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Autore: _miky_    28/12/2013    3 recensioni
Sana in seguito alla sua partenza per motivi di lavoro decise di prolungare la sua permanenza in Italia dopo aver ricevuto un improvviso messaggio.
Akito dopo averla aspettata per due anni capì che era arrivato il momento di voltare pagina.
Passati cinque lunghi anni la ragazza decise di ritornare in Giappone per dedicarsi alle sue amiche, all'università e per poter lavorare semplicemente come fotomodella.
Ma la lontananza può allontanare i sentimenti? E un incontro inaspettato può far riavvicinare i due ragazzi così che possano chiarirsi?
Una storia legata ai due protagonisti, ai loro amici e a nuovi personaggi.
ESTRATTO DAL 16° CAPITOLO
Un bacio che sapeva d’amore, di vero amore.
Quell’amore che non finisce mai.
Quell’amore che fa un giro immenso e che non si sa dove va, ma che poi quando meno te lo aspetti ritorna.
Ritorna.
Ritorna inaspettatamente.
Ritorna senza avvisarti.
Ritorna senza chiederti il permesso.
Ritorna così dal nulla e tu in quel momento capisci di essere fregata.
Fregata perché sai che senza quell’amore non riusciresti a vivere, perché quello è l’amore che ti fa stare bene, che ti da la forza di andare avanti e di superare ogni ostacolo, insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10 ● TRA BRIVIDI ED EMOZIONI
 

