Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: sherry21    25/12/2013    6 recensioni
A tutti i fan di Ace & Sherry, la coppia più buffa e litigiosa che esista sul pianeta terra, ecco a voi i retroscena tagliati della fanfiction "Fonendi, camici e ... amore"!
Cosa potrà mai nascondere dietro le quinte questa coppia tanto stravagante?
Auguro a tutti voi buona lettura!
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Amori quasi impossibili'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sherry vs Garp
in
Chi ha il pugno di ferro più forte ?!
-No, no e ancora no! Lei non ha capito proprio un bel niente! … -urlai con voce incline a una crisi di pianto isterica.
Nascosi il volto tra le mani fredde e tremolanti in preda all’agitazione, scuotendo disperatamente il capo in segno di diniego.
Da quando avevo iniziato a parlare con lo scimmione che mi ritrovavo davanti, mi sentivo come una pentola a pressione, pronta a esplodere da un momento all’altro; persino le orecchie ronzavano per la rabbia e avvertivo un fastidioso prurito al cuoio cappelluto per tutta la stizza che avevo in corpo.
“Sherry, sappiamo bene che cosa combini quando ti arrabbi … metteresti paura persino a Hulk … respira a fondo che è meglio.” ripeteva pacatamente il mio io interiore mimando una posa di yoga, intenta a mostrarmi gli atti inspiratori … quanto la detestavo quando aveva ragione!
-Signorina, suo marito è colpevole e basta! Non ci sono santi che tengano.- sospirò il poliziotto mangiandosi un altro biscotto … chissà se era al burro …
“Sherry, sei qui per Portgas non per quei biscottini al burro con le scaglie al cioccolato dall’aria alquanto invitante …” l’avevo sempre detto, il mio io interiore era scemo e pazzo, bravo a predicare ma pessimo a razzolare “ … ehm-ehm, comunque … non lo hai aiutato quando te lo aveva chiesto fuori dal camerino e ora è finito dritto in gattabuia, anche per colpa tua … però, non esistono più le suore di una volta …” puntualizzò con fare saccente.
Finalmente trovai la forza di rialzare la testa e di guardare il signor agente in faccia, con addosso un piccolo sorriso di circostanza … non gliela avrei data vinta molto facilmente.
Stava giocando a chi aveva il pugno di ferro più pesante? Ebbene, aveva scelto l’avversaria giusta.
Lo vidi ridacchiare sotto i baffi … molto probabilmente i miei capelli dovevano aver assunto un’aria disperatamente comica. Presi le ciocche che cadevano scompigliate davanti ai miei occhi e le sistemai dietro le orecchie, pensando a come far ragionare il demente che avevo davanti e, soprattutto, a calmarmi.
“Ricordati Sherry, quando non respiri, non ossigeni il cervello e di conseguenza non ragioni! … lo dovresti sapere da sola.”.
Per lei era tutto così semplice.
Tentai di respirare a fondo, rischiando solo di sputare i miei polmoni sul tavolo.
Come diamine facevano a fumare così tanto lì dentro?
Iniziai a tossire coprendomi naso e bocca con una mano, mentre con l’altra cercavo un fazzolettino nella borsa per asciugarmi le lacrime che erano salite agli occhi.
Appena avevo messo piede in quell’edificio lussureggiante, una coltre di fumo mi aveva invaso gola e naso, come se avesse ricevuto l’ordine di strangolarmi dall’interno per non farmi proseguire ad aiutare Asso; ma io avevo una missione da portare a termine e non sarebbe di certo stata una piccola barriera di aria tossica a fermarmi.
Da quando lo avevo conosciuto, nulla stava proseguendo per il verso giusto … perché?!
“Bhè Sherry, ti stai assicurando dei pazienti portatori di broncopneupatie croniche ostruttive, di che cosa ti lamenti? … sii più carina con loro, ti porteranno soldi, palate di soldi.” sorrise smagliante il mio io interiore, sadico ma pur sempre veritiero.
