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Autore: LaSpacciatrice    27/12/2013    0 recensioni
Louis intanto se ne va, probabilmente ha capito che non deve rompermi i coglioni, così io sono finalmente libero di parlare con Isabel.
Non faccio in tempo a dire “One Direction”* che ritorna quello scassapalle di Louis. E non solo lui, ma anche Liam, Niall e Zayn. Seriamente, dovrei sfrattarlo dal suo ruolo di migliore amico. Che bel primo giorno di scuola.
Zayn si avvicina a Isabel, per poi accarezzarle la guancia. –Hey dolcezza, che crema idratante per la pelle usi? E’ morbida e vellutata, quasi come la mia!- e le fa l’occhiolino. Lei lo guarda con sufficienza, e fa per parlare quando dalla finestra entra all’improvviso una tizia/un militare con un cespuglio in testa e la faccia ricoperta di fango, che grida, puntando un dito contro Zayn –Tu, brutto traditore! Ho visto tutto, e non provare a mentirmi! Dicevi che la pelle più vellutata dopo la tua era la mia!-
Il pakistano indietreggia e balbetta –P-Perrie?- O.M.G. Quella pazza è seriamente Perrie?! Sembra una appena scappata dal manicomio! E non provate a dire che non ci sono più, perché non è vero, sono stati tutti trasferiti nell’Area 51, dominata dagli alieni, lo so.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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POV HARRY
Quel giorno ricordo di aver camminato in lungo e in largo, senza una meta, sotto la pioggia (Bugiardo, il sole splendeva ndLaSpacciatrice), fino a che non mi ritrovai al parchetto dove eravamo soliti trovarci io, Louis, Zayne, Liam e quel bastardo.
Mi sedetti sulla panchina e rimuginai. Ero incazzato, eccome se lo ero. Se avessi potuto avrei raso al suolo l'intera città. L'unico problema è che non sono Naruto e che non ho la Volpe a Nove Code dentro il mio stomaco, ma ci sto lavorando.
Nessuno aveva resistito al mio fascino. Ero il più bello del gruppo, e che cazzo! E Niall era sempre stato quello che pensava meno alle ragazze (il suo motto era: "Nando's sempre al primo posto!").
''Cos'ha lui che io non ho? Fascino? Nah. Intelligenza? L'anno scorso ha rischiato la bocciatura e solo per magnanimità è stato promosso.'' Era forse più divertente di me? Scossi la testa: le sue battute non le capiva nessuno. Certo, non capivano nemmeno le mie, ma questi sono futili dettagli.
Non capivo, non capivo perché me la prendessi tanto. Alla fine decisi che era perché mi sentivo ferito nell'orgoglio.
Quando tornai a casa, verso le ventitrè, la luce della cucina era accesa. All'interno c'era mia madre, Anne, che beveva della camomilla.
-Ciao ma'- dissi
Lei alzò lo sguardo sorpresa e, facendomi un sorriso dolce, mi rispose: -Ciao tesoro mio. -. poi, guardandomi bene, mi domandò -E' successo qualcosa?-
Sospirai. Era terrificante come mia mamma riuscisse a capire con un solo sguardo come mi sentissi.
Non feci in tempo a formulare questo pensiero che lei mi disse -Sono una brava Legilimens. E poi Paolo Fox oggi ha detto che per l'Acquario ci sarebbero state delle sorprese. Ora racconta dai.-
-C'è una ragazza con cui volevo sco...Emhm, uscire, e lei non vuole perché...- Mi fermai, perché sentii una strana aura omicida intorno a me. Lievemente inquietato, alzai lo sguardo, per vedere mia mamma assatanata. -COME OSA!! CHE AFFRONTO!- persino la voce era terrificante. Si alzò e aprì una credenza tirando fuori una mitragliatrice. Sgranai gli occhi: ''Perché nasconde una mitragliatrice in cucina? Ma soprattutto perché ha una mitragliatrice?''.
Poi, sempre dalla famosa credenza, tirò fuori un casco. -Non ti preoccupare caro, mica mi metto a guidare il tir senza precauzioni!-
''Ahh, ora va megli... ASPETTA! Da quando abbiamo un tir?!''
-Mamma, mamma, non possiamo ucciderla! Ricordi cosa accadde l'ultima volta che ti sei arrabbiata? Sei mesi di carcere e due anni di libertà vigilata! Per non parlare del fatto che due volte a settimana dovevi andare dallo psicologo, che è dall'altra parte della città! TU NON VUOI RITORNARE DALLO PSICOLOGO, VERO?!-
Solo questo riusciva a fermarlo. Lo psicologo. Ma non uno qualsiasi, intendiamoci.
Lo psicologo di cui mia mamma ha tanto paura si chiama Des. Ovvero, mio padre.
Eh, già. Mio padre è l'unico in grado di fermare mia mamma quando è incazzata.
Nemmeno il mio patrigno Robin ci riesce.
Dopo circa due ore, mia mamma dormiva beatamente sul divano, mentre io rimuginavo.
Non sapevo cosa fare, come comportarmi. Ad un tratto, una lampadina si accese sopra la mia testa (nel vero senso della parola, la lampadina di camera mia va a scatti): sarei andato a chiedere un consiglio a papino.
  
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