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Autore: Wave__    26/12/2013    1 recensioni
Eternal Love è la storia d'amore di un angelo e un demone. Di Elena e Paul. S'incontrano, si amano e si vogliono. Si cercano e si trovano, sempre. Ma c'è Dio, che farà di tutto per ostacolare il suo miglior angelo..
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo - Five Years Later, 24th December

«Mamma, papa! Forza, guardate fuori! Nevica, nevica!», urlò Chanel saltellando davanti al grande finestrone, entusiasta alla vista di quei fiocchi grandi e candidi, tirando con la sua piccola manina i jeans che sua madre indossava.
Chanel aveva gli stessi lineamenti nella madre, eccetto per il colore degli occhi e per il naso, che aveva ereditato dal padre. Pj non perdeva occasione per ricordarle ciò che aveva sempre detto, anche prima che lei partorisse: “se sarà una femminuccia, sarà come avere una piccola te girare per casa.”
E così era stato.
«Dai dai! Chanel ha ragione! Voglio andare a correre nella neve!», esordì il piccolo Max che, dal canto suo, l’aveva affiancata, afferrandola per una mano e facendola ruotare su sé stessa, in una giravolta.
Il maschietto invece assomigliava tantissimo al padre, con la differenza che aveva acquisito gli occhi nocciola di Elena.
Ecco chi erano, quei due bambini: i loro due piccoli gemellini Max e Chanel Watson. La nascita di due piccoli esseri avvenuta cinque anni prima, dal grembo di Elena e nati dall'amore di quell'angelo e di Pj. Avevano dato la vita a due bambini fuori dal normale, dal comune.
Ibridi.
I primi ibridi esistenti, nati dal ventre di un angelo. Metà angeli e metà demoni. Le due parti si equivalevano, come in nessun altra creatura.
Nessuno aveva mai visto una creatura come Max e Chanel, che erano cercati continuamente, per essere conosciuti.
Proprio per questo Elena e Paul si erano spostati molteplici volte nel corso di quei cinque anni; anni in cui non avevano fatto altro che proteggerli da esseri spietati che li volevano e da chiunque volesse avvicinarsi loro.
Anni in cui avevano visitato una miriade di città. Da Mosca a Copenaghen, a Parigi, a Chicago, a Seattle, a piccole cittadine rurali in America, per poi tornare in Europa, nuovamente a Mosca.
Ecco perchè i loro due piccoli erano così entusiasmati dal vedere la neve. Era la prima volta, per loro. Pj passò un braccio attorno alla vita di Elena, tirandola a sé e stampandole un bacio sulle labbra.
«Bleah, mamma e papà si baciano..», esclamò la piccola Channie, scuotendo le spalle, con un espressione quasi schifata sul viso.
Elena non potè fare a meno che sorridere divertita a quella scena, piegandosi sulle ginocchia e andando ad accarezzarle i lunghi capelli scuri, stampandole un dolce bacio sulla bacia, ridendo assieme a lei.
Una risata in sincronia, quella di mamma e figlia che si mischiavano.
Max si era avvicinato, andando a portare le sue piccole braccia attorno al collo della sua mamma, mentre Paul osservava pieno d’amore quella scena, restando con la schiena posata al muro, vicino alla finestra.
Era diventata quella la sua vita.
Quella era la sua famiglia. Elena, l’amore della sua vita, e i loro due piccoli splendori, che avrebbe protetto a costo della vita.