L’avevo detto, per lei era tutto troppo semplice … perché mi sembrava di essere l’unica che non riuscisse a prendere la vita con un briciolo di filosofia in più?
-Cough, cough, cough … - se questi stupidi scimmioni avessero fumato di meno e fuori dagli uffici, sarebbe stato molto più semplice cercare di stabilire un contatto amichevole con loro, invece non vedevo l’ora di scappare da lì solo per respirare un po’ di aria pulita: - … allora, signor agente … - guardai il nome del cartellino appeso sulla divisa - … Garp, le assicuro che il mio vicino di casa sarà un personaggio strano, eccentrico, playboy e stravagante, ma non andrebbe mai in giro a derubare delle suore o a palpare i loro sederi, ha una fobia assurda verso le persone che indossano abiti ecclesiastici. – sospirai impaziente.
L’uomo che mi stava davanti continuava a mangiare tranquillamente i suoi biscotti, non curandosi del fatto che la barba gli si stesse riempiendo di briciole e che la documentazione che stava leggendo sembrava essere diventata una mangiatoia per piccioni … ma dove diamine mi ero trasferita?
Erano tutti matti in questa città e nessuno si salvava!
-Signorina, suo marito è colpevole e basta. Chi metterebbe in dubbio la parola di una suora? Come si chiama il suo uomo?- domandò distratto, facendo finta di interessarsi alla mia apprensione.
-Si svegli una volta per tutte agente Garp! Non sono le sei del mattino! … - mi fissò con una strana espressione accigliata, tra il disappunto e la collera, ma non mi feci intimorire per niente - … Le ho già detto tre volte il nome del mio vicino di casa e che Portgas D. Ace non è mio marito! – sbottai sbattendo i pugni sul tavolo.
Il volto dell’uomo cambiò radicalmente, sembrò risvegliarsi da un incubo.
Fermò a mezz’aria la mano con la quale si stava per imboccare un biscotto e sbarrò gli occhi.
Mi studiò dalla testa ai piedi con la bocca spalancata, manco fossi stata una visione celestiale discesa dal cielo per portargli chissà che messaggio.
Veramente, non riuscivo a capire che cosa gli stesse passando per quella testa brizzolata, mi continuava a scrutare come se volesse capire se lo stessi prendendo per il naso o meno … in un certo qual modo, in quel piccolo frangente, quella sua espressione mi ricordò Ace.
Scossi il capo guardandolo incuriosita: -Va tutto ben … - ma fui subito zittita.
L’agente Garp saltò in piedi sbattendo a sua volta le mani sul tavolo e con il volto in fiamme urlò: -Ace? Portgas D. Ace il mio nipote acquisito?! Perché non me lo hai detto subito?! -.
Di seguito fui di nuovo io a picchiare i pugni sul tavolo e sbraitai: -Si svegli vecchio! Da quando è entrato in questa sala interrogatoria, non ha fatto altro che mangiare i suoi biscotti e ordinare ai sottoposti di portarne altri spargendo briciole ovunque, come se fossimo nella piazza di S. Marco a Venezia, inoltre continua a sfogliare quella benedetta cartella che si ritrova fra le mani a vuoto … almeno l’ha letta?! Sa di che cosa parla?! Sono dentro questa stanza a ripetere le stesse cose da due ore e lei non ha neanche preso appunti … oltre a quello che le hanno detto le suore, si è interessato di verificare se la loro storia non fosse stata inventata per chissà quale scopo?!  –.
La mia sfuriata fu seguita da un lungo attimo di silenzio.
Mi ero messa in una situazione veramente imbarazzante, come mi era saltato in mente di alzare la voce contro un agente della polizia?
“Oh! che caspiterina hai fatto?! Hai alzato la voce con un pezzo grosso Sherry!!! Perché non mi tiri fuori quando serve?! Io non avrei mai agito così sconsideratamente! Perché non ascolti mai il tuo alter ego?!”
