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Autore: Hoshi98    26/12/2013    3 recensioni
regno di Maxiria. Il sovrano è Kio, ma la rivolta serpeggia tra la popolazione. Tutti hanno nostalgia del re precedente, Refel, nonostante sia morto ormai da circa venti anni. La leggenda narra che, dopo l'affondamento della nave i due gemelli del re si siano salvati. Il sole e la luna, come le loro voglie. Riusciranno tra difficoltà e ostacoli a tornare sul trono che gli spetta, o verranno sopraffatti dal potere di Kio e di suo figli Aymek? è la mia prima storia... spero vi piaccia!
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio autopubblicitario:
se non vi interessa leggere altre storie saltate la parte in blu ahahaha!
Beh niente... volevo avvertire tutti quelli che sono entrati che ho pubblicato una nuova storia che per ora ha solo due capitoli, quindi se volete, leggetela, sarei molto contenta se mi diceste che ne pensate! 
Scusate per il disturbo, buona lettura. 
Hoshi98


Leodrian era accanto al fratello nel cortile del castello,  quando la tempesta nera di frecce si abbattè su di loro in cerca di morte.
Al grido di Zaffira si guardò intorno alla ricerca di uno scudo. Ne trovò uno dall'aria resistente, buttato da un lato e con le spalle al muro si riparò sotto di esso accanto a Sean. Il fratello ebbe il tempo di dire.
- Era una trappola! Ci hanno distratti! - poi l'unico rumore che si sentì per una manciata di minuti fu il sibilo delle frecce e i lamenti di chi veniva colpito dai dardi mortali.
In quel momento quando pensavano di essere relativamente al sicuro una freccia seguì un corso innaturale prima di lato e poi verso lo scudo di Leodrian. Non ci fece caso, ma quando vide il dardo che si abbatteva su di lui cercò di spostare lo scudo, in modo da intercettarlo.
Quello deviò come dotato di vita propria. Dopo aver spostato un'altra volta lo scudo, vedendo che la freccia girava di nuovo, Leodrian non sapeva proprio cosa fare.
Il tempo di capire che sarebbe morto, Sean lanciò un coltello così preciso che mozzò di netto la punta al dardo e addosso al biondo arrivò solo un pezzo di legno che fu fermato dal corpetto imbottito.
Leodrian ripresosi dallo shock mormorò con timore.
- Magia... - Sean annuì, mentre spostava di poco lo scudo, per vedere se la pioggia di frecce era terminata.
- È finita. -
Si alzò e il fratello lo imitò . Il cortile centrale del castello era coperto dai cadaveri di chi non aveva fatto in tempo a mettersi al riparo. 
Leodrian disse solo
- Zaffira. - e si precipitò sulle mura correndo con lo scudo in mano. Raggiunte le merlature si tenne basso fino ad arrivare dove aveva visto la sua innamorata l'ultima volta. C'era qualcuno rannicchiato sotto uno scudo con diverse frecce conficcate. Spostò delicatamente il bordo e fu felice di trovarla lì. 
Appena lo vide accucciato accanto a lei si scostò il pesante fardello di legno e lo abbracciò sorridendo. 
- Avevo paura che non avessi fatto in tempo a ripararti! Ho urlato quanto più potevo, ma ero certa che non mi avessi sentito!-
Lui la strinse appoggiando la testa tra i suoi capelli, mentre a lei scendevano due lacrime solitarie.
- Sei ferita! - esclamò preoccupato appena vide il taglio sul braccio, dal quale colava sangue fresco.
- Non è niente, una freccia mi ha preso di striscio... - gli sorrise per non preoccuparlo.
Intanto li raggiunse Sean e vide che Leodrian prendeva una delle due spade per strappare un pezzo della maglia e fasciare il taglio.
- Cosa fai?
Lui indicò la ferita di Zaffira.
- Usa questa! - disse porgendogli una leggera sciarpa blu notte con delle frange.
- Dove l' hai presa una sciarpa d'estate? - chiese sorridendo la ragazza.
- È una storia lunga... - rispose misterioso Sean.
- Lui ha sempre una sciarpa. - preciso il fratello sorridendo e avvolgendola attorno al braccio della ragazza. - Non chiedermi perchè... -
Lei fece un'espressione triste ed indicò il cortile del castello.
- Andiamo a dare una mano. -
Tutti e tre si avviarono verso la devastazione che avevano lasciato le frecce di Kio.
 
- L'ha colpito? - chiese ansioso Aymek al mago.
- Principe, non so dirle se la magia ha funzionato, ma ho fatto in modo che la freccia non si fermi neanche davanti agli scudi, avrebbero dovuto rompere la punta in volo per fermarla e non è di certo una cosa facile. -
Il ragazzo si sciolse il codino nero, per poi rifarselo.
- Per oggi basta, nascondiamoci dietro gli alberi e aspettiamo che Kio aggiri la scogliera. Non voglio sprecare frecce, tanto sanno che li teniamo sotto tiro, quindi sono troppo attenti. - - Trasmetti l'ordine agli altri. - disse al mago.
- Finalmente mio padre non avrà nulla da dirmi. - mormorò quando l'uomo si fu allontanato.
 
