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Autore: Sama_013    27/12/2013    1 recensioni
Sedici anni è un’età complicata ed è più complicato scoprire di essere una via di mezzo tra una strega e una sirena. E a quell’età è anche così semplice innamorarsi di uno qualunque perfino del ragazzo della propria migliore amica. Caren ha tanti segreti da tenere nascosti a Rachel e quella di ospitare qualche sera Keys nello stesso letto è uno di quelli. Nessuno dovrà sapere cosa succede a Caren, ma come si fa a mantenere un segreto simile anche se si ha la voglia di dirlo a tutti? Come fai a mantenere un segreto pur sapendo che prima o poi lo sapranno tutti? Sventurati eventi coinvolgeranno la vita di Caren. Nuove persone, nuove rivelazioni, nuove magie, nuovi segreti da mantenere. Ma ora, sapete qual è il vero segreto nel mantenerne uno? Tenerselo per se oppure sapersi davvero fidare delle persone che più si ama. Quindi, sai mantenere un segreto?
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi accorsi che era mattino presto perché i raggi chiari del sole filtravano attraverso le persiane della mia finestra.
Mi alzai velocemente e cominciai a disfarmi delle schegge di vetro che coprivano il mio materasso.
Li infilai tutti in una busta, e in pigiama e pantofole, corsi a buttarla nel cassonetto fuori casa.
Appena rientrai in casa, corsi a letto e mi coprii nuovamente sotto le coperte; fuori si gelava.
Poi mi ricordai che era il mio primo giorno di scuola e che le lezioni sarebbero cominciate alle otto e che quindi, anche se erano le sei e mezza, dovevo cominciarmi a muovere. Così, priva di voglia, mi alzai e cominciai a prepararmi. Dopo aver rinfrescato la mia mente con una bella doccia, presi un maglioncino nero e mi infilai i jeans aderenti. Allacciai le converse azzurre e mi aggiustai il ciuffetto biondo che copriva la mia fronte.
Scesi di sotto verso le sette e un quarto e ebbi il tempo di prepararmi la colazione senza che svegliassi i miei, evitando di fare rumore. Appena cominciai a bere la tazza fumante di cappuccino, Haiko scese con agilità le scale e corse da me, saltandomi addosso e implorandomi di dargli del cibo decente. Haiko era un adorabile incrocio tra uno shiba e un husky . I suoi occhi erano di un azzurro chiarissimo e il suo pelo era un miscuglio tra il grigio freddo e l’arancio marroncino. Mise le sue morbide zampe sulle mie ginocchia e seguì con lo sguardo il cornetto al cioccolato che mi stavo portando alla bocca. Era impossibile dirgli di no.
–Ok, ma solo per questa volta!- gli dissi, come se poi potesse parlarmi davvero. Comunque, feci a metà il cornetto e lo misi in alto alzando il braccio destro. Haiko si mise a due zampe e spalancò le fauci, a quel punto lasciai cadere il cornetto nella sua bocca e lui lo masticò velocemente, finendolo prima che io ebbi il tempo di sedermi.
Appena finii il cappuccino e dato gli ultimi morsi al cornetto, trovai Haiko con il guinzaglio tra i denti e il collare sotto la sua zampa destra. Mi stava chiedendo di portarlo fuori. Presi il collare di jeans e lo allacciai al suo collo, riempendomi di peli grigiastri le mani. Erano appena le sette e mezza e i miei ancora non si svegliavano, e tra scuola e lavoro, se non lo portassi io, Haiko non uscirebbe di casa fino al mio ritorno da scuola.
Così gli agganciai il guinzaglio e aprii la porta. Haiko non esitò a tirarmi fuori e a trascinarmi per la strada come una slitta. Non vedeva l’ora di uscire, eh?! Dopo una caduta qua e la, riuscii finalmente a rialzarmi e a tenermi ben stretto il guinzaglio. Lo portai al parco, dove c’era qualche ragazzo che si avvicinava al bar lì vicino o chi giocava con il proprio cane lanciandogli una palla, e credetemi se vi dico che uno di quei pochi ragazzi che giocava con il proprio cane lì al parco era proprio Keys. Appena lo vidi di spalle, riconoscendo il suo taglio di capelli, mi precipitai a voltarmi e a scappare verso casa, ma quando chiamò il mio nome, non potei far altro che voltarmi.