Avevo la netta impressione di averla combinata grossa questa volta.
Mi morsi un labbro dall’ansia, ma mi ricomposi subito.
Non avevano senso questi sentimenti di colpa, il dado era stato tratto e, forse, ora quell’uomo si sarebbe svegliato … forse.
“Les joue son fait, mon ami e non puoi più tornare indietro … purtroppo! …” pianse il mio interiore preparando i suoi bagagli “ … in prigione si possono leggere libri?”.
- … gli appunti non servono … - ribatté Garp - … c’è già la cartella, che non leggo perché la versione dei testimoni è più corta … -.
L’uomo, nonostante lo avessi messo a disagio evidenziando tutti i suoi difetti, non si fece per nulla scalfire dalla mia tenacia, così come me, che non mi feci intenerire dai suoi occhi di bambino colpevole.
-Ma lei non ha ascoltato un bel niente della mia versione! Non si è neanche accorto che suo nipote acquisito è chiuso dietro le SUE sbarre ingiustamente! -.
Passarono altri trenta secondi di mutismo totale … c’era o non c’era quell’energumeno con la testa?
“ … anche se non sono parenti, Ace e questo scimpanzé sono identici di carattere ...”.
- … hai ragione ragazzina … vado a tirare le orecchie a mio nipote e tu verrai con me a fare altrettanto!-
“Ohlà! … questo si che è parlare! Evviva, mi vendicherò di tutto tirandogli le orecchie!… Wahahahah! …”, rise scompostamente il mio io interiore “… un attimo … chi gli ha dato il permesso di darmi del tu?!”.
- Ebbene la pagherà molto cara per averti fatto passare un pomeriggio simile … sicura di non essere sua moglie? anche lui mi chiama “vecchio”.-
-Guardi, sarebbe più probabile che io mi faccia suora domani stesso.- ridacchiai.
-Wahahah … ragazzina, saresti il tipo adatto per mio nipote e, se non fosse che sono troppo attempato per te, ti rincorrerei subito. Wahahahah … -
- … no grazie … - rabbrividii leggermente disgustata.
- Ora vado a dirgliene quattro a quel discolo di un nipote che mi ritrovo, come fa a farsi scappare una donzella forte come te? –
-Non siamo qui per me, ma per le suore … - rammentai all’omone – … e, prima, sarebbe opportuno scagionarlo e poi tirargli le orecchie.- sorrisi sconcertata, molto sconcerta … chissà se saremmo riusciti a tirare fuori Asso da quel ricovero di matti, avevo dei forti dubbi.
“Uffa … la solita perfettina, non cambierai mai … mi togli tutto il divertimento!”.
Il vecchio si risistemò la cravatta sedendosi sulla sedia: -Giusto ragazzina … volevo solo vedere quanto fossi sveglia, wahahah, sai, mio nipote è addormentato e ha bisogno di una donna sveglia al suo fianco … vado a recuperare i filmati della sorveglianza se sono arrivati. -.
Lo guardai rialzarsi per poi dirigersi verso la porta … non poteva rimanere in piedi se doveva uscire lo stesso?
Mi risedetti al tavolo schiaffandomi le mani sulla fronte, in due ore non erano ancora arrivati quei nastri?
“Diciamo che non aveva voglia di lavorare … però avrei tirato volentieri le orecchie a Portgas … cattiva che non me lo hai permesso …”.
Perché il mio io interiore non se ne stava un po’ quieto? Mi distraeva non poco quando faceva i capricci …
Garp se ne stava per andare, ma un piccolo poliziotto dai capelli rosa tenuti fermi con una fascetta gialla, entrò nella cabina delle deposizioni fermandolo: -Signor Garp! Abbiamo prelevato le registrazioni della camera di sicurezza!-
-Eccellente, appena in tempo, li avete già visionati?-
-Non ancora signore … -
-Perfetto, preparate della cioccolata calda alla signorina qui presente e portate una televisione che ci guardiamo tutti quanti il filmato … poi corro da mio nipote per rimproverarlo. Wahahah. -.
