Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: MissKeroro16    28/12/2013    2 recensioni
''L'amore ti cambia. E' come una piuma che brucia nel vento, si consuma così velocemente che non hai nemmeno il tempo di comprendere se ne è valsa la pena o meno di lasciarsi trasportare.''
Luana era una sognatrice, la più stravagante di tutte. Aveva sempre pensato che sarebbe diventata una scrittrice, ma imbattersi in un ragazzo come Harry Styles, non era nei suoi piani e le sconvolgerà la vita non poco. Lui la renderà forte, abbastanza da rendersi indispensabile, Ma sarà Luana, all'altezza delle prove che il mondo, scenario principale della loro storia, gli porrà d'avanti godendosi ogni suo misfatto come se fosse il più dolce dei nettari? Riuscirà Harry a tirarla fuori dal buco nero della sua coscienza e a tenerla al sicuro dalla sua più grande paura? SE STESSA.
Sarà una promessa forte abbastanza da tenerli legati anche quando Lù ad Harry non avranno più niente da perdere, se non loro stessi?
Genere: Dark, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Say something


 

La testa era leggera. I capelli adagiati lungo il cuscino toccavano il viso addormentato di Harry.

Sembrava sereno. Aveva il braccio piegato e la mano che gli sfiorava il viso. Quando riposava Harry era la cosa più bella che il mondo potesse mai aver creato. Sembrava un angelo con i riccioli scompigliati e le labbra piene. Ispirava tranquillità. Ispirava calma e pace. Chi l'avrebbe detto che sotto quelle spoglie si nascondesse l'inferno. I rifiuti e le critiche che gli avevano spezzato il cuore. La paura di non essere mai abbastanza. Avrei tanto voluto strapparmi gli occhi per fargli vedere. Volevo che lui vedesse quello che vedevo io. Volevo che sapesse che il mio mondo era racchiuso proprio nei suoi occhi e la mia felicità dipendeva da quelle braccia che sorreggevano il peso di una vita che non gli andava bene. Mi chinai su di lui e spostandogli i capelli dalla fronte, gli lasciai un bacio. Fu appena percepibile. Bastò però ad Harry per lamentarsi nel sonno e cingermi la vita con il braccio per poi poggiare il capo sulle mie gambe.

''Buongiorno'' mormorò con la bocca impastata dal sonno. Due secondi dopo stava già dormendo. Risi piano di quel gesto e districandogli alcuni ciuffi mi liberai dalle sue braccia per potermi alzare. Mi legai i capelli mentre scendevo verso la cucina. Il pavimento era freddo sotto i miei piedi. Il rumore dei miei passi risuonava nella casa vuota. Ma in un certo senso era piacevole. Era come se la solitudine venisse rotta da quei rumori. Quella casa era stata abbandonata a se stessa per troppo tempo. Aveva avuto come unico compagno un ragazzo scostante che per la prima volta, tornava regolarmente e si prendeva cura di lei. In un certo senso mi sentivo proprio come quel luogo. Harry era diventato il mio beneffattore e dopo la notte scorsa, iniziavo ad avere la mente un po' meno annebbiata. Era strano. Forse anche sbagliato tuttavia non mi interessava. Mi sentivo felice.

Canticchiando raggiunsi il frigo e afferrai il cartone del succo di frutta all'arancia. Era fresco lungo la mia gola e piacevole così come il ragazzo che mormorava una canzone mentre scendeva le scale.

Feci finta di essere all'oscuro della sua presenza e gli diedi volontariamente le spalle. La sua grande mano mi scostò i capelli dalla spalla baciandomi il collo con delicatezza.

Mi lasciai andare contro la sua schiena chiudendo gli occhi.

''Buongiorno Lù'' suonava così bene detto da lui. Mi allontanai appena, imbarazzata per le libertà che stavo concedendo ad Harry. Non era il mio ragazzo, non dovevo perdere di vista quella cosa o avrei perso me stessa. Avevo dei sani principi e uno di questo era non concersi a chiunque.

