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Autore: soontobebritish    26/12/2013    1 recensioni
La diciottenne Charlotte McDermott sta andando a Londra per frequentare l'università dei suoi sogni. Con la fortuna dalla sua parte, sull' aereo, si siede vicino ad un adorabile ragazzo inglese. Il suo nome? Liam Payne. E apparentemente è famoso...
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 38

Charlotte’s POV

“SVEGLIA!” il piede di qualcuno mi colpì lo stomaco, facendomi grugnire.

“Avanti, Char! Perché sei così stanca?” Lauren sembrava irritata. Guardai l’ora sul telefono che mi stava porgendo. Erano le sette e
quarantacinque. Dovevamo partire mezz’ora dopo e io dovevo ancora farmi la doccia e vestirmi.

Mi lamentai, portando la coperta sopra la mia testa. “Altri dieci minuti!”

Qualcuno tirò via la coperta, lasciando che il freddo colpisse la mia pelle. Pregai di restituirmi la coperta. Mi alzai e rincorsi Marisa che
stava tenendo la mia coperta di lana.

“Perché sei così stanca?” mi prese in giro. “Sei rimasta sveglia a sognare il tuo amore…?”

“Stai zitta,” borbottai. Non ero molto mattiniera, anche se ero emozionata per il weekend. Mi allungai per la coperta, ma lei la portò via
da me, nella stanza principale del seminterrato. La rincorsi su per le scale fino alla cucina di casa Sorin. La casa profumava di bacon e
pancakes. Mi voltai e vidi la signora Sorin, Amalia e Lauren sorridermi.

“Guarda un po’ chi si è alzato finalmente,” mi salutò la signora Sorin. Lei era l’unica persona che sapeva che ero rimasta alzata fino alle
sei con Liam… non alzata veramente. Ho dormito con lui sul divano.

Camminai verso di loro e mi sedetti a tavola, strofinandomi gli occhi.

“Buongiorno Char.” Sorrise Amalia.

La signora Sorin mi mise di fronte un piatto di cibo e poi tornò al lavandino. Girai la testa per ringraziarla, ma fu un errore.

Sentii delle risatine dietro di me. Immediatamente la mia mano si chiuse sul mio collo.

“Ehm... Char?” ridacchiò Lauren. “Cosa c’è sul tuo collo?”

“Niente,” negai subito.

“Allora sposta la tua mano,” disse Marisa.

“Perché?”

“Perché la stai tenendo lì?” chiese Amalia.

“Oh, ragazze, lasciatela stare,” le rimproverò la signora Sorin.

Feci cadere la mia mano sul tavolo.

“Come cavolo c’è arrivato, quello, lì? È rimasto coperto o…” Amalia si fermò a metà della frase. “Non era un sogno. Quando ho
sognato che Niall è venuto a baciarmi la fronte; NON ERA UN SOGNO!”

“Vuoi dire che erano qui la scorsa notte,” spiegò Lauren.

“Sarebbe meglio dire che erano qui questa mattina,” la signora Sorin venne in mia difesa. “Charlotte era l’unica sveglia quando sono
venuti giù a salutarvi.”

“Quanto tempo sono stati qui?”

“Liam fino alle cinque. Harry era stanco e lui e gli altri sono andati via.”

“Ecco perché sei stanca. Sei rimasta sveglia con lui, vero.”

Sorrisi, “Forse.”

“Hai dormito con lui e ti ha lasciato un succhiotto,” canticchiò Amalia prendendomi in giro.

Lauren e Marisa risero.

“Hmm, vedi Amalia, credo che tu sia gelosa.” È vero che aveva visto molto di più lei, Niall che io, Liam. Beh, io non ho proprio visto
Liam, però Niall e Amalia erano abituati a stare insieme ventiquattro ore al giorno.

Amalia scrollò le spalle, non ammettendo niente, poi tornò a mangiare le sue uova.

Ero esausta. C’erano le occhiaie sotto i miei occhi. I miei capelli erano annodati e sporchi. Avevo disperatamente bisogno di una
doccia, ma la nottata era stata fantastica.

Non so se ha senso, ma per me sì. Liam mi aveva consolato inconsciamente. Era come se ogni problema svanisse quando ero tra le
sue braccia.

Dopo avermi baciato, mi strinse tra le sue braccia. Posò le sue gambe sul tavolino e poggiò la testa sul cuscino. Io posai le mie gambe
sul divano e sospirai. Sentivo le sue dita accarezzarmi il braccio. Quando cominciò a canticchiare, mi addormentai.

Quando mi baciò per svegliarmi, tre ore dopo, mi disse che doveva andare, ma che mi avrebbe rivisto presto. Non mi ero accorta che
aveva lasciato un segno sul mio collo.

Quando andai nel bagno degli ospiti, mi guardai allo specchio. La mia abbronzatura se ne era andata. La mia pelle era di colore avorio
chiaro. Le mie guance rosa e le mie labbra arrossate. Ridacchiai tra me e me, sapendo che se Louis fosse stato qui, mi avrebbe
tormentato per questo. I miei occhi azzurri erano molto stanchi.

Mi tolsi la maglietta, felpa e pantaloncini, prima di entrare nella doccia. Mentre l’acqua mi colpiva la schiena, passai le mani tra i miei
capelli, che bagnati, mi arrivavano a metà schiena. Misi lo shampoo  e il balsamo, che profumò i miei capelli di caramello. Mi lavai la
faccia e il resto del corpo, attenta a non sfregare tanto la parte delicata del mio collo.