Tornati a casa i ragazzi si sorpresero nel vedere che tutte e quattro le amiche fossero pronte per tempo. Così andarono a turno a lavarsi e Akito, a suo malgrado, fu l’ultimo e quando aprì la doccia l’acqua era gelida.
“Si può sapere perché l’acqua è gelata? Gli altri non sono stati tanto sotto la doccia, di conseguenza sarete state voi donne le responsabili!” urlò il ragazzo mentre tremava dal freddo.
Le ragazze sedute comodamente sul divano si guardarono tra loro, e capendo di averla fatta grossa urlarono all’unisono: “Scusaci! Non succederà più!”.
Dopodiché cominciarono a pensare dove sarebbero potuti andare quella sera, infine optarono per il Luna Park e informarono i ragazzi.
Tutti erano contenti a parte Gomi che capì di dover offrire da bere a tutti.
Finalmente pronti partirono e poco dopo arrivarono al parco di divertimento. Era un Luna Park con varie attrazioni: autoscontri, case stregate, case degli specchi, ruota panoramica, montagne russe, giochi a premio e sala giochi.
“Cominciamo con gli autoscontri?” domandò Takaishi.
Il gruppo acconsentì e salirono a coppie sulle automobili: Fuka con il suo ragazzo; Tsu insieme ad Aya; Hisae in compagnia di Gomi e infine Sana con Akito.
“Dai Hayama accelera! Su su anche mia mamma è più veloce con la sua automobilina e lo sai!” esclamò Sana.
“Stai calma, non è una corsa. Bisogna schivare le macchine e andare addosso agli altri” spiegò tranquillo Akito.
“Si ma sei lento” sbuffò la ragazza.
“Ma se sto schivando tutti!”
“Al prossimo giro guido io!” propose Sana.
“Illuminami” gli rispose.
Si scambiarono di posto e la situazione precipitò.
“Tu guidi come una gallina senza testa!” la rimproverò Akito.
“Cosa vorresti insinuare?” gli disse offesa.
“Vai a caso e non colpisci nessuno” affermò il ragazzo.
“Questo non è ver… AHIA!” urlò Sana.
“Non voglio uscire dall’auto pieno di lividi! Quindi impegnati!” la sgridò.
La situazione tra Aya e Tsu non era tanto meglio. Infatti quest’ultimo negli occhi della ragazza riusciva a percepire il fuoco che ardeva in lei carico di adrenalina.
“Tesoro non credi che tu stia esagerando?” domandò debolmente il ragazzo.
“Ma perché? Non vedi come sono brava! Schivo e colpisco tutti!” gridò la ragazza accompagnata da una perfida risata.
“Attento Takaishi!” urlò Tsu.
“Attento Takaishi! Aya ci sta alle calcagna!” affermò in contemporanea Fuka inutilmente.
Aya li aveva colpiti.
“Caspita che botta… Non invidio Tsu!” continuò la ragazza.
“Già è meglio stare alla larga da Aya quando guida” rispose scherzando Takaishi.
Intanto nella macchina di Gomi e Hisae si accese una forte discussione: ad entrambi non piaceva il modo di guidare dell’altro, così dopo un paio di giri decisero di andare a giocare in sala giochi per non rischiare di litigare.
Successivamente le tre coppie raggiunsero i due amici in sala giochi.
All’ingresso di quest’ultima c’erano due macchinette acchiappa pupazzi: la prima conteneva alcuni peluche della Disney, mentre la seconda dei palloni da calcio.
Sana si precipitò verso la prima macchinetta per controllare quali personaggi si potevano vincere e quanto sarebbe costata una partita. Di fianco alla pulsantiera lesse il prezzo esposto.
Prese dalla borsa il portafoglio e si diresse in cassa per cambiare le banconote nel prezzo stabilito. Dopodiché ritornò alla macchinetta e inserì la prima monetina: voleva a tutti i costi vincere il peluche del coniglietto Tamburino. Era troppo dolce con quel musetto e con quegli occhietti teneri, inoltre era uno dei suoi personaggi preferiti.
