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Autore: unannosenzapioggia    25/12/2013    1 recensioni
"Ora tutta questa luce mi fa male sai. Il vuoto che hai lasciato è ancora qui e forse il tempo non ti ha cancellata mai, ma un altro natale senza regali è qui."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IV
"Avevi ragione tu, mentre cercavo di volare, ti ho lasciato giù"

 
25 dicembre.
Mae salutò l’amica, ignara della conversazione che quest’ultima aveva avuto il giorno prima con Harry e prese la sua valigia, uscendo dallo stabile. Stranamente si sentiva bene: niente ansia pre-esami e solo voglia di stare con la sua famiglia e di riposarsi un po’. Avrebbe potuto prendere la metro per andare alla stazione, ma preferì andare a piedi. Faceva freddo, è vero, ma meglio così. L’aria fresca della mattina riusciva sempre a toglierle quell’aria assonnata e a rimettere a posto le sue idee. Guardò l’orologio e sbuffò pensando di essere la solita. Era in anticipo mostruoso e avrebbe dovuto sicuramente star seduta su una panchina davanti ai binari a patire freddo. Attraversò un paio di strade, passò vicino ai giardinetti pubblici di quel quartiere e dopo aver svoltato una volta a sinistra, finalmente vide la stazione e automaticamente aumentò il passo, come se il treno la stesse già aspettando. In realtà, nessuno la stava aspettando, nessuno l’avrebbe mai più aspettata. Harry. Quel ragazzo era il suo pensiero fisso da due giorni: aveva fatto di tutto per dimenticarlo, ma lo conosceva bene ed ogni volta che tornava o si faceva vivo, era impossibile non pensarlo. A Mae mancavano le sue labbra, il suo sorriso sincero, ma talvolta malizioso e i suoi abbracci stretti stretti e si rese conto che senza di lui, senza tutte quelle cose lei non era niente. Era come un bambino senza caramelle, Parigi senza la Tour Effeil e Roma senza il Colosseo, era come un album senza foto e il latte senza biscotti. Mae aveva bisogno di Harry e della sua costante presenza nella sua vita. Era stato parte di lei, le era entrato sotto le vene e dentro al cuore e non poteva, o meglio non riusciva a fare a meno di lui. Insomma quel ragazzo era tutto: come la mattina di Natale, il primo bacio, il primo giorno d’estate, la prima nevicata, l’ultimo giorno di scuola o il mare d’inverno. Harry era stato il suo primo tutto e improvvisamente si rese conto che voleva che fosse anche il suo unico ed ultimo.
 
