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Autore: MiriiSupertramp    25/12/2013    13 recensioni
«Pronto Em? Mi stai ascoltando?» mi risvegliò lui dai miei pensieri contorti sul suo conto, mentre parcheggiava l'auto nel vialetto di casa mia.
«Cosa? S-sì, ovvio!» risposi io, facendogli praticamente intuire il mio disinteresse verso le sue conversazioni piccanti con la tizia.
Sbuffò e di conseguenza sbuffai anche io, prima di aprire la portiera e scendere dall'auto. [..]
«A chi pensavi?» chiese, curioso.
Giusto Em.. a chi pensavi? A chi potevo mai pensare? Chi è quell'idiota che è sempre e costantemente nella mia testa da almeno due anni? A te, brutto coglione!
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Okay, spero vivamente di appassionarmi a questa nuova ff che sto provando a scrivere e spero appassioni anche voi! Non scrivo una ff da oltre un anno, se vi piace per favore fatemelo sapere attraverso una recensione. Dopo ciò, adios! x
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                               - only the beginning




Quella mattina mi ero svegliata più pimpante del solito, addirittura prima del suono della sveglia! Di conseguenza era strano che io, Emily Moore, ero già sveglia a quell’ora: avevo fatto una doccia calda, mangiato dei pancake col miele e indossato i miei jeans preferiti accompagnati dalle mie creepers nere. Mi diedi un’ultima occhiata veloce allo specchio e, dopo aver fatto l’ennesima passata di rossetto rosso sulle mie labbra, constatai di essere pronta per un’altra noiosa e stancante giornata di scuola. L’umore già mi era sceso sotto i piedi.
Di corsa, scesi le scale, anche perché a momenti sarebbe passato l’autobus e non potevo permettermi di perderlo, assolutamente no, non oggi che già ero pronta!
Uscì di casa fischiettando e mi appoggiai al muretto fuori al mio viale giocherellando con il telefono: ero infatti impegnata a leggere l’oroscopo. Lo leggevo praticamente ogni giorno, era di vitale importanza! Quel giorno diceva che molto probabilmente avrei affrontato delle complicazioni in un rapporto importante. Figo.
Ed ecco arrivare il bellissimo e aggiustatissimo bus giallo canarino! Che poi ho sempre pensato.. perché li fanno gialli questi maledetti bus e perché invece non verdi o, meglio ancora, rosa shock?! Sarebbero fighissimi!
Una volta arrivata alla mia bellissima scuola, mi diressi al mio armadietto e, come ogni mattina, lo aprii tirandone fuori il libro di chimica e il quaderno degli appunti di arte. Quella sì che sarebbe stata una lunga giornata! Avevo appena chiuso l’armadietto quando lo vidi fare il suo ingresso da star. Tutte quelle mini-zoccolette che lo guardavano in preda ad un attacco di estasi, l’ennesimo orgasmo alla sua vista, mentre lui sfoggiava la sua camminata sexy e il suo sorriso perfetto. Ok, dovevo seriamente smetterla di dedicargli certi aggettivi, anche perché avevo deciso di reprimere i miei sentimenti dato che lui non avrebbe mai rivolto gli stessi sentimenti ad una come me!
Mi raggiunse e mi baciò la fronte.
Almeno c’era una cosa di cui non potevo lamentarmi riguardo la mia scuola: grazie ad essa lo vedevo praticamente tutti i giorni e, quando ero con lui, mi sentivo come sollevata.
«Come stai oggi, Em?» mi chiese con quel tono dolce che lo caratterizzava, mentre apriva il suo armadietto e tirava fuori il libro di chimica. Oh, oggi avevamo una lezione insieme! «Benissimo direi, grazie» risposi sfoggiando il mio di sorriso e mordicchiandomi il labbro inferiore, pensando all’ora di chimica che avremmo passato insieme. Se devo dire un paio di cose che mi riguardano, una delle principali è in assoluto quella di provare affetto verso il mio sorriso. Mi spiego: mi era sempre piaciuto. In realtà io mi sono sempre piaciuta, se non fosse per quel poco di pancia dovuto ai troppi pancake o alle troppe patatine ingerite davanti alla tv. Mi era sempre piaciuto il solo pensiero di piacere o interessare minimamente a qualcuno. Mi faceva sentire apprezzata e, sarò sincera, mi gasava un po’ l’idea di un ragazzo che provasse interesse per me!
Così, dopo aver sfoggiato il mio sorriso al ragazzo che mi trovavo davanti, mi appoggiai con poca grazia agli armadietti. Scoppiò a ridere. Che carino rideva di me. Ehy, aspetta! Non è per niente carino. Lo colpii sul bicipite, ricevendo la stessa botta in cambio. Mi stava per caso sfidando? Lo colpii nuovamente, al petto stavolta. Per mia fortuna, venni salvata da un suo compagno di squadra che, proprio in quell’istante, lo chiamò. «Louis!» Si voltò di scatto, facendo un segno con la mano al suo amico, Payne.. Liam Payne, se non erro, per farsi notare. Il ragazzo ci raggiunse e disse al mio migliore amico figo che il Coach Carter voleva vederlo immediatamente. «Ci vediamo dopo Em!» mi congedò con un occhiolino e, accompagnato da Payne, si diresse alla palestra. Mi ero appena voltata per raggiungere il laboratorio di arte quando la sua voce mi richiamò. Mi voltai e lo vidi raggiungermi velocemente. «Non credere di essertela scampata» disse colpendomi la fronte, accennando una risata e aggiungendo un «a dopo!» mentre tornava nuovamente dal suo amico, che nel frattempo lo aspettava. Rimasi per qualche secondo imbambolata a fissare le scale, percorse dalle sue gambe e dal suo culo perfetto pochi attimi prima. Approposito del suo culo! Secondo me gli era stato donato dagli dei, perché io mai, e ripeto mai, ne avevo visto uno così perfetto e sodo allo stesso tempo. E quei jeans che indossava glielo fasciavano in modo davvero divino. Era magnifico!
 

