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Autore: needs1Dhugs    27/12/2013    4 recensioni
Okk, come dire, è la mia seconda ff ma l'altra dopo il primo capitolo l'ho eliminata, sapete com'è mi sembrava banale, e io odio le cose banali.
In questa storia i ragazzi saranno famosi ma NON sarà come al solito che lei andrà al concerto e CASUALMENTE tra centinaia e centinaia di ragazze uno dei membri dei 1D si innamora di lei. NO assolutamente no. Mi farebbe piacere se entraste e se lasciaste una piiiiccola recensione, anche se per me già se leggete questa storia mi fate immensamente felice.
Vi lascio con un pezzo del prologo:
[...] i capelli scuri che tendevano al nero anche se io mi ostinavo a dichiarare che fossero solamente castano scuro, le labbra normali, diciamo, infatti il labbro superiore era leggermente più carnoso di quello inferiore, dettaglio che tra l'altro io odiavo profondamente. E poi mi accinsi a osservare gli occhi, i miei occhi, erano, come dire, di un colore altrrnativo che andava dal rosso sangue, quando ero veramente incazzata al rosso quasi slavato quando ero terribilmente annoiata. Non che fossi una vampira o qualcosa del genere, semplicemente i miei occhi avevano deciso di farmi uno scherzetto, ecco....
Anche su fb esiste: sono io.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 16:


La mia unica roccia. Orma non potevo più aggrapparmi su nessun altro. O mi avrebbero ferito, come Freece ad esempio, mi ero aperta sperando in un suo aiuto, sperando che mi potesse capire, ma come tutti mi lasciò andar via, mi lasciò da sola, mi lasciò cadere nel mio buco nero personale nel quale solo poche cose riuscivano ad entrarne senza volerne necessariamente uscire, per esempio Lux, o la musica, o lo sport. O l’amicizia. Mi manca l’amicizia, mi manca poter parlare con qualcuno. Mi manca quella sensazione di solidarietà, di unione, di comprensione che c’è tra amici. Mi manca e non posso farne a meno. Come non posso fare a meno di andare in bagno, o respirare, o cantare, o almeno, potrei farlo, sì potrei ma per poco, troppo poco.
Lentamente mi accarezzo i vari tatuaggi tracciandone il contorno con il dito conoscendoli ormai a memoria. Non mi sono mai pentita di quelle macchie scure, mai. Come farei? Ormai sono una parte integrante di me.
Lentamente mi preparo per poi stendermi sotto le coperte. Ma non mi addormento. Semplicemente resto distesa con gli occhi aperti per tanto tempo fino a quando non sento delle voci salire su per il corridoio e quindi chiudo di scatto gli occhi maledicendomi per non aver accostato la porta, ma ormai non potevo farci nulla quindi mi girai sul fianco fino a che il rumore dei passi non si perse in lontananza. Quella casa era troppo grande! Impossibile da vivere appieno.
Dopo tutto lo stress accumulato durante la giornata mi ci sarebbe voluta una bella dormita, che però non arrivò fino a tarda notte. Dio quanto odiavo non riuscire ad addormentarmi, soprattutto se stanca.
La mattina dopo mi svegliai molto, ma molto, ma proprio molto tardi, o almeno per i miei standard, infatti scesi a fare colazione alle undici. E io odiavo iniziare una giornata tardi, poi finiva troppo presto e uno rimaneva come uno stoccafisso.
Mi piace la parola stoccafisso. È terribilmente intrigante, non lo so, mi piace dirla, mi piace gustarne il sapore acido ma con un retrogusto dolce e amaro, insomma in realtà non c’è un vero perché, mi piace e basta, diciamo la verità. Come quando ami una persona, la ami, ami il tutto e il niente di lui, o di lei.
Svogliatamente scesi in cucina e mi sedetti su una sedia fissando in religioso silenzio il tavolo di fronte a me ignorando tutto e tutti. Con un gemito di disapprovazione per qualcosa che probabilmente non avrebbe senso picchio la testa contro il legno scuro e restando poi in quella posizione alquanto comoda.
In quel momento volevo solo eclissarmi da tutto e tutti, cosa alquanto impossibile visto che dieci minuti dopo qualcuno che potrebbe casualmente portare il nome di Niall James Horan mi si buttò addosso, ma letteralmente! Come se non avessimo mai litigato, come se fossimo sempre stati dei buoni amici.
