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Autore: Ged    27/12/2013    3 recensioni
Sentirsi braccato, giorno e notte, consapevole che lei è sempre dietro di te, in agguato. Ti cerca. Ti cercherà sempre. Finché non avrà raggiunto il suo obbiettivo: divorare il tuo cuore.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heartless, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Xehanort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, KH Birth by Sleep
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gedo senki - Le cronache di guerra di Ged'
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Capitolo 5 - Ricordi dal passato



Quando Ged aprì gli occhi, o per meglio dire l'occhio, vide difronte a sè delle travi di legno: il soffitto di una casa. Provó ad alzarsi con il busto per guardarsi in giro e capire dove si trovasse, ma una fitta dolorosa al fianco lo costrinse a distendersi nuovamente. Quei pochi secondi comunque bastarono per capire la situazione: si trovava dentro ad un letto,  e la coperta costituita dalla pelliccia di qualche animale lo copriva fino al ventre, donandogli un piacevole calore, peraltro aiutato da quello provocato dallo scoppiettare di un fuoco nel camino lì vicino. Si osservó la mano destra, completamente coperta da bende, come il resto del suo corpo, compreso l'occhio gonfio. Non era difficile capirlo, nonostante la visibilità limitata, perché sentiva chiaramente quella stoffa ruvida stringersi forte intorno alla pelle.
<< Finalmente ti sei svegliato, kupó!>>
A causa del punto cieco dell'occhio, dovuto alla fasciatura, non si era accorto di avere il Moguri vicino.
<< Cosa mi è successo?>>
<< Dopo che la pianta è caduta, hai vomitato sangue e in seguito hai perso conoscenza, kupó! E tutto questo è successo ieri: hai dormito per tutto il giorno...>>
"Ero davvero messo così male?"
Poi gli ritornó alla mente l'uomo misterioso vestito di nero... Era su tutto un altro livello rispetto alla sua compagna: oltre ad essere immune per qualche strano motivo alla magia, era estremamente veloce e potente, e la sua resistenza era fuori dal comune. Ricordó con orrore dei suoi pugni sul suo volto e su tutto il suo corpo, simili all'impatto provocato dall'abbattersi di tonnellate d'acciaio, mentre lui impotente difronte alla scena era costretto ad incassare. Quell'uomo sembrava davvero di ferro, e la prova era di come ne fosse uscito incolume dopo essere stato pestato dal gigante. Era davvero un mostro.
<< Purtroppo nessuno di noi è pratico nelle magie curative, kupó... Ci siamo arrangiati con qualche medicazione di primo soccorso, come vedi...>>
"Dannazione... Ho sprecato troppa magia in quel combattimento e ora non mi sono ancora ripreso del tutto... Al momento non ho abbastanza Potere per curarmi da solo... Dovrò accontentarmi delle loro medicazioni e di queste fastidiose bende..."
<< Loro dove sono...?>>, era intervenuto alla fine Ged.
<< Sono andati a riportare l'arpa nel suo castello sulla collina... Torneranno nel pomeriggio, kupó.>>
Il ragazzo tornó a fissare il soffitto, ed in seguito, seppur le bende ne limitassero i movimenti, cercó di girare la testa quel tanto che bastava per osservare fuori dalla finestra. Stentava a crederci: la terra arida ed incolta che li aveva accolti al loro arrivo, ora aveva lasciato spazio a campi lussureggianti e ricche praterie. La natura sembrava essersi finalmente risvegliata da quello che fino a poco tempo fa sembrava solo un incubo.

Si poteva udire una voce nell'aria, che riecheggiava per tutta la valle. Si trattava dell'arpa, che finalmente giunta al castello, ora si trovava sulla terrazza dove la sua voce avrebbe potuto diffondersi meglio per tutto il Mondo, mentre la natura le faceva da complice, gli uccellini cinguettavano tutti intorno a lei e le pecore trotterellavano felici per i prati.
<< Ah, che felicità!>>, cantava l'arpa, << Quando splende il sol che sbocciar fa i fior, e riscalda il cuor! Tutto canta intorno a me! Canta l'usignol! E risponde un coro di cagli e note dai boschi in fior! ... Il cielo ormai sereno, la primavera viene, con il suo dolce tepore, e gli svaghi e i suoi colori... Ah, che felicità! Chi sa dir cos'è, o spiegar com'è, chi descriver sa! La felicità! Va di sponda in sponda come l'onda, a primavera è tutto in onda, in onda! Sì, che felicità!...>>.
Era una voce angelica che si udiva fino alla casa dei contadini, seppur molto distante, e tranquillizzava l'animo di chi la ascoltava, compreso quello di Ged. Il giovane guardó il vaso posto sulla mensola della finestra, dove un fiore appassito aveva ripreso vita, sbocciando di nuovo difronte ai loro occhi. Anche il ragazzo cominciava a sentirsi meglio: quella canzone donava davvero la vita e la felicità a qualunque cosa toccasse.
"E così è questo il suo Potere...", pensó Ged.
<< Sai, ieri... Lassù...>>, aveva iniziato il Moguri, << ... Pensavo che saresti morto davvero, kupó! Ho avuto tanta paura!>>. Inizió così a piangere. Un pianto sincero, il pianto di un bambino.
<< Che lagna! Ti pare che uno come me muoia per così poco? Stupido coniglio...>>, Montblanc sorrideva tra le lacrime.
"Davvero ci tiene così tanto a me, questo Moguri...?", si ritrovó a pensare Ged, sentendosi stranito.
<< Vedo che anche tu non hai scherzato con quel gigante...>>, disse indicando la fasciatura stretta intorno alla spalla sinistra.
<< Ah, non è niente, kupó!>>
<< Bene, bene...>>, detto questo il ragazzo si addormentó senza troppi complimenti, lasciando il discorso a metà. Era davvero distrutto.