''Buongiorno'' replicai guardandolo sorridermi. Involontariamente gli sorrisi di rimando. Ero proprio strana ma che avevo non riuscivo nemmeno a controllare il mio corpo.

Posò il cellulare sul bancone della cucina e prese il mio posto frugando nel frigo. Presa dalla curiosità di guardare cosa il mondo stesse tramando su quell'Harry felice, mi avvicinai al cellulare e sbloccandolo iniziai a curriosare. C'erano una serie interminabile di chiamate perse che ingorai e mi concentrai su Twitter. C'era qualcosa che mi sfuggiva e per capirlo sentivo che dovevo andare lì. Era come se fossi guidata dal subconscio mentre digitavo i vari tag. Strambo. Terribilmente strambo.

Avevo una sensazione allo stomaco che iniziava a diventare insopportabile.

Mi portai la mano al ventre e strinsi appena continuando a frugare su twitter.

''Qualcosa non va?'' domandò Harry. Lo ignorai. Sentivo la sua apprensione crescere alle mie spalle. I tweet delle fan erano tranquilli. Solita storia. Persone che gli dicevano che lo amavano, altre che lo pregavano di seguirlo, poi tra di loro, trovai qualcuno insolito. La memoria fece click e tutto tornò a cancellare quello che era stato. Niente più dolcezza ne leggerezza, solo rabbia. Terribile,

la consapevolezza delle azioni di Harry della notte prima mi colpirono peggio di uno schiaffo. Furono un pungo dritto nello stomaco, forte come se fosse stato acciaio e non memoria. Fu terribilmente drastico il cambiamento nel mio umore. Lui se ne accorse e prese ad indietreggiare.

''Come hai potuto?'' urlai avanzando di un passo. ''Hai..hai giocato con il mio corpo Harry per farmi dimenticare che ero arrabbiata con te? Questo è sleale'' lo rimproverai puntandogli un dito sul petto.

''Come ti è saltato in mente?'' non volevo delle risposte volevo solo farlo andare via. Liberarmi del suo profumo. Come aveva potuto fare una cosa del genere a me. Aveva usato il suo effetto su di me cancellando la rabbia. Costringendomi con l'inganno a perdonarlo. Ma non avendo dimenticato, niente sarebbe stato perdonato ora. Doveva capire che non poteva scherzare così con me. Adesso più che mai volevo che sentisse quanto male mi stava facendo quella sua azione inocqua.

''Lù. Non fare così. È piaciuto anche a..'' mi tappai le orecchie. Non volevo sentirlo. Non volevo ascoltare.

''Io non volevo che cambiassi Harry. Che ti sta succedendo? Se è per me che lo stai facendo..ti prego fermati. A me piacevi esattamente com'eri'' le sue mani tentarono di afferrarmi ma io lo rifiutai. Il suo telefono squillava come un pazzo rompendo tra di noi. Sentivo la sua attenzione volersi concentrare solo su di me, invece...veniva divisa da quello squillo insopportabile.

''Tu lo sapevi. Sapevi come farmi dimenticare e rendermi docile.'' lo accusai mordendomi il labbro per non piangere. Era confuso. Lo leggevo nel suo sguardo perso nel vuoto. Credeva veramente di non aver fatto qualcosa di male. I ricordi mi scivolarono dentro come onde che si infrangono tra gli scogli. Vedevo le sue mani, i suoi occhi brillare nel buio. Vedevo la sua bocca. Dio la sua bocca era stata la mia rovina. Era accaduto tutto così velocemente che non avevo compreso cosa stesse facendo. L'avevo provocato dicendogli che non poteva baciarmi, ma l'avevo detto solo perchè ero ancora arrabbiata, avevo avuto un incubo dove avevo sognato che gli capitava qualcosa di brutto. Avevo bisogno di lui e lui lo sapeva.