Con la pulsantiera mosse il gancio che afferrò il peluche scelto, Sana stava già esultando per la facile vittoria fino a quando non vide cadere sotto ai suoi occhi il coniglietto.
“Uffa ci devo riprovare!” si lamentò Sana inserendo una seconda monetina.
Questa volta la ragazza riuscì a spostare di pochi centimetri il peluche e innervosita gli urlò “Vuoi la guerra Tamburino? E va bene che vinca il migliore!”.
“Non starai mica parlando con un pupazzo Kurata!” ghignò Akito.
“Anche se fosse? Non è mica proibito!” rispose scocciata inserendo un’altra monetina.
“Hai intenzione di spendere tutti i tuoi soldi per uno stupido pupazzo?” le chiese.
“Certo che no! Questo sarà l’ultimo tentativo che faccio!” disse Sana demoralizzata visto l’ennesimo buco nell’acqua.
“Quale peluche vuoi?” domandò dolcemente Akito.
“Quel piccolo coniglietto!” indicò la ragazza.
“Dai lascia fare a me!” affermò il ragazzo prendendo una moneta dalla tasca e inserendola nella macchinetta. Con la massima concentrazione posizionò il gancio sopra il peluche che desiderava vincere, e quando fu pronto premette il tasto “OK” per prelevare il coniglietto che cadde nella cesta dei vincitori.
“Sei stato bravissimo Hayama, complimenti!” esclamò Sana battendo le mani.
Akito prese dalla macchinetta il coniglietto vinto intanto che la ragazza lo ringraziava.
“Perché mi ringrazi?” le domandò inarcando un sopraciglio.
“Che domande! Per il coniglietto… Lo hai preso per me no?!” affermò sicura.
“Questo è mio, pescatelo da sola!” le rispose infilando il peluche in un sacchetto.
Sana stringendosi un pugno e con un’espressione imbronciata e arrabbiata pensò “Dovevo aspettarmelo da lui!”.
“Sana che fai? Non vieni a giocare?” domandò Hisae uscendo dalla sala giochi.
Sana annuì e seguì l’amica all’interno.
Giocarono inizialmente a qualche videogioco e poi crearono un piccolo torneo di calcio balilla, utilizzando le coppie di prime.
Il primo turno fu disputato da Fuka - Takaishi contro Hisae – Gomi ed uscirono vincitori quest’ultimi. Venne il momento di Sana – Akito VS Aya e Tsu, la prima coppia cominciò a litigare come al solito poiché Akito insultò vivacemente le doti di Sana.
“Sei proprio un’imbranata!” urlò Akito dopo aver perso un altro punto.
“Non farmi distrarre! Ecco hai visto, hanno fatto un altro goal” ribatté la ragazza continuando “Se per caso non avessi capito lo scopo del gioco è fare goal. Non so se ti rendi conto ma hai fatto solo due reti!”.
Aya e Tsu invece se la cavavano abbastanza bene e gli amici non si aspettavano di certo una Aya così combattiva.
“Evvai abbiamo segnato ancora!” disse felice Tsu.
“Impossibile era fuori gioco!” tentò di difendersi Sana.
“Guarda che qui non esistono i fuori gioco!” rispose Aya.
 Il risultato fu di quattro a sei per Aya e Tsu.
Akito sembrava abbastanza alterato, odiava perdere e in male modo disse alla sua partner di gioco che era proprio un impiastro.
Sana cercò di non farci caso e affermò “È solo un gioco, come sei competitivo. Dai ti offro un gelato” e uscirono dalla sala giochi.
L’ultima sfida era composta da Hisae – Gomi contro Aya – Tsu.
Fu una partita molto impegnativa perché entrambi erano molto bravi e infatti finì in parità.
 