Nel pomeriggio, Topolino, Paperino e Pippo ritornarono alla casa. Ged si era appena svegliato.
<< Cos'avete intenzione di fare, voi due?>>, aveva chiesto il topo.
<< Non ne ho ancora idea.>>, rispose Ged, cercando a fatica di alzarsi dal letto.
<< Che ne dite di venire con noi dal Maestro Yen Sid? Sono sicuro che anche lui vorrà ringraziarvi! Sapete... Lui ci ha osservato con la sua magia durante tutto il viaggio, quindi avrà visto certamente anche le vostre gesta.>>
<< E con cosa viaggiate, kupó?>>, aveva chiesto Montblanc sperando che la risposta non fosse "Teletrasporto"... Gli era bastato una volta, non lo avrebbe mai più rifatto!
<< Sono sicuro che da un momento all'altro dovrebbe arrivare la Gummiship inviata dal Maestro!>>
Il Moguri tiró un sospiro di sollievo.
<< E quando pensi che arriverà questa "Gummiship", kupó?>>, chiese Montblanc incuriosito, mentre intanto osservava un Ged ancora mezzo addormentato.
<< Anche subito!>>
Il Moguri piegò la testa, facendo segno di non capire.
<< Maestro Yen Sid!>>, chiamó il topo urlando verso il cielo, << Lo so che ci sta osservando anche ora! Noi avremmo completato la missione e finito i preparativi, quindi può inviarci la Gummiship anche subito, come aveva promesso!>>.
<< Ottimo lavoro.>>, una voce cupa e tonante vibrava nell'aria, << Tuttavia siete stati aiutati, e questo non era ció che intendevo con "cavarsela con le proprie forze".>>
I tre fecero una faccia delusa, fissando tristi il suolo. Voleva dire che tutta la loro missione non aveva avuto senso, se la avevano fallita.
<< Tuttavia...>>, una nuova speranza accese i loro cuori, << Ho davvero apprezzato la vostra tenacia e di come abbiate continuato a resistere fino all'ultimo. Eccetto tu, Paperino.>>.
Il gruppo rise al ricordo di quella scena nella quale il papero aveva cercato di uccidere la mucca con un fare quasi satanico.
<< Ma dopotutto la missione non era stata affidata a te, ma a Topolino, che a mio parere, l'ha superata a pieni voti. Vi do quindi l'autorizzazione a tornare: presto vi invierò sul posto la Gummiship.>>
I tre scoppiarono in un urlo di esultanza, al quale si unì pure Montblanc mentre Ged osservava la scena infastidito dal troppo rumore: era ancora intontito e di certo lo schiamazzare di quegli idioti non lo aiutava di certo.

Come promesso, uno strano rombo di motori preannunciò l'arrivo della Gummiship. Il gruppo guardó fuori dalla finestra: una sorta di navicella rossa e gialla e dalla cupola di vetro azzurro stava scendendo dal cielo ad una velocità folle, rallentando all'ultimo secondo per potersi appoggiare dolcemente al suolo.
<< Wow!>>, esclamó incredulo Montblanc. A Ged invece non faceva nè caldo nè freddo, sia perché l'aveva vista molte volte raffigurata nei libri, sia perché non voleva dimostrarsi anche lui complice del Moguri nella sua esaltazione da bambino per una roba da niente. Poi era anche stanco morto.
La cupola si sollevó, permettendo al gruppo di entrare. C'erano solo tre sedili. Paperino si sedette al posto di guida, mentre Topolino e Pippo occuparono i restanti. A Ged il suolo andava più che bene, si sedette spalle al muro ed inizió subito a sonnecchiare.
<< Gawrsh! Quel tipo doveva essere davvero tosto per ridurlo così! Sta ancora dormendo...>>, notó Pippo.
<< Dite che l'ha fatto per salvarci...?>>, chiese Topolino.
<< Conoscendolo...>>, era intervenuto Montblanc, << Probabilmente sarebbe venuto lui stesso ad ucciderci, kupó! Dicendo una frase del tipo "Siete solo una seccatura...", ahahahah!>>.
Il gruppo era scoppiato in una sonora risata...
<< Zitti, o vi uccido sul serio.>>, aveva risposto freddo il giovane che si era appena svegliato, e tutti in un istante si zittirono!
Paperino accese i motori, il tempo di dare un ultimo saluto alla Valle Felice, teatro delle loro ultime avventure, e come un razzo partirono verso lo spazio. In pochi secondi, quel Mondo era diventato così lontano da sembrare solo un ricordo.
<< Il viaggio durerà tre ore circa, vi consiglio di riposarvi o di trovare qualcosa da fare per non rendere il tragitto troppo noioso!>>, aveva consigliato il topo.
<< E le uscite di sicurezza, kupó?>>
<< Non penso ce ne siano...>>
<< Ma come? Questa Gummiship non è a norma?>>
<< Neanche un po'!>>
Pippo si era messo a ridere con il suo tipico << Yuk!>>.


<< Ehi, senti Paperino!>>, si era avvicinato Montblanc, con un sorriso sinistro che non presagiva nulla di buono.
<< Che vuoi?>>
<< Sembri proprio stanco, kupó!>>
<< No, a dir la verità no...>>
<< Perfetto, come pensavo! Allora ti do io il cambio, kupó!>>, disse Montblanc sorridente, spingendo via Paperino e sedendosi al posto di guida.
<< No, tranquillo! Non importa, lascia pure!>>, tentò di declinare l'offerta il papero, anch'esso sorridente.
<< Ma si vede lontano un miglio quanto tu sia stanco, kupó!>>
<< Ma ora mi sento già meglio, eheh!>>
Dietro a quei sorrisi, si erano già dichiarati una guerra silenziosa.
<< Da che parte devo andare? Ah, non importa... Su, a tutta forza, kupó!!!>>
<< Fermo!!! Andremo a sbattere!!!>>
<< Wiiiiii!!!>>
Montblanc aveva preso ancora più ad accelerare, facendo sbalzare indietro chiunque non avesse allacciato le cinture di sicurezza. Stranamente Ged stava ancora dormendo.
<< Ora basta! Ridammi la cloche!!!>>, urlava Paperino al Moguri mentre quello accelerava sempre più, esibendo un sorriso soddisfatto, per certi versi inquietante.
<< Kupó!!!>>
<< Ehi, stavolta la tua frase nemmeno ha senso! Come faccio a rispondere?!>>
<< Ma che baccano...>>, Ged si era appena svegliato... Ora iniziavano i guai!
<< Si può sapere cosa sta succedendo qui?! Di chi è la colpa?! Lo incenerirò all'istante!>>
<< Attento, Montblanc!!! Schivaaaaa!!!>>

Il meteorite difronte a loro fu l'ultima cosa che videro.





Nel frattempo, alla Torre Misteriosa,  un uomo anziano molto alto guardava fuori dalla finestra, scrutando l'orizzonte, mentre accarezzava la sua folta barba grigia.
<< Stanno arrivando.>>
All'improvviso, vide una grossa navicella cadere dal cielo e schiantarsi al suolo, provocando un gran boato. Da quella che ormai era ridotta ad un rottame fumante, uscirono, stranamente incolumi, un gruppo di persone.

<< Tutto è bene, quel che finisce bene, kupó!>>, sentenziò Montblanc, leggermente bruciacchiato, ma sorridente. Paperino invece era schizzato.
<< "Bene" un corno! Siamo entrati in collisione con un meteorite! Un meteorite!!! Questa è l'ultima volta che lascio pilotare ad un estraneo la mia Gummiship! Mai più!!!>>, aveva sbraitato il papero.
<< Suvvia, è stato divertente alla fin fine!>>, aveva tentato di calmarlo Topolino. Intanto Pippo invece era così stordito per la botta da continuare a sorridere senza motivo.
Ma quello che Montblanc doveva temere non era Paperino, bensì...
<< Un attimo! Fermi tutti... Dov'è Ged?>>
<< Montblanc......>>, una voce lugubre proveniva da sotto le macerie.
<< Montblanc......>>
<< G-Ged...?>>
Una strana figura si era appena sollevata, tra pezzi di gummi che cadevano a terra e il polverone che si sollevava.
I suoi occhi emettevano una luce rossa, simile ad un demone.
<< P-Posso spiegare...! K-Kupó!>>
<< Sei mortoooooo!!!>>


<< Bene, proseguiamo!>>, aveva dichiarato soddisfatto Ged, dando delle pacche ad un blocco di ghiaccio, al cui interno era congelato il povero Moguri. I compagni avevano appena constatato quanto fosse pericoloso fare infuriare il ragazzo.
<< E dobbiamo lasciare Montblanc qui...?>>, aveva chiesto Pippo intimorito.
<< No, hai ragione... Paperino! Tocca a te.>>
<< M-Ma perché io...?!>>
<< Chi ha fatto pilotare quell'idiota?>>
<< V-Veramente...>>
<< A me risulta che fossi tu quello seduto al posto di guida.>>
<< S-Sì, ma...>>
<< Perfetto, allora è deciso.>>
Il papero prese in spalla il pesante blocco di ghiaccio.
Ecco che fine fanno chi osa svegliare il demone dal proprio sonno.

