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Autore: sweetmartini    27/12/2013    3 recensioni
Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un giovane principe viveva in un castello splendente. Benché avesse tutto quello che poteva desiderare il principe era viziato, egoista e cattivo.
Accadde però che una notte di inverno una vecchia mendicante arrivò al castello e offrì al principe una rosa in cambio di un riparo dal freddo pungente. Lui, che provava repulsione per quella vecchia dal misero aspetto, rise del dono e la cacciò. Ma lei lo avvertì di non lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore.
Storia basata sul film disney La Bella e La Bestia
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The Cook and the Beast


 

“No! Maledetto bestione, metti mi giù!” urlò Usopp con rinnovato coraggio mentre cercava di liberarsi dalla presa della bestia.
“Quanto sei fastidioso” borbottò la bestia rinchiudendolo senza tante cerimonie in una carrozza che iniziò ad animarsi.
“Portalo al villaggio” ordinò al mezzo che si incamminò con all’interno l’inventore che continuava a protestare.
Ignorando i suoi piagnistei, la bestia ritornò al palazzo dove venne fermato da Ace.
“Padron Zoro pensavo visto che l’ospite rimarrà per un po’ di tempo, non potremmo dargli una stanza più comoda?” propose il candelabro con un sorriso traballante. Zoro sospirò, infondo Ace non aveva torto, di certo lasciare il ragazzo nella cella non l’avrebbe messo in una buona luce e non avrebbe giovato al suo favore. Acconsentendo la bestia prese il candelabro in mano e ritornò nella torre.
Sanji dopo aver dato un altro calcio alla porta cercando di abbatterla, senza risultati, esausto si accosciò contro di essa.
Quel bastardo non gli aveva dato neanche il tempo di salutarlo, come si poteva essere così. . . 
Sanji sussultò udendo la porta riaprirsi e dopo un attimo di confusione un sentimento di rabbia si riappropriò del suo volto alla vista della bestia.
 “Potevi almeno farmi salutare Usopp, dato che rimarrò per sempre qui!” esulò aspro guardando dritto negli occhi di Zoro che rimaneva sempre più sorpreso. Nessuno prima di allora lo aveva guardato dritto negli occhi, a parte i suoi più cari servi.
“Ti mostrerò la tua stanza” borbottò lasciando la cella aperta.
“La mia stanza?” chiese Sanji alzando un sopracciglio stupito. “Pensavo che questa la fosse.”
“Vuoi rimanere qui?”
“Certo che no!”
“E allora seguimi!” 
Certo che ha dei gusti orribili, pensò divertito Sanji guardando le statue mostruose che decoravano i corridoi del castello. Tutto di quel posto trasmetteva oscurità come la bestia. Il castello rispecchiava esattamente il suo proprietario. Altro che principesse. . .
La bestia, ignara dei pensieri dell'altro, lo osservava con la coda dell’occhio notando come l'ospite non fosse particolarmente intimorito dalle circostanza. 
O forse sapeva bene come nascondere la paura?
“Dai digli qualcosa” gli sussurrò civettuolo Ace che intanto fungeva da luce guida, la bestia lo fulminò con lo sguardo, intimandogli di farsi gli affari suoi, riportando poi di nuovo l’attenzione al ragazzo.
“Spero che ti trova bene qui,” borbottò imbarazzato non ottenendo però alcuna risposta, il che lo irritò un po', quel damerino poteva almeno degnarsi di dargli una risposta! 
“Ascolta bene perché mi ripeterò solo una volta. Puoi andare dove ti pare per il castello tranne nell’ala ovest.”
“Cosa c’è nell’ala ovest?” chiese Sanji incuriosito finalmente parlando.
“E’ proibita!” affermò semplicemente Zoro infastidito da quella domanda. A quanto pare il tizio apriva la bocca solo quando non gli veniva richiesto, un tratto decisamente irritante. 
Sanji da dietro la bestia incrociò la braccia offeso. Come si permetteva di parlargli in quel modo? Avrebbe tanto voluto urlagli contro ma per quel momento decise di rimanere in silenzio, non sia mai che la bestia cambiasse idea e lo rinchiudesse di nuovo il quella torre puzzolente.
I due camminarono per un bel po’ in silenzio teso fin che non giunsero di fronte alla stanza degli ospiti.
“Se hai bisogno di qualcosa, chiedilo ai domestici” chiarì Zoro a Sanji invitandolo ad entrare.
“Forza invitalo a cena” gli bisbigliò Ace all’orecchio, Zoro si fece l’appunto di prendere un altro candelabro la prossima volta.
“Tu questa sera cenerai con me e non si tratta di un invito!” ringhiò chiudendo la porta di soppiatto dietro di sé.
Quel tipo, è proprio un buzzurro, pensò Sanji guardandosi intorno. La stanza era abbastanza grande, munita di vari mobili e con un enorme