L'aveva capito e si era infilato nel letto con me per confortarmi. Quello potevo accettarlo. Potevo lasciar correre che le sue mani mi sfiorassero, io stessa non riuscivo a stargli vicino senza toccarlo. Quello che non tolleravo era che si approfittasse della mia debolezza. Che usasse il mio corpo come meglio credeva. Non ero una bambola, non poteva vestirmi quando e come voleva. Avevo una mia volontà, la stessa che bruciava per il disagio della scena passata. Avevo veramente voglia di prenderlo a schiaffi per quello.

''Lo stai dicendo come se fosse una cosa disgustosa quella che ti ho fatto ieri'' c'era calma nella sua voce. Mascherava bene la disperazione questa volta. Forse non voleva farmi vedere quanto ci stava male. Il mio HARRY. Il mio harry non si nascondeva da me. MAI.

''Hai sentito quello che ti ho detto mentre ..'' l sue parole si bloccarono. Vedere la scena rivivere nei miei occhi gli diede la consapevolezza che gli serviva per battere il ferro finchè era caldo.

Mi aveva detto che mi amava ed io avevo fatto finta di niente. Ero stata insensibile a pensare che si dimenticasse di quelle parle, che non se ne ricordasse per potermi aiutare. Ma le aveva dette perchè le pensava davvero.

''vuoi che te lo ripeta?'' mi provocò già certo della risposta. Il pensiero di non avere possibilità di scampo quella volta mi gelarono sul posto.

''Non eri in te quando le hai dette ieri. Ho fatto finta di non sentirle proprio per questo. Risparmiati un umiliazione e lasciami in pace'' i suoi occhi divennerò così grandi mentre li sgranava per le parole che non ero riuscita a fermare. Mi portai una mano alla bocca per tapparla ma ormai era tardi. L'avevo ferito come non mai. Si inumidì le labbra per dire qualcosa ma nessun suono abbandonò le sue labbra. Mi guardò però. Fu l'unica cosa che poteva fare. Stava aspettando che continuassi a fargli del male. Ero arrabbiata con lui per quello che aveva fatto a quella ragazza. Era successo tutto per colpa di quella ragazza che aveva creduto di poter fare la prepotente con me. Era successo tutto perchè Harry mi amava tanto da star male. Cosi profondamente da non sopportare che qualcuno si approfittasse della mia bontà. Oppure era successo perchè l'avevano ferito nell'orgoglio? In quel momento pensavo molto più alla seconda ipotesi e quindi non ritirai nulla di quello che avevo detto. L'orgoglio ragazze mie è una faccenda veramente sporca. Ti fa essere cieco anche con la più limpida delle luci.

Quella forte e bella che dovrebbe essere segno di cambiamento in potivo, te la fa sembrare il più terribile dei mostri pronto ad azzannarti in ogni momento.

Io non lo sapevo quando in silenzio, pregavo che Harry mi lasciasse sola e non mi tirasse fuori parole ancora peggiori. Mi sentivo usata e anche se probabilmente me l'ero immaginato era davvero una pessima sensazione.

Harry afferrò il suo telefono e ripose. Senza dire altro salì di sopra lasciandomi sola lì. Scese venti minuti dopo con i capelli ancora bagnati, completamente vestito e lo sguardo vuoto. Io ero rimasta ferma lì. Ferma a guardare la mia felicità scivolare via. Ferma a guardare Harry essere infelice per colpa mia.

Afferrò le chiavi della sua macchina e prima di uscire si limitòò solo a darmi una semplice notizia.

''Non torno a casa. Non..''aspettarmi.. voleva dire. Lo sapevo. Feci un passo indietro di colpo intontita dal dolore. Era un cucciolo smarrito nelle acque della disperazione. E la parte peggiore era che c'è l'avevo buttato io. Senza aiuto. Senza motivo.

