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Autore: Imyoursmaljk    27/12/2013    4 recensioni
Nella vita di Sunshine non c'era mai stato molto per cui sorridere: la perdita di suo padre, madre e nonna costantemente in conflitto e l'adozione di una sorella le rendevano la vita praticamente impossibile. La sua vita era dipinta su era tela monotona che comprendeva i suoi corsi di letteratura all'università e le chiacchiere inutili con il suo migliore amico Zayn. La sua vita cambiò radicalmente all'arrivo del nuovo vicino, Louis Tomlinson; un ragazzo solare, pieno di vita e sempre con un sorriso stampato sulle labbra. Ma, dietro quel sorriso che tanto ostinava far vedere a tutti, nascondeva qualcosa? 
 
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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-FRIENDSHIP IS ENOUGH-

 

ZAYN'S POV

Un raggio di luce che penetrò dalla finestra mi svegliò. Portai il braccio davanti gli occhi cercando di sopprimere la luce che entrava, ma ormai era troppo tardi: mi ero svegliato. Ancora accecato dalla luce mattutina cercai di stiracchiarmi ma sentii un peso accanto a me nel letto. Forse ieri sera non sono andato proprio in bianco. Allungai il braccio verso l'altro lato del letto poggiandolo, forse, sul fianco di quella persona. Non stavo sognando, c'era davvero qualcuno con me nel letto.
Mi spuntò un sorriso e mi misi su un fianco per vedere che ragazza avevo rimorchiato ieri sera e lentamente aprii l'occhi, ma subito quel sorriso svanì. 
«Buongiorno tesoro» mormorò il ragazzo accanto a me, accarezzandomi la guancia con la mano. Cacciai un urlo e mi misi a sedere. Il castano spaventato dal mio urlo sobbalzò e si mise pure a sedere. 
«Oddio L...Louis, che cazzo ci fai nel mio letto?!» balbettai. Louis rise di gusto prima di parlare. 
«Tranquillo, non ti ho violentato o roba del genere.. a me piacciono le donne» precisò, passandosi una mano tra i capelli scompigliati. 
«Ieri sera dopo aver accompagnato Sunshine a casa ho accompagnato anche a te e siccome era tardi sono rimasto a dormire qua» spiegò ed improvvisamente mi sentii meglio. Mi strofinai gli occhi ancora assonnati finchè non sentii Louis tossire. Mi voltai e trovai la mia domestica Armanda, messicana e circa cinquantenne, con il vassoio della colazione in mano tremante. 
«B..Buongiorno signorino Malik. La c..colazione è pronta. C...Cosa posso portare all'ospite?» balbettò. Era molto più pallida del solito e notai che guardava con occhi sgranati Louis. 
«Per me un caffè, si vous plait» rispose, usando un strano accento francese e sfiorandomi con i polpastrelli prima la guancia e scendendo verso il petto. Armanda serrò subito l'occhi e annuì, sparendo nuovamente in cucina. Bene, se voleva traumatizzare la mia domestica ci era riuscito. 
«Sei un coglione, fattelo dire!» ringhiai prima di alzarmi e di sparire nel bagno.

* * *

«Quindi tu e Sunshine non siete mai stati una coppia?» domandò il castano mentre si versava il succo d'arancia nel bicchiere. 
«Io e Sun? Ma che scherzi, ovvio che no. Per quanto mi riguarda l'amicizia tra noi due è più che sufficiente» affermai. Diedi il primo morso al mio tramezzino al formaggio guardando i notiziari che trasmettevano in tv di mattina. 
«Eppure Sunshine è un bel bocconcino» ghignò, «bei occhi, labbra piene, capelli lunghi...» 
«Oh sì, ha dei capelli fantastici!» lo interruppi. «Infatti amico, dovrebbe farsi più spesso una coda di cavallo o intrecciarli» disse alzando la mano in attesa che gli battessi il cinque. 
«Non so... A me piacciono di più quando li ha sciolti» dissi gesticolando con le mani. In effetti non mi aveva minimamente sfiorato il pensiero che ci potesse essere altro tra me e lei se non amicizia, anche se quest'ultima esisteva soltanto perchè ci avevo provato in modo spudorato con lei. 
«Ad ogni modo non sapevo molto nè di te nè di Sunshine, ma grazie a questo ora so tutto!» annunciò Louis, estraendo dalla tasca dei jeans un oggetto nero, posandolo sul tavolo e facendomi perdere dieci anni di vita. Non poteva essere vero che qualcuno potesse aver letto il mio diario
«N...Non l'avrai mica letto» balbettai, sperando in un no come risposta. 
«Ma che vai a pensare, non l'ho letto... tutto... ma quasi. Sono arrivato soltanto fino a dove parli...» Si interruppe scoppiando in una fragosa risata. 
«Allora?!» chiesi nervosamente.
 «Bhè, fino alla parte dove... dove inizi a parlare della tua biancheria intima rossa» disse per poi scoppiare nuovamente a ridere. 
«Vaffanculo Louis, seriamente, questo si chiama non rispettare la privacy» mi lamentai mettendomi le mani in testa.
Bastava già che Sunshine aveva quella foto per ricattarmi, ma ora che anche Louis aveva letto il mio diario il mondo non era più un posto sicuro per il mio bel faccino. 
«Biancheria intima rossa!» ripeté Louis uscendo dal mio appartamento ed io di rimando gli lanciai il bicchiere di vetro che all'istante si frantumò andando contro la porta. 
«Grandioso Zayn» borbottai con me stesso. Armanda ormai se ne era andata ed ora toccava a me ripulire lo schifo che avevo appena fatto per terra. La giornata iniziava già a farmi schifo.