Così, dopo aver passato due intere ore nel laboratorio di arte a contemplare le favolose chiappe di Tomlinson, raffigurandolo come un dio greco, mentre la professoressa Martinez proprio non la voleva smettere di parlare del barocco e di tutti i suoi autori più importanti, venni risvegliata dal mio stato di trans dalla mia compagna di corso: Charlotte. «Hey Em! Sai chi mi ha invitata a bere qualcosa insieme sabato sera?» sussurrò per non farsi beccare dalla professoressa e io, di tutta risposta, le feci cenno con la mano, invitandola a continuare. «Horan! L’irlandese!» squittì, presa dall’entusiasmo.
Bene.
Praticamente ero l’unica che, a quanto pareva, non riusciva ad uscire con un componente della squadra di calcio della mia scuola. Tutte le ragazze che conoscevo erano, almeno una volta, uscite o andate oltre al bacio con uno di loro. Questa cosa mi abbatteva pienamente. Ammetto che il mio era un cuore solitario e vagabondo, però mi sarebbe piaciuto, almeno per una volta, provare il brivido di baciare un calciatore, se così potevano essere chiamati. Vabbè, dai. Erano un’ottima squadra, se la cavavano davvero bene!
Le sorrisi e le consigliai di non dare subito a vedere il suo forte interesse al maschio, così da poter portare avanti una possibile, futura relazione.
Quando suonò la campanella raccolsi velocemente le mie cose e mi fiondai in corridoio. Non vedevo veramente l’ora di passare quelle due ore di chimica con il mio migliore amico. Così avrei potuto osservare ancora di più i suoi lineamenti nei minimi dettagli, partendo dagli occhi leggermente assottigliati di un azzurro che faceva invidia al cielo, per passare poi al sorriso e a quei denti bianchi e dritti, anche se sotto erano leggermente storti, ma nessuno è perfetto, giusto?
Anche se, devo essere sincera, lui si avvicinava parecchio alla perfezione.
Poi, avrei osservato le sue spalle larghe e muscolose, dovute agli allenamenti di calcio abbinati a tanti addominali e flessioni. Entrai in aula con un sorriso a cinquanta denti stampato in faccia e mi andai a sedere al nostro solito posto, il nostro banco. Erano passati buoni quindici minuti, la classe era al completo e il professor Blanket aveva già iniziato la sua lezione sui numeri quantici, quando mi resi conto che Louis non si era presentato.
Pensai che era stato trattenuto dal coach, ma ci ripensai quando, dopo quarantacinque minuti, constatai che non era possibile che lo avesse trattenuto per tutto questo tempo. Lì, iniziai ad innervosirmi. Controllai il telefono per vedere se magari mi aveva degnato di un messaggio, giusto per avvisarmi del fatto che mi avrebbe abbandonata in queste due ore.
E aveva anche detto ‘ci vediamo dopo’.
Brutto coglione, pezzo di merda.
Nessuno si permette di trattarmi così e, tantomeno, non lo lascio fare a te.
Stronzo.
Ero furiosa. Talmente furiosa che quando suonò la campanella che annunciava la fine anche di quella fastidiosa giornata di scuola, mi fiondai direttamente fuori dall’edificio, senza nemmeno posare i libri nell’armadietto, giusto per non rischiare di incontrarlo. Per come ero incazzata lo avrei preso a pugni e schiaffi a non finire. L’avrei fatto male, mi sarei fatta afferrare per pazza e avrei finito anche col litigarci.
Meglio evitare.
Un paio di ore e mi sarebbe passata.
 