Entrarono. Lo spettacolo che si trovarono difronte era inquietante: c'erano tante scale sospese nel vuoto ed ognuna conduceva ad una porta. Tutto sembrava molto più grande di quello che era in realtà, visto da fuori.
<< Questa è la magia del mio Maestro!>>, esclamò soddisfatto Topolino.
Salirono le scale ed entrarono nella porta. Si trovarono in una enorme sala, piena di scaffali contenenti libri e strane decorazioni a forma di luna, stelle, soli e pianeti sul soffitto. Attraversarono anche la sala e aprirono l'ennesima porta. Altre scale.
<< Non dirmelo...>>, aveva detto improvvisamente il ragazzo, << Scommetto che la scena si ripeterà ancora per molto, ho ragione?>>
<< B-Be', sì... Dovrebbero esserci ancora sette piani circa, strutturati in questo stesso modo.>>, aveva risposto titubante Topolino.
<< Che seccatura...>>
Bastò uno schiocco di dita.
L'enorme spazio scomparve, e le numerose scale tornarono ad essere una. Tutto quello che finora avevano visto, cambió. Ora lo spazio si era fatto molto più stretto e difronte a loro stava un unica scala che conduceva ad un unica porta.
<< M-Ma che...?>>
<< Nessuno aveva voglia di farsi tutte quelle scale, giusto?>>
Tutti guardarono stupiti Ged, a cui non pareva di aver fatto chissà cosa: aveva semplicemente contrastato la magia con la magia.
<< Riuscire a disfare un'illusione del grande Yen Sid... Ragazzo, devi avere un grande Potere...>>, aveva commentato senza parole Topolino.
Ged lo ignoró: non sopportava le persone che lo sottovalutavano. Un vizio che aveva preso dal suo Maestro.

Il topo bussó alla porta ed entrò. Difronte a loro, seduto su un altissima sedia dietro ad una scrivania di legno pregiato, stava un uomo anziano dalla lunga e folta barba grigia, il naso a punta e due grandi occhi neri. Indossava anche un lungo vestito blu scuro, molto largo sulle maniche, e sulla testa indossava un cappello appunta blu con sopra ricamate delle stelle e delle lune bianche.
<< Maestro Yen Sid!>>
<< Bentornati.>>
La sua voce era profonda e seria come il suo aspetto.
Nel frattempo, Montblanc era stato scongelato dal mago. Topolino, Paperino e Pippo si inginocchiarono difronte al Maestro, e subito fece così anche il Moguri, in segno di rispetto per un personaggio di quella portata.
Invece Ged si aggirava ancora per la stanza, guardandosi in giro.
<< Ged! Mostra un po' di rispetto difronte al Maestro!>>, lo aveva rimproverato Topolino.
<< Rispetto? Io non porto rispetto ad un uomo che obbliga a fare delle scale infinite ai propri ospiti.>>, aveva risposto serio il ragazzo.
Il mago si mise a ridere: << Sì, invero. Prego, alzatevi pure anche voialtri.>>
I quattro eseguirono il comando.
<< E sentiamo... Perché sareste venuti qui da me?>>, aveva chiesto Yen Sid al giovane.
<< Innanzitutto, mi servirebbe la tua magia per curarci.>>
Paperino si era rivolto infuriato verso Ged: << Prima gli manchi di rispetto e poi fai pure delle pretese?! Ma chi ti credi di essere?!>>.
<< Non ti preoccupare, Paperino...>>, lo aveva rassicurato il mago, << Orsù, avvicinatevi.>>, disse stavolta rivolto verso Ged e Montblanc.
Appoggió le mani sulle loro teste, e in pochi istanti si sentirono pieni di nuova energia vitale. Ged provó a muovere il suo corpo: non era più indolenzito come prima, e non gli faceva nemmeno più male. Ora non avevano più bisogno di quelle stupide bende, e così se le tolsero.
<< Bene, questo è tutto! Noi adesso ce ne andiamo. Vieni, Montblanc!>>, aveva detto il ragazzo staccandosi dal mago.
<< S-Sì, subito!>>, disse il Moguri e si diresse anche lui alla porta.
Ged la spalancò e fece per andarsene.
<< Sicuro che non vuoi prima dare un'occhiata al tuo passato?>>, lo aveva interrotto Yen Sid.
Il ragazzo voltó leggermente la testa, senza tuttavia girarsi del tutto: << Davvero puoi?>>.
<< Sono un mago estremamente potente... Posso questo e altro!>>


Il giovane si fece avanti, e il potente mago appoggió la propria mano sulla sua fronte, come aveva fatto poco prima quando lo aveva curato.
<< Sto per risvegliare i tuoi ricordi più sopiti, sei sicuro di voler continuare?>>
<< Sì, certo.>>
Forse finalmente avrebbe scoperto perché l'Ombra lo seguiva. Era impaziente.
<< Bene, vado...>>
E come era successo tempo fa, anche stavolta la sua mente cadde nell'Oscurità, ritornando a dieci anni prima, durante il suo apprendistato...




"Quelli furono gli anni più belli della vita di Ged. Solo che a quel tempo non lo sapeva: testone com'era vedeva ogni cosa come una seccatura.