Scosse il capo e uscì senza agiungere altro. Lasciò comunque il cellulare sul tavolo dell'ingresso, nel caso avessi avuto bisogno. Pensava ancora a me, anche quando era ferito e arrabbiato.

Senza sapere che l'avrei aspettato anche tutta la notte.

Se non fossi stata tanto fuori di me.

***

 

ED's POV

Harry era arrivato tipo tornado negli studios quando l'avevo chiamato. Avevo pensato di doverlo implorare. Di dover pregare per ottenere la sua presenza, invece sembrava aver ricevuto la scusa migliore per allontanarsi dalla sua ragazza. O almeno così la chiamavo io. Non stavano effettivamente insieme e anche se ritenevo quello un atto incosciente da parte di Harry, in un certo senso lo capivo. Chi avrebbe voluto tirare dentro l'inferno che era la vita di noi persone famose, una ragazza tanto innocente e fragile come Lù? Harry lo sapeva. Io lo sapevo il mondo nemmeno si premurava di saperlo, Harry la teneva nascosta. Geloso dell'unica cosa che l'aveva fatto felice. La stessa che adesso sembrava averlo tirato sul fondo di un mare nero senza lasciargli la capacità di rialzarsi. Non mi aveva salutato, nemmeno aveva alzato gli occhi dal suo cellulare. Si era semplicemente limitato ad entrare grugnire qualcosa che sembrava un ''salve'' e poi si era seduto nella sala d'attesa con lo sguardo fisso nel vuoto.

Non era certo un comportamente normale. Harry che rideva sempre quando lo invitavo perchè si divertiva a farmi notare quanti pochi dischi ci fossero appesi alle pareti. Harry che mi chiamava Ron per via dei miei capelli, ora stava seduto senza vita. Sbattei più volte le palpebre per sincerarmi di non stare sognando e mi sedetti accanto a lui. Non notò la mia presenza, nemmeno quando gli battei una pacca sulla gamba. Dovetti prenderlo per il bavero e scuoterlo un po' prima di ottenere attenzione.

''Terra chiama Harry. Guai con la principessa delle fate?'' era un nomignolo carino considerando che era bellissima e minuta. Appropriato anche per il fatto che i suoi occhi sembravano incantati e cambiavano colore a seconda della luce. Un giorno avrei giurato di averli visti diventare qualcosa come d'orati. Belli e penetranti.

Harry non rispose e piombò nel suo mondo. Non era una risposta netta ma comunque esauriva abbastanza la mia curiosità da alzarmi e scompigliargli i capelli. Quella fu la priama volta che Harry non mi ordinò di allontanare la mano. Mi faceva veramente paura.

Non volevo intromettermi. Non mi piaceva ficcare il naso in quello che succedeva tra quei due, molto per paura che Harry potesse pensare male di me. Non avrei potuto reggere l'dea che si facesse problemi anche con me, io volevo solo che si fidasse ma se non parlava, la cosa doveva essere grave. Dio solo sapeva quanto quel ragazzo ci tenesse ai suoi capelli e lasciarmeli scompigliare in quella maniera senza batter ciglio era allucinante.

Gli calciai dolcemente il piede e lui abbassò gli occhi sullo schermo. Era veramente inquietante.

''Harry'' lo chiami allarmato e finalmente i suoi occhi mi guardarono.

''Stai bene?'' gli chiesi. Fu l'unica cosa che potevo pensare in quel momento. Lievemente scosse il capo. Non stava bene, ma almeno aveva risposto. Era già qualcosa. Non volevo forzarlo e per di più mi stavano anche chiamando per registrare il prossimo pezzo nella sala di registrazione. Magari avrei fatto ascoltare al mio miglior amico, un altra volta le canzoni che avevo scritto sulla sua storia d'amore. Forse quel giorno, non era proprio il caso. Non se non ero pronto a vederlo crollare d'avanti a tutti. Lo lasciai solo tenendolo d'occhio dal vetro unidirezionale della sala e non riuscii a concentrarmi per niente. Sbagliavo tutti gli accordi. Non azzeccavo una nota nemmeno sotto tortura. Sembrava fossi io quello che era stato..mollato? ..tradito..? non sapevo cosa pensare.

