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Autore: obliviate_    28/12/2013    0 recensioni
Non sempre le persone sono come ci si aspetta che siano.
E' tutto molto più complicato di come appare.
Emma ora lo sa, e vorrebbe restare ferma a guardare il tempo che passa, ma non ci si può nascondere dietro un ricordo.
Soffriva in quella maniera così disarmante che solo le persone innamorate conoscono.
E lui le mancava.
Le mancava terribilmente, e così aveva finito per pensare a lui come non si era mai immaginata si potesse pensare a qualcuno, presagendolo dove non era, desiderandolo dove non poteva essere, svegliandosi d'improvviso con la sensazione fisica che lui la contemplasse nel buio mentre dormiva.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6.
"C'è così tanta poesia nei letti disfatti."

 


-E' bello qui, ci credo che ci ritorni appena puoi.
Questa si che è casa.-
-Puoi venirci quando vuoi anche tu, Ems. In realtà penso che la stanza degli ospiti sia libera, solo che mia madre non voleva ci sentissimo imbarazzati a dirle qualcosa se avessimo voluto dormire insieme e perciò ho provveduto lei.- Scrolla le spalle -Lei è fatta così.-
Si siede sul divano, dove Emma lo raggiunge perdendosi nel suo abbraccio.
-Sai, io penso che in realtà lui non mi amasse.
No, lui non mi amava, perché non distruggi la persona che ami.-
Il suo respiro caldo gli si infrange sul petto, all' altezza del cuore.
-Io ho sempre pensato che l'amore fosse come una tempesta; un uragano.
Un terremoto che fa crollare il corpo a pezzi e, le cose che fai mentre cerchi di rimettere ordine nella tua vita non le fai con il cuore, le fai e basta, cercando la via di fuga più semplice.
Io non so se lui ti amasse o meno, Emma, ma il punto non è se amiamo o meno, ma cosa amiamo.-
-E come facciamo a capire cosa o chi amiamo?-
-Lo capisci dalle piccole cose, penso.
Lo capisci quando ti rendi conto che in realtà non esiste la persona giusta ma che esiste chi si ferma a guardarti negli occhi e rimane zitto, quando qualcuno ti abbraccia e non vuole staccarsi perché cerca di lasciarti addosso il suo profumo, quando qualcuno sbatte forte la porta in quel modo tipico delle persone che ritornano, quando qualcuno usa poche ma giuste parole, quando si ferma a guardarti e ti dice: hai gli occhi belli di chi ha pianto tutta la notte.
E' questo, per me, il modo in cui capisci di amare qualcuno.-
Emma guarda il vuoto in silenzio con il mento posato sul suo braccio.
-Ci sono certi momenti in cui mi manca, lo sai?-
-Penso sia inevitabile, ma sai, non puoi sempre alzarti e correre dalla persona che ti manca.
A volte puoi solo fartela mancare.-
Le mani di lui si strinsero alla sua vita. La sua vita nelle mani di Harry.
Quel pensiero la colpì all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno; il panico si fece strada dentro di lei in una frazione di secondo.
Le capita, ogni tanto.
Capita che certe parole le rimangano incastrate tra le costole, i polmoni, nella gola e che diventi difficile, poi, respirare, perché terribilmente definitive nella loro disarmante semplicità.

 

La camera di Harry non era affatto come se l'era immaginata; niente robot di quando era bambino; niente pareti cerulee, scelta tipica delle madri di un maschietto.
Il pavimento era di un parquet chiaro, perfettamente abbinato al color cioccolato delle pareti, sulle quali svettavano immagini di leggende come i Beatles o David Bowie.
Il letto matrimoniale era grande e possente e imponeva la sua presenza quasi minacciosa nella stanza a causa del piumino blu.
Emma entrò e chiuse gli occhi, per bearsi del profumo di lui che l'avvolgeva come quando la teneva tra le braccia.
Si voltò, piantando gli occhi in quelli dannatamente verdi di lui, e poi gli guardò le labbra.
Avrebbe tanto voluto baciarlo.
Lui, quasi glielo avesse letto in faccia, le posò con delicatezza le mani sulle gote e calò sulle sue labbra umide.
La sospinse lentamente verso il bordo del letto; le mani di lui sui fianchi di lei, gli occhi chiusi, i respiri che si sfiorano.
Non era mai stato così facile amare - amarsi-.
Emma posa la testa sul petto nudo del ragazzo, che le accarezza i capelli rosso fuoco; le gambe un groviglio di lenzuola e passione.
-Non sono così sicura di me stessa da credere che ti piacerò per sempre, e non credo nemmeno alle favole.
Mi hanno sempre detto che chi sogna vive male; me l'hanno ripetuto così tante volte che alla fine ci ho creduto, e allora eccolo lì, il bivio.
Mica è facile scegliere a cosa rinunciare, poi figurati se quella che deve scegliere sono io, che la mattina ci impiego dieci minuti buoni per capire se voglio un caffè o una cioccolata; solo che stavolta la scelta era un po' più ardua.
Come fa uno a smettere di sognare, mi chiedevo; poi ho capito che per capire dovevo provare, e allora ho iniziato a non pormi più domande, a non desiderare un futuro che non avrei mai avuto e, adesso, sognare non so più nemmeno come si faccia.
Lo sai, però, dove sta la fregatura, Harry?
Sta nel fatto che, in realtà, chi non sogna vive peggio, prigioniero del proprio cinismo sarcastico e scettico.
E' per questo che so che non ti piacerò per sempre, che tu andrai avanti e così farò io, quando capirai di non poter più condividere con me il cucchiaino che usi per mescolare lo zucchero o il bicchiere di vino, ma confido nel fatto che ti verrò in mente quando vedrai due persone che si baciano per la strada, o una copia de Il Grande Gatsby nella libreria dietro l'angolo.-
-E allora forse ti chiamerò, e magari ti darò appuntamento allo Starbucks più vicino.- le fa alzare leggermente il viso.
-Entrerò e mi siederò a guardare i passanti nella speranza di vederti arrivare, solo per poterti stringere e dirti quanto mi sei mancata mentre eravamo divisi, perché se non ci metti troppo, ti aspetterò tutta la vita.-
"Ti amo."
Avrebbe voluto urlarglielo a pieni polmoni, mentre le gambe di lui strusciavano contro le sue e le loro mani si sfioravano sotto la coperta.
C'è così tanta poesia nei letti disfatti.

  
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