Inizió quindi le lezioni di "cultura", così le chiamavano, con Anacleto.
Dapprima gli insegnó a scrivere e leggere come se fosse un bambino ritardato. Che nervoso! Anche se in fin dei conti aveva ragione: senza leggere Ged non avrebbe potuto conoscere il sapere riposto nei libri. Era una cosa fondamentale!
Finite quindi le sue lezioni private con il gufo, inizió le cosiddette "lezioni regolari" di cultura, stavolta con lui c'era anche Tenar che, nonostante fossero cose che aveva già studiato, si offrì di ripeterle di nuovo per poter tenere il suo stesso passo.
Il programma che aveva in mente Merlino consisteva in dieci anni di apprendistato, al termine del quale Ged e Tenar sarebbero stati nominati Maghi a tutti gli effetti. Il tempo era così suddiviso: cinque anni di lezione di cultura con Anacleto, all'interno dei quali, a partire dal quarto anno, sarebbero iniziate le prime due ore extra tenute da Merlino riguardo all'introduzione alla magia; a partire dal sesto anno invece le ore del mago avrebbero preso il posto di quelle di Anacleto, riducendole alle due ore extra appartenenti prima al vecchio, e così si sarebbe continuati fino all'ottavo anno, a partire dal quale sarebbero scomparse le ore di cultura per potersi dedicare appieno alla magia.
Ma lasciamo stare il programma e torniamo alle lezioni del gufo.
Al contrario di quello che il ragazzo si aspettava, Anacleto era un ottimo insegnante, molto preparato. "Un gufo altamente istruito" lo aveva definito una volta Tenar. Forse fin troppo. Nell'ora di cultura si affrontavano le più disparate materie, alcune delle quali citate da Merlino il primo giorno che il ragazzo arrivó lì, ed Anacleto le trattava in maniera molto approfondita. Per uno che aveva appena imparato a leggere come Ged era difficile stargli dietro, per fortuna c'era Tenar ad aiutarlo. Una volta finite le lezioni era molto gentile e gli rispiegava quello che non aveva capito, e così pian piano anche lui inizió ad "ingranare la marcia", così diceva Merlino... Chissà cosa voleva dire? Lui e la sua "veggenza"...

Furono anni davvero belli quelli, Ged avrebbe voluto continuassero per sempre.
Sveglia alla mattina di buon ora. Colazione tutti insieme intorno alla piccola tavola rotonda, lui e Tenar ancora mezzi addormentati mentre Merlino ed Anacleto parlavano tra di loro assordandoli. Poi avevano inizio le sei ore di lezione con il gufo, mentre il mago approfondiva gli studi da solo. Ogni tanto lo si poteva intravedere con la coda dell'occhio mentre leggeva volumi polverosi o trascriveva qualche annotazione su una pergamena.
Anacleto era un insegnante davvero severo, il ragazzo non dimenticherà mai le risate che si facevano lui e Tenar alle sue spalle. Ridevano delle cose più stupide e insignificanti, finché non finivano inevitabilmente per essere ripresi, ritornando così alla serietà seguendo di nuovo le lezioni, le quali continuavano fino a pomeriggio inoltrato.
Si mangiava di nuovo tutti insieme. Merlino chiedeva ai due cos'avevano imparato quel giorno e loro, di solito Tenar, la più preparata, rispondeva. Invece Anacleto borbottava durante tutto il pranzo su quanto fossero degli allievi indisciplinati...
<< Quando sta fuori tutta la notte, la mattina dopo è sempre di cattivo umore.>>, disse una volta Merlino.
<< Allora vuol dire che sta fuori tutte le notti!>>, rispose Ged.
<< Sì sì... Oh, ah già, sì, dico, ahah questa è proprio buona! Sì proprio!  Uhuh!>>
<< Chi?! Che cosa?!>> chiedeva il gufo sentendo ridere ad alta voce il mago.
Dopo pranzo iniziavano le due ore di studio, in cui solitamente i due apprendisti prendevano dei libri a caso tra i tanti sparsi qua e là per la casa e li leggevano. Dopo di questo erano liberi per tutta la serata.
Ged all'inizio aveva una sorta di riluttanza all'apprendimento, ma col tempo la superó. Forse a causa della sua naturale curiosità, sviluppó ben presto una sorta di "amore per la conoscenza": cominció così a dare valore agli insegnamenti di quel gufo e del vecchio svampito, inizió a provare piacere nel leggere e ardeva in lui il desiderio di imparare sempre cose nuove. "Il senso dello studioso" era stranamente emerso nel ragazzo.
Dopo che ebbe preso il ritmo nello studio, inizió ad usare quel tempo libero per uscire da solo a fare esercizio fisico nella foresta, come si era prefissato. Non sapeva perché ci tenesse così tanto a tenersi in forma, dopotutto un mago non avrebbe avuto bisogno di un fisico allenato. Forse persisteva ancora in lui il desiderio che aveva da piccolo di diventare un cavaliere. Certo, tra i due avrebbe preferito di gran lunga diventare mago, ma una passione per la lotta gli era rimasta comunque. Nella casa di Merlino sembrava esserci ogni cosa: trovó facilmente un libro sulle tecniche di combattimento. Così inizió a leggerlo mentre si allenava.
Nel frattempo Tenar faceva lezioni approfondite con Merlino, riguardo alle Rune Antiche.
Infine si cenava.
Prima di andare a dormire, Merlino raccontava ai due apprendisti alcune storie ed antiche leggende, a proposito di audaci cavalieri, saggi maghi, dame, castelli, giganti mangiauomini, draghi... Ged le seguiva interessato. Solitamente la morale che se ne ricavava ogni volta, e che era anche un po' il motto del mago, era: "La conoscenza e la saggezza sono la vera forza", che divenne poi pure il credo che Ged segue tutt'ora.
I letti erano due. In uno dormiva Merlino, nell'altro lui e Tenar. Per fortuna era abbastanza grande per contenere entrambi.
Mentre il vecchio e il gufo si addormentavano subito, i due apprendisti stavano svegli fino a tardi a parlare del più e del meno, finché non finivano per addormentarsi, distrutti dalla troppa stanchezza. Le loro lunghe chiacchierate notturne passate sdraiati sul letto fissando il soffitto sono alcuni dei ricordi più belli della vita del ragazzo. Viveva in modo spensierato, come non aveva mai fatto. Finalmente aveva di nuovo una famiglia.

Alle volte, in sostituzione alle ore di Anacleto, Merlino portava Ged e Tenar in una sorta di "gita scolastica", lui le chiamava... Ecco un'altro vizio del vecchio: usare spesso termini e modi di dire totalmente fuori luogo o inesistenti! Ma c'è o ci fa? Anacleto dice che sono cose che ha visto nel futuro...
Comunque in genere queste "gite" consistevano nel provare per una giornata a vivere come un animale... Ged non sapeva se per sadismo o per altro, ma il vecchio sceglieva sempre gli animali più problematici: più volte avevano rischiato la vita! Anche se doveva ammettere che erano davvero divertenti!
Come dimenticare quando Merlino li tramutó in pesci e Tenar fu quasi mangiata da un enorme luccio! E nessuno potè aiutarla: Ged, impedito a nuotare, ero finito per incastrarsi in un elmo abbandonato in fondo al lago, mentre Merlino invece fu letteralmente pescato da Anacleto, che lo aveva scambiato per un vero pesce e stava per mangiarlo! Alla fine Tenar dovette salvarsi da sola con la propria astuzia... Quel giorno il vecchio cercó di spacciargli questa scusa, ovvero che era tutto ovviamente programmato per dimostrare come il cervello vinca i muscoli... Intanto però lui era stato pescato da un gufo, e questo non si poteva programmare! Scuse poetiche, nient'altro!
Una volta invece li tramutó in scoiattoli. Ged pensava avessero meno problemi, e invece! Lui avrà pure mancato il ramo e sarà caduto nel cespuglio come un imbecille, ma niente in confronto al vecchio che è stato corteggiato invece da una scoiattolona focosa! Che risate quella volta!