Gran fastidio, una gran fastidio si prova quando qualcuno cerca di fare finta che qualsiasi cosa in realtà non sia mai successa. Mi prudevano le mani, due erano le possibilità, o soffrivo di una malattia alla pelle oppure non vedevo l’ora di spaccare il naso a qualcuno.
-Chiunque tu sia, o meglio, Niall, levati subito da sopra di me. Mi prudono le mani e ti assicuro che non ho mai sofferto di malattie alla cute.-
-Allora?-
-Allora cosa? Metti un soggetto, un predicato verbale e possibilmente anche un complemento oggetto. Se proprio vuoi sprecarti ti consiglio anche i complementi di specificazione.-
Acida. Acida e scontrosa. Ma cosa si aspettavano da me? Che accettassi le loro scuse a braccia aperte? Che credessi a quella sottospecie di bugia che mi aveva rifilato Harry? Ma scherziamo? Anche un bambino di tre anni avrebbe capito che mentiva. Ma vi prego!
-Che ne dici?-
-Ti sei dimenticato di dare un senso logico alla frase visto che fino a poco fa stavo praticamente sdraiata sul tavolo cercando di attivare le mie funzioni vitali fondamentali e non.-
-Beh, allora, ci hai pensato? A quello che ti ha detto ieri Hazza?-
-Quella sottospecie di bugia? Dio vi prego! Credete veramente che sia così stupida! Non ci posso credere! Che opinione bassa avete di me. Quindi, la base di un rapporto qualsiasi è la fiducia, giusto? Beh non penso di potermi fidare di voi se anche quando mi fate delle scuse mentite. Pretendo la verità. Se vogliamo ricominciare mi spetta, come minimo. E questo lo puoi capire pure da solo. Prima di allora non voglio avere niente a che fare con voi. Addio.-
Mi alzai da tavolo, la fame era scomparsa, puff, come per magia, che cosa strana, non trovate?
-Arya!-
-Minchia! Oggi mi sento molto ricercata. Ma quale onore signor Payne, a cosa devo la vostra poco gradita attenzione?-
-Signora... Ehi aspetta!-
-Tranquillo, io non mi muovo da qui.-
-Ma noi non sappiamo il tuo cognome! Come mai?-
-Forse perché nono ve l’ho mai detto? Non lo so, questa è solo un’ipotesi, poi dimmi tu.-
-Molto simpatica.-
-Grazie, lo so.-
-Comunque tornando alle cose serie, qual è il tuo cognome.-
-Io non ho un cognome.-
-Dai, è impossibile, tutti abbiamo un cognome. Come si chiamano i tuoi di cognome?-
-I miei genitori biologici? Si chiamano Murray di cognome ma io non ho un cognome. O almeno, non porto il loro. Ma non penso che vi debba importare. Quindi, cosa devi dirmi?-
-Niall c’è rimasto male.-
-Perché non ho creduto alla vostra bugia? Spiacente ma non posso crederci e non posso perdonarvi se prima non conosco la verità. Ti direi che mi spiace ma non mi fa né caldo né freddo, quindi ciccia e a quando deciderete di rivelarmi il vero motivo per il quale mi avete trattato di merda. No, anzi no, fatemi un regalo di compleanno e ditemelo tra due giorni, è meglio.-
Questa volta arrivai in camera illesa. Lentamente mi cambiai e misi un semplice leggins nero e una felpa abnorme rubata da quella specie di stanza piena di vestiti che i ragazzi mi avevano messo a disposizione il primo giorno passato con loro.
Era calda, accogliente, e io stavo impazzendo.
Essendo stufa di quella stanza, sembrava che ci dovessi mettere le radici là dentro ridiscesi nuovamente e, senza salutare, uscii dirigendomi verso il centro, a Lester Square, ancora una volta, non so perché, ma quel posto mi tranquillizzava, mi sentivo accettata anche se non lo ero, in mezzo a tutta quella gente immaginavo di poter incrociare lo sguardo del mio futuro marito, come se qualcuno mi avrebbe mai sposato.
Purtroppo i miei pensieri furono interrotti dalla mia suoneria, avevo addirittura portato il cellulare! Si fanno progressi!
