Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: POlicOlOr    26/12/2013    3 recensioni
Ad Hogwarts, il Natale ha sempre qualcosa di magico in più delle altre feste.
E' la festa perfetta per giocare con la neve, fare regali e organizzare scherzi.
E di sicuro i Malandrini non si lasceranno scappare l'occasione.
---
Questa storia si è classificata al primo posto nel contest "Nightmare before Christmas" indetto da ColeiCheDanzaConIlFuoco sul forum di EFP.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia si è classificata al primo posto al contest “Nightmare Before Christmas” indetto da ColeiCheDanzaConIlFuoco sul forum di EFP


A Christmas Carol – Il Natale dei maghi

 
L’aria era gelida, ad Hogwarts, e le vacanze natalizie erano appena iniziate.
Candidi fiocchi di neve, morbidi come batuffoli d’ovatta, cadevano sparsi intorno al lago Nero e gli studenti passavano il loro tempo a rincorrersi sul prato e a tirarsi palle di neve.
Il vento faceva svolazzare le sciarpe rosse, verdi, blu e gialle, e per una volta non si badava più a quale fosse la Casa d’appartenenza. Tutti erano allegri, in quel clima di festa e spensieratezza.
In particolare, quattro ragazzi del settimo anno di Grifondoro erano beatamente stesi sotto un albero vicino alla riva del lago, e si gustavano il periodo dell’anno in cui i compiti erano l’ultimo dei loro problemi.
Non che negli altri mesi fossero comunque messi al primo posto.
Sirius e Peter sghignazzavano senza sosta da più di mezz’ora, ormai, guardando alcuni ragazzi del primo anno scivolare inesorabilmente nei punti dove il loro Aguamenti colpiva.
Remus, invece, aveva optato per una sana lettura per ammazzare il tempo, e James giocherellava sovrappensiero con il suo boccino.
Nonostante ci fossero un sacco di attività divertenti da poter fare con la neve, la mente del ragazzo era occupata da tutt’altri pensieri.
Quello, ne era sicuro, era l’anno perfetto per stupire Lily Evans con un regalo e farla cadere ai suoi piedi.
E chiunque, davvero chiunque, a sapere che il ragazzo si stava così tanto impegnando, quell’anno, sarebbe rimasto colpito dalla sua determinazione.
Se non fosse stato che quella frase l’aveva ripetuta per altri sei anni e che gli altri Malandrini, gli unici a sapere che si era prefissato quest’obiettivo, non nutrissero alcun tipo di fiducia in lui.
«Accidenti a te, Ramoso, stai messo peggio di Remus nelle notti di luna piena» disse Sirius fintamente preoccupato, al che il secondo chiamato in causa – Remus – gli mollò uno scappellotto sulla nuca.
«Taci, Felpato. Non è il caso di far sentire a tutti del mio piccolo problema peloso»
«Dannazione, ma che avete tutti oggi? Ehi, Peter, andiamo a fare qualche Levicorpus a Mocciosus?» ribatté ancora Sirius, mentre sgattaiolava via con Codaliscia, seguito a ruota da un irritato Lunastorta.
James, invece, che dal canto suo non aveva sentito quasi nulla, restò con la schiena incollata all’albero, deciso a non muoversi di lì finché non avesse trovato un regalo alla Evans. Anche a costo di morire assiderato. Prospettiva assai probabile, tra l’altro, visto che la sua creatività aveva definitivamente dato le dimissioni.
Lo sguardo fisso sulla sua mano che si muoveva meccanicamente verso il piccolo e freddo boccino. Lo lasciava svolazzare e lo riacchiappava prima che si allontanasse troppo. Sempre nella stessa sequenza.
Il Natale era vicinissimo, ormai, e solo un miracolo avrebbe potuto salvarlo, a quel punto.
Così, più scoraggiato di prima, si diresse a grandi passi verso la torre di Grifondoro, sprofondando ogni tanto nella neve, così assorto nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno di essere passato accanto a Lily Evans.
 
