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Autore: Laila    21/05/2008    3 recensioni
"Akane era poco.
Akari era troppo.
Ukyo era terra inesplorata.
Si sorprese a pensarla, aggiungendola alle altre due donne importanti della sua vita"
Ho sempre visto bene Ukyo e Ryoga, così anch'io sono entrata in questa terra inesplorata cominciando questa Love-commedy. I personaggi sono tutti di diritto e proprietà dell'autrice Rumiko Takahashi, mia musa ispiratrice, eccetto alcuni personaggi aggiunti di mia iniziativa.
Genere: Romantico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Una decisione importante

Stappando con un secco strattone dei denti la borraccia, si versò addosso l'acqua senza curarsene, badando piuttosto a non lasciarsi sfuggire nulla, nel comportamento del nuovo duo di nemici.

- Ora vi accorgerete della vera potenza di Fuuya Watanabe! - parlò di sé stesso, in terza persona.

Hibiki e Saotome si lanciarono un occhiata ammiccante, impegnandosi l'un, l'altro a gestire il combattimento in operosa sincronia.

- Dobbiamo aggirarlo ai lati per evitare un attacco frontale – bisbigliò Saotome. - Saliamogli in groppa, con Collant funzionò! - Il girovago sorrise, ad un suo cenno prestabilito, Ranma cominciò a farsi sotto.

Il sagittario seguendo gli spostamenti di Saotome impennò, riuscendo quasi a travolgerlo col suo “doppio gancio stellare anteriore.”

Il ragazzo col codino continuò a schivarlo, spinto tuttavia ad indietreggiare.

Fuuya aveva energia da vendere e una stazza fisica imponente. Ciò logicamente, andava sommato all'abilità che possedeva, che gli permetteva di tenere a bada gli accanimenti dell'avversario, senza sporcarsi troppo le mani. Per quello, bastavano i suoi zoccoli!

Approfittando della disputa principale con Saotome, Hibiki salì in groppa e una volta stabilitosi, infierì un dritto preciso tra le scapole del centauro.

Watanabe sentendo alcune vertebre infossarsi, emise un sibilo rauco, dovuto al risucchio avido di un flusso d'aria strappatagli di bocca.

- Frustata punitiva! - esclamò in un secondo momento, e attorcigliando la lunga coda sul collo del nemico con la bandana, lo disarcionò.

Hibiki sbatté di schiena contro lo steccato della baita, le assi fragili del legno si ruppero in uno schianto indelicato. Il crepitio secco del crollo, coincise inevitabilmente col suo grido strozzato.

Il secondo attrito, quello col suolo non fu migliore nei suoi riguardi... Il corpo del giovane rotolò in prossimità del fiume, fermandosi a pochi cm dalla sponda agitata.

- Ryoga! - urlò Ukyo messa nell'impossibilità di raggiungerlo proprio da Watanabe. Purtroppo, da quella distanza la cuoca non riusciva a capire se respirasse regolarmente. Poteva solo aspettare, sperando in un capovolgersi della situazione.

Intanto, barcollando lento sulle gambe, il girovago si alzò e una volta stazionario sulla posizione eretta, oscillò la testa fattasi oltremodo pesante: il collo rigido sulle prime, si ammorbidì.

Respirando senza fretta, cercò di mitigare il dolore accumulato al petto, stringendosi una mano sulla maglietta, madida di sudore. Riprese la piena coscienza del paesaggio, appena dopo che aprì e richiuse gli occhi, per un paio di volte.

Saotome, nel frattempo lo aveva raggiunto, facendosi apprensivo:

- Come stai?

Il girovago non parve ascoltarlo...

- Non funziona, quel ronzino non si fa cavalcare! - sbraitò digrignando i denti, su cui spiccavano per lunghezza i canini.

Ammaccature a parte, non sembra martoriato, ha la pellaccia dura! Constatò l'amico col codino che a quell'esclamazione, fece una smorfia.

- Hai un'idea migliore, per caso? - rimbrottò, offesosi nel vivo.

- Sì ce l'ho!

Gli bisbigliò il suo piano all'orecchio, a giudicare dal sorriso che si allargava sulla faccia di Saotome, pareva una mossa eccellente.