Non era ragazza che potesse fare una cosa del genere, anche se in toria, aveva baciato Harry mentre passava un brutto periodo con il fidanzato. O meglio Harry l'aveva baciata. Che casino. Mi massaggiai le tempie e sospirai. Dovevo concentrarmi sulla mia musica.

''Ed'' mi chiamò e pensai di essermi immaginato la sua voce. Mi voltai solo per controllare e fui sollevato che mi avesse veramente chiamato.

''Si, Harry'' i suoi occhi erano fissi al soffitto, forse stava tentando di calmarsi. La sua voce sembrava roca e consumata, non aveva tanta voglia di usarla evidentemente.

''Puoi svegliarmi quando Lù.. si sarà dimenticata di quello che ho fatto? Svegliami solo se è tutto finito.'' sbattei le palpebre credendo che stesse scherzando invece era serio. ''E se non lo fa?'' lo stavo assecondando, volevo veramente sapere cosa succedeva nella testa di quel ragazzo.

''Allora lasciami in pace. Voglio solo dormire, chiudere gli occhi per un po'. Non ho bisogno del mondo se lei non può guardarlo con me.'' detto questo chiuse gli occhi ed io tornai al mio lavoro con il cuore spezzato.

***

Due ore dopo, Harry Era con la schiena contro il divanetto, addormentato. Presi il cellulare dalla tasca e composi il numero di telefono di Lù ed aspettai. Ninte risposta. Il numero risultava momentaneamente disattivato. Provai a chiamare il cellulare di Harry. Sperai lo avesse lasciato a casa preso dalla foga di uscire.

Al terzo squillo rispose. Sembrava affannata, come se stesse correndo.

''Ciao Lù'' iniziai imitando il tono più felice che conoscevo. Lei non sembrava riuscire a mascherare i suoi sentimenti però. Avevo indovinato al primo colpo, avevano litigato.

''Hey Ed'' disse semplicemente aspettando che la conversazione venisse condotta da me ad un qualche punto.

''saltiamo i convenevoli sorella. Voglio sapere che è successo, che hai fatto al piccolo Edward, sembra gli sia passato sul cuore una trebiatrice.'' il respiro le si fermò e potei quasi vederla mentre sospirava profondamente per mantenere il controllo.

''Vuoi veramente saperlo?'' era combattuta. Chissà cosa c'era di così importante da impedirle di confidarsi. Mi aveva raccontato del loro primo bacio, potevo sopportare qualsiasi cosa..in teoria.

''Harry ed io ieri sera... lui..'' arrancava nel buio ed io iniziavo a farmi un idea. Aveva usato il sesso su quella ragazza. Era l'unica motivazione che avrebbe potuto giustificare la sua timidezza e le sue incertezze.

''sganciami la bomba, qualsiasi essa sia'' avrei sopportato e non avrei giudicato.

''è lì da te?'' mi domandò ed io mi sporsi fuori dalla stanza per trovarlo ancora nella stessa posizione di prima ''Si, sta dormendo'' sentii Lù trattenere un singhiozzo e mi domandai se non fosse stato lui a farle qualcosa. Aveva detto qualcosa tipo ''tutto quello che ho fatto?'' o mi sbagliavo? La memoria mi faceva cilecca, non volevo che fosse tutto frutto della mia immaginazione.

''Mi ha detto che mi ama'' sputò fuori. Rimanemmo in silenzio entrambi per due minuti buoni prima che potessi incassare quella batosta. Signore l'aveva fatto? E lei ? Che gli aveva detto? Dalla faccia del mio amico però, già immaginavo la risposta.