Lily era sempre stata abituata alle stranezze.
Da quando Severus le aveva detto di essere una strega, sei lontani anni fa, si era ripromessa che niente l’avrebbe più stupita.
Per questo, quando si ritrovò a passare accanto a Potter, rimase allibita per qualche secondo rendendosi conto che il ragazzo non l’aveva assillata chiedendole di uscire, come ogni santa volta.
Sbattendo un paio di volte le palpebre si ridestò dai suoi stupidi pensieri su quel depresso di Potter e i suoi cambiamenti di umore degni di una ragazzina mestruata, e raggiunse Alice Prewett vicino all’albero che poco prima era occupato dai Malandrini.
«’Giorno Lily» salutò lei.
«Ciao Alice» rispose Lily dopo un sonoro sbadiglio.
«Qualcuno ha fatto le ore piccole, ieri notte?» Alice aveva messo su un sorriso strano, come se sapesse qualcosa su Lily che lei ancora non sapeva.
«Mi sento uno straccio. Ho dovuto fare la ronda al posto di un Corvonero e non ho dormito quasi per niente»
Anche Alice, ora che la guardava meglio, notava delle leggere occhiaie nere sotto gli occhi verdi di Lily, e i suoi capelli rossi erano più scompigliati del solito, al che la ragazza di accigliò un po’.
«Alice, sono davvero messa così male?»
Alice scosse la testa fintamente contrariata «Molto peggio, signorina Evans. Dieci punti in meno a Grifondoro per la presentazione indecorosa. E ora vada, prima che decida di toglierle altri punti».
«Mi scusi professoressa Prewett, ma parla proprio lei, con quella macchia di caffè sulla divisa? Deplorevole» disse Lily ridendo.
Alice sbiancò, non cogliendo la battuta e guardandosi freneticamente il vestito «Una macchia?!»
Lily rise di più «Stavo scherzando, idiota»
Continuarono a chiacchierare mentre camminavano sulla riva del lago Nero, schivando una volta o due qualche palla di neve, finché il pomeriggio non decisero di rientrare nel castello.
«Ah, Lily, a proposito, torni a casa per le vacanze quest’anno?»
«No, Alice, non questa volta» la ragazza rise senza divertimento «credo che Petunia ne sarà contenta» disse Lily, cercando di non far vedere ad Alice che in fondo le dispiaceva.
«Sai secchiona, io credo che tu voglia restare qui per un certo Grifondoro di nostra conoscenza… Sai, alto, bello, con gli occhiali, una passione per il Quidditch che va oltre le sue capacità cerebrali e dei comportamenti da stalker verso di te…» rispose la ragazza, cercando di sollevarla.
«Alice!» anche se era irritata, Lily stava cercando di non ridere.
«Uh-uh, siamo arrossiti, caposcuola?» continuò Alice, prima di correre nel castello, seguita da Lily a cui, pur non volendolo ammettere, quella conversazione non era dispiaciuta.
 
«Oh mio dio, Ramoso, smettila. Buttati dalla torre di astronomia, e se vuoi ti do anche una mano, ma piantala di piangere come una prima donna!» l’urlo di Sirius echeggiava per tutto il dormitorio maschile.
Erano più di due ore, ormai, che James continuava ad autocommiserarsi, e Sirius era arrivato ai limiti della pazienza.
Nel dormitorio rosso e oro, nascosto dietro il letto a baldacchino dalle tende di velluto, Remus sorrideva a quella scena, visto che James era sempre quello ottimista che non si faceva abbattere da niente e nessuno… Sempre se si escludevano i momenti in cui era tirata in ballo la Evans, ovvio.
Stava quasi per tornare a leggere il suo solito libro da cinquecento pagine, quando Felpato saltò sul suo letto facendolo sobbalzare e sparpagliando i vestiti a terra.
«Ehi, Lunastorta, come diamine si chiama quel film babbano di Natale?»
«Quale dei tanti?» chiese Remus, stanco anche se non arrabbiato. In fondo i vestiti sul pavimento erano già tanti, altri due o tre non avrebbero fatto la differenza.
«Quello con i tre spiriti del Natale che fanno diventare un uomo avaro più generoso» rispose Sirius con un ghigno malandrino.
«Non sono proprio sicuro che “A Christmas Carol” sia la soluzione ai problemi di James, sai?»
«Invece è perfetto, non rovinare tutto e vieni con me. Peter! Alzati, ci servi!» disse Sirius trascinando con sé gli altri due malandrini, lasciando James, che ancora una volta non aveva seguito molto della conversazione, sdraiato sul letto.
 