***
 
“Ti sei calmato?” chiese ridendo Sana.
“Lo sai che odio perdere” rispose andando a sedersi su una panchina.
“Si ma tanto in palio non c’era niente!” si giustificò.
“Sana…” sussurrò il ragazzo.
“…Si?” gli domandò debolmente.
“Quando ci siamo rivisti un mese fa non hai risposto alla mia domanda” affermò tutto ad un tratto Akito.
“A quale?” rispose titubante Sana.
“Ma di cosa sta parlando? Perché improvvisamente è diventato così serio?” si domandò la ragazza.
“Ti avevo chiesto per quale motivo avevi fatto scena muta al telefono e tu mi avevi risposto che avevi avuto paura” le ricordò.
“Ah si… Ricordo”
“Ma cosa mi è saltato in mente di isolarmi con lui. Cosa gli dico...” pensò la ragazza stringendosi i pugni.
“Bene, ora voglio una risposta”
“Perché? Non ha più importanza ormai”
“Per me si”
“Ti sei mai chiesto perché sono rimasta cinque anni in Italia?” alzò la voce la ragazza.
“Tutte le notti. Ora hai la possibilità di rispondermi” affermò guardandola negli occhi in cerca di una risposta.
Sana spalancò gli occhi, non si aspettava di certo una risposta del genere.
Si ricordava come se fosse ieri di quel giorno in cui decise di non ritornare in Giappone.