Vista così come in quel momento, potevo essere benissimamente paragonata ad una balena arenata in riva al mare: buttata sul mio letto, tuta indosso e capelli raccolti in uno strambo codino. Mi ero ingozzata di cioccolata che, invece di riempirmi di energie così come dovrebbe fare la cioccolata, mi aveva stesa. Non riuscivo a muovere nemmeno un dito. Avevo ignorato il telefono che aveva vibrato per circa mezz’ora, senza sapere nemmeno chi fosse.
Non avevo le capacità fisiche per girare il collo e afferrare il cellulare dal comodino posto affianco al letto.
Ero quasi crollata dal sonno quando udii il campanello, la porta che veniva aperta e di conseguenza richiusa e la voce odiosa di mia madre che cercava di fare la simpatica con chiunque avesse bussato alla mia dimora. Continuai a tenere gli occhi chiusi, cercando di ricadere in bilico tra la realtà e il mondo dei sogni quando la porta della mia camera venne aperta silenziosamente e nello stesso modo venne richiusa.
«Non ti hanno insegnato a rispondere al cellulare?» sussurrò una voce nel mio orecchio, soffiandomi con l’alito caldo.
Conoscevo quella voce. Aspetta, sì. E’ il mio migliore amico figo, Louis.
Aspetta però. Oggi mi ha fatta parecchio incazzare questo coglione.
Emisi una sottospecie di mugolio ma non accennavo a muovermi. Tradotto nella lingua dei comuni essere umani, quel mugolio, stava significare solo una cosa: sono incazzata con te, non parlarmi e non toccarmi.
Come ho già affermato, ero parecchio stesa, stanca morta, sulla via della morte. Però, ci pensò Louis a girarmi e a osservare il mio viso ricoperto di trucco sbiadito, i capelli arruffati in testa e una smorfia come da ciliegina sulla torta sul mio viso. Non dovevo essere un gran bello spettacolo a vedersi, e poi così, a primo impatto. Lo capii infatti quando sul suo viso si formò una smorfia di disapprovazione e subito dopo un sorriso magnifico, trasformatosi in risata qualche secondo dopo.
Mi liberai dalla sua presa sulle mie spalle e mi voltai dal lato opposto sbiascicando un «Và via».
«Dai Em, non fare così.. Non vuoi sapere cosa ho portato qui con me?» esclamò, cercando vagamente di farmi voltare di nuovo, per osservare ancora una volta il mio viso in pessime condizioni e per scoppiarmi a ridere in faccia di nuovo, senza successo. Non risposi bensì mi limitai a liberarmi della sua mano sulla mia spalla in modo brusco.
«Ho portato i muffin al cioccolato Em» disse, avvicinandosi al mio orecchio e accarezzandomi la spalla, provocandomi brividi su tutto il corpo.
Ok.
I muffin al cioccolato erano i miei preferiti.
Forse avrei dovuto perdonarlo per questa volta e abbracciarlo fortissimo, oppure avrei potuto strafogare un paio di muffin al cioccolato, ringraziarlo con finta gentilezza e cacciarlo via dalla mia camera perché ancora troppo arrabbiata con lui. Mh, la seconda sarebbe potuta essere un’ottima idea. Purtroppo però non venne prese in considerazione. In realtà non usai né l’una né l’altra.. forse le mescolai un po’ insieme come idee.
Mi voltai verso il ragazzo e guardai con il tipico sguardo da predatore il pacchetto che stringeva tra le mani accompagnato da uno dei suoi magnifici sorrisi: i miei adorati muffin sarebbero stati salvati dalle sue grinfie. Accennai un sorriso poi ritornai seria ed esclamai «Non pensare di cavartela con degli stupidi muffin»
Oddio.
Avevo appena dato ai miei adorati muffin degli stupidi. Stupida Emily! Sciocca e stolta!
Louis di tutta risposta scoppiò a ridere e, poggiando il sacchetto di carta sul comodino, cominciò a farmi il solletico. Mi mancava il respiro quando lo allontanai violentemente e mi buttai praticamente giù dal letto, pur di sfuggire alle sue mani. «Non toccarmi, traditore!» quasi urlai, puntandogli il dito.
Se volevo essere presa per pazza, lo stavo facendo nel modo giusto.
Mi guardò allibito e poi scoppiò a ridere. Possibile che quel ragazzo ridesse per qualsiasi cosa dicessi o facessi? Avevo per caso scritto in fronte ‘pagliaccio’? Pazzesco. Si distese per bene sul mio letto e, afferrato il sacchetto con i muffin, ne addentò uno, senza preoccuparsi del fare briciole sulle mie lenzuola appena cambiate e nelle quali ci avrei dormito successivamente. Lo affiancai e lo imitai, iniziando a mangiare, in modo decisamente più delicato, il mio muffin al cioccolato. E’ vero avevo degli atteggiamenti da maschiaccio il più delle volte ma ero pur sempre una ragazza e le ragazze mangiano in modo delicato.
Avrei potuto vivere di muffin e Louis. Mi sarebbero bastati loro per vivere un’eternità in pace e serenità.
Ingoiò l’ultimo morso e poi iniziò a spiegare il perché della sua assenza oggi nell’ora di chimica. «Il coach mi ha trattenuto per circa mezz’ora e poi, visto che già ero in ritardo, ne ho approfittato per andare in giro con Kat» finì di dire e io per poco non mi strozzai con l’ultimo morso del mio muffin. Tossicchiai e lo guardai strabuzzando gli occhi. «C-cosa?» esclamai, cercando di calmare il respiro affannato per via del precoce soffocamento e soprattutto cercando di rallentare i battiti del mio cuore all’udire di quella notizia. «Esattamente» sorrise e continuò con un «E siamo anche usciti» secco e diretto, contornato da un sorrisino sbarazzino.
Di bene in meglio, insomma.
Dopo svariati minuti di silenzio decisi di rompere quella tensione che si era venuta a creare con un «Ma quindi.. a te, piace un sacco questa Kat?»
Non so come ma misi insieme questa domanda e gliela esposi, titubante.
Per un momento mi guardò, non lasciando trapelare nemmeno un’emozione. Poi, corrugando la fronte, mi sorrise dolcemente rispondendo con un semplice «Sembrerebbe».
Rimasi a fissare il soffitto. Non avevo idea di come rispondergli. Avevamo iniziato un discorso troppo contorto, troppo articolato per i nostri soliti discorsi stupidi e insensati. Anche Louis fissava il soffitto. Chissà a cosa pensava. Era proprio a questo che non volevo arrivare. Non volevo per niente arrivare a questo punto, quando ci sei talmente dentro da non riuscire più a trovare una via di fuga. Quando sei consapevole del male che ti stai provocando, ma non riesci comunque ad allontanarti perché quella cosa, persona in questo caso, ti fa sentire troppo viva per lasciarla andare. E fu proprio lì che mi resi conto con rammarico di essere anche completamente gelosa del mio migliore amico. Lo volevo solo per me e questa Kat mi stava rendendo tutto più difficile. Volevo quelle attenzioni e quegli sguardi maliziosi riservati solo ed unicamente a me. Volevo che toccasse i miei fianchi, le mie spalle e i miei capelli con fare malizioso ma non troppo.. non come si fa con una sorella più piccola, che poi avevamo la stessa età quindi.. dettagli.
In questi casi però bisogna essere maturi e dimostrare quanto realmente ci si tiene ad una persona.
E così feci.
Mi girai verso di lui e dissi «Se a te piace io sono felice», perché è così che deve essere. Se ami una persona, allora devi volere il suo bene. E se questa Kat rendeva Louis felice, allora io avrei ingoiato il rospo e avrei continuato nella lotta per reprimere i miei sentimenti.
Anche stavolta il mio oroscopo ci aveva azzeccato alla grande.