* * *

SUNSHINE'S POV

Sperai che il prete pronunciasse le parole che stavo aspettando da un'intera ora. «Andate in pace» disse, finalmente. Effettivamente sembrava una cosa impossibile ma ero davvero una in chiesa e per giunta di domenica mattina. Però c'era da premettere che mi trovavo qui soltanto per fare compagnia a Rachel e John che dovevano andarci per il catechismo e, ovviamente, nessuno poteva -o voleva- accompagnarli.
La gente stava iniziando ad allontanarsi per dirigersi verso l'uscita. I bambini erano andati dal parroco per portare i loro 'doni'. 
«Ti è piaciuta la messa?» mi chiese una persona accanto a me. Mi voltai e mi ritrovai Louis come al solito sorridente ed allegro. Ultimamente non riesco nemmeno più a chiamarlo Folletto o l'essere, e questa cosa mi stupiva parecchio. 
«Sì, abbastanza» commentai abbozzando un sorriso. 
«Anche a me. Soprattutto quando hanno iniziato a cantare Fabulous.. ma io non ho fatto altro che cantare FabuLOUIS» disse sincero.
Risi di gusto ma subito cercai di nascondere la mia risata mettendomi la mano davanti la bocca. Dovevo ammettere che, anche se era un Neanderthal poco evoluto, sapeva come far divertire la gente.
 «Non farlo. Non nasconderlo davanti a tutti» mormorò levandomi la mano davanti la bocca. «Se ridi non nasconderlo perchè tuo padre ti vede sempre ed ovunque, ti vorrebbe sempre così... Sorridente» aggiunse. Non mi era mai piaciuto che la gente mettesse in mezzo mio padre ma se lo faceva lui stranamente non mi dava fastidio. Forse perchè diceva cose vere. Annuii continuando a sorridere. 
«Bene.. Ora credo di meritare un abbraccio, non pensi?» disse dandomi un pizzicotto alla spalla. Scoppiai nuovamente a ridere per la sua sfacciataggine e decisi di fare ciò che aveva chiesto ma lui mi fermò prima che potessi farlo. 
«Sun, Sun non qua» mormorò. Aggrottai le sopracciglia non capendo. 
«Siamo in chiesa e poi mi sento osservato» sussurrò alzando ripetutamente le sopracciglia e facendomi cenno verso l'altare che mostrava la statua di Gesù che, in effetti, guardava verso di noi. Rachel e John tornarono correndo e mi presero le mie mani tirandomi verso l'uscita ed allontanandomi da Louis.
«Ciao Louis, ci vediamo» lo salutai, proprio come era giusto fare, sorridendo e sventolando la mano.