INIZIO FLASHBACK
Quel giorno da dimenticare Sana era appena uscita dalla doccia e quel pomeriggio non doveva sostenere nessuna prova e nemmeno studiare, insomma poteva finalmente dedicarsi una giornata tutta per sé.
Si vestì e si asciugò velocemente, prese il cellulare e compose a memoria il numero di Akito. Pochi secondi prima di digitare gli ultimi due numeri il suo telefono squillò. Cancellò il numero per poter leggere il messaggio, avendo paura che qualcuno la stesse avvisando per svolgere una prova decisa all’ultimo minuto.
Non poteva crederci, era lui: Akito Hayama.
In fretta e furia aprì il messaggio felice di poter risentire finalmente la persona che più le mancava e che aveva voglia di riabbracciare.
La sua felicità purtroppo fu subito contrastata dal contenuto del messaggio.
Non poteva crederci, Akito si era fidanzato. In quel momento il mondo le cadde addosso.
Quel pomeriggio rimase seduta accanto all’armadio a pensare, a piangere e a capire perché avesse scelto un’altra ragazza. È vero, non erano fidanzati ufficialmente perché entrambi non avevano avuto mai il coraggio di affrontare l’argomento ma cosa importava, prima di partire avevano trascorso la maggior parte del tempo insieme e in questi mesi si sentivano tutti i giorni.
Fuka, Hisae, Aya e Tsuyoshi conoscevano bene sia Sana che Akito e secondo loro era come se fossero fidanzati da sempre, perché a loro non servivano grandi parole ma fatti importanti.
Era stato sempre così.
“Cosa è successo? Perché sono venuta a saperlo solo in questo momento. Perché nessuno mi ha informata…” si chiese più volte.
Si ricordò di quando partì a girare “La villa dell’acqua” e dentro di lei ritornò la stessa tristezza, delusione e solitudine.
"Dovevo aspettarmelo… Il lupo perde il pelo ma non il vizio…” pensò stringendosi il cuscino al petto mentre le guance si bagnavano nuovamente.
Il giorno dopo si svegliò presto con un unico pensiero: “Questa volta non voglio che il tempo si fermi… Che la mia vita si fermi! Voglio continuare, devo essere forte e reagire, impegnandomi nello spettacolo e nel lavoro, ma soprattutto non voglio scaricare i miei problemi addosso agli altri…”
I giorni passarono e ormai lo spettacolo si stava avvicinando come il giorno della partenza.
Non voleva ritornare a casa, non voleva rivederlo, non era pronta.
Ormai era passato un mese da quando aveva ricevuto la terribile notizia, ma ancora non era riuscita a cancellare il suo viso dai suoi pensieri e per Sana non aveva senso ritornare a casa perché lui non ci sarebbe stato.
Così terminate l’esibizioni confessò a Rei di voler restare ancora in Italia.
Nel frattempo Akito l’aveva cercata più volte, ma Sana non aveva mai avuto il coraggio di rispondergli.
Sparì senza dargli una spiegazione e nemmeno si congratulò con lui.
Tutte le notti rileggeva infinite volte i suoi messaggi e riguardava più volte le loro foto, ormai uniche parti di lui rimaste.
Passarono alcuni mesi, ma l’amore che provava nei confronti del ragazzo non passava, quel sentimento era più grande di lei. Quella piaga formatasi nel suo cuore, aveva provocato un profondo dolore dentro di lei.
Lui aveva distrutto in un attimo il loro rapporto e  la voglia di vivere di Sana.
Al lavoro o in compagnia indossava una maschera: si dimostrava sempre serena e felice.; ma quando rientrava nella sua stanza si creava un enorme vuoto dentro di lei.
Voleva raccontare l’accaduto a qualcuno, voleva sfogarsi, voleva essere capita e consolata, ma anche quando provava ad affrontare l’argomento finiva con il deviare il discorso.
Era più forte di lei, solo il pensiero le spezzava il cuore.
Passarono un paio di anni e Sana continuò a sentire le sue amiche senza mai rivelare il vero motivo della decisione di rimanere in Italia. Le mancavano, ma ancora non era pronta a tornare e dopo aver saputo anche da loro che Akito aveva cominciato a frequentare alcune ragazze, preferì dedicare tutta sé stessa nel mondo del lavoro.
Dopo cinque anni la ragazza capì che era arrivato il momento di ritornare in Giappone e di affrontare i fatti convinta che ormai l’avesse dimenticato.
Al suo ritorno provò a telefonargli, ma al solo sentire la sua voce le tornarono in mente tutti quei terribili ricordi e le parole vennero a mancare.
Così nei mesi successivi uscì con alcuni ragazzi e con le sue amiche per distrarsi, facendo sempre molta attenzione a non andare nei posti che Akito frequentava.
Infine la ragazza giunse alla conclusione che la colpa fosse unicamente sua. Si, perché Sana aveva scelto di partire e di conseguenza di rinunciare a lui. Perciò era giusto che anche Akito avesse fatto la sua scelta.
Tutto filò per il verso giusto fino a quando non lo rincontrò in bagno e uscirono insieme.
Quando lo aveva rivisto dopo cinque lunghi anni era come se il tempo fosse ripartito.
Il cuore della ragazza cominciò a battere all’impazzata, ma non voleva dimostrarsi inferiore a lui anzi, cercò in tutti i modi di nascondere quel sentimento che sbocciava tutte le volte che i suoi occhi incontravano quelli del ragazzo che amava tutt’ora.