Per Faer era la prima volta che poteva esercitare tutto quello che aveva appreso sull'arte medicinale, a parte ovviamente quando aveva curato Leodrian.
Certo lavorare con dei feriti dopo una scarica di frecce se ti trovavi lì per sbaglio poteva essere uno shock, ma lui sapeva che da grande avrebbe fatto quello. Ormai l'idea di aprire una biblioteca era stata accantonata da tempo.
Ella gli si affiancò mettendosi un ciuffo dei corti capelli castani dietro l'orecchio.
- Ci hanno detto che dobbiamo dare una mano curando i feriti meno gravi, agli altri devono pensarci i medici esperti. -
- Va bene andiamo! - le rispose lui.
Si trovavano in una grande sala del castello adibita ad infermeria.
In quel momento, mentre si dirigevano nel lato dove si trovavano i feriti meno gravi, la grande porta di legno si aprì ed entrarono Zaffira Leodrian e Sean.
Quando li vide tutti interi gli venne voglia di abbracciarli, ma poi si ricordò che era davanti anche all'altro principe e quindi non sapeva come comportarsi.
Tese la mano a Sean e si presentò
- Piacere io sono Faer. -
L'altro gli sorrise e lui si sentì sollevato mentre chiedeva a Leo:
- Perchè siete venuti qui? -
- Zaffira ha un taglio sul braccio, ma soprattutto volevo sapere il numero delle vittime. -
- Di quello me ne posso occupare io, perchè gli altri medici sono fin troppo impegnati, per la tua altra richiesta, ci sono cinquantadue morti e centotredici feriti, di cui ventiquattro in pericolo di vita. - illustrò ripetendo le cifre che ormai gli erano entrate in testa.
Dopo un attimo di silenzio Leodrian disse con la voce triste.
- Poteva andarci molto peggio. -
Tutti sapevano che aveva ragione, se Zaffira non li avesse avvertiti, la maggior parte dei soldati sarebbero morti solo per essersi trovati nel cortile del castello.
 
Milo esclamò quasi urlando con il binocolo in mano:
- Ma non possiamo andare ad aiutarli? Hai visto quante frecce gli hanno tirato! - - Avranno fatto una strage! -
Elis aspettò un attimo prima di rispondere calma:
- Cosa vorresti fare sentiamo? -
Si trovavano su una spiaggia dell'isola a circa due chilometri dal castello. Milo stava cercando di convincerla ad aiutare i soldati di Pirel, mentre tutti gli altri stavano consumando il pranzo a base di pane e formaggio che si erano portati da Nereval.
Il pescatore non sapeva cosa risponderle, voleva aiutare i suoi amici, ma capiva che se si fossero avvicinati al castello e i soldati di Kio li avessero visti si sarebbero prima sbarazzati di loro e poi avrebbero pensato a quelli nel castello.
- Non lo so... - disse sedendosi a terra e passandosi una mano sul viso. Neanche quella notte aveva dormito pensando ad una soluzione per il loro problema, ma non aveva ottenuto nulla, a parte delle profonde occhiaie.
Elis si sedette accanto a lui e gli mise una mano sulla spalla dicendo con voce dolce:
- Ora non possiamo fare niente, ma vedrai che i tuoi amici se la saranno cavata, ho conosciuto Zaffira e Bianca e mi sono sembrate due toste, poi di Leodrian mi hai raccontato tutto quello a cui è sopravvissuto e non è poco, vedrai che non si saranno fatti cogliere di sorpresa. -
- Forse hai ragione... - rispose il pescatore un minimo consolato.
- Certo che ho ragione! - gli disse sorridendo e lui ricambiò.
- Ora aspettiamo e vediamo cosa succede.-
 