Volevo sprofondare sotto terra, erano tutti pazzi lì dentro!
Sospirai disegnando dei ghirigori fantasiosi sulla superficie liscia del tavolo, pensando a come potesse trovarsi Portgas nella sua cella.
Se l’avessero picchiato e reso irriconoscibile?
Se fosse entrato in un circolo vizioso di depressione e non si sarebbe più ripreso? Terminando la sua triste esistenza su qualche marciapiede di Bridgeport ubriaco e drogato? … sarebbe stata tutta colpa mia, perché non l’avevo ascoltato!
In quel momento diventai la personificazione del vocabolo “ansia”, ero appena diventata la “Signorina Ansia”, tutto perché avevo sottostimato le richieste d’aiuto di Portgas!
“ … ma sei scema o cosa? L’unica persona che si è fatta di qualcosa qui dentro sei tu! Perché ti devi preoccupare così per nulla e per uno come lui? … psicopatica!”.
Il mio alter ego aveva ragione … perché sono così melodrammatica? Ero un’esagerazione vivente.  Al sol pensiero delle numerose pare mentali che avevo costruito in meno di due secondi, ridacchiai da sola.
“l’ho detto, sei psicopatica … e quel dottorino non ti fa bene, sta implementando le tue paranoie.”.
-Kobi, perché sei ancora qui? – domandò Garp, ridestandomi dai miei pensieri bizzarri.
Alzai lo sguardo, notando che il giovane appena entrato mi stava fissando con le guance bordò: -Chi è la signorina qui presente capo? È la vittima del caso? Ha bisogno di qualcosa?-
-Kobi, questa donna è sicuramente più forte di te, non ha bisogno di essere da difesa. Wahahahah! Inoltre ho deciso che sarà la futura moglie di mio nipote. -.
-Ahah … -risi sconfitta, ce l’aveva proprio fissa che mi dovevo sposare con Portgas.
Il piccolo poliziotto s’incupì e, riacquistando in meno di un secondo la sua compostezza, ribatté:-Corro a prendere il necessario capo. -.
Appena l’agente in erba uscì, feci un sorriso sforzato: -Vecchio, non credo che suo nipote e io … -.
L’ufficiale presente in stanza mi cinse il collo con un braccio, per poi spettinarmi dolorosamente i capelli con le nocche delle mani: -Wahahah, ragazzina … io vedo il futuro. - rise di gusto.
-Come è vero che le suore non mentono mai, sbaglio?- controbattei con i lacrimoni agli occhi.
“Tale nonno, tale nipote …”.
 
Finalmente riuscimmo a guardare il filmato con estrema attenzione e, nonostante i continui attacchi narcolettici di Garp, scoprimmo che furono le suore stesse a palpare il fondoschiena di Ace e non viceversa.
-Ha ancora fiducia nelle suore signor Garp?- domandai sarcastica.
-Wahahah … visto che sei così sveglia, spiegami come facevano a starci i documenti di quelle squilibrate nel taccuino del tuo moroso. –
-Ma come, non l’ha ancora capito? … la prima suora ha “palpato” il sedere di Ace per prendergli il portafoglio, passandolo alla collega che ha sostituito i documenti di Portgas con i loro mentre veniva distratto con qualche chiacchiera. Quando l’operazione è stata completata, la seconda collega, a sua volta, ha fatto finta di toccare il fondoschiena di Asso per rimettere il portafoglio dov’era, per simulare il furto. Semplice no? – spiegai indicando diverse parti sul televisore mentre il filmato continuava a scorrere.
Mi voltai soddisfatta verso Garp e sbattei pesantemente la testa sul tavolo dalla disperazione. Non ci potevo credere, solo adesso stava prendendo nota di tutto quello che avevo detto … come poteva non esserci arrivato da solo?
Mi rialzai a fatica con un gran bernoccolo sulla fronte, quest’uomo era una barzelletta vivente. 
