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Autore: RazDiablo    26/12/2013    0 recensioni
"Nessuno conosce le potenzialità di questa reliquia, ma caro mio, dobbiamo tenerla al sicuro, oppure l'inverno dominerà per sempre."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO 3 Prima Parte
“Il mondo è nato dall’Inverno, e finir
à con esso!” Urlò una voce femminile decisa e forte. Poi il freddo, il gelo, l’Inverno…

-
Una donna si aggirava per la stanza del trono, camminava in modo molto nervoso, attendeva delle risposte. Si sedette, ma la scomodità di quell’enorme sedia fatta in ghiaccio la metteva a disagio. No, altro le arrecava sconforto. Era preoccupata: aveva bisogno d’informazioni, il suo dominio non poteva cessare proprio ora. -La corona è vitale- Pensò.
Sentì dei passi provenire dal portone che conduceva alla sala dove stanziava e con un movimento della mano le ante gelate si aprirono. Una figura entrò nella stanza, indossava un’armatura in placche metalliche e indossava un cappuccio che procurava una tetra ombra sul viso. Era un omone massiccio, grosso e alto. Con un’area da stupido.
La donna, si avvicinò all’uomo e senza attendere nient’altro domandò: “Dov’è il frammento!?” girò intorno al guerriero come se fosse una iena affamata e continuò sibilando: “Hai già perso il pezzo che possedeva quel vecchio di Timeon… Non puoi deludermi di nuovo”. Il guerriero visibilmente spaventato, cercò con un rantolo di parlare: “Ecco… Mia signora… Ho cercato tra le macerie del tempio ma nulla… Il frammento non era presente”. Si poteva vedere benissimo lo sgomento del guerriero quando la donna dai lunghi capelli corvini, pelle olivastra e occhi verdi e accessi si avvicinò al suo viso. Fece una smorfia e disse disgustata: “Ho atteso a lungo questo giorno…” voltò le spalle al guerriero paralizzato dalla paura e continuò: “Riprenderò ciò che mi appartiene! Ma gli esseri come te mi impediscono la via del dominio”. Si allontanò e con grazia, quasi mossa dai venti nordici, si girò verso l’uomo stupefatto. La donna alzò le braccia verso il cielo e con una voce poderosa ma femminile urlò: “GHIACCIATI”. Dal pavimento si sollevarono il gelo, la neve e la brina ed iniziarono a danzare intorno al guerriero incappucciato, fino a ricoprirlo di uno spesso strato di ghiaccio. Lei, ancora furiosa, abbassò le braccia e indirizzò quello destro verso il blocco di ghiaccio. Con un lieve movimento del polso infranse l’iceberg creato da lei medesima, frantumando il corpo dell’uomo.
Avvilita si sedette istericamente sul trono, guardando i pezzi del guerriero assassinato, sussurrò con rabbia: “Nessuno fermerà la mia avanzata… L’avanzata di Archéa… L’avanzata dell’Eterno Inverno”. 
  
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