Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: rainicornsan    25/12/2013    3 recensioni
"Ma perchè 'Say love'? Cioè, suona bene, ma non penso...".
"Mettilo e basta, Max!".
E' la mia prima ff su Mika! Siate clementi!
Genere: Fantasy, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'When Michael met Mark'
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Emily entrò nella stanza con la scritta 'Colazione'.
C'era un piccolo tavolo, attorno al quale erano seduti la Nonna, già vestita di tutto punto, che sorseggiava qualcosa da una tazza mentre leggeva il giornale,
e Michael, avvolto in un pigiama con degli orsetti, con i ricci scompigliati e gli occhi socchiusi.
Non potè fare a meno di sorridere divertita guardandolo mentre prendeva posto lisciandosi la vestaglia rosea.
Spalancò gli occhi di colpo. "Michael?" esclamò.
"Siìiìiìi?" mormorò assonnato l'altro.
"Come mai sei un uomo? Io non ti vedo più lupo...
Oh cazzo!". Si alzò di scatto dalla sedia e corse via, dopo aver acchiappato una brioche.

"ZIA! ZIA!".
"Buongiorno anche a te, Emily cara." commentò tranquillamente lei, sorseggiando un altro pò di the.
Accavallò le gambe sulla panchina del giardino interno e battè la mano al suo fianco, invitandola a sedersi.
"Michael non è un lupo! Mi è successo... Ora lo vedo com'è...
Mi dovrà accadere? Sarà il mio partenaire de vie*?" chiese tutto d'un fiato.
"Già. Avevo giusto qua la siringa con la roba dentro, lo dovrò iniettare a tutti e due." sospirò placidamente Clara, tintinnando con le dita su una scatolina argentata.
Le pupille di Emily si ingrandirono. "NO! Io... Io non v-voglio... Insomma, siamo al sicuro... Non c'è n'è più bisogno...".
"Le abitudini sono dure a morire... Emily, non sai quanto mi dispiace, ma io DEVO farlo... Per la sopravvivenza della specie..." sussurrò Clara, aprendo l'astuccio.
La zia aveva una luce sinistra negli occhi. Emily scattò in piedi e indietreggiò.
"No! Zia, non devo per forza avere figli... Siamo al sicuro! Ho una vita davanti...
C'è tempo! Posso innamorarmi senza sostanze chimiche che rendano la riproduzione meno spiacevole...
La specie può sopravvivere ancora qualche anno...
Posso... VIVERE...".
"Sei un'egoista, Emily... 
Pensa che per non iniettare questa roba a te e a Michael, dovranno iniettarsela un'altra povera ragazza e un altro povero ragazzo per bilanciare le nascite...
Chi sei tu per decidere della tua vita? Lo so, è spiacevole, ma il mondo gira così, e questa è la cruda verità.
Vedi il lato positivo... Vi amerete e avrete dei figli, mi ringrazierete e infine la comunità sarà ristabilita grazie a questo luogo sicuro.
Vivremo anni e non giorni... Emily, ti prego, non costringermi... Ti prego...
E' solo un piccolo sacrificio...". Aveva gli occhi lucidi, mentre estraeva la siringa dalla custodia.
Picchiettò sinistramente con le dita il vetro lucido. La siringa era colma di un liquido di uno svenevole color rosa bebè.
Emily si girò e corse via. Corse più forte che poteva.
Arrivò nella sala della colazione. Senza degnare di un'occhiata chi era dentro, spostò un piccolo armadietto davanti alla porta e la chiuse a chiave.
Si girò. Michael e la Nonna la guardavano perplessi.
"Ok... Ho un pò di roba da spiegare... Solo una cosa, prima... Non fate entrare la zia... Non le parlate, evitatela, chiudetela da qualche parte se riusciamo ad uscire.".
Iniziò il racconto, fremendo ancora di paura.


"Oh." mormorò Michael, sgranando gli occhi. 
"E così in questo posto ci si innamora attraverso sostanze allucinogene che mandano in pappa l'area affettiva delle ghiandole celebrali.".
"Sei brutale..." protestò Emily, stringendosi le spalle.
La Nonna intervenne: "Fra un paio d'ore usciamo, facendo attenzione. Ho dei sedativi nell'armadietto dei medicinali nel bagno qui di fianco, se servissero per proteggervi da lei.".
"Ma non possiamo uscire.".
"No, quel bagno.". La donna indicò con un cenno una porta lì a fianco.
"E perchè aspettare un paio d'ore se abbiamo già la roba? Facciamolo subito, no? Veloce e indolore. Come una supposta nel cu-!" commentò Michael.
Emily gli diede uno scappellotto amichevole prima che terminasse la frase.
"Aspettiamo che si calmino le acque." sospirò la Nonna con l'aria più calma e placida del pianeta, sistemandosi meglio sulla sedia.
Tornò a leggere il giornale, mentre i due ragazzi si scambiavano un'occhiata perplessa.

"Possiamo??" chiesero Michael e Emily per l'ennesima volta.
La donna sbuffò, alzandosi dalla sedia. 
Sollevò la giacca del tailleur grigiastro e ne tirò fuori una Winchester**, lasciando a bocca aperta i due ragazzi.
"Da quando in qua hai una pistola così sotto i vestiti?" mormorò Michael a mezza voce.
"Da oggi." sbuffò lei, "venite, voi. I sedativi sono già formato siringhe da pistola***.
Se la vediamo con la siringa e cerca di usarla su qualcuno, sparo.
Se non aggredisce, sparo lo stesso. Se non ce l'ha, sparo comunque.".
Dietro allo sbuffo contriarato di Emily fece spallucce e esclamò:
"Non mi guardare così! Se ce l'ha ma non fa nulla, potrebbe fare qualcosa dopo.
E' chiaro che hanno fatto il lavaggio del cervello a tua zia, ragazzina.
E se non la vediamo, potrebbe averla nascosta da qualche parte o riprovarci in seguito.".
Emily si prese la testa fra le mani, sospirando.
"Basta, andiamo." disse quando la donna fu tornata con la pistola carica.


*Compagno di vita in francese.
Se avete domande sul sistema del mondo di Emily, chiedete pure.
**Winchester. E' una pistola. Piccolo tributo a Supernatural :)
***Siringhe da pistola. Mi sono immaginata delle piccole siringhe, da inserire nelle pistole come proiettili.
Me le sono totalmente inventate, non so neanche se esistano.

Mi dispiace per non aver postato per così tanto tempo, e faccio gli auguri di Buon Natale a chi legge...
Questo sarà forse il penultimo capitolo. Insomma, non so, ma di sicuro non ce ne saranno più di altri tre.
Ciao ciao :*
   
 
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