Avvolsi un asciugamano attorno al mio corpo, asciugando la mia pelle umida. Dopo aver avvolto anche i miei capelli in un
asciugamano, mi misi un paio di pantaloncini verdi e neri della Nike. Sopra, mi infilai una maglietta verde e una felpa grigia. Non era
niente di speciale, ma io ero così. In più, erano comodi.

Presi il phon che Lauren mi aveva prestato e mi asciugai i capelli. Li lisciai e li legai in una coda di cavallo, lasciando che la frangia
cadesse sulla mia fronte. Applicai un po’ di fondotinta, un eyeliner marrone e del mascara, con un ombretto pesca.

Presi i vestiti sporchi dal pavimento e li misi in una borsa. Me la misi in spalla e salii le scale. Erano le otto e quarantacinque.
Salutammo la signora Sorin e andammo all’auto di Marisa. Ora, solo tre di noi sapevano guidare, così potevamo darci il cambio.

Prima di lasciare la città, ci fermammo a ChappyCakes Bakery per prendere del pane alla zucca per il viaggio. Ci fermammo ancora a
fare benzina e poi prendemmo la strada per Holmes Chapel.

“Cantiamo una canzone,” propose Amalia dal sedile posteriore.

“BABY YOU LIGHT UP MY WORLD LIKE NOBODY ELSE!” Lauren iniziò la canzone dei ragazzi e noi la seguimmo. “THE WAY THAT
YOU FLIP YOUR HAIR GETS ME OVERWHELMED! BUT WHEN YOU SMILE AT THE GROUND IT AIN’T HARD TO TELL, YOU
DON’T KNOW-OH-OH YOU DON’T KNOW YOU’RE BEAUTIFUL!”

Tutte e quattro passammo diverse canzoni, cantandole a squarciagola . Quando arrivammo alla settima o all’ottava canzone, la mia
voce era graffiata per aver urlato, quindi presi la mia bottiglietta d’acqua e ne bevvi un po’.

Dopo un’ora e mezza di viaggio, diedi il cambio a Marisa.

“Allora…” Amalia cominciò. “Cosa ci aspettiamo da questo weekend? Andiamo a turno. Marisa parti tu.”

“Beh,” Marisa prese una ciocca di capelli tra le dita e iniziò a giocarci, “Voglio baciare Zayn.”

“Dritta al punto,” sorrise Lauren.

“Si, dritta al punto, ma voglio davvero raggiungere questo… obbiettivo?”  non sapeva come esprimere i suoi pensieri a parole.

“Tu, Char?” chiese Lauren. “Un altro succhiotto?”

Le mie guance si arrossarono, lo sapevo. “Andiamo, sul serio?” avevo messo una felpa apposta per coprire quel segno. Sapevo che
nel momento in cui Louis lo avrebbe visto…

“No, ma seriamente,” insistette Amalia. “Cosa vuoi che succeda questo weekend?”

“Non lo so… solo, vorrei conoscerlo meglio, credo.”

“Quello potrebbe essere inteso in altri sensi…” rise sotto i baffi, Marisa.

“NO!” gridai. “Non in quel senso!”

“Okay, imbarazzante,” sussurrò Amalia. “Lauren?”

Lauren scrollò le spalle, ”Voglio solo passare del tempo con Louis.”

Continuavo a pensare che c’era qualcosa tra loro, ma non riuscivo a capire. Però non dissi niente.

“Amalia?” risi.

“Oh, stare con Niall.”

“Vago.” La prese in giro Marisa.

“NON chiedete i dettagli. NON volete saperli,” ci avvisò Lauren, facendoci ridere.

Il resto del viaggiò passò più in fretta del previsto. Quando mancavano quindici minuti, mi spostai per lasciare il posto alla guida ad
Amalia. Lei sapeva dove dovevamo andare, quindi avevamo pensato di lasciarla guidare per ultima. Verso le undici e mezza, Zayn
aveva scritto a Marisa che loro erano arrivati, così sapevamo che erano lì ad aspettarci.

Quando raggiungemmo il paese, il cielo era azzurro. Gli alberi stavano cambiando colore. Le foglie arancioni e gialle cadevano per le
strade, per colpa del venticello.

“È bellissimo,” dissi, guardando la finestra.

Guidammo per il paese, prima di arrivare al bangalow-casa. La macchina si fermò ad uno stop.

“Eccoci qua,” canticchiò Amalia, spegnendo il motore. Lanciò le chiavi dietro la testa, tirandole a Marisa.

Aprii la portiera e uscii per stiracchiare le gambe. Andai ad aprire il bagagliaio. Presi la mia borsa e me la misi a tracolla. Aiutai
Marisa a prendere il cibo che avevamo portato e mi avvicinai alla porta. Eravamo a metà strada, quando la porta di legno si aprì.

“Heilà,” Niall uscì sotto il portico. Ci salutò abbracciandoci. “Pronti per la festa?”

Avvolse le sue braccia attorno ai fianchi di Amalia, mentre noi annuivamo.

“Allora iniziamo,” sussultai, sentendo la voce di Liam vicino al mio orecchio. Sorrise e avvolse le braccia attorno ai miei fianchi.
Dondolammo dentro casa, pronti per il weekend. 


 
  
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