Si trovavano nell'ufficio di Pirel.
C'erano il re la regina, Sean, Leodrian, Bianca e Zaffira, mentre Faer ed Ella li aspettavano fuori per avere notizie, non potendo entrare.
- Ma ne sei sicuro? È da anni che non viene utilizzato, potrebbe essere crollato in più punti, l'ultimo ad entrarci fu mio padre da giovane!- esclamò Pirel.
- È l'unico modo! - disse sconsolato Leodrian. - Non possiamo uscire dal castello, perchè ci ucciderebbero, neanche usare le navi perchè il porto è occupato. Se riusciamo a trovare i rinforzi, possiamo passare per il tunnel e portarli nel castello senza che i soldati di Kio se ne accorgano di nulla, se è crollato dovremmo pensare o ad un'altra soluzione, ma per ora questa mi sembra la più sensata e quella con più possibilità di successo. - Il principe si sedette mentre dava il tempo al padre di ragionare sulla sua idea.
Tutti erano arrivati al punto che dovevano cercare dei rinforzi, per tentare di sconfiggere i loro avversari in campo aperto, o con delle sortite. Non erano preparati per un assedio anche di media lunghezza e dai calcoli sarebbero potuti resistere per altre due settimane, massimo tre.
A questo punto Leodrian aveva proposto di utilizzare un vecchio passaggio segreto che conduceva a circa due chilometri e mezzo dal castello, che era stato costruito per evacuare la fortezza in caso di attacco.
In quel momento Pirel esclamò:
- Chi vorresti mandare? -
Leodrian non poté trattenere un sorriso constatando che aveva accettato. Si schiarì la gola e disse:
- Volevo andare io, ho proposto l'idea e me ne assumo le responsabilità, tanto in un assedio il mio aiuto non serve, non so usare l'arco e rischio solo di morire per l'inattività. -
Zaffira si agitò sulla sedia, come se non fosse d'accordo, ma non fece commenti, per non manifestare i suoi sentimenti davanti a tutti, anche se, dopo il bacio che si erano dati ormai nessuno aveva molti dubbi sul loro rapporto.
- Va bene, mi hai convinto. - Leodrian sorrise e gli sembrò come quando qualche anno prima chiedeva al padre di andare a fare un giro nel regno di Maxiria con gli amici, ma questa volta penso; c'erano vite umane di mezzo.
- Dove hai intensione di andare a chiederli questi rinforzi? -
- Nei villaggi qui vicini. Uscirò dal tunnel dietro il bosco e poi mi dirigerò verso i paesi interni, insomma abbiamo le truppe di Kio alle porte, mi dovranno pur ascoltare? -
- Spero di sì... Quando vuoi partire? -
- Domani. -
Pirel non disse nulla e il figlio capì che aveva accettato. Sean intervenne:
- Vuoi che venga con te? -
- No vado da solo, potrei incontrare qualcuno sulla strada per i villaggi e in due diamo troppo nell'occhio. -
- Va bene, come vuoi... -
Leodrian gli sorrise per rassicurarlo.
- Vedrete che tornerò con qualche aiuto! -
- Speriamo - mormorò Zaffira accanto a lui con la voce tesa.
Lui la guardò triste, perchè gli dispiaceva che non fosse d'accordo, ma poi li salutò tutti quanti dicendo:
- Vado in camera, dormo un pò perchè partirò domani all'alba. -
- Buon viaggio! - gli augurò il fratello con un sorriso di incoraggiamento, mentre Zaffira fissava per terra e Bianca non dava segni di interesse.
- Buon viaggio, e questa volta vedi di tornare presto e non farmi prendere un colpo! - gli disse il padre. memore dell'assenza del figlio per più di sei mesi.
- Sì tranquilli! - disse il principe chiudendo la porta dietro di sè e facendo un respiro profondo.
- Io devo andare, ma non ti posso dire dove, parto domani all'alba, farò il prima possibile, ci vediamo! - disse quando passò davanti a Faer ed Ella seduti su alcuni scalini di pietra.
- Cosa? - chiese il ragazzo, ma Leodrian era già lontano nel corridoio.
Il principe aveva salutato così bruscamente il suo ex scudiero, perchè se si fosse soffermato di più a pensare che forse non avrebbe rivisto i suoi cari, non era certo di riuscire a partire.
Arrivò nella sua camera e cominciò a prendere le cose per il viaggio.
Non doveva farsi riconoscere, allora decise di travestirsi da mendicante.
Prese da un baule di legno i vestiti abbastanza rovinati che aveva quando era arrivato al castello, dopo il viaggio con Faer. Erano stati lavati, ma decise che se ci avesse dormito si sarebbero stropicciati e forse sarebbe stato credibile.
Da una scatola bianca nel baule prese una barba posticcia marrone che usava da piccolo per travestirsi e a malapena ricordava di avere. Si fissò la treccia arrotolata sulla nuca e calò il cappuccio, guardandosi allo specchio.
Aveva l'aspetto di un mendicante, che si era appena fatto un bagno.
Si sdraiò sul letto togliendosi la barba e decise che avrebbe dormito così, per dare un'aria vissuta al suo travestimento. 

Ciaoooo 
Allora iniziamo dal fatto che sono in clamoroso ritardo, ma quello ormai è normale :D        
Dunque secondo me, la parte iniziale di questo capitolo è dolce e mi piacciono quando si ritrovano Leodrian e Zaffira... non so perchè...
Il finale è un pò strano.... se non avete capito qualcosa, chiedete pure io sono disponibile, tutte le recensioni sono ben accette, un saluto e grazie a chi recensirà! 
Hoshi98


 
  
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