Quando si decise a rialzarsi, James scoprì che era passata l’ora di cena.
Si diede dello stupido.
Il grande James Potter che dorme per tutto il giorno, non partecipa ai piani degli altri Malandrini e che salta anche la cena?
No. Né quella volta, né mai.
Prese il mantello dell’invisibilità e la mappa del Malandrino dal baule di mogano accanto al suo letto e uscì furtivamente dal dormitorio, cercando di pestare meno cose possibili nella stanza caotica… E vuota.
James si bloccò di colpo, la mano sul pomello freddo della porta che dava sulle scale per la Sala Comune.
D'accordo, Frank aveva un appuntamento con Alice in Sala Grande, ma dov'erano gli altri Malandrini?
Lo stomaco di James brontolò di colpo e decise di cercarli a pancia piena.
Con addosso il mantello dell'invisibilità fu facile scendere le scale, attraversare il corridoio e arrivare davanti al quadro della frutta.
Come sempre, James solleticò la pera e il quadro si aprì sulla cucina, dove tantissimi elfi domestici zampettavano avanti e indietro tra pentole e padelle di tutte le forme, grandezze e colori, facendo un gran baccano e squittendo ininterrottamente, e sembrava che nessuno lo volesse degnare della sua attenzione, finché un elfo non inciampò proprio davanti ai suoi piedi, finendo per avere uno scolapasta leggermente arrugginito come cappello.
«Il signorino Potter desidera qualcosa?» disse l'elfo, scattando sull'attenti.
James godeva di una certa popolarità tra gli elfi, così come tra le studentesse di Hogwarts, e questi primi in particolare erano piuttosto inclini a esaudire quasi tutte le sue richieste.
«È avanzato nulla dalla cena?» chiese lui, senza troppi giri di parole.
Sapeva bene per esperienza, visto che lui stesso aveva un elfo domestico, che se li si trattava con troppa gentilezza diventavano talmente contenti che finivano per arrostirsi le orecchie in forno.
Poi, come facessero ad arrostirsi solo le orecchie, James non se lo era mai chiesto, anche se rimaneva un dubbio lecito.
L'elfo annuì violentemente, poi corse verso la massa indistinta di altri elfi al centro della cucina.
James si sedette sul pavimento, e mentre l'elfo tornava con un vassoio pieno di cibo, si chiese cosa mai stessero combinando gli altri Malandrini senza di lui.
 