HEEEEEELLO!


                            SURPRISEEEE! 
Ebbene sì, ho aggiornato! Consideratelo il mio regalo di Natale per voi! loool
Giusto ..
BUON NATALE BELLEZZEEEE!
Io sono ancora sotto shock perchè i miei genitori mi hanno regalato un iPhone 5c e le mie sorelle il profumo dei ragazzi che, vi assicuro, per chi ancora non l'avesse, è bellissimo! Compratelo assolutamente! Piace anche ai miei genitori quindi, fidatevi u.u
Alloooooora.. ve lo aspettavate Louis? Quasi tutte credevano che fosse Harry e invece no! HAHAHAHAHAHAHA sono malefica muaha, no ok. La smetto. Comuuuunque, povera Em! Mi dispiace per lei :(
In ogni caso, spero che questo capitolo sia di vosto gradimento tanto quanto lo è per me! Esatto. Mi piace u.u 
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate attraverso una recensione, grazie mille per l'attesa e per l'attenzione! lol
Credo che entro una settimana dovrei riuscire a pubblicare anche il terzo.. per ora vi auguro ancora un felice Natale e, nel caso non aggiornassi prima del 31, un buon anno nuovo! 
Questo 2013 è volato, cazzo. 
Quiiiiindi, godetevi queste feste prima che riinizi la scuola DD: 
A presto dolcezze! x

Mirii

 

 
  
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