In questo modo, tra risate e studio, trascorsero i mesi.
Era una serata d'inverno del secondo anno. Il mago e il gufo si erano già addormentati, mentre Ged e Tenar decisero invece di uscire fuori a parlare quella volta. Non faceva ancora molto freddo.
<< Ehi, Tenar!>>
<< Dimmi?>>
<< Ti sei mai chiesta cosa sono le stelle, e da dove viene la luce?>>
Lei rimase un attimo a guardare il cielo notturno, puntellato di milioni di stelle.
<< Ecco, pare che ogni stella lassù sia un mondo a sè... La luce è il loro cuore, che splende su di noi come mille lanterne.>>
<< Non è facile credere che ci siano così tanti mondi oltre al nostro...>>
<< È un segreto conosciuto solo a pochi, come i Maghi, i Maestri del Keyblade, o in generale altri Sapienti... E come segreto deve rimanere tale, mi raccomando! Per mantenere l'Equilibrio.>>
<< Contaci.>>, la rassicuró Ged, << Ehi, senti... Ci conosciamo da un sacco di tempo, e in genere quando cerco di parlare di quello, tu svii sempre il discorso...>>.
<< Di cosa stai parlando?>>, chiese lei fingendo di non capire.
<< Del tuo passato.>>
Distolse improvvisamente lo sguardo da lui, spostando l'attenzione su un oggetto che tirò fuori dalla tasca. Ged non lo aveva mai visto, eppure ci conviveva insieme da due anni ormai... Era una collana da cui pendeva un orologio. Le lancette erano ferme da chissà quanto tempo ormai. Il vetro leggermente crepato.
<< Cos'è?>>
<< Un regalo dei miei genitori, prima che morissero difronte ai miei occhi... È da quel giorno che le lancette sono ferme...>>
<< Sicura di volerne parlare...?>>
<< Sì, tranquillo... Hai ragione, ormai sei come un fratello per me, dopotutto io conosco il tuo passato ma tu non conosci il mio... È giusto che io ne parli...
Per farla in breve, hai presente quei giganti mangiauomini di cui si sente parlare nelle leggende? Non sono una bugia, esistono davvero. La mia casa fu attaccata da uno di loro. In genere non si spingono fino ai centri abitati per paura, ma quello aveva qualcosa di anomalo e attaccó il nostro villaggio... Molti cavalieri si riunirono nella speranza di fermarlo ma fu tutto inutile... Ci furono molte vittime, tra cui i miei genitori... Sai cosa vuol dire vedere le persone a te care essere mangiate da un mostro difronte ai tuoi occhi? È stato terribile... Desiderai di morire quel giorno, non avevo più un motivo per vivere. Sarebbe anche successo, se non fosse arrivato il Maestro proprio prima che il gigante mi afferrasse. Lo sconfisse, fermando così lo sterminio. Non potrò mai dimenticarlo: quella volta si inginocchiò a terra e mi chiese perdono... Perdono per non essere arrivato in tempo per fermare quella tragedia prima che accadesse. Non aveva nessuna colpa, ma le sue scuse erano sincere e non sollevó la testa da terra finché non gli concedetti il perdono.  Gli chiesi se voleva essere la mia nuova famiglia e lui accettó, e diventai così sua allieva. Il resto della storia lo sai già...>>
<< Davvero il vecchio ha fatto questo?>>, chiese Ged infine.
<< Sì, davvero... È una persona molto speciale per me, quindi... Ti prego, fallo per me: smettila di chiamarlo vecchio in tono offensivo. Chiamalo Maestro, o forse non lo hai ancora accettato come tale dopo questi due anni?>>
<< Ok, se è per te, penso di riuscire a chiamarlo Maestro, forse è giunto il momento che gli porti il rispetto che merita...>>
<< Grazie, Ged.>> disse Tenar sorridendo. Un sorriso sincero. In quel momento gli apparì forte come non mai. Riuscire a sorridere dopo un avvenimento del genere è notevole. Ed è anche per merito del vecchio se riesce ancora a mostrare quello splendido sorriso al mondo. È davvero un mago.

Passarono altri due anni, senza particolari avvenimenti... Se non si considera la cotta che Ged prese per Tenar: ormai era quasi una donna, tutte le curve al punto giusto, un bel seno non prosperoso ma quasi... Poi comunque era sempre lei, con il suo splendido carattere, la sua gentilezza, la sua determinazione... Non riuscì mai a dichiararsi, per la paura di essere respinto: probabilmente lei lo vedeva solo come un fratello, come aveva affermato lei stessa quella notte.
I sentimenti che provava il ragazzo caddero quindi nel buio, ma non tuttavia scomparsi: in fondo a quella Oscurità ardevano emettendo il calore come di una fiamma lontana, ma non estinta. Tenar era diventata la sua luce.

Giunti quindi al quarto anno iniziarono le ore extra di Merlino riguardo alla magia. Finalmente si cominciava!



<< Tu parli spesso di Potere, ma che cos'è il Potere in realtà?>> chiese un giorno Ged al mago.
Era la prima lezione extra di Merlino per introdurre l'argomento sulla magia. Il ragazzo aveva preparato quella domanda da molto tempo, un dubbio che aveva fin da quando incontró Merlino la prima volta e gli disse che vedeva il Potere in lui, ma purtroppo questo quesito era finito per cadere nel vuoto. Cercó di informarsi a tal proposito cercando qualche indizio sui libri durante le due ore di studio, ma non trovó niente: erano argomenti inerenti alla magia e i libri che la trattavano gli erano proibiti e lo sarebbero stati fino al sesto anno, nel quale si sarebbero dedicati ad essa a tempo pieno. Tutto per evitare che i due allievi tentassero di impararla per conto proprio, finendo magari per abusarne o per impararla in modo sbagliato, causando magari un disastro irreparabile. << Con la magia non si scherza.>>, aveva detto una volta il mago.
Del resto pure i due anni per introdurre la magia non avevano davvero a che fare con la pratica della magia stessa. Per iniziare, Merlino gli avrebbe spiegato concetti inerenti all'arte arcana in sè e a come farne uso in modo responsabile, chiarendo innanzitutto il Principio dell'Equilibrio, che bisogna rispettare. La Magia è qualcosa di straordinario: la vera forza del mago sta nel avere il potere di cambiare il mondo, ma scegliere di non farlo. L'universo tutto è fondato su questo Principio fondamentale, ed è perfetto nella sua imperfezione. Ma i maghi hanno il potere di minare questo equilibrio, cosa che in genere non accade se l'aspirante mago ha ricevuto un adeguata preparazione. Per questo motivo, dunque, Merlino li invitó a non abusare degli enormi poteri che avrebbero acquisito i due una volta diventati maghi a tutti gli effetti.
Dopo quest'introduzione filosofica e moralistica, gli avrebbe insegnato a leggere le Rune Antiche. Tenar aveva già imparato a farlo durante le lezioni private, quindi avrebbe studiato le Rune avanzate. Nessun problema: una conoscenza base delle Rune è abbastanza per riuscire a leggere la maggior parte degli antichi tomi. Certo, con le Rune avanzate Tenar potrà riuscire a leggere qualunque tipo di tomo, pure quelli più antichi con caratteri rari oppure  caduti in disuso. Si tratta di un lavoro molto puntuale e meticoloso, una strada davvero dura per certi versi ed approfondita, ma in cambio  questo le permetterà di accedere a saperi prima inaccessibili ed a magie più potenti. Ma a Ged non importava più di tanto, conoscendosi non avrebbe avuto abbastanza pazienza per ritardare ulteriormente l'apprendimento delle arti arcane. Era troppo impaziente.