Aveva appena rimesso la penna nel taschino e si era alzato trionfante dal tavolo con la sedia attaccata al fondoschiena: -Hai visto Kobi? Ho risolto il caso! Wahahah!-
-Certo capo! Complimenti! … - applaudì il sottoposto fischiando.
“Ma quando erano piovuti i cervelli dal cielo, questi due avevano aperto gli ombrelli?”.
-Agente Garp, non crede che sia l’ora di smettere di mangiare tutti quei biscotti?- ridacchiai pungente.
 
Finalmente raggiungemmo Asso nel suo “alloggio”.
Tutte le tare mentali che mi ero fatta risultarono infondate. Il dottor Portgas stava ridendo allegramente e scherzando con dei galeotti mentre se la giocava a briscola.
“Hai visto ragazza? Lui sì che è uno che si adatta … a differenza tua. ”.
Appena i suoi occhi scuri mi videro, s’illuminarono di una strana luce: -Pulce, che cosa ci fai qui. Non credevo che saresti venuta a prendermi. – lasciò andare le carte sulla panca per corrermi incontro con il suo solito sorrisino compiaciuto.
-Ehi, dottore! Certo che ha degli ottimi gusti in fatto di donne … oppure è il suo avvocato?- gridò un uomo dai capelli viola sparati in aria, sembrava avesse messo un dito nella presa della corrente elettrica e mi rifiutavo categoricamente di credere che un normalissimo gel potesse avere tutta quella tenuta, doveva essere veramente potente.
-Stai zitto Charlie, voglio vederli mentre si sbaciucchiano!- urlò un altro.
Arrossii sbarrando gli occhi: -Come?! Ma siete tutti matti qui dentro! Si può sapere che cosa gli hai raccontato?-
Tramite le sbarre mi tirò affettuosamente una guancia: -Dai Pulce, sono dei romanticoni di fondo … ci tengono al lieto fine e non mi dispiacerebbe  accontentarli, che ne dici?- mi ammiccò scherzoso.
-Dico che se lo deve scordare!- avvampai stringendo i pugni lungo i miei fianchi.
-Scherzavo, non prendertela … che cosa ci fai qui? Non mi hai ancora risposto. -.
Sbuffai: -Non sono così cattiva come crede. So che nel profondo del suo cuore, ma veramente in fondo, sta reprimendo una grande bontà d’animo, anche se fa sempre il pestifero … a puro titolo informativo, ho contribuito al suo scagionamento. – incrociai le braccia al petto aspettando almeno un misero “grazie”.
-Pulce … - borbottò intrufolando il volto fra le sbarre - ... ho la netta sensazione che tu sarai una continua sorpresa, sbaglio?-.
Arrossii distogliendo gli occhi dai suoi: -La pensi come vuole … - sospirai, finalmente ce l’avevamo fatta!
Garp aprì la cella facendo uscire il famoso nipote acquisito alquanto scocciato per la sua presenza.
Ero proprio curiosa di sentire e di vedere come avrebbero affrontato questa situazione dispiacevole, alla fine dei conti lui era appena stato liberato da suo nonno …
-Vecchio, come avevi predetto quando avevo dieci anni, sono stato arrestato. Contento?- sbuffò.
Il mio “io interiore”, impegnato in un’accurata e intensa attività di manicure, si ridestò a quelle parole “Che vuol dire -come aveva predetto - … ?! Non vorrà significare che mi dovrò sposare con questo scapestrato! Oh santi Dei degli io interiori, venite in mio soccorso!”.
Iniziai a ridacchiare divertita, ma Asso sembrò non gradire più di tanto la mia reazione, difatti, da prima mi fulminò con un’occhiata veloce per poi pizzicarmi una guancia con forza bruta, facendomi persino salire le lacrime: -Pulce, non potevamo andare in un negozio di peluche? A quest’ora non saremmo qui a parlare con questo vecchio pronto per il pensionamento. -.