FINE FLASHBACK

Sana decise di raccontargli tutto quello che era successo, finalmente poteva sfogare tutto quel dolore che si era tenuta dentro. Man mano che proseguiva con il racconto i suoi occhi si inumidirono e le guance si bagnarono. Non si sarebbe mai immaginata che la prima persona che venisse a conoscenza della sua tristezza e della sua decisione fosse proprio la persona che aveva dato alla luce il vuoto dentro di lei.
“Ora sai tutto. Ci vediamo dopo… Non ce la faccio a rimanere qui” disse Sana alzandosi.
“Aspetta” disse Akito prendendola per il polso e continuò abbassando lo sguardo “Guarda che io non mi sono fidanzato con nessuna nel periodo in cui stavi provando per lo spettacolo teatrale… Ho cominciato a frequentare altre ragazze solo dopo due anni che tu sei partita".
“Ormai che importanza ha… È passato e l’unica che ha sofferto per cinque anni sono stata io!” rispose in lacrime la ragazza andandosene via.

“Ma perché me ne sono andata! Lui è rimasto ad ascoltarmi e io cosa ho fatto? Ho preso e me ne sono andata. Sembrava sincero quando mi ha detto che lui non ha mai scritto una cosa del genere… E allora perché a me è arrivato quel messaggio? Basta Sana, basta pensare a quei giorni. Ho già pianto per troppo tempo e non voglio che questo riaccada, sono in vacanza e devo divertirmi più che posso. Anche se sarà difficile non pensare a questa serata nei prossimi giorni… La vacanza è appena iniziata e mancano ancora molti giorni al rientro, per di più dormiamo sotto lo stesso tetto. Non posso mica evitarlo tutte le volte. Cosa posso fare… ” pensò Sana.
Fuka, Takaishi, Hisae, e Gomi usciti dalla sala giochi andarono a prendere qualcosa da bere, mentre Aya e Tsu incontrarono Sana.
“Ehi perché hai gli occhi rossi Sana?” domandò dolcemente Aya.
“Niente sarà l’allergia” mentì la ragazza.
“Ok se lo dici tu… Ci accompagni a prendere le patatine fritte per Tsu?” chiese Aya e Sana annuì.
I due fidanzati scherzarono cercando anche di coinvolgere Sana in quei discorsi, ma lei non riusciva a pensare ad altro se non a quello che era successo poco fa. Si sentiva confusa e continuava a rivedere nella sua mente gli occhi sinceri di Akito mentre le dicevano che non si era fidanzato con nessuna.
“Andiamo a fare un giro sulla ruota panoramica?” chiese Aya vedendo l’amica soprapensiero.
“Si andate io resto qui a finire le patatine, ci vediamo dopo!” rispose Tsu al posto di Sana.
In fila per la ruota panoramica un ragazzo biondo e alto si avvicinò verso le due ragazze e cercando di attaccare bottone disse “Ciao non vi ho mai viste da queste parti”.
“Siamo qui in vacanza” rispose semplicemente Sana.
“Piacere io sono Alan, vivo qui ma ho origini tedesche” si presentò il ragazzo.
Sana e Alan cominciarono a chiacchierare e a scherzare.
Aya capì immediatamente che il ragazzo ci stava provando con la sua amica, così con una scusa si allontanò per un momento per andare a chiamare Tsu e appena lo trovò iniziò a raccontargli velocemente quello che stava accadendo.
Il ragazzo andò subito a cercare Akito, sapeva benissimo che ormai il suo amico e Sana si erano avvicinati parecchio e non voleva che si riperdessero nuovamente.
Infatti in quei cinque anni che Sana era in Italia ricordò di come Akito stesse male. Si era rinchiuso nuovamente in sé stesso, proprio come quando era piccolo e non voleva che ricapitasse per l’ennesima volta. Entrambi sapevano che la loro felicità dipendesse dall’altro.
Lo trovò poco dopo seduto su una panchina, aveva uno sguardo perso nel vuoto come se fosse concentrato su qualcosa in particolare.
“Ehi Akito perché non sei in compagnia di Sana? Sai l’ho vista un attimo fa e aveva gli occhi lucidi, come se avesse appena finito di piangere. È successo qualcosa?” chiese premurosamente all’amico.
“No, non so cosa le è successo…” mentì Akito.
“Sai Aya mi ha informato che un ragazzo tedesco ci sta provando con Sana!” disse di colpo Tsu.
“Capisco…” affermò l’amico senza ascoltare realmente quello che gli stava dicendo.
Era troppo impegnato a pensare a come o meglio chi avesse scritto a Sana un messaggio del genere.
Ricordò il suo primo anno delle superiori: c’erano alcune ragazze della sua classe o della scuola che ci avevano provato con lui, ma aveva sempre rifiutato in malo modo.
Nei suoi pensieri c’era sempre e unicamente lei.
“E se fosse stata qualche ragazza che ho rifiutato… No, impossibile… Mi conoscevano solo di vista… Eppure… Non trovo altra spiegazione!” rifletté il ragazzo.
Improvvisamente tutto gli apparve più chiaro.
Si ricordò che una mattina mentre ritornava in classe con i suoi compagni dalla lezione di educazione fisica, una ragazza stava sbirciando nella sua cartella.
“Che stai facendo?” affermò Akito afferrandole un braccio.
“Ni-nie-niente…” rispose impaurita la ragazza con in mano il suo cellulare.
“Perché hai preso il mio telefono?!”
“E-ecco… Io… Volevo aggiungere il mio numero alla tua rubrica”
“Vattene!”
“Stai aspettando che l’attrice ritorni non è vero?!” disse in tono beffardo.
“Non sono affari che ti riguardano! E ora vattene e non farti più vedere!” urlò Akito arrabbiato.