«Papà, andiamo avanti!», esordì con voce decisamente alta Max, che si era già vestito, andando ad indossare cappello, sciarpa e guanti, pronto ad uscire di fuori, per giocare sulla neve.
Elena stava finendo di vestire la piccola, quando bussarono alla porta. Paul immediatamente si tese, parandosi davanti a Chanel e Max, trattenendo il fiato. L’angelo era andato a guardare fuori dallo spioncino della porta, sospirando e andando ad aprire.
«Guardate un po’ chi è arrivato!»
«Zio Jeremia!», esclamarono in coro i gemelli, fiondandosi sul ragazzo, quel ragazzo che aveva fatto tanto per i loro genitori e che adesso stava facendo tanto per i piccoli, proteggendoli con incantesimi potenti, che evitavano che qualcuno potesse localizzarli.
«Guardate che cosa vi ho portato.», disse un istante dopo Jeremia, sorridendo ad entrambi ed estraendo due grandi regali dal sacchetto che teneva tra le mani, porgendo i regali ai due piccoli, che sorrisero felici, levandosi rapidamente i giubbini, il cappello e la sciarpa, gettandoli sul divano, correndo verso il grande albero decorato con palline colorate e lucette intermittenti, che vigeva nell’ampio salotto, posandoli sotto ad esso.
Si, si poteva dire che adesso avevano una stabilità e che Paul ed El avevano preso a vivere sotto il loro stesso tetto anche Jeremia, per via di ciò che era e per i suoi ampi poteri. Soprattutto perché odiavano vederlo vivere in un qualche schifoso sotterraneo, cercando di nascondersi.
I bambini erano spariti a giocare, mentre i tre si erano spostati in cucina, in un punto ove potevano vederli, senza perderli mai d’occhio.
«Il loro potere cresce sempre di più, ogni anno che passa. Saranno immortali, lo sapete, vero?», domandò lo stregone, puntando gli occhi prima sulla sua migliore amica e poi sul suo compagno. Entrambi andarono ad annuire.
«So che cosa ho visto, lo ricordo come se fosse ieri. Ricordo quello che ho visto cinque anni e mezzo fa, quando ho toccato Elena la prima volta. I vostri figli sono qualcosa che nessuno ha mai visto, potenti, un incrocio puro tra due razze. Non diventati ibridi, sono nati così. Le loro ali saranno soffici come quelle di un angelo, ma spigolose e forti come quelle di un demone.», andò a sussurrare un istante dopo, tamburellando con le dita sul tavolo.
«Con questo cosa stai cercando di dirci, Jeremia?», domandò Pj, inquieto.
«Sta cercando di dire che chiunque non sia dalla nostra parte, o della nostra fazione, potrebbe volerli. Per oscuri scopi, o per ucciderli. Perché ne avranno paura. Ecco cosa sta dicendo Jer.», andò a concludere Elena, puntando poi i suoi occhi su quelli di Paul.
«Mai. Proteggerò i miei figli.. La mia famiglia a costo della vita. Costi quel che costi.»
«Ed io ti appoggerò.», disse El, stringendogli la mano.
«Io sarò al vostro fianco, in qualsiasi momento.», andò ad annuire Jeremia, prima di voltarsi nuovamente verso i piccoli, che giocavano tra di loro tranquilli, ridendo e parlando.
«Mamma, stiamo volando!», la voce decisamente alta di Chanel fece correre tutti in salotto. La bambina sospesa a mezz’aria che teneva per una mano il fratellino, facendolo penzolare. Le piccole ali squadrate, ma piene di piume soffici e scure, uscivano dalla sua schiena, dall’apertura che era andata a formarsi sui vestiti.
Max rideva divertito, Elena osservava quella scena senza dire una parola, così come Pj.
«Proprio a questo mi riferivo.. Così piccoli ma così potenti..»
Paul fulminò con lo sguardo lo stregone, che mosse la mano rapidamente, facendo scendere al suolo Chanel. Elena l’era già al fianco. Sapevano che cosa dovevano fare. Dovevano far imparare loro già adesso a controllare i loro poteri.
«Piccola mia, adesso devi concentrarti, devi fare in modo che le ali rientrino, pensi di farcela?»
La bambina andò ad annuire decisa, aveva un bel carattere, un incrocio tra quello di Elena e quello di Pj. Un istante dopo le ali erano sparite.
«E’ mezzanotte, è mezzanotte! E’ Natale! Il nostro primo Natale innevato!»
La tensione era stata smorzata dalla voce strillante di Max, che tutto contento era saltato in braccio al suo papà, che l’aveva stretto a sé.
Si spostarono vicino all’albero, andando ad afferrare i pacchetti incartati che ci stavano sotto, iniziando a scartarli.
Elena guardò un istante Jeremia, che era andato a mettersi tra i due gemellini, aiutandoli a strappare le carte quando non riuscivano.
El e Pj erano seduti vicino. Lei con la testa posata sulla spalla di lui, e lui che continuava a toccarle i capelli. L’angelo alzò gli occhi, andando ad incrociare quelli del demone ancora una volta, osservando poi Chanel e Max, intenti ad aprire tutti quei regali natalizi.
L’amore sgorgava dai loro occhi, anche attraverso un semplice sguardo.
Avevano lasciato tutto, per stare assieme –Elena era caduta e Pj si era allontanato dal suo capo all’Inferno- e, adesso, di un’altra cosa erano sicuri.
Avrebbero dato tutto non solo per loro stessi, non più.
Loro si sarebbero sempre protetti a vicenda, ma avrebbero fatto di più.
Avrebbero fatto qualsiasi cosa per i loro figli. I frutti del loro amore.
Avrebbero dato la loro vita se fosse servito a proteggerli.
Li avrebbero amati in maniera indescrivibile ed indissolubile, in un modo tale che solo i puri di cuore potevano fare. 
Avevano qualcosa per cui lottare, qualcosa per cui avrebbero sempre lottato: il loro amore e quello verso i loro due figli.


 
Note dell’autrice: La mia prima storia a capitoli è conclusa. Con questo epilogo si conclude l’avventura di Elena e Paul John, alla riscoperta di loro stessi e dell’amore.
Alla scoperta dell’essere genitori e di aver qualcosa per cui vale la pena lottare sempre, costantemente.
Scrivere l’ultimo capitolo, è stato qualcosa che non mi sarei mai immaginata. Triste ed emozionante al tempo stesso. E’ come se, chiusa questa storia, se ne fosse andata una parte di me.
La mia prima storia, così piena di me, di emozioni e sentimenti, che ho realmente provato. Ogni personaggio ha tante sfaccettature di me stessa, come persona. E poi, come si dice?
“In ogni storia, in ogni parola, in ogni personaggio, ogni scrittore mette qualcosa di sé.”
Ed è quello che io ho fatto. Ecco perché, sicuramente, le recensioni che ho ricevuto, parlando di un’infinità di emozioni e sensazioni trasmesse.
Non so se ci sarà un sequel, anche se ammetto che le idee per proseguire non mi mancano di certo. Però non assicuro nulla, non voglio dare illusioni a chi mi segue.
Potrebbe esserci, come potrebbe non esserci. Magari più in là, chi lo sa. :)
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita, che hanno letto questa storia con il fiato sospeso, che mi hanno recensita e che non vedevano l’ora di avere il capitolo successivo.
Grazie a chi me l’ha ispirata, questa storia. Non farò i loro nomi, ma sono quelle persone fondamentali nella mia vita, che mi hanno aiutata a crescere e che mi hanno sostenuta nei momenti peggiori, nei momenti in cui credevo di non farcela.
Ancora mille grazie a tutti, a chi mi ha seguita e a chi continuerà a farlo, attraverso le altre storie che pubblicherò.
Non smetterò mia di ringraziarvi. Grazie, immensamente.
- Wave. 
  
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