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Autore: Emilia Zep    28/12/2013    2 recensioni
"E ancor Tassorosso: «Sarà l'uguaglianza
del mio insegnamento la vera sostanza»."
(...)
"e poi Tassorosso i restanti accettava,
si, Helga la buona a sé li chiamava."
cit. Cappello Parlante, quinto anno.
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Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corvonero, Godric, Neville, Paciock, Priscilla, Corvonero, Salazar, Serpeverde, Serpeverde, Tassorosso, Tosca, Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Matilda era stata accompagnata nella torre dalle altre ragazze – E’ lì che dormiamo – Le aveva spiegato Olivia saltellante. – E’ molto bella. Ma presto sarà finita anche l’altra, vero Lady Helga? –
-Prestissimo! –Aveva annuito lei.
Matilda aveva seguito le altre a passi insicuri. Per le scale aveva inciampato più volte nell’abito di Olivia – Ossa di Gesù! Non ne faccio una giusta, accidenti. –
- Sono le scale che cambiano direzione quando meno te lo aspetti. Inciampo sempre anch’io! -   Olivia aveva un sorriso contagioso, tutto denti e lentiggini – Lo strappo si ripara! -
L’idea di quelle scale l’avevano avuta tutti e quattro. Quando ci avevano pensato gli era parsa geniale. - Dobbiamo costruirle subito!-  Ancora dovevano edificare i muri e già progettavano l’incantesimo per le scale. Quando poi lo avevano fatto ci avevano messo un po’ troppo entusiasmo. - Be’, almeno ci si diverte! -  Aveva commentato Rowena. Ma forse aveva ragione Olivia, prima o poi avrebbero dovuto attenuarlo. - Peccato, però - Anche Helga ci si era slogata una caviglia e non aveva mai voluto ammetterlo. 
Era già passato un anno da quando avevano inciso il nome della scuola sulla facciata. Avevano scelto “Hogwarts”, dopo notti passate a discuterne.  Rowena aveva puntato la bacchetta, “Draco dormiens numquam titillandus” aveva inciso poco sotto. Tutti e quattro avevano riso di gusto.- Giusto!- Aveva gridato gioioso Salazar - Provate un po’ a disturbare il drago che dorme, adesso!-  Che lo sapessero i parrucconi addobbati, i Sacerdoti che li avevano chiamati blasfemi. Il Sommo Druido che aveva riso con indifferenza  dicendo - Non c’è da preoccuparsi. Non dureranno un mese - . Avevano brindato, come quattro anni prima nella taverna, quel giorno della tempesta di neve in cui mezzi ubriachi avevano detto - Ma sì! Facciamolo davvero! - Poi erano rimasti nell’erba a contemplare il castello squinternato. Una torre sì e tre no, un’ala ancora tutta senza tetto. Ma ormai era lì. Bellissimo sotto la luna, lungo le rive del Lago Nero.
Non era passato nemmeno un anno. E per la prima volta in vita loro  Helga e Rowena  non si parlavano. Erano insieme nell’Ala Ovest, a riparare il soffitto. Ormai il tetto c’era, si trattava solo di chiudere qualche spiffero. Helga reggeva in silenzio una scala a pioli per permettere a Rowena di eseguire gli incantesimi riparatori il più vicino possibile. Dopo la discussione della mattina a proposito di Matilda avevano litigato ancora nel pomeriggio - Non ci credo che pensi una cosa del genere, proprio tu! -
- Invece sì, la penso, la penso eccome! Non credo affatto che la magia vada insegnata a chiunque. E’ un fardello pericoloso. Ci vuole saggezza per usarla bene. Ci vuole intelligenza.-
Erano ore che non si dicevano una parola. – Reparo - Mormorava freddamente Rowena ad ogni spiffero che chiudeva, mentre Helga reggeva la scala. Messa a posto l’ultima crepa  fece per scendere, scivolò sull’ultimo gradino. Si ritrovò quasi tra le braccia di Helga, naso contro naso. Helga poteva sentire il suo fiato riscaldarle il collo. Le afferrò forte una mano. Si erano amate un tempo, nelle notti della loro adolescenza, al tempio. Accadeva a tante di loro sull’Isola Sacra, prima di conoscere l’uomo e certe volte anche dopo. Un legame indissolubile era rimasto da allora. Come era possibile che adesso non si capissero? Rimasero a guardarsi per qualche istante, con le fronti che si toccavano, l’una contro l’altra. Rowena deglutì - Pensi mai ad Alwina? - Chiese dolcemente. Alwina era la Somma Sacerdotessa che le aveva istruite. Era stata quasi una madre per loro. Le aveva prese sotto la sua ala “Le mie migliori allieve” le aveva chiamate. Ma dopo il fatto di Hogwarts non aveva più voluto vederle. “ Serpi in seno! Traditrici! Blasfeme!” . Quando Rowena era rimasta incinta le era giunta voce che avesse detto che c’era da aspettarselo. Una come lei non poteva che mettere al mondo figli impuri, senza padre, né matrimonio, né dei.
Eccome se  Helga pensava ancora ad Alwina. Avrebbe voluto abbracciarla, chiederle consiglio nei momenti difficili. Forse avrebbe desiderato addirittura essere perdonata da lei. Sentì una lacrima pizzicarle l’occhio.
- Si fotta Alwina!- Disse tutto d’un fiato.
- Ma Helga… -
Scoppiarono entrambe a ridere, d’un riso liberatorio, abbracciandosi strette, mischiando capelli e lacrime.
 

 
  
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