Watanabe intanto agitava la coda come a riscaldare la coriacea muscolatura, il mezzobusto fermo e gli zoccoli in marcia che falciavano l'erba, alzando la polvere.

Il giovane Saotome s'inginocchiò, di modo che l'amico si mettesse a sedere, sostenuto dalle sue spalle.

A quel punto Ranma si alzò in piedi, i due ora non avevano nulla da invidiare all'altezza del quadrupede.

Solo che il loro equilibrio sembrava un po' precario...

- Ehi! porco! La vuoi smettere di muoverti?!

L'altro gli tirò i capelli. - Ma che farnetichi, imbecille! Tienimi bene le ginocchia piuttosto!

“La tecnica della scala che s'innalza verso il cielo” non sembrava poi così brillante.

Fuuya non perse tempo, afferrò Ryoga per le spalle, e tenendolo fermo, gli infierì una testata in piena faccia.

- Ryoga! - lo chiamò con tutte le sue forze la cuoca, trasalendo.

Il ragazzo fece un sorriso, i denti bagnati dal sangue lo rendevano un po' tetro.

– Tutto bene! - rispose coraggioso.

Intanto Ranma si scagliava usando la “tecnica delle castagne” sull'addome del centauro.

Disperato Fuuya arretrò sugli zoccoli fino a che perse l'equilibrio, trascinando nel torrente i suoi avversari, con l'intento di aggrapparsi a loro per salvarsi!

Ucchan accorse ai limiti del ciglio, sperando nell'intimo che stessero tutti quanti bene, ma non vide nessuno riaffiorare...

Era rimasta bloccata con una gamba, sotto al centauro svenuto. Ranma cercò varie volte di strattonarla e trovò la giusta combinazione per svincolarsi, anche se perse una scarpa nell'impresa.

L'aria le mancava là sotto, e la corrente gelata, le intorpidiva rapidamente le membra. Non poteva risalire subito però, schiaffeggiò Fuuya attendendo che rinvenisse.

Dopo un eternità Ran-chan e Fuuya riemersero dall'acqua, la cuoca andò a sorreggere il contrappeso di Watanabe, per aiutare Saotome a superare il fondale insicuro.

- Dov'è P-chan?! - chiese in pena la giovane con la coda.

L'altra spalancò la bocca sorpresa.

- Conosco già il suo segreto! - le rivelò in fretta Ucchan.

La ragazza col codino scosse la testa contrita.

- Non l'ho visto, forse Fuuya l'ha schiacciato, speriamo che la corrente non l'abbia trascinato a valle!

- Ran-chan io devo parlargli! - asserì appena misero Fuuya a riprendersi, sotto l'ombra di un grosso albero.

Insieme le due coetanee setacciarono i lati opposti del fiume.

All'inizio la cuoca credette che fosse un sasso...

Ma i sassi non galleggiano in superficie! Osservò ripescando il porcellino dalle acque gelide.

Era livido, la pancia gonfia, le zampe rattrappite dal raffreddamento, ma la cosa peggiore in assoluto era il suo colorito, di un grigio cinereo!

Ran-chan le fu vicina in due balzi.

- Deve aver bevuto molta acqua poverino, forse involontariamente Fuuya lo ha schiacciato!

- Ran-chan salvalo! - la cuoca gli portò risoluta il porcellino di fronte al naso.

- Fagli la respirazione artificiale!

- Che cosa?! Ma io sono un maschio!

Non c'è tempo da perdere!

- E va bene! ho capito, ci penserò io!

Accingendosi in un respiro preparatorio, la cuoca si abbassò a dare aria anche a P-chan, poi spinse la punta delle dita contro lo sterno dell'animaletto e ricominciò tutto daccapo. Sette, otto volte.

Quando P-chan sputò l'acqua dolciastra riprendendo a respirare, il suo cuore stanco accelerò.

Poco dopo, utilizzando il thermos di Kuonji, i ragazzi tornarono normali e si allontanarono da Fuuya mentre dormiva, crollanto per la stanchezza.

Lungo la via del ritorno, ad un certo punto la cuoca chiese a Ryoga:

- Puoi aspettare me e Ran-chan un attimo? Devo parlargli a quattr'occhi...

L'interpellato tirò il lembo di un sorriso e annuì.