-Ahia, mica è colpa mia … mi lasci andare la guancia per piacere. – mi stava facendo un male incredibile, non lo credevo così permaloso.
-Maleducato!- Garp giunse in mio aiuto sganciandogli un potente pugno in testa, piegando Asso in due dai dolori … non lo invidiavo per niente in quel momento.
-Ahio Vecchio! Lo sai che non sentivo proprio la mancanza dei tuoi pugni?-
-Impara a rispettare la tua futura moglie!-.
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, aspettando la risposta del dottor Asso, il quale scoppiò a ridergli in faccia senza alcun ritegno.
-Nonno, cosa dici! Sarebbe più probabile che io mi faccia prete domani stesso. -.
“WAHHH! Cosa dirà il vecchio adesso?! È la mia stessa battuta … sarebbe capace di farci sposare oggi stesso! Meglio preparare il testamento … io, alter ego di Sherry, lascio tutti i miei averi a … a chi?! ”.
Stesi un sorriso tirato: -Ah-ah … visto vecchio, cosa le dicevo? -.
-Wahahah, fate pure le stesse battute … mai vista una coppia così perfetta. Bene, ora fuori di qui e chiamatemi quando vi sposerete. – sentenziò dandoci un pugno in testa a ciascuno.
Lo guardai torvo, spaventandolo non appena incontrò le mie iridi truci assetate di vendetta: -S-scusa ragazzina, sono abituato a fare così con lui e con suo fratello acquisito Rufy … non badare. Wahahah! – scoppiò a ridere molandomi una poderosa pacca su una spalla.
-Pulce, hai messo in soggezione mio nonno … complimenti. Quasi, quasi ti sposo veramente.- mi cinse per le spalle stringendomi a lui sempre più forte.
Non riuscii a trovare una risposta immediata da rifilargli, sentii solo le guance in fiamme per le parole che aveva appena pronunciato. Anche se erano state dette con tono scherzoso, nessuno aveva mai detto che avrebbe voluto sposarmi: -Credo che sia ora di andare … - borbottai.
-Sono pienamente d’accordo con te, seguimi … -.
-Arrivederci vecchio! – esclamai assieme a Portgas uscendo dalla sua cella, subendo un’ultima pizzicata di guancia dall’ex-galeotto.
-Ehi ragazzina, non seguire mio nipote per uscire, ha preso la strada sbagliata! -.
 
Buonasera a tutti! ^w^
Ecco a voi una piccola sorpresina il giorno di Natale UwU il fatidico scontro tra Sherry e Garp! U.U
Sarò sincera con voi, mi è dispiaciuto tantissimo tagliarlo dal capitolo “originale”, ma il mio timore era quello di risultare troppo dispersiva e di calare l’attenzione del lettore con un aggiornamento lungo, spero di non aver creato disguidi in qualche modo U.U” in caso chiedo vi anticipo le mie scuse. ^^”
Cosa ne dite di questo retroscena? Spero che testo sia apparso chiaro e scorrevole da leggere U.U
Spero di non aver reso questa scena eccessivamente demenziale, ma non riuscivo a immaginarmi un incontro diverso da questo ^^”
Fatemi sapere che cosa ne pensate, ci tengo tantissimo U.U
Ringrazio di cuore chi mi recensisce sempre: Monkey_D_Alyce; Foco_Foco_Gir; Yellow Canadiar; Kiko90; Passione _Anime_Manga; Ikki.
Mi date sempre una gran carica e non smetterò mai di ringraziarvi abbastanza TwT inoltre ringrazio i lettori silenziosi, che a giudicare dal numero delle visite sono veramente tanti ^^ grazie mille anche a voi.
BUON NATALE A TUTTI!
Un bacionissimo con abbraccio!
Sherry=^w^=

Questa storia non è stata scritta a scopro di lucro ed eccezion fatta per i personaggi di mia invenzione, gli altri non mi appartengono e sono stati usati nel rispetto dei relativi copyright.

 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: sherry21