* * *

Il tempo proprio non ne voleva sapere di passare in fretta. Ero stesa sul letto con gli occhi chiusi, in attesa che si facessero finalmente le 22:00 così potevo vedere il mio programma televisivo preferito. All'improvviso il cellulare iniziò a vibrare e pigramente allungai la mano verso il comodino e risposi. 
«Buonasera, parla la segreteria telefonica di Sunshine Ann Carter, lei al momento non è disponibile. La preghiamo di riprovare più tardi.. A meno che sia Orlando Bloom a chiamare, in tal caso è disponibilissima. Beeeeep» dissi imitando la voce della donna del centralino telefonico.
Sapevo benissimo che era Megan a chiamare, ma in fondo perchè non sperarci. Poteva anche essere che Megan l'aveva rapito, imbavagliato e forse -ma proprio forse- Orlando era riuscito a liberarsi, di rubare il cellulare a Meg e chiamare aiuto al primo numero che gli era capitato davanti e che in questo caso era proprio la sottoscritta.
«Sun, smettila di fare la stronza. Mi serve seriamente il tuo aiuto» piagnucolò dall'altra parte della cornetta. Miseriaccia, non poteva essere Orlando a chiedermelo? Decisi di ascoltarla. 
«Senti, Isaac mi ha appena chiamata e mi ha detto che ha trovato due biglietti del suo gruppo preferito all'ultimo minuto e n-» Allontanai l'apparecchio dall'orecchio udendo un rumore fastidioso e sentendola imprecare. Probabilmente le era caduto il cellulare per terra. 
«Mi fa piacere ma non capisco cosa centro io in questa faccenda» dissi avvicinando il cellulare all'orecchio. 
«Il fatto è che non era programmato che li avrebbe trovati e io avevo promesso ai Thompson che gli avrei fatto da babysitter stasera» disse tutto ad un fiato. 
«Ti prego Meg, non puoi farmi questo! Tra poco inizia Grey's Anatomy e io mi stavo già andando a preparare il popcorn» mi lamentai.
Inutile dire che lei non mollò finchè non cedetti. A volte era davvero in grado a far alzare la mia pressione sanguigna più del dovuto. 
«D'accordo, ma come ricompensa voglio che mi compri le Marlboro rosse» annunciai prima di riattaccare e ristendendomi sul mio letto. Cercai nuovamente di rilassarmi ma fui nuovamente interrotta dal campanello della porta. Mi precipitai verso l'ingresso imprecando in forse dieci lingue diverse.
«E tu che diavolo vuoi a quest'ora?» domandai quando vidi Louis davanti la mia porta di casa. 
«Ciao anche a te, Pretty Woman» rispose superandomi ed entrando in casa mia, sedendosi comodamente sul divano. Ma sì, entra pure, fai come se fossi a casa tua. 
«Allora a che ora dobbiamo essere lì?» chiese senza specificare niente e quindi feci spallucce, «Dai Thompson, Sun!» aggiunse alzandosi e venendo verso di me, ma lo fermai mettendo la mano sul suo petto. 
«Wuo, wuo fermo Follettino. Come fai a sapere che devo andare stasera dai Thompson?» Ecco, dopo tanto tempo l'avevo richiamato in quel modo, ma stavolta ne avevo sentito davvero la neccessità. 
«Mia cara, piccola, ingenua e sciocca Sunshine» mormorò prima di premere la mia testa sul suo petto ed accarezzandomi i capelli. Devo ammettere che a volte era davvero in grado di manipolare le persone con dei semplici gesti e nel mio caso di farmi passare la rabbia che avevo fino a qualche secondo fa. 
«Perchè sarei sciocca?» sputai e lui mi fece sollevare la testa. 
«Se ancora non ti è chiaro siamo vicini di casa e... e la mia camera e proprio accanto quella tua e quindi sento tutto. Ed intendo proprio tutto» spiegò scandendo in modo particolare l'ultimo 'tutto'. Arrossii violentemente ripensando alle grida ed imprecazioni che erano uscite dalla mia bocca quando Meg aveva cercato di farmi la ceretta la settimana scorsa, proprio nella mia stanza. 
«Sparisci dalla mia vista prima che io possa correre in cucina e prendere il coltello che usa mia nonna per decapitare le galline» sibilai cercando di restare calma. 
«D'accordo» disse alzando le mani a mo' di arresa e camminando verso l'ingresso, «vuol dire che andrai da sola dai Thompson, senza me.. Ho sentito dire che l'ultima babysitter che ci è andata ha avuto un esaurimento nervoso per colpa delle piccole pesti ma vabbè, non importa perchè tanto ci andrai da sola...senza me» ripeté.
Non lo sopportavo più con il suo giramento di parole e lavaggi di cervello ma dopotutto aveva fottutamente ragione, di nuovo. Ormai stava per oltrepassare la porta quando decisi di fermarlo, impugnando la manica del suo giubbotto. 
«Aspetta Lou, ti prego» mormorai. Solo Dio sa quanto orgoglio mi sia costata questo mossa che stavo mettendo in atto. «Non andartene, stasera mi farebbe piacere se mi aiutassi, ti prego, vieni stasera con me dai Thompson» lo implorai quasi.
Ed ecco lì, il mio orgoglio che svolazzava via col vento. Lui sentendo le mie suppliche si voltò, richiudendo la porta e prendendomi il viso tra le mani. 
«Sei troppo tenera quando supplichi, come potrei dirti di no?» ghignò. Mi liberai dalla sua presa sbuffando e mi buttai sul divano. 
«Sì sì come dici tu, ma ora levati quel sorriso del cazzo che hai stampato in faccia e nessuno si farà del male» tagliai corto gesticolando con la mano. 
«Credo proprio che dovresti prenderti una camomilla prima di andare dai Thompson o li terrorrizerai» ridacchiò. 
«Non è vero mogliettina mia, andiamo in cucina!» disse prendendo un braccio Rachel, che si era trovata tutto il tempo seduta sul divano a guardare tranquillamente quella stupida spugna Spongebob, e prontamente acconsentì. Sorrisi. Senza dubbo Louis era un rompipalle di prima categoria, ma nessuno riusciva a resistere al suo charm, tanto meno io. Ormai diverse volte Louis si era mostrato di essere utile.

 
 

LOOK AT ME!

ODDIO RAGAZZE, QUANTO TEMPO CHE NON AGGIORNAVO.. MA PER FARMI PERDONARE L'HO FATTO UN PO' PIU' LUNGO RISPETTO AGLI ALTRI.. AMATEMI! 
VOLEVO CHIARIRE CHE L'INIZIO DELLA STORIA NON HA NIENTE A CHE FARE CON ZOUIS MA ERA SOLTANTO PER RENDERE UN PO' PIU' DIVERTENTE QUESTO CAPITOLO... DEL RESTO VEDETE ANCHE VOI CHE LOUIS E SUNSHINE INIZIANO AD AVVICINARSI E DIVENTARE SEMPRE PIU' AMICI. *scendeunalacrima*
A PRESTO,
LA VOSTRA CRI :)

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