letto a baldacchino situato vicino ad una grande vetrata che dava sul bosco circostante.
Almeno gli aveva dato una stanza decente. . . Stanza. Sanji con uno sguardo assente si mise una sigaretta in bocca senza accenderla. Quella sarebbe stata semmai per sempre la sua prigione. Con un ringhiò di rabbia lasciò cadere la sigaretta sul pavimento e si buttò nel letto mordendo un cuscino per la frustrazione. Non si sarebbe messo a piangere come un debole si promise, ma purtroppo una lacrime gli sfuggì seguita da altre. La sua vita era andata completamente sottosopra. Forse per una volta poteva anche lasciarsi andare, si disse soffocando i singhiozzi su quelle fredde lenzuola.
Sanji rimase per un bel po’ sdraiato sul letto senza muoversi, quella sera di certo avrebbe saltato la cena, non aveva voglia di vedere quel bestione. Stava per addormentarsi quando un bussare alla porta lo riportò all’erta. “Chi è?” borbottò assonnato aprendo la porta aspettandosi il servo di turno trovandosi invece davanti a sé una teiera insieme a vari oggetti.
Cosa diavolo?
“Ciao piacere di conoscerti, io sono Chopper” si presentò una piccola tazzina sorridendogli. Sanji alle parole spalancò gli occhi facendo dei passi indietro verso l’armadio.
“Devo essere completamente impazzito!”
“Ma come, non lo trovi super?!" domandò retorico l’armadio dietro di lui facendolo inciampare sui suoi piedi.
“Franky, non spaventarlo in quel modo” lo rimproverò la teiera che nel frattempo offriva una tazza di tè all’ospite sconcertato.
“Ehy non è giusto, avevo detto di aspettarmi!” urlò una forchetta entrando di soppiatto nella stanza seguita da uno spolverino.
“Mi dispiace Robin, non sono riuscito a fermarlo” si scusò quello con la teiera.
“Fa niente Marco, ti ho chiesto anche troppo.”
“E tu chi sei? Come ti chiami? Da dove vieni? Cosa fai?” La forchetta continuava a fare raffiche di domande a Sanji che ad ogni minuto che passava rimaneva sempre più stordito. Sono forse impazzito?
“Avanti Rufy, non stressarlo in quel modo” lo rimproverò lo spolverino che venne ovviamente ignorato.
“Shishishi, certo che sei veramente buffo con quelle sopracciglia.”
Sanji a quelle parole si riscosse dal suo stato di rimbambimento e guardò indemoniato la forchetta. “Senti chi parla!” urlò inviperito alla posata che continuava a sorridere tranquillamente.
“Sai, sei stato molto coraggioso oggi” disse la teiera cercando di calmare l’ospite.
“Già sei stato super!” concordò l’armadio commosso con le lacrime agli occhi.
“Ma ho perso la mia libertà, i miei sogni e-” Sanji spalancò gli occhi all’ultimo considerazione, “anche il mio lavoro, chi lo spiegherà al capo?!”
“Stai tranquillo, ogni cosa si risolverà” asserì in modo misterioso la teiera, sorridendogli affabilmente.
“Che lavoro facevi?” chiese incuriosito il piccolo Chopper cercando di risollevargli il morale .
“Sono anzi ero un cuoco.”
“Wow che bello!” commentò Rufy saltellando intorno. “Mi piacerebbe tanto mangiare la tua cucina.”
“Ma come fai a mangiare se sei una forchetta” constatò Sanji deprimendo la forchetta.
“Uffa non è giusto! E’ da una vita che non mangio qualcosa, sto morendo di fame!”
“Ma non può morire di fame, vero Marco?” domandò la piccola tazzina guardando confuso lo spolverino che fece spallucce.
“Su, è meglio che andiamo, abbiamo una cena da preparare” li riscosse Robin spingendo tutti fuori dalla stanza.
“Ciao!” lo salutarono in coro Chopper e Rufy lasciandolo da solo con l’armadio. Sanji non sapeva se credere ai suoi occhi.
“Allora che ne dici indossare dei nuovi vestiti per stasera?” gli propose l'armadio uscendo un paio di capi dalle sue ante. “Che ne dici di questa?” domandò mostrando una camicia Hawaiana di dubbio gusto. “No forse è meglio questa” mormorò estraendo una camicia azzurra gessata. Sanji scosse di no con la testa, buttandosi nel letto.
“Mi dispiace, ma io non scendo a cena.”
“Oh, questo non è super” mormorò Franky preoccupato per la reazione che avrebbe avuto il padrone.
“Eh ehm” li interruppe Nami entrando timidamente nella stanza. “La cena è pronta.”
Zoro quella sera era molto teso, era da anni con non interagiva con qualcuno in carne e ossa e non sapeva esattamente come comportarsi.
Nervoso camminava intorno al camino facendo avanti e indietro, non capendo perché ancora il ragazzo non si fosse presentato.
“Si può sapere che fine ha fatto?” ringhiò ad Ace e Robin che lo attendevano li insieme a lui.
“Zoro-san, si calmi. Sono sicura che presto arriverà” cercò di calmarlo la teiera.