''Avevamo litigato Ed, ero arrabbiata con lui e lo sono ancora. Ha usato...dei trucchetti per farmelo dimenticare e quando me l'ha detto, non ero in me. Non volevo ferirlo, so che sta male per colpa mia, so che si aspettava che ricambiassi ma per me non è così facile. Non ho lasciato fare a nessuno, quello che lui ha avuto la libertà di fare con il mio corpo e mi sento così..così..'' le si spezzò la voce appena ma riuscì a ricomporsi. Aveva deciso che non avrebbe pianto. La ammiravo per quello. Ma piangevo più per il povero cuore di Harry. Piangevo tanto per la sua anima annientata dalle sue parole. La mattina quando Lù si era riappropriata di se stessa, doveva avergliele cantate di santa ragione e nel farlo, dovev aver esagerato. Magari anche frainteso. L'ultima cosa che voleva Harry era usare dei mezzucci da quattro soldi per farla cadere ai suoi piedi. Quella volta, mi dispiaceva per Lù, tuttavia Harry aveva il mio appoggio. Forse anche lei stava male, ma guardare il mio migliore amico in quelle condizioni, non era piacevole per niente. Mi duoleva il cuore al pensiero che non ero abbastanza importante per lui da lasciarsi proteggere.

''così come? In colpa?'' per una ragazza come lei era normale non sentirsi a suo agio con i modi di Harry. Io l'avevo visto qualche volta abbordare le ragazze nei club, non era mai stato un bello spettacolo vederlo toccarle come se fossero di suo dominio, non immaginavo nemmeno minimamente cosa aveva fatto a Lù, ma di certo lei non si era annoiata, era stato abbastanza bravo da averle fatto dimenticare tutto quindi, si era divertita. Il fatto che non lasciasse correre magari qualcosa che aveva fatto Harry, non lo capivo. Harry lasciava correre che lei avesse un altro ragazzo.

''Si.'' non stavo per spiegare ad una ragazza cosa doveva davvero farla sentire in colpa vero? E invece si.

''Lù, ma da che paese vieni?..'' stavo per continuare ma lei mi interruppè.

''Da un paese dove se un tuo amico fa uno sbaglio, non gli sorridi e fai finta di niente. Ma ti arrabbi e gli fai capire che non va bene. Tu non vuoi vedere Harry marcire come le altre persone vero? Perchè io ancora adesso sento il cuore che mi batte forte se solo penso a quello che ha fatto'' il cuore le batteva tuttavia, non per il motivo che pensava. Possibile che era così cieca? E poi aveva chiamato Harry amico? Speravo davvero non stesse ascoltando, se sarebbe arrabbiato da morire.

''E per la storia della Fan? È vero allora'' conclusi avendo un lampo di genio. L'avevo letto sul mio cellulare qualche ora prima ma non ci avevo creduto. Non ci credevo mai a quelle cavolate. Se l'avessi fatto, a quest'ora io ed Harry saremmo già stati sposati con bambini da un po'. Risi a quel pensiero e scossi il capo per mandarlo via. Harry sarebbe stato un papà fantastico, nel momento in cui fosse cresciuto abbandonando le sue insicurezze.

''Si. Questa mattina mi sono alterata un po' troppo. Ero arrabbiata non pensavo quello che ho detto, si ha sbagliato però io ho esagerato. Puoi dirgli che..'' sembrava stanca e riprese fiato per respirare.

''Che succede Lù? Ma dove sei?'' qualcosa mi diceva che non era a casa dove Harry l'aveva lasciata. L'istinto mi costrinse ad uscire dalla mia piccola tana e a raggiungere un dormiente Harry.

''Lù?'' chiamai guardando lo schermo. La chiamata c'era ancora. ''Lù, ci sei?'' Harry aprì gli occhi. Fu veramente inquietante vederlo spalancare gli occhi e muovere la testa da una parte all'altra come se fosse stato preso dal panico. Sembrava si fosse appena ricordato di aver dimenticato qualcosa.