Era mezzanotte quando James tornò su in dormitorio.
Di sicuro aveva mangiato bene e molto, riconobbe soddisfatto massaggiandosi lo stomaco, anche se sarebbe stato molto più divertente con le squallide battute di Sirius sulle banane e gli scappellotti di Remus.
Nel buio, con il mantello sulle spalle, la mappa in mano e il Lumos della bacchetta, James stava attento a schivare i capiscuola che facevano la ronda.
Salì le scale quatto quatto e, dopo aver borbottato la parola d'ordine ad una alquanto irritabile Signora Grassa, scivolò in sala comune e salì in dormitorio, aprendo lentamente la porta.
Se si aspettava di trovare i suoi amici a letto, con le tende chiuse, e come unica illuminazione la luna semipiena in un cielo senza nuvole, si sbagliava.
Tutta la stanza era disseminata di candele, e l'aria giallastra che si era creata dava un non-si-sa-che di inquietante all'atmosfera.
James trasalì quando sentì un rumore di catene provenire da un punto imprecisato.
Arretrò leggermente, stando con la schiena alla porta, e cercando invano di aprirla, prima di rendersi conto che era sigillata con un Colloportus.
Anche volendola aprire con un Alohomora, la sua bacchetta era misteriosamente sparita.
«James... Potter...» biascicava una voce.
«Chi diavolo sei?» nonostante stesse quasi tremando di paura, James cercò di non far vergognare il Cappello Parlante di averlo smistato nella Casa dei coraggiosi e degli audaci.
«Questa sera... Verranno a farti visita tre spiriti...» e nel sentire questo, dalla voce misteriosa, James prese davvero a tremare. Casa dei coraggiosi, okay, ma diamine. Lui aveva paura degli spiriti da quando aveva cinque anni. «Lo spirito del Natale passato... Lo spirito del Natale presente... E... E lo spirito... E... Del... Quel...» la voce si interruppe balbettando «Sirius, come faceva?»
«Sirius?!» James non ci vide più «Okay, Sirius, che cavolo succede?» disse, accendendo le luci alla babbana, e trovando davanti a sé un Frank alquanto imbarazzato.
«Frank! Idiota! Lo spirito del Natale futuro! Era intuitivo, per le mutande di Merlino!» disse Sirius «Okay, James, spegni la luce e fai finta che questo idiota non abbia rovinato tutto»
«Felpato, mi spieghi che succede? Non ti posso lasciare da solo un minuto?» disse James, massaggiandosi le tempie con una mano. Nonostante lui fosse maturato dall'anno scorso, rimanendo comunque un fiero Malandrino, Sirius continuava ad avere il cervello di una gallina. ...no, era un'offesa alle galline. Diciamo che somigliava a una noce, ecco.
«Un minuto, Ramoso? Hai dormito tutto il giorno perché eri depresso per il regalo alla Evans. Ed ecco perché i tuoi cari amici qui presenti vogliono aiutarti.» ghignò Sirius, e subito James si rianimò.
«Mi aiuterai a conquistare Lily?»
Sirius fece cenno di sì, e poi fu il turno di James di ghignare.
«Facciamo quest’idiozia»
«Zitto, Ramoso, è geniale. Frank, prego»
«Oh, sì, giusto... Ahem... I tre spiriti... Bla bla bla... Ah.» disse lui facendo un elenco mentale «E ti aiuteranno nella tua ricerca in un regalo per Lily Evans. Quindi, James Potter, a partire dalla mezzanotte di oggi e per tre notti consecutive al rintocco della prima ora, segui gli spiriti e ascolta i loro consigli» concluse Frank, imitando ancora la voce strascicata.
«Si, Frank, ma noi non abbiamo tre notti. Arrangianti, James. Forza lo spirito del Natale passato» si intromise Sirius, portando via Frank e spingendo Peter davanti a James.
«James Potter» Peter tentò di essere pauroso, ma l'effetto non era esattamente quello «io sono lo spirito del Natale passato, e voglio mostrarti le immagini dei tuoi fallimenti, in modo che non si ripetano più» finì lui, proiettando con la bacchetta alcune immagini sul muro.
Davanti a sé, James si rivedeva da bambino, al suo primo anno ad Hogwarts, in particolare mentre chiedeva un appuntamento a Lily.
«E voi come avete fatto ad avere...?!» iniziò James, prima di essere interrotto.
«Al tuo primo anno» Codaliscia tentava di sovrastare la voce di Ramoso «hai cercato di chiedere alla Evans di uscire furtivamente da Hogwarts mentre nevicava. Peccato che lei abbia una fissazione per le regole» l'immagine diede il posto ad un'altra, in cui il James bambino aveva improvvisamente una guancia molto più colorita dell'altra, e il James presente ricordava il dolore dell'impatto.
Peter fece una pausa, poi riprese «Al secondo anno, invece, tentasti inutilmente di avvicinarla con un vischio» e ancora, l'immagine appena comparsa mostrò Lily e James sotto un vischio. Peter scosse la testa «Niente da fare» e anche qui, James ricordava perfettamente le conseguenze. O almeno, la cicatrice sì.