“Padrone, non ha pensato che magari lui posso essere la persona giusta per spezzare l’incantesimo?” domandò Ace speranzoso.
“Certo che ci ho pensato!” esclamò Zoro continuando a girarsi intorno. “Ma spiegami, come potrò mai farlo innamorare di me?
Insomma guardatemi!” 
“Beh deve fargli vedere cosa ha dentro,” gli spiegò saggiamente Robin sorridendo.
“Ma non so come” sussurrò l’altro accasciandosi a terra. Non era una persona di gran classe, mai lo sarebbe stato e mai vorrebbe esserlo. 
“Inizia a stare più composto, si un gentil uomo!” lo rimproverò la teiera mettendolo sull’attenti.
“Già, farei qualcosa anche per quei capelli,” si intromise Ace osservando critico la chioma verde.
“Cosa hanno i miei capelli che no va?” borbottò Zoro con una smorfia.
“E poi sorrida calorosamente quando lo incontrerà” continuò l’altro con la complicità di Robin, divertita da quella situazione.
“Lo colpisca con il suo charme.”
“Ma sia gentile.”
“Riempilo di complimenti.”
“Ma sia sincero.”
“Ma soprattutto” aggiunse Ace notando la rabbia negli occhi di Zoro, stufo di tutti quei consigli. “Cerchi di controllare il suo umore!”
 Nel frattempo la porta si aprì rivelando la figura di Nami senza però l’ospite dietro di sé.
“Beh allora dov’è?” gli domandò Zoro con una punta di delusione nella voce.
“E vede” l’orologio iniziò a stringersi le mani nervosamente. “Sa com’è l’emozione del momento, la timidezza. Beh alla fine a deciso di. . .   
di non venire” finì sconsolata, pronta alla sfuriata che non si fece di certo attendere.
“COSA?!” gridò Zoro che senza attendere un minuto in più raggiunse in fretta la stanza di Sanji seguito dalla servitù che cercava di fermarlo.
 In poche falcate Zoro arrivò davanti la porta di Sanji ed iniziò a bussare furiosamente. “Credevo di averle detto di venire a cena!”
“Non ho fame” giunse sicura la voce di Sanji, il pelo della bestia a quelle parole si rialzò.
Come osava sfidarmi?
“Se non esce subito da qui, butterò giù la porta!”
“Ehm Padrone, non mi sembra il modo giusto per conquistare il ragazzo” tossì Ace cercando di farlo ragionare. “Non si comporti come un buzzurro!” lo pregò Nami dando man forte.
“Ma quello fa così il difficile!” ringhiò Zoro guardando rabbioso la porta.
“Avanti si calmi e si gentile” le disse Robin convincendolo riluttante.
“Verrebbe gentilmente a cena?” richiese Zoro con nuova calma.
“No!” rispose risoluto Sanji facendolo irritare di nuovo. Quel ragazzino era peggio di una zanzara. Zoro strinse gli artigli con forza e lanciò un occhiata storta ai suoi sottoposti.
“Garbato, cortese” consigliò Nami gentilmente.
“Mi farebbe per favore il piacere di venire subito a cena?” ritentò la bestia con la pazienza quasi a pezzi.
“Dica per favore” gli suggerì l’orologio sperando che quella fosse la volta buona.
“Per favore" aggiunse Zoro di malavoglia.
“No grazie!”  rifiutò ancora Sanji da dietro la porta.
“Non puoi rimanere rinchiuso lì per sempre!” ringhiò Zoro stanco della testardaggine dell’altro, passando dal lei al tu.
“Certo che posso!” rispose di rimando Sanji, a quelle parole l’altro non ci vede più!
“Bene fai come cavolo vuoi e muori di fame!” ringhiò Zoro. “Se non vuole mangiare con me, allora non mangerà affatto!” terminò allontanandosi da lì con rabbia.
“Direi che non è andata bene” scherzò Robin ridacchiando, come al solito in un momento poco appropriato. Nami scosse la testa e guardò seriamente il candelabro. “Ace! Tu stai di guardia e fammi sapere se succede qualcosa!”
“Conti su di me, mio capitano!” rispose ironicamente Ace iniziando a fare la guardia.
Zoro arrivò nelle sua stanza furioso, spaccando oggetti a destra e a manca. “Maledetto! Ma chi diavolo si crede di essere!” ringhiò giungendo di fronte alla rosa incantata. “Se crede che lo pregherò si sbaglia di grosso” continuò, borbottando fra sé mentre prendeva in mano lo specchio magico. “Mostrami il ragazzo!” A quell’ordine lo specchio iniziò ad illuminarsi rivelando la figura di Sanji mentre discuteva con l’armadio.
“Vedrai che il padrone è super quando lo conosci meglio” disse Franky cercando di convincere l’altro.
“Ma io non voglio proprio saperne nulla di quel mostro!”
A quella frase dell'altro Zoro si incupì e mise lo specchio di lato, non volendo ascoltare nulla di più.













Ciao a tutti! ^^
Spero che abbiate passato tutti delle buone feste :)
Ecco qua il nuovo capitolo spero che vi piaccia ^^
Alla prossima settimana! 

Sweetmartini
 
  
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