Harry non aveva dormito per niente quella notte. Aveva messo la sveglia alle sette, ma alle sei era già seduto sul letto, a cercare un senso a quello che stava facendo. In realtà, non c’era nessun senso. Si passò una mano sulla faccia e approfittando del fatto che si fosse svegliato molto prima, decise di farsi una doccia perché si sentiva troppo assonnato. Mangiò poi quel poco che c’era nel frigo: un po’ di latte, qualche biscotto e una mela. Chiuse la dispensa rendendosi conto che da quando Niall se n’era andato e da quando aveva rivisto Mae non aveva più fatto la spesa e nonostante non gli importasse, doveva pur mangiare. Arreso allora, salì di nuovo le scale e si vestì. Voleva andare a quella benedetta stazione, sperava di trovare Mae e poi.. E poi, non lo sapeva nemmeno lui. Voleva rimettere a posto le cose, ma se la ragazza non fosse stata disposta ad ascoltarlo? Non voleva nemmeno pensarci, gli avrebbe sicuramente spezzato il cuore. Uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle e fece lo stesso percorso del giorno prima. Quando si trovò ancora davanti all’università, fece un grande sforzo per ricordare le indicazioni della compagna di stanza di Mae e si incamminò verso la stazione. Il giorno prima, aveva pensato a tre mila discorsi da fare, a infinite cose da dire, ma in quel momento gli sembrava che niente fosse più importante, niente fosse più grande dell’amore che sentiva per Mae. Quell’amore che gli faceva male al cuore, quello che non lo aveva fatto dormire per tutta la notte e quello che lo aveva spinto a baciarla due sere prima, dopo due anni. Era quell’amore per cui Harry avrebbe fatto di tutto, perché era vero: lui se n’era andato, aveva sbagliato, ma questo non significava che non sentisse più niente per lei. Alzò lo sguardo tornando alla realtà e vide la stazione. Sospirò profondamente cercando di ignorare l’ansia che lo stava divorando e le sue gambe che stavano letteralmente tremando. Si fece coraggio ed entrò, avviandosi subito sui binari. Non mancava molto alle otto e trenta. Si voltò velocemente a destra e a sinistra, finchè non la vide. Sorrise senza nemmeno accorgersene, vedendola da sola e piccola, come l’aveva lasciata un paio d’anni prima e avrebbe soltanto voluto abbracciarla e portarla a casa. Sospirò di nuovo e si avviò verso di lei. Solo quando le fu abbastanza vicino, lei alzò lo sguardo e rimase a bocca aperta. In quel momento, Harry si chiese se fosse stata una buona idea, quella.
Mae si alzò di scatto. “Che ci fai qui?”
“Non partire.” – rispose semplicemente Harry.
“Non vedo perché dovrei rimanere – disse la ragazza scuotendo la testa – Non c’è niente che mi trattiene qui.”
Harry la guardò in silenzio prendere la valigia e allontanarsi da lui. Perché doveva far così male? Perché dovevano rendere sempre tutto così complicato?
“Sentivo di sbagliare, ma non riuscivo a fare altrimenti – esclamò Harry; Mae si bloccò e si voltò di nuovo verso di lui – Sono stato un codardo, ma l’ho fatto per te.”
Lei sorrise amaramente avvicinandosi si nuovo. “Per me? Mi hai davvero spezzato il cuore perché pensavi mi avrebbe fatto bene? Tu te ne sei andato perché sei sempre stato così: pensi a te stesso e te ne freghi degli altri.”
“Mae – la pregò Harry – Ho avuto paura, paura di non essere abbastanza per te. Ho speso giorni interi a pensare a cosa ci trovassi tu in uno come me e ho preferito scappare. Vedevo che gli altri ti aiutavano e che tu vedevi loro come punti di riferimento e poi mi guardavo allo specchio e pensavo di non essere all’altezza. Avrei voluto dirti che sarebbe andato tutto bene, anche se non l’avevi programmato così, avrei voluto farti capire che eri la cosa più importante che avessi mai avuto, essere il tuo eroe. E invece, tutto quello che ho fatto è stato andarmene e credere che saresti stata meglio senza di me, che saresti riuscita a farcela senza di me, perché non ero io il tuo mondo.”
Mae lasciò andare la valigia e fece un ulteriore passo verso di lui; la sua espressione era seria. Faceva troppo male sentire quelle cose, ma nonostante tutto aveva sbagliato. “Questo non ti giustifica.”
Harry sospirò. “Ho fatto un errore e mi dispiace.”
“Non basta.”
Il ragazzo stava per replicare quando l’auto parlante della stazione annunciò l’arrivo del treno. Harry lo ignorò, non poteva perdere altro tempo. Se Mae fosse partita senza che lui avesse finito di spiegarle, era sicuro che non l’avrebbe più rivista.
Mae ritornò alla valigia e si avviò verso il binario su cui sarebbe arrivato il treno. Non sapeva come comportarsi: non voleva più partire, era troppo triste per farlo, ma non voleva nemmeno rimanere lì con Harry e affrontare la triste realtà.
“Mae, io ti amo. – confessò Harry a voce tanto alta perché Mae, ormai un po’ lontana da lui, potesse sentirlo – Questo ti basta?”
La ragazza si bloccò di nuovo e si voltò verso di lui. Sentiva gli occhi pizzicare e non per tristezza. Harry non le aveva mai detto una cosa del genere, era una frase troppo impegnativa per lui.
“Lo so quello che stai pensando – riprese Harry, sorridendo – Non sono il tipo che dice o che solo pensa una cosa così, ma credimi se non lo pensassi davvero, non l’avrei mai fatto. Però ti giuro che devi credermi. L’amore che ho per te è l’unica cosa buona che mi è rimasta e che non riesco a cancellare.”
La ragazza andò verso di lui e finalmente lo baciò. Ormai non avevano più senso ricordi e rimorsi e sinceramente Mae non era più in grado di reggere quella situazione. Si rese conto in quel momento che aveva bisogno solo di Harry. Il bacio misto ai sorrisi dei due durò fino a che il ragazzo non sentì arrivare il treno e fu costretto a staccarsi da Mae.
La ragazza gli sorrise e recuperò la valigia, avviandosi poi al treno che si era quasi fermato.
“Allora, quando torni?” – Harry non vedeva l’ora di averla di nuovo tutta per sé.
“Tra tre giorni – rispose lei – Non starò via molto.”
Le portiere del treno si aprirono ed Harry caricò la valigia della ragazza e poi la baciò di nuovo. “Menomale, almeno possiamo festeggiare insieme Capodanno, chiamami appena arrivi.”
La guardò salire sul treno e la salutò con un cenno della mano mentre si allontanava e scompariva lentamente dalla sua vista. Poi, afferrò il cellulare e le scrisse “Buon Natale x”
Sentiva finalmente che stava facendo lo sbaglio giusto.





Buon Natale a tuttiiiii!
Allora, intanto spero che stiate passando una bella giornata tra parenti, regali e cibi vari. Poi, sinceramente ho poco da dirvi: questo è l'ultimo capitolo e come molti di voi avranno sicuramente pensato, tra Mae e Harry finisce bene. Ovvio, per Natale, tutto finisce bene ahah. Di nuovo, vi ringrazio per le recensioni dolcissime e per aver inserito la storia tra le seguite. Ringrazio in particolare (e di nuovo) AbigayleWood per aver inserito la storia tra le "Scelte", grazie mille!!
Auguri di nuovo a tutti e ci vediamo presto (anche perchè devo aggiornare "Sweet Disaster")
un bacio, Giulia

 
  
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