«Invece, al terzo anno avevi intenzione di invitarla ad Hogsmade, ma la tua fortuna volle che Lily quel giorno avesse la varicella di drago» e ancora «al quarto e al quinto anno Lily tornò sempre a casa per le feste natalizie» e ancora «E infine, al sesto anno, quello a finire in infermeria per frattura alla caviglia dopo il Quidditch sei stato tu» concluse Peter, soddisfatto di aver detto tutto senza sbagliare.
«In conclusione, amico, la tua vita è una sfilza di fallimenti natalizi» ghignò Sirius.
James stava per ribattere, quando Sirius riprese «Ora lo spirito del Natale presente!» e Remus fu malamente spinto al centro della stanza.
«Io sono lo Spirito del Natale presente...»
«Ma va'» sbuffò irritato James.
«...e sono qui per mostrarti il piano che attuerai quest'anno per conquistare Lily Evans» continuò Remus facendo finta di non aver sentito, riuscendo finalmente ad attirare l'attenzione dello scettico umano a cui si stava rivolgendo.
«Per prima cosa niente mantello dell'invisibilità» e l'immagine che prima mostrava un deprimente James steso sul letto in infermeria cambiò in uno schema disegnato alla meno peggio possibile che raffigurava un sacco di oggetti segnati da una X rossa «Niente uscite ad Hogsmade, niente trappole per i corridoi, niente suggerimenti da Nick-quasi-senza-testa e assolutamente niente vischio».
«In altre parole, niente James Potter» s'intromise ancora Sirius.
«Taci, mortale. Sto finendo il mio lavoro» magari Remus aveva preso un po' troppo seriamente la parte dello spirito, ma almeno stava facendo un buon lavoro «Questo piano prevede un semplice regalo ad effetto e una tua seguente dichiarazione. Non parlare.» disse Remus, notando che James voleva intervenire «Il regalo sarà sotto uno dei grandi alberi di Natale nella Sala Grande, il più bello che tu riesca a trovare, e lì sotto Lily rimarrà talmente ammaliata che cadrà ai tuoi piedi» concluse soddisfatto.
«Sappi, caro Lunastorta, che cadrebbe ai miei piedi comunque» disse fieramente James, gonfiando il petto.
«A mio parere, Ramoso, quello a cadere ai suoi piedi sei stato tu» Sirius aveva iniziato a sorridere inquietantemente «nel vero senso della parola» disse, mostrando una foto di James a quindici anni caduto dalle scale davanti a Lily, che intanto se la rideva di gusto.
«Felpato!»
«Calmo fratello, mi ringrazierai presto» aggiunse Sirius, scacciando la rabbia di James con un gesto della mano.
Remus allora riprese «Abbiamo infiltrato tra le file nemiche la nostra spia più fidata e meno sospettabile» indicò una foto di Alice Prewett «e a suo parere, il regalo migliore che tu possa fare a Lily è un libro».
«Questo poteva dirtelo qualsiasi studente di Hogwarts, Lunastorta» disse James.
«Un libro babbano, James. Ha letto tutti quelli nella Biblioteca, e Alice pensa che se tu gliene regalassi uno nuovo e mai visto ti darebbe una chance».
«In tutti questi anni l'unica cosa che mi bastava era un libro?» disse James, scettico e allibito allo stesso tempo.
«Non hai mai avuto molto cervello James» s'intromise Sirius per l'ennesima volta, cacciando via Remus dalla scena «E ora ammirate il talentuoso e affascinante spirito del Natale futuro» disse indicandosi, al che James si disse che era veramente caduto in basso. Magari anche lui avrebbe dovuto stirarsi le dita delle mani come gli elfi.
«Avanti, Ramoso, ascolta o ti spacco la faccia. Vedo te, con i miei superpoteri magici, tra vent'anni... Con un sacco di bambini urlanti intorno al più brutto albero di Natale che abbia mai visto, accidenti. Si, insomma... E Lily che ti urla dietro di essere uno scansafatiche... Ma avete entrambi una fede. E quei bambini vi assomigliano molto. O almeno, assomigliano a te da giovane. Dovresti prendere esempio dalla tua futura moglie, lei non ha perso i capelli...»
«Felpato, vai avanti, sto per avere una crisi di nervi» lo interruppe James.
«Va bene, mamma mia, quanto sei suscettibile.» tossì «Per far sì che questo futuro possa concepirsi... Se ne sei proprio convinto, ci sono un sacco di belle ragazze, eh... Dimmi qual è il libro babbano che leggerebbe volentieri Lily, scegli l'albero più bello della Sala Grande e poi faremo tutto noi e la nostra fidata spia» finì, ululando anche per sembrare un vero fantasma, anche se il risultato era quello di un cane morente.
James decise di ignorare la prima parte del discorso «Scusa, eh, ma come farete voi a trovare un libro babbano?»
«Non ti fidi di tuo fratello?»
«No».
«Che cattivo che sei. Tu fallo e basta. Che libro vorrebbe avere la Evans?»
«Oh... Non so...» James ci rifletté su un attimo «Così su due piedi... Credo che non abbia mai letto "Sherlock Holmes", anche se le piace molto la serie tv...»
«Un applauso a James e alle sue doti da stalker» sghignazzò Sirius «ora tutti a nanna. Domani sarà una grande giornata per il mitico James Potter»
Poi il silenzio e il buio fecero capolino in quella stanza dalla strana atmosfera, così felice e spensierata, e tutti vennero cullati dalla notte.
 