“Proprio in quel periodo Sana non si era fatta più sentire…” rifletté il ragazzo.
“Ambarabàcicicocò tre civette sul comò, che facevano l’amore con la figlia del dottore…” disse Tsu verificando se Akito lo stesse ascoltando.
“È stata lei!” affermò Akito.
“Lei? Lei chi?” domandò Tsuyoshi non capendo.
“Hai visto Sana?”
“Non hai ascoltato proprio niente!” disse Tsuyoshi mettendosi le mani fra i capelli.
“Cosa? È successo qualcosa?”
“È alla ruota panoramica ed è…” rispose Tsu non riuscendo a completare la frase, poiché Akito si stava dirigendo velocemente nel luogo indicato dall’amico.

Sana in compagnia di Alan stava aspettando Aya che non decideva a ritornare, “Ma dove si è cacciata?” pensò.
“Guarda è il tuo turno, saliamo insieme?” le domandò Alan.
“Ecco… Non credo sia una buona idea. Vai pure salirò al prossimo giro” affermò la ragazza.
“Ci mancava solo questo Don Giovanni! Ma che vogliono tutti da me!” si chiese Sana.
“Perché? La tua amica tanto non torna... Non dirmi che sei fidanzata!”
Gli aveva appena servito la scusa sul piatto d’argento e la ragazza non poteva farsela sfuggire.
“Esatto! Sai è molto geloso il mio ragazzo e se ci vede insieme potrebbe pensare male” mentì Sana.
“Ma non stiamo facendo niente di male dai!” affermò il ragazzo avvicinandosi al suo viso.
“Ma quanto è insistente questo! E mollami!” pensò la ragazza.
“Sana saliamo insieme?” disse una terza voce che Sana conosceva benissimo.
“Veramente gliel’ho già chiesto io!” intervenne Alan.
“E tu chi saresti?” chiese Akito scocciato.
“Piacere Alan, tu?” disse alzando il braccio per dargli la mano.
Akito si girò verso Sana e la prese per mano portandola dentro alla cabina e ignorando completamente il ragazzo.
“Hayama che c’è? Non abbiamo nient’altro da dirci” esclamò Sana.
“Ho bisogno di parlarti!”
“Credevo che soffrissi di vertigini. Perché sei salito?”
“È importante. Ecco… Volevo dirti che non sono stato io a scrivere quel messaggio” le confessò.
“Questo me lo hai già detto prima” rispose Sana guardando il paesaggio.
“Lo so, c’è stato un malinteso! Centra una ragazza…”
“Che strano… Non me lo sarei mai aspettata, sei circondato da donne!” disse sarcastica.
“Vedi questa ragazza continuava a provarci con me finché un giorno ho perso la pazienza… Lo sai che non sopporto la gente appiccicosa!” le spiegò.
“Continuo a non capire… Che centra questa ragazza con il messaggio?” domandò Sana voltandosi verso Akito.
“È stata lei a scriverti il messaggio con il mio cellulare! Ricordo di averla beccata a frugare nella mia cartella di nascosto… Che-che su-suc-succede?!”
“Ci siamo fermati!” affermò Sana guardando giù.
“Questo l’ho notato!” rispose sarcastico.
Aya e Tsu avevano pagato il signore della giostra in modo tale che Sana e Akito potessero chiarire la situazione senza essere disturbati.
“Ma con tutte le giostre che c’erano proprio qui dovevi salire?” si lamentò Akito.
“Non l’ho proposto io! E poi volevo vedere tutto il panorama e questa è l’unica giostra che lo permette”
Akito chiuse gli occhi per distrarsi dal luogo in cui si trovava e riprese a parlare.
“…Senti io non sono uno che parla molto…”
“Ah beh questo lo abbiamo capito tutti” affermò Sana.
“Non complicare le cose e fammi parlare!”
La ragazza annuì.
“Io non sono uno che parla molto… E mi fido anche meno… Ma di te mi fido e voglio che tra noi funzioni… Veramente” le confessò Akito.
Sana rimase piacevolmente sorpresa dalle parole che aveva appena sentito. Non si sarebbe mai aspettata che Akito salisse sulla ruota panoramica per lei sapendo inoltre quanto la odiasse.
“Comunque se un giorno scenderemo da qui ne riparleremo!” riprese a parlare il ragazzo.
“Chissà quando tempo ci vorrà!” scherzò la ragazza.
“Non dire così” la implorò.
“Hai bisogno di qualcosa che ti aiuti a distrarti” sorrise Sana.
“Siamo a venti metri da terra, come puoi pretendere che…”
Il ragazzo non fece in tempo a completare la frase che sentì due morbide labbra sfiorare le sue.
Aprì gli occhi di sorpresa e colpito dall’iniziativa della ragazza contraccambiò il bacio allungando una mano per accarezzare quel dolce viso.
"Dovrei tirarti il martelletto di plastica?!" le disse staccandosi leggermente dalle sue labbra.
"Zitto e baciami!" sorrise Sana.
In un attimo le loro bocche si riunirono in un bacio a fior di labbra.*


*Scena OC_Stagione 1_Puntata 09 I sentimenti.
 
SPOILER:
“Ciao Sana come stai?” chiese una voce sconosciuta alle quattro amiche e Sana si voltò verso il ragazzo.




Ciao a tutte!
Spero abbiate trascorso un sereno e felice natale! =)
Evvaiiiiii, sono riuscita ad aggiornare!
Sana e Akito finalmente sono riusciti a chiarirsi e a confessarsi i reciproci sentimenti! Era ora! *.*
Beh spero di essere riuscita ad esprimere la tristezza di Sana.
Come sempre tra Sana e Akito c'è uno/a ragazzo/a a intromettersi fra di loro. Ma l'importante è che siano riusciti a dichiararsi!
Ho preso ispirazione da una scena di The O.C. copiando alcune battute e cercando di personalizzarla.
Inoltre volevo che fosse Sana a baciare Akito, siccome solitamente era sempre lui a farlo.
Di conseguenza ho scambiato i ruoli e Akito a fine capitolo fa la battuta del martelletto siccome Sana lo picchiava sempre dopo che lui le rubava un bacio.
Come sarà il loro rapporto da fidanzati?
Spero di non avervi deluse con questo capitolo!
Alla prossima! <3

Miky



 
  
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