''Si, scusa'' disse recuperando l'attenzione. ''mi ero distratta un attimo.'' il panico nella mia voce non suggerì nulla di buono ad Harry. Iniziavo ad avere la pelle d'oca. Era pomeriggio inoltrato e il sole, calava presto dalle mie parti.

''Dove sei Lù?'' il pettò di Harry prese a sollevarsi con foga, gli occhi che si spostavano spaventati dal cellulare al mio viso.

''Credo..'' era imbarazzata e un po' impaurita.''Credo di essermi persa'' ammise alla fine ed io imprecai sotto voce. Harry mi mimò con le labbra ''Che succede?'' ed io alzai un dito per farlo aspettare.

''come ti sei persa? Come hai...'' Harry scattò in piedi, la mascella serrata il respiro affannato dalla paura.

''Sono uscita di casa come una furia e ho iniziato a camminare con le cuffie nelle orecchie. Non mi sono nemmeno presa la briga di guardare dove stavo andando ne che mi sono presa il cellulare di Harry. È stato improvviso, non volevo andarmene. Ne ho sentito il bisogno e sono uscita. Purtroppo ho un pessimo senso dell'orientamento'' oh signore e ora dove l'andavamo a ripescare? Harry aveva preso a muoversi nervosamente da un piede all'altro, le braccia incrociate al petto, gli occhi di un verde profondo. Spaventati. Non certo come la piccola ragazzina che tentava di fare la forte per non farmi andare nel panico.

''Cosa vedi?'' le chiesi e lei si prese il tempo necessario per guardarsi intorno. ''Case?'' tentò di fare una battuta ma nessuno rise. Poi Harry finalmente ruppè il silenzio e mi parlò.

''Dille che sto venendo a prenderla'' feci un passo in avanti per obbiettare e aggiunsi ''Ma come pensi di trovarla Harry? Potrebbe essere ovunque. Cammina da chissà quale ora'' dissi tentando di avvalorare la mia tesi, ovviamente a lui non importava. Mi strappò il cellulare dalle mani e il tono prima tremolante divenne sicuro.

''Lù? Mi senti Lù, sto venendo a prenderti. Non riattaccare, tieni duro'' non sapevo a cosa si stesse riferendo ma vederlo correre fuori con il mio telefono tra le mani mi faceva tanta tenerezza. In due secondi si era dimenticato di tutto. Per lei. Come poteva essere così cieca? Non vedeva quanto quel ragazzo l'amava. E gliel'aveva anche detto. Proprio non capivo. L'amore non era una cosa tanto difficile, se lo si lasciava entrare.

 

 

Harry's pov

 

il cuore in gola. Il sole iniziava la sua discesa e Lù era sola al freddo. Senza di me. Senza protezione. In barba a tutti i miei buoni propositi di lasciarla stare, l'avrei trovata e mi avrebbe sentito urlarle contro questa volta.

La macchina correva a tutta velocità, mancava ancora mezz'ora prima che entrassi nella mia città e la cosa non mi rincuorava. Avevo praticamente evitato tutti i semafori possibili e imboccato ogni scorciatoia che conoscevo ma ancora non era abbastanza. Andavo troppo piano. Lù era ancora al telefono ma non diceva assolutamente nulla. Io le parlavo e lei stava in silenzio, rispondendo di tanto in tanto con qualche parola, giusto per farmi sentire che era ancora la. Non avevo tempo. Se l'avesse trovata qualche pazzo? Le avrebbe fatto del male. Lei non poteva difendersi, non poteva combattere contro qualcun altro, era troppo buona. Lei era così fragile e piccola. Cosa avrei fatto se le fosse successo qualcosa. Signore non ci volevo pensare. Volevo solo stringerla tra le mie braccia e chiederle scusa. Scusa per averla delusa, scusa per tutto. Avrei dimenticato. Mi sarei schiantato il capo contro un pilastro di granito e avrei cancellato tutti quei sentimenti che le erano scomodi. Volevo solo che lei fosse al sicuro.