-Pronto?-
-Arya! Dove sei!-
-Dio Harry! Sei stressante! Sono grande e vaccinata giusto? Quindi non rompermi e vai a fanculo!-
-Scusa se volevo interessarmi a quello che fai!-
-Scusa se sono uscita da quella casa per stare da sola!-
-Scusa se ci preoccupiamo!-
-Scusa se non vi credo! Sono stufa. Stufa marcia di tutto ok? Prima mi picchiate, poi fate finta di accettarmi, poi mi prendete a parole e ora pretendete che tutto torni come prima? Scusate se non ci credo neanche un po’!-
Gli attaccai in faccia a quel cretino! Ma guarda un po’! manco fossi una bimba di 3 anni!
Sbuffando mi sedetti sul muretto vicino al TKTS, da quanto tempo non mi andavo a vedere un musical, adoro i musical, sono fottutamente belli. Quattro anni prima vidi The Lion King e me ne innamorai, era bellissimo, non banale o stupido, veramente bello e spettacolare come anche Wicked, Billy Elliot, Legaly Blonde, We Will Rock You e i Jersey Boys. Tutti musical stupendi.
Ma non avevo abbastanza soldi e i biglietti anche se comprati al TKTS costavano un patrimonio.
Sconsolata mi alzai per poi iniziare a vagare senza una meta precisa per la piazzetta centrale.
Osservai. Osservai i bambini felici. Osservai le giovani coppiette sdolcinate. Osservai i lavoratori che si mangiavano di fretta un panino preso da Tesco o dal Pret  Manger, qualcuno con i bibitoni di caffè dello Starbucks, qualcuno con un espresso doppio di Caffè Nero, altri che sorseggiavano un Costa caffè mentre in mano avevano un panino alla mozzarella e polpette e cercavano di scrivere messaggini in contemporanea. Osservai le donne che facevano jogging, osservai gli anziani che portavano a passeggio i cani. Osservai i ragazzi usciti da scuola che si amalgamavano diventando dei gruppi indistinti a causa delle divise scolastiche. Osservai le domestiche, per così dire, che portavano fuori la spazzatura.
Osservai la vita di diverse generazioni scorrermi davanti.
Improvvisamente mi alzai. Come per scacciare un tarlo dalla testa. Come per scacciare un’idea tanto meditata ma mai messa in atto.
Inizia a correre senza un’apparente motivo, sbagliando qualche volta strada e ricevendo in cambio, oltre che ai soliti sguardi di disgusto, occhiate di pietà, come se fossi una pazza psicopatica.
Comunque riuscii ad arrivare davanti al negozio tanto agognato, il famoso “London Ink” che si trova esattamente a 332 GOSWELL ROAD ANGEL EC1 7LQ, non troppo vicino al British Museum, anzi decisamente lontano ma comunque in quella zona.
Entrai e un impiegato mi accolse squadrandomi da capo a piadi come a chiedermi cosa ci facessi lì. Insomma a parte gli occhi non dovevo per niente sembrare una tipa tipo “Ehi bro!” “ Come butta amico” o cose del genere o neanche una che non vede l’ora di poter andare in televisione.
-Cosa vuoi?-
-Prendere appuntamento per farmi un tatuaggio, grazie.-
-Aspetta qui, vado a chiamare il capo.-
-Tranquillo, non mi muovo.-
Aspettai nell’atrio per cinque minuti buoni durante i quali mi guardai intorno.
Era uno spazio abbastanza grande, rettangolare, pulito e tenuto in ordine.
Alla mia destra c’era la cassa e davanti a me una tenda rossa. Probabilmente da lì si accedeva alla saletta del capo che dava a sua volta sullo studio.
Era da un po’ di tempo che non ci venivo. Un po’ tanto a dir la verità.
Non che avessi fatto più di tanti tatuaggi, solo uno, a dir la verità.
-Allora... Arya?-
-Freece? Che cosa ci fai qui?-
-Mio padre è il proprietario di questo negozio. Tu invece?-
-Voglio farmi un tatuaggio. Sai com’è, siamo in un negozio di tatuaggi.-
-Ok, allora, in questi giorni simo pieni... ah, scusa, una domanda, tu non vuoi far parte dello show vero?-
-Cosa? Oh no, tranquillo. Solo un tatuaggio. Niente televisione.-
-Ok... allora... dovremmo avere un buco il 16 alle quattro. Ti va bene?-
-Il 16? Un altro giorno non si potrebbe? No mi spiace. Altrimenti saltiamo e andiamo direttamente a tra due mesi...-
-No, non fa niente, e che il 16 sia. Grazie. Arrivederci.-
Velocemente uscii da lì per dirigermi alla metro.