<< Ehi, Maestro! Ti sei addormentato di nuovo?>>, chiese il ragazzo al mago che era così concentrato nelle sue riflessioni da non aver sentito la sua domanda iniziale.
<< ... Uhm? Ah! Chi? Cosa?>>
<< Il discorso sul Potere...>>, gli ricordó Tenar.
<< Ah sì, già, ora ricordo... Be' vedi, è difficile spiegare cosa sia il Potere: è qualcosa che senti.>>
<< Provi a spiegarsi!>> insistette Ged.
<< Be'... Il Potere, se proprio devo definirlo, potrebbe coincidere con la Riserva magica presente in un individuo, cioè a quanta energia puó attingere prima di consumare fino all'ultima goccia di magia... Ma non è tutto, a volte puó coincidere anche con la Potenzialità magica, invece. Come hai notato tu stesso, ho visto del Potere, enorme devo dire, sia in te che in Tenar nonostante voi siate completamente a digiuno di magia. Tuttavia, definire Potere con questi due unici termini sarebbe riduttivo: è molto di più... Ho trovato! Vi faró provare direttamente!>>.
Detto questo si avvicinò a Ged e gli prese le mani, appoggiandosele sulla propria fronte.
<< Ma che stai...?>>
La frase del ragazzo fu smorzata da milioni di senzazioni. Un esperienza difficile da capire se non la si è vissuta almeno una volta nella vita. Per un attimo la sua essenza si era sovrapposta a quella del Maestro. Fu allora che Ged comprese quanto piccola fosse la vita dell'uomo e quanto grande allo stesso modo, perché sebbene l'uomo sia così fragile ed insignificante ad occhi esterni, dentro invece è costituito da ricordi, emozioni, sogni, speranze, paure, e molto altro ancora, ed è qualcosa di veramente immenso, come un Mondo. "Uno è tutto e tutto è uno".
Ogni persona dentro di sè contiene questa sorta di Mondo interiore e coincide con l'essenza della persona stessa durante tutta la durata della sua vita,  difatti una volta morti l'essenza scompare lasciando solo un corpo vuoto dietro di sè, che non ha più nulla a che fare con quello che era stata la persona in vita.
Normalmente, durante il suo percorso, l'essenza dell'uomo, questo Mondo interiore, non si interseca mai  con il Mondo di un'altra persona, ma tuttalpiù entra in contatto con essa: nessun uomo infatti può dire di aver davvero compreso un'altra persona, perché non può vivere esattamente quello che l'altra ha vissuto.
Fu quello che peró accadde a Ged invece. Per quell'attimo si sentì la testa quasi scoppiare. Ebbe infatti l'impressione di riuscire a percepire davvero chi Merlino fosse, di riuscire ad accedere ad il suo Mondo come se lui fosse il vecchio. Per quell'attimo l'uno comprendeva l'altro. Per quell'attimo l'uno era l'altro.
Ma era un sapere troppo vasto, inaccessibile per qualunque uomo e come si presentó scomparve, senza imprimersi sulla memoria.
Superata l'essenza del Maestro, il ragazzo scavó ancora più in profondità in cerca del suo Potere. Lo trovó. Immenso.
Difronte al suo Potere si sentì come una piccola formica che alza la testa difronte ad una montagna. Aprì gli occhi terrorizzato.
<< M-Ma sei davvero umano...?>>
<< Eheh... Come è stato?>>
<< Non saprei...>>
<< Visto? È un esperienza difficile da descrivere. Ora tocca a te, Tenar.>>
Detto questo si avvicinò alla ragazza e ripetè gli stessi movimenti che aveva fatto con lui. Quella chiuse gli occhi. Per quei secondi smise pure di respirare, immersa com'era nella concentrazione. Duró pochi secondi poi anche lei aprì gli occhi, visivamente sconvolta.
<< Questa si chiama Percezione.>>, riprese il Maestro, << Viene usata comunemente per percepire il cuore di una persona, il loro rapporto interno tra Luce e Oscurità: i Maestri del Keyblade sono molto bravi in questo. Mentre noi maghi la utilizziamo invece in una versione avanzata, in modo da percepire il Potere di una persona, oltre che ovviamente anche il suo cuore. La Percezione sarà la prima cosa che vi insegnerò della magia.>>
E così fece.

Si avvicinava la fine del quinto anno. Per quanto riguarda la cultura, Anacleto stava rifinendo gli ultimi argomenti , mentre con Merlino avevano già concluso l'apprendimento delle Rune e si apprestavano a tradurre i testi, ognuno per conto proprio. Nel tempo libero invece lui e Tenar si esercitavano nella Percezione e meditavano per aumentare pian piano la loro Riserva magica.
Tuttavia Ged continuava ad addentrarsi di nascosto nella foresta per allenarsi da solo. Ormai aveva il corpo ben allenato, non troppo muscoloso, ma di certo abbastanza per essere un mago, non votato quindi al combattimento. Aveva provato un sacco di tecniche di lotta corpo a corpo e si reputava abbastanza bravo se non fosse che non aveva nessuno con cui combattere davvero. Forse in un vero scontro lo avrebbero sconfitto facilmente, non lo sapeva. Comunque aveva da poco abbandonato le tecniche di combattimento corpo a corpo e aveva iniziato a tirare di spada, che preferiva di più. Inoltre c'era qualcosa di rilassante in tutto quell'esercizio fisico. Affondo dopo affondo se ne rendeva conto.