Il mattino dopo, James Potter poteva affermare senza ombra di dubbio di essere lo studente più felice della scuola.
Ovunque passasse, gli studenti lo vedevano saltellare e augurare buon Natale a tutti, perfino alla McGranitt.
Dopo colazione, mentre tutti gli altri uscivano per gustarsi il Natale all'aperto, James rimase in Sala Grande a cercare l'albero che gli avevano chiesto i Malandrini, mentre Sirius, Remus e Peter erano tornati in dormitorio.
Intanto, Lily e Alice avevano deciso di andare in biblioteca.
«Lily, è la millesima volta che guardi. Potrai sperare che mettano altri libri babbani tra due secoli. E poi Madame Pince ci sta guardando male» disse Alice.
Lily sospirò, sedendosi ad un tavolo vicino alla finestra, guardando i ragazzi del primo e del secondo anno che giocavano nella Hogwarts innevata.
Alice le si sedette di fronte «Guarda che se proprio non hai niente da fare puoi uscire con Potter»
Lily storse il naso «Potter? Alice, ti senti bene? Forse hai la febbre».
«Senti, tanto lo sappiamo tutte, in dormitorio, che ti piace Potter» disse Alice con un sorriso alquanto Malandrino.
Lily avvampò.
«Ho indovinato?» continuò Alice continuando a sorridere «Oh, e io che bluffavo.»
«Cosa?» Lily cercava di rimettere insieme i pezzi. Alice non lo sapeva prima che lei gliene avesse dato la conferma.
Dannazione.
«Beh. Io e Frank dobbiamo vederci in Sala Grande per andare al parco. Ma so che Potter voleva vederti sotto un albero della Sala Grande. Fammi sapere come va» disse Alice, alzandosi, dopo un silenzio carico di imbarazzo per Lily «Ah, Evans, tanto per ricordartelo, voglio essere io la testimone di nozze al tuo matrimonio» e andò via.
 