–Caren!- ripeté Keys avvicinandosi a me, facendosi seguire a sua volta dai suoi due cani.
Uno gli arrivava alle ginocchia, pelo lungo bianco, occhi marroni e chiazza sul dorso marroncino.
L’altro era sempre alla stessa altezza dell’altro, pelo corto color caffè, occhi scuri e un orecchio mozzato.
–Ehi..- dissi con poca esitazione. Mi accovacciai a terra e porsi la mano avanti, invitando il cane color caffè ad avvicinarsi a me. Haiko invece, andò dal cane bianco, cominciando a mordergli le orecchie e lasciando un ringhio leggero qua e la. –Si chiama Vona.- lasciò una grattatina sulla testa di Vona, mentre lei mi mordeva allegramente le dita. –Significa speranza in islandese.- disse come se poi qualcuno gliel’avesse chiesto.
Comunque, con le dita sfiorai parte dell’orecchio mancante di Vona, e lei gemette appeno glielo sfiorai.
Indietreggiò e si nascose dietro le gambe di Keys. –Lui, invece, è Brian.- accarezzò il pelo bianco di Brian e io mi rialzai, raccogliendo il guinzaglio di Haiko. Keys si inginocchiò a terra e lesse la medaglietta del uo collare.
–Haiko, cos’è, giapponese?- sorrise appena e io annuii leggermente. Appena la luce finì di offuscarmi la vista, capii cosa stavo facendo, realizzando che ero al parco con Keys. Così mi voltai, pronta a scappare, ma Keys mi prese per un polso, procurandomi un brivido che mi percorse lungo la schiena. –Aspetta, voglio.. parlarti di ieri.-
No, l’argomento bacio no! –Ehm.. di cosa?- mi grattai i capelli, facendo finta di non sapere di cosa volesse parlare. Lui sorrise e lasciò andare il mio polso, insinuando le sue mani nei miei capelli castani, mentre i suoi occhi azzurri lentamente si chiudevano e le sue labbra si aprivano in un sussurro. –Questo.- chiuse le sue labbra sulle mie in un intenso bacio, e io non feci nulla per impedirlo. Mi sentii quasi obbligata a rispondere al bacio, così tenni chiusi gli occhi e posai una mano sui suoi fianchi, mentre con l’altra tenevo stretto il guinzaglio.
Keys smise di baciarmi. Restarono solo le sue labbra ancora posate sulle mie, come se stesse aspettando che gli dessi una risposta. Così appena fui “pronta” a rispondergli lui si staccò completamente. Mi sorrise e mi prese la mano che stringeva il guinzaglio. Le sue dita calde costrinsero le mie a sciogliersi dal guinzaglio, facendolo cadere a terra e calpestandolo con il piede, in modo che Haiko non potesse comunque scappare.
Incrociò le sue dita alle mie e un battito saltò il ritmo. –Dobbiamo dirlo a Rachel.-
sussurrai evitando il suo sguardo, incolpando me stessa per aver fatto ciò che odiavo fare. Tradirla.
–Perché?- sorrise come se niente fosse –Perché è sbagliato quello che stiamo facendo. Ieri e.. poi adesso.-
corrugò la fronte e continuò a guardarmi intensamente. Poi lasciò andare la mia mano e indietreggiò di un passo. Appena mi accovacciai per raccogliere il guinzaglio, sentii il cellulare che cominciava a vibrare nella tasca posteriore dei jeans. Raccolsi il guinzaglio e presi il cellulare. –Pronto?- per risposta ricevetti un enorme sbadiglio e poi il suono di una voce ancora assonnata. –Buongiorno.- Rachel continuò a sbadigliare mentre io cercavo l’orologio nella tasca del cappotto per vedere che ore fossero. –Ehi.- esclamai mentre con l’orologio tra le mani mi affrettai ad andarmene. Con una mano salutai Keys e con l’altra tenni ancora il telefono all’orecchio, mentre con Haiko ancora al guinzaglio correvo verso casa. –Senti, la mia auto è rotta e i miei non possono accompagnarmi e andare a piedi fino a scuola è tipo un suicidio per me. Non è che potresti venirmi a prendere tu?-
arrivai a casa e l’auto di mio fratello era ancora nel vialetto. Presi le chiavi e mi affrettai a inserirle nella serratura.