Giunse infine il sesto anno, dove avrebbero messo in pratica ciò che avevano imparato durante i primi due di introduzione. La Magia è qualcosa di indefinito, ma Merlino si sforzò lo stesso di dividerla grosso modo in cinque macro-argomenti: l'Alterazione, di cui il sottogruppo la Metamorfosi, l'Illusionismo, la Distruzione, l'Evocazione e il Recupero, nonostante ci siano molte cose che non rientrino precisamente in questi gruppi.
Iniziarono così dalle illusioni, che avevano a che fare con l'ingannare la mente dell'uomo. Tramite lo stesso metodo si poteva leggerne il pensiero e altri trucchetti del genere, come ad esempio riscriverne la memoria creando ricordi falsi, senza tuttavia poter davvero cancellare quelli veri che appartengono in modo indissolubile all'individuo. Nel giro di un anno Ged e Tenar diventarono capaci di creare illusioni di qualunque cosa li passasse per la testa: l'unico limite era la loro immaginazione. Ovviamente impararono anche come schermare le loro menti per difendersi da illusioni altrui, per questo i due si confrontavano continuamente.
Certo, erano due allievi promettenti e che imparavano davvero in fretta, ma Tenar dimostró presto una naturale predisposizione, mostrandosi spesso più brava di Ged.
Per l'anno successivo si concentrarono sugli incantesimi di Recupero, ai quali era funzionale avere un'approfondita conoscenza delle piante e delle erbe con proprietà curative, cosa che avevano ampiamente trattato con Anacleto: ancora una volta si dimostravano fondamentali gli insegnamenti del gufo, contrariamente a quello che il ragazzo si aspettava. Erano stati utili durante l'apprendimento dell'Illusionismo e lo sarebbero stati anche l'anno successivo con l'Alterazione e la Metamorfosi, perché bisogna conoscere quello che si decide di mostrare, nel caso delle illusioni, o quello in cui ci si decide di trasformare, nel caso delle metamorfosi.
Come anticipato, durante l'ottavo anno affrontarono l'argomento Alterazione e la Metamorfosi, che hanno a che fare con il cambiamento delle proprietà di noi stessi e di quello che ci circonda. Con un incantesimo appartenente a questo tipo, Merlino era scomparso al loro primo incontro, cambiando le proprietà del suo corpo rendendolo invisibile dando così l'illusione di essere scomparso. Appartenenti a questa categoria sono anche tutti quegli incantesimi che servono per mutarsi in animali.
A quel tempo Ged e Tenar trovavano divertente fare il cosiddetto "duello di magia", una battaglia di cervelli, in cui i due contendenti si tramutano in cose diverse, solitamente animali, e cercano di distruggersi a vicenda.
Secondo lo stesso principio, loro due si sfidavano nel tempo libero, e tramite la Metamorfosi si trasformavano in animali cercando di sconfiggersi l'un l'altra, ovviamente in duelli "amichevoli" e non all'ultimo sangue come sarebbero dovuti essere in realtà i "duelli di magia". Anche in questo Tenar primeggiava. Ged non vinse mai una volta contro di lei. Ciononostante non era geloso della sua bravura, ma anzi la vedeva come punto di riferimento e sconfitta dopo sconfitta cercava di migliorare sè stesso poco alla volta. Anche lei faceva lo stesso, spostando quindi di volta in volta il limite da superare. Si miglioravano a vicenda.

Il nono anno invece si dedicarono all'Evocazione, un arte completamente diversa da tutto quello sperimentato fino ad ora, che ha come fulcro il legame tra l'evocatore e l'evocato. Se l'entità da evocare non è molto potente si può farlo senza implicazione alcuna, se l'entità che si vuole evocare invece è molto potente, l'evocazione richiederà di aver prima stretto un Patto con questa creatura. Quello che si definisce Patto è una sorta di contratto stipulato con il sangue tra il mago e l'entità in questione, e per essere stretto bisogna ovviamente dare qualcosa in cambio che possa interessare alla creatura. Secondo lo stesso principio funzionano l'evocazione degli Heartless, esseri nati dall'oscurità dei cuori, ma al contrario delle creature magiche, che per essere evocate, il mago deve attingere alla propria Riserva magica, per evocare gli Heartless l'uomo deve attingere invece all'Oscurità nel proprio cuore, ma questo è un altro discorso. E più la creatura magica è potente, più sarà difficile stipulare un Patto con essa e più magia richiederà per essere evocata.
Quindi apparte evocare qualche piccola creatura magica, come ad esempio qualche spiritello, non facero molto durante quell'anno, se non apprendere i vari modi per convincere una creatura a stringere un Patto e quali erano quelli più efficaci. Il resto lo avrebbero imparato da soli una volta fatta esperienza e stretto per conto loro il primo Patto.
Merlino li insegnó pure come stipularne uno con l'inganno, anche se è un metodo molto pericoloso perché << se la creatura si accorge che la vuoi ingannare, questa ovviamente riverserà tutta la sua rabbia su di te, e non vorrai essere lì quando accadrà>>, aveva detto una volta il Maestro.

Si arrivò così al decimo e ultimo anno, in cui avrebbero appreso la Distruzione, ovvero quella branca della magia che ha a che fare con il controllo della Natura e degli Elementi. Era stata volontariamente trattata per ultima dal Maestro perché è anche la magia più pericolosa se nelle mani sbagliate o se in quelle di un mago novizio non pratico di magia.
Ged si dimostró subito molto portato in questo tipo di magia, forse la prima in cui riusciva a primeggiare, cosa che raramente accadeva a causa di Tenar. Lei era davvero molto brava, se loro due eravano dei Geni, lei era un Genio tra i Geni. Eppure nella Distruzione non ebbe possibilità contro di lui.
Ben presto Ged divenne capace di scatenare violente tempeste, cicloni e uragani, terremoti tanto forti da dividere la terra in due, terribili inondazioni e molto altro ancora. Avrebbe potuto letteralmente distruggere il Mondo se solo lo avesse voluto.

Si avvicinó infine pure la conclusione dell'ultimo anno. Lui e Tenar ormai stavano per diventare Maghi a tutti gli effetti, per capacità lo sarebbero già stati, mancava solo la nomina.
Del resto il loro Potere era cresciuto a dismisura da quando avevano iniziato dieci anni fa, e con quello anche la loro Riserva magica, che ormai avrebbe fatto invidia a qualunque mago. Erano eccellenti risultati, perfino superiori a quelli che avrebbe ottenuto un normale mago da questo apprendistato: erano davvero dei Geni. Il loro Potere era enorme quasi immenso anche se ovviamente non ancora paragonabile a quello del Maestro, ma lui era un eccezione a parte.

Mancava meno di una settimana alla Cerimonia di Nominazione."



Ged era ritornato nel suo corpo da ventenne.

<< Tutto qui?!>>, aveva chiesto furioso il ragazzo. Non aveva risolto niente, non sapeva ancora perché l'Ombra esistesse o per quale motivo lo seguisse.
<< Purtroppo c'è un forte Potere che mi impedisce di andare oltre... Qualcosa di oscuro, contro cui nemmeno la mia magia può nulla... Mi dispiace, più di così non riesco ad estrarre dalla tua memoria.>>
<< Va bene, non importa...>>
Ged si era improvvisamente tranquillizzato, al ricordo di tutti i momenti felici passati con Tenar, Merlino ed Anacleto.
E mentre ripercorreva con la mente tutti i ricordi del passato che aveva visto, all'improvviso gli venne una curiosità: pensando all'enorme Potere di Merlino, decise di voler vedere anche quello di Yen Sid. Topolino lo definiva il più grande mago di tutti i tempi, chissà se davvero era superiore al suo Maestro?
Usó la Percezione su di lui.
<< Che ti succede?>>, aveva chiesto all'improvviso Yen Sid, vedendo il ragazzo sudare freddo.
<< N-Niente...>>, aveva risposto quello.
Aveva appena visto il suo Potere. La stessa sensazione di quella volta: si sentì una formica difronte ad un'enorme montagna... Chi era quel tipo?
Dopo l'iniziale momento di confusione e paura, Ged ritornó di nuovo calmo, riprendendo a respirare regolarmente.
La risposta a quel quesito lo soprese: Merlino e Yen Sid sembravano avere lo stesso medesimo Potere. Non sapeva chi dei due superasse l'altro, sembravano eguagliarsi... Era la prima volta che succedeva qualcosa del genere, non credeva esistesse qualcuno con tanto Potere quanto il suo Maestro, sebbene già quello di Merlino lo avesse colpito a suo tempo per la sua enorme mostruosità. Già era incredibile che esistesse un individuo del genere, e ora scopriva che ne esistevano addirittura due...