In meno di un’ora fui di ritorno a casa, ci avevo messo meno di quello che avevo pensato. Strano, di solito se esco sto fuori per giornate piene invece avevo fatto tutto in tre orette scarse.
-Dove sei stata?-
-Com’è questo improvviso interessamento alle mie attività? Sono stata a Lester Square comunque e ora per favore lasciatemi mangiare qualcosa. Non mangio niente da ieri sera.-
Che stress.
-Arya ma tu sei nata il 16 Dicembre?-
-Dio! Non lo vedi che sto cercando di trovare qualcosa di commestibile? Comunque sì. Sono nata il 16 dicembre. Ma cosa vi può importare poi?-
-No niente, niente. Che fai per Natale?-
-Pensavo di restarmene qui. Se non è un problema e voi volete fare una super festa per vip.-
-Non vai dalla tua famiglia?-
-Diamine Liam! la mia famiglia non esiste ok? Ok.-
-Ehi! Calmati, non arrabiarti troppo!-
-E tu non farmi domande cretine.-
-Ma tornando al discorso di prima, veramente sei stata tre ore a Lester Square?-
-No, sono andata a prenotare un appuntamento dal tatuatore. Contenti?-
-Ti fai un tatuaggio?-
-No dal tatuatore pensavo di farmi una sauna sai?-
-Cosa?-
-Cosa cosa Liam?-
-Cosa ti tatui?-
-Free Yourself sulla spalla destra in corsivo con una piuma che parte dalla e finale di Free e da una parte si sgretola per poi diventare degli uccelli. Non so se mi spiego.-
-Wow, hai le idee chiare insomma.-
-Non vado a farmi il primo tatuaggio carino che vedo. Ci penso da mesi a questo tatuaggio. E quindi sì. Direi di avere le idee abbastanza chiare.-
Voltandogli le spalle aprii il frigo per prendere una fetta di prosciutto crudo, due fette di pane in carretta e del formaggio. Ci preparai un panino che mangiai in meno di un secondo.
-Arya?-
-Sì?-
Dio giuro che se mi rompono un’altra volta li stermino tutti. Come fa l’imperatore con gli Jedi. Vi giuro che mi metto a sparare fulmini di Forza dalle dita e se serve mi faccio pure raggrinzire la pelle sul viso prosciugandola di una qualsiasi forza e facendola attaccare al mio cranio. Giuro che lo faccio.
-Posso farti una domanda seria?-
-sì Niall, fammi una domanda seria.-
-Cosa vuoi per Natale?-
-Cosa voglio per Natale? Vorrei un sacco di cose. Tante, troppe forse. Tutte irrealizzabili, purtroppo.-
-C’è un lui che vuoi quindi?-
-Ehm no?-
-Non ti credo.-
-Stammi a sentire Niall. Apri bene le orecchie che non te lo ripeto una seconda volta ok?-
-Ok-
- Tutti a chiedere cosa vuoi per Natale.
Tutte a rispondere “lui” come se fosse un oggetto.
Nessuno che voglia vivere. Nessuno che voglia smettere di recitare, di fingere, di imitare. Nessuno che voglia gettare le proprie maschere, calpestarle, smetterla di essere marionette di una società ingiusta. Smetterla di giudicare persone senza conoscerle.
Nessuno che urla “NO” all’usare “gay”. “omosessuale”, “lesbica”, “bisex”, “bisessuale” come se fossero degli insulti.
Nessuno che lotti contro l’omofobia.
Nessuno che lotti per legalizzare i matrimoni gay.
Nessuno che si faccia avanti.
Nessuno che si assume la responsabilità di contrastare la corrente del fiume.
Siamo il mondo, ma non facciamo niente per lui.
Abbiamo intrappolato fiumi enormi in delle dighe, abbiamo costruito città, pietra dopo pietra, abbiamo osservato la Luna, abbiamo costruito sonde, razzi e basi spaziali, siamo atterrati sulla Luna. Si sta cercando un modo per arrivare su Marte. Si ipotizza di poter atterrare addirittura fino ad Io, satellite di Giove ma con una conformazione rocciosa, per capire come sia realmente fatto questa stella non esplosa.