Lily barcollava tra i corridoi, diretta alla Sala Grande. Non sapeva perché ci stava davvero andando, ma tanto non aveva nulla da fare.
James la aspettava sotto il primo albero vicino all'unica tavola che usavano nelle feste natalizie. Era grande come tutti gli altri alberi, ma le palline blu e argentate, le candele che gli svolazzavano attorno e le ghirlande dal colore perlaceo lo facevano sembrare più magico.
James la aspettava con un pacchetto verde tra le mani e un sorriso in volto.
Lily gli si avvicinò a testa basta.
«'Giorno, Potter».
«Buon Natale, Lily» disse lui, sorridendo senza farsi scoraggiare.
Lily sospirò «Sì, buon Natale anche a te» fece una pausa «James» disse, calcando sul suo nome.
Le guance di James si colorirono leggermente «Ah, questo è per te» disse, mettendo il pacchetto in mano alla ragazza, incerta se aprirlo subito o meno.
Visto che nessuno dei due accennava a voler fare nulla, James continuò «So che... So che ti piacciono i libri babbani.» disse tutt'un fiato.
Lily alzò lo sguardo verso di lui, e vide che era completamente rosso. Le scappò un sorriso.
«James Potter che avvampa? Accidenti, non far nevicare più di quanto non stia già facendo» disse Lily, iniziando ad aprire il pacchetto. Non pensava che Potter potesse conoscerla a tal punto.
«Lily... Io...» balbettò James, deciso a finire ciò che aveva iniziato.
Ma non fece in tempo a dire nulla che Lily aprì il pacchetto. E il libro si mosse.
«Ma che...?» James spalancò gli occhi, prima di trovarsi il Libro dei Mostri attaccato ai pantaloni.
Lily guardava la scena a bocca spalancata, mentre Potter si dimenava e il Libro dei Mostri lo seguiva con aria famelica.
Si guardò un po' attorno, prima di vedere tre ragazzi del settimo anno di Grifondoro di sua conoscenza ridere di gusto dall'alto di una rampa di scale.
Il Libro dei Mostri, intanto, era riuscito a mordere James in un punto alle sue spalle che non avrebbe consigliato a nessuno.
Dopo una buona mezz'ora in cui James era stravaccato a terra, con i vestiti strappati e i capelli scompigliati (più del solito), il Libro dei Mostri era stato rimesso nella scatola dalla bacchetta di Lily.
«Potter, si può sapere che diamine era quello?» Lily aveva inutilmente tentato di usare un tono serio, anche se le era impossibile, dato che era troppo impegnata a cercare di non ridere.
«Sirius... Remus... Peter... Libro... Babbano... Io... Lily...» ansimava, dicendo parole sconnesse.
Lily alzò gli occhi al cielo, mentre gli si accovacciava accanto «Da quando i Malandrini non approfittano di ogni occasione buona per fare scherzi?» chiese, osservando quei ragazzi che ancora stavano ridendo spudoratamente in faccia all'amico.
James si arrese e chiuse gli occhi. Si sentiva uno straccio.
Lily si rialzò «E va bene, Potter. Se eviti di piangere, possiamo anche uscire questo pomeriggio»
James si mise a sedere di scatto «Che?!» ma Lily era già diretta al suo dormitorio.
Intanto, dalle scale, Sirius urlava a squarciagola «Mi raccomando alla scelta del padrino per il tuo primo figlio, Potter!»
 
Il resto della giornata, James la passò a rincorrere Sirius Black, lanciando Levicorpus a caso, almeno fino al momento dell'appuntamento con Lily, che sarebbe stato solo il primo di una lunga serie.


---


Questo è lo spazio che ho rubato per scrivere qualche cavolata.

Buon salve, ma soprattutto buon Natale in ritardo, da POlicOlOr.
Una volta tanto non ho pubblicato una delle mie solite storie depresse. Siate molto contenti.
Ahem… Quindi… Spero che abbiate tutti buone vacanze, buone feste e tanti regali.

#POlicOlOr saluta e fa tanti auguri tardivi a tutti (e ringrazia ColeiCheDanzaConIlFuoco per il banner).


[Storia liberamente ispirata al film originale “A Christmas Carol”]

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: POlicOlOr