest Wright della Regia Marina di Sua Maestà e questa è la HMS Summer. Una volta a bordo sarete sotto la mia custodia personale, ma devo insistere: qual è la vostra nazionalità? —

— Naufrago, signore! — gridai.

— Certamente. — Ero riuscito a strappargli un sorriso. — Ma oltre a quello, intendo, noto che parlate la mia lingua e dall'accento si direbbe… —

— Gallese, signore! —

— Ecco, ecco. Il vostro nome? —

— Edward Kenway! —

Mi arrampicai sulla bella fiancata linda del brigantino con la velocità di un ragno e una volta a bordo mi furono subito offerti dell'acqua e del pane, ma prima di dare anche un sol morso, chiesi al Capitano quanto a lungo avesse intenzione di restare all'ancora.

— Il tempo di rifornirci di frutta, acqua e animali, se quest'isola ha da offrirne. Voi che dite? —

Era un ometto grassoccio con un accento schifosamente troppo inglese, davvero affabile e disponibile. Altresì un vero idiota. Gli sorrisi, pensando che ad uno così gli si poteva sfilare l'orologio dal taschino nel sonno e dato che avevo puntato il suo bel modello placcato in oro già da un pezzo pensai di farlo non appena ne avessi avuta l'occasione.

— Da questo lato non troverete altro che scimmie, l'acqua ha il valore dell'oro e la frutta, quella che è rimasta, è acerba, — dissi. — Ma ve l'ho chiesto perché un uomo che era con me si è… adden nella foresta mentre eravamo a caccia ed io starei pensando di tornare indietro a cercarlo… —

Lui aggrottò le sopracciglia e si schiarì la gola, mentre il suo faccione grasso si riempiva di rughe.

— Sapete dove vi trovate, signor Kenway? —

— No, veramente no. —

Il Capitano Wright schioccò le dita e un marinaio venne a srotolarci sotto al naso una cartina.

— Isla Porovidencia. Due volte Kingston, signor Kenway. Ci vorrebbe almeno una settimana per batterla tutta e sarò franco con voi: non posso permettermi un simile ritardo. —

L'isola aveva una forma a quarto di luna in sovrappeso e la osservai bene e a lungo prima di rivolgermi di nuovo a lui. — Un giorno? Potete concedermi un giorno? O solamente la giornata di oggi, se preferite. —

Non avevo mai supplicato niente e nessuno nella mia vita e lo stavo facendo ora per salvare il culo a quel figlio di…

Il Capitano Wright sospirò. — Mi auguro davvero che possa bastarvi. Salpiamo al tramonto. —

Diedi un morso al pane e tracannai il boccale d'acqua fresca. Poi passai tutto nelle mani di un marinaio e mi tuffai di testa oltre la balaustra.

Una volta sulla spiaggia inutilmente gridai il suo nome ai quattro venti e ancora più inutilmente mi addentrai nella foresta, puntando dritto verso il cuore dell'isola. Che idiota, che idiota! Per la prima volta mancavo di tenere fede al mio sfacciato egoismo ed ecco come venivo ripagato: scivolai su del muschio e rotolai giù da un promontorio alla fine del quale, con innumerevoli acciacchi e tagli sul corpo, smarrii, per la seconda volta, i sensi.

 

Quando vide il naufrago entrare nella foresta il Capitano Wright abbassò il suo cannocchiale. — Signor Bennett! — chiamò e dietro la sua spalla venne ad affacciarsi il suo primo ufficiale.

— Perché quel nome mi suona familiare? — domandò il Capitano.

— L'intera ciurma potrebbe rispondervi, signore. Edward Kenway è un pirata, signore. —

— Ecco, ecco, ora ricordo… il Diavolo che si abbiglia da uomo come un dannato travestito, certo… Si può essere così idioti da usare il proprio nome di battesimo? Il caldo deve avergli dato alla testa. E avete qualche idea, signor Bennett, su chi possa essere quell'altro relitto umano che è appena sbucato dalla foresta? — chiese portandosi di nuovo il cannocchiale sull'occhio destro. Inquadrò e mise a fuoco su un uomo con più peli che faccia che stava trascinando via sulla sabbia una cassa dall'aspetto pesante e poi sparì di nuovo nella foresta.

Il primo ufficiale ci pensò un attimo, sistemandosi la parrucca. — Gira voce che anche il pirata Charles Vane sia scomparso, signore, e l'ultima volta sono stati visti insieme. —

— Capisco… —

— La ciurma è spaventata, signore. Cosa facciamo? —

— Issiamo le vele e ce ne andiamo, — disse infine il Capitano Wright, richiudendo il cannocchiale con uno scatto secco. — Se non dovessero bastare le malattie o le pantere, signor Bennett, ci penserà qualcun altro a condurre quei due manigoldi all'Inferno. I nostri ordini sono chiari e non possiamo certo permetterci simili contrattempi o rischi. In poche parole, non voglio problemi. Rotta per El Paradiso. —

— Sì, Capitano. —

 

— Hmngh… —

Mi rigirai nella terra con un lamento e poi aprii gli occhi. Attraverso un tetto di foglie nere vidi che il cielo aveva già assunto le tinte del tramonto e fu quello a farmi scattare in piedi come una molla ignorando i dolori che avevo in tutto il corpo. Corsi alla spiaggia col cuore nelle orecchie e ci arrivai coi polmoni in fiamme, ma il brigantino non c'era più.

Maledissi il Capitano Wright e quella sua dannata puntualità inglese e mi trascinai fino al mio rifugio, dove mi infilai alzando come si scansa un lenzuolo la vela che uno sbuffo di vento più prepotente doveva aver allentato. Mi buttai sul barile dell'acqua ma era vuoto e solo in quel momento notai che nel complesso tutto il mio rifugio era stato messo a soqquadro. E la mia cassa era sparita. Uscii dal riparo ringhiando come una bestia feroce e seguii la scia della cassa e le orme del responsabile sulla sabbia (un altro paio di belle parole per il Capitano Wright già sulla punta della lingua…) ma portavano dritte dentro la foresta…

Ci rimasi di sasso.

VANE.

Ma fu giusto un attimo, perché mi rituffai nella giungla in preda ad una furia cieca e quella volta lo trovai.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo della pazza:

*scuote campanellini*

MA BUON NATALE, GENTE!

Qui siamo in procinto di lasciare la banchina di casa con la rotta tracciata per Colonia Nonna, dove ci aspetta la seconda abbuffata finchénonscoppi delle feste, ma volevo tanto aggiornare per togliermi dalle scatole ANCHE questo capitolo prima di modificarlo per l'ennesima volta.

Avevo in mente da troppo tempo la scena di Vane che trascina via la cassa di Edward e volevo trovarle il giusto contesto, perciò l'arrivo del brigantino può essere considerato una necessità d'intreccio e il Capitano Wright un personaggio occasionale, comunemente detto comparsa, ma ne sentiremo ancora parlare…

Rinnovo gli auguri e aspetto commenti :3

cartaccia

 


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