<< Sicuro che un mago del tuo Potere non sappia nulla della mia Ombra?>>, aveva chiesto infine il ragazzo, senza crearsi neanche troppe aspettative.
Yen Sid, a cui non piaceva farsi illusioni nè farne, rispose sincero: << Ci sono certe cose che nemmeno la mia magia può svelare. Mi dispiace, ragazzo.>>.
Restarono in silenzio per qualche minuto.
<< Ah, quasi dimenticavo. Ecco, ora ho tolto il sigillo ai vostri poteri. Topolino, ora puoi di nuovo evocare il tuo Keyblade.>>
Il topo non se lo fece ripetere, e subito lo fece comparire tra le proprie mani. Era un Keyblade blu ricurvo, cosparso di stelle gialle e una catenina attaccata all'elsa recante una luna all'estremità, e altri riferimenti al cielo notturno.
<< Si chiama Cercastelle>>, aveva affermato orgoglioso Topolino.
Ged si mostrò improvvisamente interessato.
<< Posso prenderlo in mano?>>
<< Sì, fa pure!>>
"E così questo è un Keyblade...", pensó il ragazzo stringendo la mano sull'elsa. Era una sensazione strana quella che trasmetteva. Gli pareva di avvertire l'eredità di un passato lontano... Non ebbe il tempo di approfondire quel sentimento, che dopo alcuni istanti il Keyblade sparì, ritornando nelle mani del suo proprietario.
<< Vedi, è il Keyblade a scegliere il proprio Custode, e non si fa maneggiare facilmente da nessun altro.>>
"Che arma straordinaria..."
Certo anche lui con la sua magia poteva aprire la maggior parte delle serrature, ma ci sono cose a cui nemmeno la sua magia può servire... In quel caso è necessario un Keyblade. Infatti solo quella chiave è capace di aprire la serratura dei Mondi ed accedere ai loro cuori. Ed è sempre grazie al Keyblade che si può aprire la porta di Kingdom Hearts ed accedere al sapere supremo, e porsi a capo così di un nuovo universo.
<< Cosa avete intenzione di fare, voi due, d'ora in poi?>>, aveva chiesto Yen Sid, interrompendo il filo dei pensieri del ragazzo.
<< Non ne ho ancora idea... Ha per caso un libro dei Mondi?>>
<< Sì, certo.>>, rispose il mago, alzandosi e andando a prendere un tomo voluminoso da uno scaffale.
<< In questo caso penso che ci teletrasporteremo da un Mondo all'altro...>>
<< E a che scopo?>>
<< Vedi, sono alla ricerca di un vecchio con cui ho un conto in sospeso... Forse lui sarà anche in grado di liberarmi dall'Ombra che mi perseguita...>>
Intanto il mago gli aveva porso il libro.
Montblanc nel frattempo aveva capito le intenzioni del giovane: per usare correttamente il Teletrasporto bisognava essere a conoscenza della propria destinazione. Per questo gli serviva quel libro, con l'elenco di tutti i mondi visitati da Yen Sid.
<< Apriró la pagina a caso, e qualunque Mondo comparirà, ci teletrasporteremo. Bene, Montblanc, avvicinati.>>
Il Moguri fece segno di no, al ricordo della scorsa volta nella quale era stato quasi soffocato nella terra.
<< Montblanc...?>>, sussuró di nuovo il ragazzo, con un ghigno malefico sul volto.
La paura del ragazzo vinse quella della morte, e così si avvicinó.

<< Bene, ora apro!>>
E così fece, passando velocemente una pagina dopo l'altra senza guardare.
<< Eeee.... Stop!>>
Aprì gli occhi e guardó il libro.
Le pagine si erano fermate su uno strano mondo...
<< "L'isola che non c'è"... Strano nome... Nella descrizione dice: "Isola in cui i bambini non crescono mai."... Va be', tanto sia io che te siamo adulti, quindi che ci importa?>>
Intanto Montblanc si vedeva già spacciato, e aveva smesso di dimenarsi.
<< Le coordinate sono....>>

<< Ok, tutto a posto! Sei pronto a partire, Montblanc?>>
Il Moguri non rispose: era già in stato di shock prima ancora di partire.
<< Bene, Teletrasporto!>>
<< Buon viaggio.>>, gli auguró Yen Sid, prima di vederli scomparire nel nulla.









(Angolo Autore)

Peccato! Sembrava che Montblanc avesse fatto finalmente breccia nel cuore freddo di Ged e che finalmente fossero diventati amici, ma il suo "incidente" con la Gummiship ha riportato tutto alla normalità, ahah! :P
Come si dice "non svegliare il can che dorme"! Eheh!
Questo mi fa pensare.... Ma a qualcuno piace veramente Ged come protagonista? XD comincio a pensare che abbia molto più successo Montblanc tra i lettori! Ahahahahahahah! XD (Sto chiedendo veramente, non sto scherzando O.O )

Scusate, magari a causa del loro passato il capitolo è diventato forse un po' noioso, spero di no! Però volevo far capire un po' di più di come avevo pensato il sistema della magia che usa Ged. Ah e come avrete notato, per il paragone tra Merlino e Yen Sid mi sono basato sulla loro descrizione del Grillario in KH2, dove in entrambi dicevano "il suo potere magico non è secondo a nessuno", ergo sono pari eheh.
Comunque stavolta non ho molto da aggiungere: come avete visto il prossimo mondo sarà quello di Peter Pan! :) ... Non volevo passare subito al colpo di scena quindi ho deciso di mettere un mondo a caso (ok questo forse non dovevo dirlo...), ma vedrete che lo renderó interessante! XD.. Potete scommetterci!
(Essendo la storia ambientata 20 anni prima, la scelta dei mondi Disney è davvero limitata, ma ne ho scelto comunque un bel po' di davvero carini, eheh!)

Quindi vi lascio con il disegno della famiglia felice (lo sfondo l'ho solo abbozzato, non ne avevo proprio voglia scusate XD): https://lh4.googleusercontent.com/-BImXaTVgYQc/Ur3f7OpOPxI/AAAAAAAAAGY/r7PifavvJ8s/w433-h577-no/IMG_2649.JPG

E qui invece un disegno di Tenar (non è così davvero nella storia, volevo solo disegnarla così a caso come una maga bianca di Final Fantasy... Non chiedetemi perchè: l'ispirazione non segue la logica ahahah! XD): https://lh4.googleusercontent.com/-aedRDh6uCjs/Ur3f69KLQ5I/AAAAAAAAAGo/qiPRefdF2Xc/w433-h577-no/13+-+1


Ci vediamo al prossimo capitolo, ciao a tutti!
  
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