Gli altri, si erano allontanati di una ventina di passi dal sentiero.

- Ti auguro di star bene in compagnia d' Akane.

Ranma non capiva. Che senso ha questa frase? - Che dici Ucchan?

- Senza la tua fidanzata carina sulla piazza, sceglierai lei, ne sono sicura!-

- Ukyo sei arrabbiata con me? - le prese le mani con fare comprensivo il ragazzo.

- Perché se ti ho offeso in qualche modo, senza rendermene conto, ti chiedo perdono!

Ranma s'inchinò portandosi un pugno al petto.

- Non è questo

- Allora ti senti male?

- Se star male significa essere innamorata di Ryoga, allora sto’ male Ran-chan! Sto’ proprio male! - Un singulto, e poi un altro, e un altro ancora, poi una serie.

Ukyo stava piangendo e stava ridendo tutto insieme, e Ranma non sapendo che altro dire, l'abbracciò intenerito.

- Mi sembra una cosa molto bella – elaborò dopo un po', lasciando che le lacrime di Ucchan gli inumidissero la giubba.

Spettatore irrequieto della scena, il girovago si voltò dall'altro lato.

Calmati Ryoga! Non fissarli! Lo sapevi già, no? E allora che cos'hai da irrigidirti?

Ripeteva interiormente, scavando minuscole buche dallo spessore di un dito, sul fianco roccioso.

Una volta tornato indietro, Ranma gli sorrise e fu molto strano a vedersi.

- Accompagna Ucchan a casa, io devo andare a cercare quel maledetto di mio padre! - senza nemmeno aspettare che anche lui lo salutasse, quel maleducato col codino si avviò fischiettando.

- Ehm... Io, ti ringrazio di essere venuto a cercarmi...

Il diciassettenne avvertì i brividi alla schiena, mentre Ucchan lo guardava simpaticamente.

Un avvisaglia di lampi lontani, lo costrinse ad aprire l'ombrello, avvicinandosi alla cuoca, che lo prese a braccetto.

Delle gocce cominciarono a cadere.

- E' stato un pessimo inverno – palesò insoddisfatto Ryoga, che aveva conosciuto giorni assolati, in un passato così remoto, che faticava a ricordarli.

La ragazza sorrise – Non così brutto, ho ricevuto un regalo inaspettato questo Natale, quando eri via... - Senza accorgersene erano arrivati davanti all'okonomiyakiya.

- Che fai non entri? - gli domandò, mentre udiva una serie di raspii e mugolii, incuriosirlo da dietro al pannello principale.

I suoi dubbi vennero placati, quando Ukyo l'aprì.

- Uof! Uof! - la sua cagnetta corse a fargli le feste, leccandogli le mani impaziente, facendogli quasi perdere l'equilibrio e l'ombrello.

Simulandola, i cuccioli di Bianconera gli mordicchiarono i lacci dei pantaloni, Ryoga fu costretto ad entrare con le bestiole attaccate ai polpacci, o a ridosso delle caviglie, al passo di un sommozzatore, con tanto di pinne.

- Che ci fa Biancanera qua? - chiese una volta che i cuccioli si furono stancati di giocare.

- Ha sentito l'odore dei tuoi maglioni, li hai lasciati da me... i cuccioli però sono andata a prenderli dal tuo giardino, sapessi quant'erano affamati! - esclamò ridente, ricordando quando li aveva abbeverati con un biberon, comprato appositamente.

Ryoga la guardò imbarazzato.

- Scusami tanto! Lì porto via subito!

- Portare dove? - l'interrogò Ucchan, con una nota sonoramente alterata.

- Se ben ricordo, non ti ho mai licenziato, anzi! Mi devi persino degli arretrati in busta paga!

Come riuscisse a non scoppiare a ridere mentre ancora gli parlava, era un mistero persino per lei!

- Allora, quando intendi ripagarmi?! - seguitò dando al giovane combattente una pacca sulla schiena.

Quello sentì i lacrimoni dal dolore. - Aiiiha!

- Potevi dirmelo, che ti faceva male!

- Mi hai forse dato scelta? - replicò secco Hibiki.

In men che non si dica Ucchan lo trascinò sulla sua vecchia stanza.

Qualcosa decisamente non quadrava, appurò. - Dové Joe? E la sua roba?