–Beh è un po’ difficile dato che non ho un’auto, ma posso chiedere a mio fratello di fermarsi a prendere anche te.- slacciai il collare ad Haiko e socchiusi la porta. Scattai di sopra a prendere lo zaino e andai a cercare mio fratello.
–Oddio grazie- sentii che sorrideva –Beh allora ci vediamo tra cinque minuti.-
esclamai e attaccai la chiamata rimettendomi il cellulare in tasca. –Jamie!- presi lo zaino e mi fiondai di sotto.
–Ehi!- trovai mio fratello in cucina, appoggiato al tavolo mentre sorseggiava una tazza fumante di cappuccino.
–Hai fatto? Dai che è tardi. Ah e dobbiamo anche fermarci a prendere Rachel.-
dissi, uscendo di casa e soffermandomi davanti alla portiera dell’auto. Mio fratello uscì subito dopo e con un pulsante aprì l’auto che lasciò un clic appena le luci si accesero. –Dove abita Rachel?-
domandò ed entrambi ci sedemmo nei propri sedili. Appena mise in moto gli indicai la via da prendere e dopo qualche minuto ci trovammo davanti casa di Rachel. Era seduta a terra, sugli scalini di pietra bianca, con lo zaino alle spalle e un sorriso smagliante sulle labbra. Gli occhiali da sole le coprivano gli occhi e i suoi capelli rossi erano raccolti in una treccia che portava sulla spalla sinistra. Appena ci vide saltò in piedi e si precipitò ad aprire la portiera.
Si accomodò sui sedili dietro e scompigliò i capelli a Jamie –Ehi, non li abbiamo pettinati insieme!-
esclamò mio fratello, rimettendo in moto l’auto. –Oh, mi sei mancato anche tu Jamie.-
esclamò Rachel e poi si concentrò su di me, prendendomi una ciocca di capelli e passandosela tra le dita.
Dopo una decina di minuti passati a parlare quanto bella era l’Italia visitata da Rachel e a cercare di trovare una canzone decente da ascoltare in radio, finalmente arrivammo a scuola. Beh, non con molta felicità, almeno per me. Appena scendemmo dall’auto, prima che la campanella suonasse, un gruppo di ragazzi si radunò nel parcheggio o anche vicino alle panchine fuori scuola. C’era chi saltava addosso ad altri perché forse non si vedevano chissà da quanto, o forse perché, come me, volevano darsi le “condoglianze” per l’inizio di un nuovo anno.
Salutai Jamie che si unì a quel gruppo e insieme a Rachel mi avvicinai all’entrata della scuola. Avevamo ancora qualche minuto d’anticipo prima che la campanella suonasse, che Rachel si voltò chiamata da qualcuno.
E quel qualcuno lo conoscevamo entrambe. –Cosa ci fai qui Keys?- esclamò Rachel sorridendo dalla gioia e saltandogli al collo facendolo indietreggiare di un passo. Keys tenne Rachel ancora in braccio, accarezzandole i capelli, sorridendo e fissando i suoi occhi azzurri sui miei. –Volevo farti una sorpresa. Farò il quarto anno qui.- esclamò, continuandomi a guardare compiaciuto. Un altro battito saltò il ritmo e mi mancò il respiro.
Avevo sperato con tutte le mie forze di non vederlo mai più dopo quell’incontro al parco, più che altro incontro delle nostre labbra, ma il mio sogno si era appena infranto. Ed era bastato un suo sorriso e una sua “incantevole” occhiata a farmi capire che quell’anno sarebbe stato un vero, devstante inferno.












Alloooooora buonasera, beh
più che altro buonanotte, comunque
davvero scusatemi per 1l'orario e 2 per
averlo pubblicato dopo secoli e secoli. E' 
solo che è stato un pò difficile perchè non
ho avuto molte idee ultimamente, poi anche le 
vacanze quindi cene e robe varie. Vabbè addesso 
sono qui. Spero che anche questo capitolo vi piaccia e 
ringrazio chiunque avrà la buona volontà di recensire :'''D
Alla prossima, e vi prometto che il capitolo successivo 
non lo pubblicherò così tardi come questo. Baci :*
  
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