Noi che abbiamo esplorato il micro e il macro mondo.
Noi , umani, brillanti siamo degli ottusi.
Ottusi che non capiscono che l’amore è amore.
Ottusi che ogni qual volta una coppia omosessuale ha delle dimostrazioni d’affetto in pubblico tutti gli danno addosso. Insultandoli con epiteti molto poco carini come:” finocchi”.
Noi che diciamo di non essere omofobi ma poi storciamo il maso di fronte a certe cose.
Noi che non ci riteniamo razzisti a se vediamo un nero o un mulatto per strada ci giriamo dall’altra parte per non vederlo e se ci rivolge la parola storciamo il naso.
Noi siamo gli umani brillanti e ottusi.
Nulla di più contraddittorio. Noi che riteniamo gli altri inferiori a noi.
Noi che per esercitare più potere sulla grande massa delle persone le teniamo nell’ignoranza.
Noi che facciamo credere alle nuove generazioni che la scuola non serve a nulla, che le cose che lo stato afferma sono giuste e non si discutono.
Noi siamo gli stolti umani.
Noi che sopravviviamo, troppo stanchi per nuotare, noi che ci facciamo trasportare dalla corrente, corrente che ci mette davanti a stereotipi di società “perfetta” e noi stolti umani ci crediamo e cerchiamo di adattarci. Ci modifichiamo. Soffriamo. Indossiamo maschere.
Vi presento la brillante, ottusa e stolta razza umana.
Ecco cosa vorrei per Natale Niall. Vorrei che gli uomini aprissero gli occhi. Che capissero. Che tutti gli omosessuali possano gridare di esserlo senza essere giudicati. Che si smetta con questo razzismo di merda. Con questo seguire la società. Che si smetta di essere così brillantemente stolti e ottusi.
Ecco perché ti dico che è un desiderio irrealizzabile. Lo capisci adesso?
Ora se permetti vado di là ad allenarmi.-
 
 
 
 
 
MY LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTLE SPACE!!!!


Ma buongiorno a tutti/e!!!! scusate l’immenso ritardo ma non avevo idee e alla fine sono riuscita a partorire questo coso che dovrebbe essere un capitolo.
L’unico punto che mi piace è quando Arya dice cosa vuole per Natale CwC lo amoooooo *-* ci ho messo tipo una mattinata a scriverlo, volevo renderlo al meglio. Volevo farvi provare un briciolo di quello che provo io quando sento tipo che la gente chiama una persona “gay” come se fosse un insulto.
Vi giuro mi fanno salire un crimine tremendo quelle persone.
E POI CI SONO IO AD URLARE NO ALL’OMOFOBIA!!!!! OMOFOBI DI MERDA VI SPACCO I CULI A TUTTI QUANTI BRUTTI STRONZI!!!
No ok la smetto. Scusatemi ma mi gaso troppo quando si parla di ste cose. Lasciatemi stare va!
Mi scuso ancora per questo specie di orrore che non so con quale coraggio pubblicherò.
Spero di non farvi andare di traverso tutto il panettone/pandoro/torrone/qualsiasi altra cosa abbiate mangiato a Natale e nel tuo caso cara la mia One Love spero che non ti vadano di traverso i popcorn, le caramelle e la cioccolata calda e ti ricordo che devi inviarmi quella foto e dirmi come si chiama quella pagina dove prendi le foto fighe u.u
Ahahahahahahaha ma usare EFP invece di mandare messaggi? Io può gente! Inchinatevi a me!
No ok. Sono stata troppo tempo senza computer e ciò mi fa male. Ma più che altro sono stata troppo tempo senza vacanze!!!!
Quindi io vi auguro buon Natale in ritardo e un felicissimo Anno Nuovo perché non credo che ci rivedremo prima del 31 dopo questa cosa qui che ho scritto.
*si va a nascondere in un angolino.*
Alla prossima gente!!
P.S questo sarà il tatuaggio di Arya: http://www.etattoo.it/wp-content/uploads/2013/06/free-yourself-scritta-tattoo.jpg
Spero di averlo descritto abbastanza bene.
Kiss Kiss
-Barby
  
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