La cuoca arrossì, un po' sulle sue.

- Se né andato... cioè, l'ho cacciato! - alzò gli occhi turchesi su di lui.

- Io l'avrei fatto molto prima... non mi è mai stato simpatico!

Ryoga pareva compiaciuto nella sua espressione ebete: questo, unito al fatto che non era annegato e che era lì, a due passi, la fece sorridere.

- Mettiti steso sopra al futon, ti faccio un massaggio!

Ora le parve spaventato – Lasciami fare, tanto è come fare un impasto! Sono brava! - replicò senza nemmeno che lui avesse fiatato.

Manipolare i muscoli indolenziti della gente, di solito era il compito di Tofu sensei* e Ryoga fece una smorfia ragionando sulla prospettiva di lasciarsi fare un massaggio dalla cuoca.

- Non è che poi ci rimango secco? Ti ricordo che alla valle Artemisia delle rocce moxa, un anno fa, mi hai quasi ucciso!

- Sei il solito esagerato! Ho dovuto calmarti! Non facevi che lamentarti!

- Avevo subito l'hiryu shoten-ha!*

- Zitto!

La nuca pulsò prima ancora che la brunetta impartisse il colpo.

L'acciaio della spatola lo spedì con decisione sopra al letto, a pancia in giù.

Il futon è davvero morbido e pulito... ispirò soddisfatto Hibiki, che non aveva dormito su un letto decente da più di un settimana.

Ucchan si sedette sui suoi poveri glutei “per riuscire a massaggiare meglio alla schiena” dichiarò.

Congiunse quasi i polsi, mettendo le mani a forma di calice ad un centimetro di distanti dalla sua colonna vertebrale, poi cominciò a premere verso il basso, molleggiando.

Ryoga sentì lo sterno indurirsi contro il pavimento, nonostante l'ammortizzazione del futon, e le vertebre fare numerosi “crik-crak!”

- Sei sicura che non faccia male?

- Ti ho fatto male?

- ...No, solo che è strano sentire tutti questi scricchiolii! - si mise carponi, facendola cadere a terra.

- E' perché sei tutto contratto! - replicò quella con una spatolata, rimettendolo al proprio posto di cavia.

- Sta' giù, sto cercando di essere carina! - brontolò la cuoca.

- Ukyo?

- Che c'é?

- Posso chiamarti Yocchan?

Se ne restò zitta, la bocca schiusa, una mano sospesa davanti al mento e l'espressione indecifrabile.

- Come non detto, non ti piace vero? - chiese ancora Ryoga.

Lei avvampò di colpo - No! No! Mi piace!

- Ah... allora forse sono io, non vuoi che io...

La ragazza gli tirò giù la bandana, stringendogliela sugli occhi.

- Puoi chiamarmi Yocchan se vuoi, non ho obbiezioni da fare! Oh, com'è tardi!

Dopo quel gridolino, sentì sparire il peso che gravitava su di lui, e un rumore di passi veloci ridursi al nulla.

Si tolse la benda dalla testa, scoprendo un po' deluso, di essere rimasto il solo nella sua vecchia stanza.

Poi dalla porta semi aperta spuntò la testa di Biancanera. 

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testo

 Sensei* significa maestro.

hiryu shoten-ha* colpo del dragone, è un colpo che genera un vortice molto potente, che prima afferra e poi schianta l'avversario a terra. L'ha insegnato Obaba a Ranma.

Maryku: la mamma di Fuuya, me la vedo un pò come una comare, tipo "so' tutto di tutti"XD Ryoga si presta bene a scene d'insicurezza ed a complessi d'inferiorità, sebbene sia uno che sà riprendersi, come ho provato a descriverlo in questo nuovo cap. Ti ringrazio x la costanza dei commenti e aspetto curiosa il prossimo cap del "tesoro del pirata"

Lavs:  Devo dire che mi piace sempre più, inserire personaggi originali, aiutano ad arricchire il contesto e personalizzarlo un po'^^;;;grazie per il commento, dolce ed esaustivo, mi fa piacere vedere che le scene su cui m'incentro particolarmente, alla fin fine risaltino. 


Un saluto affettuoso dalla vostra,

Laila

Ciauzzzzzz e alla prossima!

   
 
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