''Lù'' la chiamai e lei prontamente rispose ''Si?'' volevo tenerla impegnata. Sembrava però abbastanza calma per evitare gli attacchi di panico. Non volevo comunque rischiare. Se l'avesse avuto mentre era sola, non l'avrebbe salvata di certo la mia voce attraverso un telefono.

''Stai bene?'' sapeva esattamente a cosa mi riferivo. E la sua risposta fu la cosa più bella del mondo. Fu come tornare a vedere il sole dopo giorni di pioggia.

''Sto bene Harry, non ho paura. Ho solo freddo.'' potevo solo immaginare con cosa era uscita fuori di casa. La mia maglia delle mutandine e un paio di scarpe. Nient'altro. Chi avrebbe mai lasciato una ragaza così vagare per delle stradine sola. Solo un cretino come me poteva farlo. Mi maledissi per l'ennesima volta. ''Vedi qualcosa di familiare?'' le domandai cristo ero ancora troppo lontano. Stavo morendo lentamente guardando il telefono adagiato sul sedile. Non era quello che volevo.

Non volevo che si facesse male.

''Una panetteria.. può essere importante?'' sperai fosse la panetteria dove avevo lavorato quando ero piccolo. Prima che tutto iniziasse a girare intorno ad un immagine fasulla. Prima che mi costringessero a diventare chi non ero. Prima di conoscere Lù. Quel pensiero mi fece scappare un sorriso assurdo. Mi si alleggerì il cuore e tirai un lieve sospiro di sollievo.

''Ha le vetrate grandi questo negozio?'' volli sapere e lei mi disse di sì. Perfetto almeno adesso sapevo dov'era. Questo non mi fece però rallentare la macchina. Volevo raggiungerla il prima possibile e rassicurarla. O forse volevo solo che lei mi rassicurasse. Sapevo che una volta soli, mi sarei lasciato andare alla rabbia e le avrei urlato contro. Non concepivo come le potessero venire in mente certi colpi di genio. Girare per la città quando nemmeno sapeva dov'era la posta. Una pazza era quella ragazza. Ecco perchè la adoravo. Era diversa. Ogni volta che mi aspettavo facesse una cosa, puntualmente lei ne faceva un altra. Ero sempre preso di sorpresa dai suoi modi dolci e i suoi occhi riuscivano a cogliere sfumature veramente poco conosciute. Come facesse non lo sapevo, sapevo solo che avevo bisogno di lei per vivere. Mi sentivo come una piuma nel vento quando lei non c'era. Inutile e in balia delle emozioni. Io volevo che lei mi controllasse come meglio credeva. Poteva fare di me quello che voleva, le avrei regalato il mio cuore al momento giusto, lei doveva solo tenerlo al sicuro restando il più lontano possibile dai guai. Una cosa impossibile a quanto pareva. La sentii sussultare dall'altra parte e i pensieri mi si congelarono.

''Che succede?'' chiesi in preda al panico. Valutò le opzioni. Dirmi la verità oppure vedersela da sola. Lo sapevo perchè restava in silenzio aspettando di prendere una decisione.

''Credo..'' chiunque stava guardando quella scena dal cielo. Mi rivolsi ad ogni singolo abitante che si godeva le nostre tiritere. Gli domandai, supplicai che non le succedesse niente. Pregai che la tenessero al sicuro, che facessero quello che io non ero stato in grado di fare.

''Lù..? Credi cosa?'' deglutì rumorosamente prima di continuare, questa volta sentivo la paura nella sua voce. Questa volta c'era qualcosa che le faceva tremare le parole sulle labbra.

Il sole ormai era tramontato.

Quel fottuto sole non aveva nemmeno aspettato che arrivassi in città prima di levare le tende. Avevo il mondo contro. Non era una novità però. Avevo esperienza in questo quando ero da solo. Adesso avevo una ragazza da proteggere e l'impossibolità di farlo, mi stava veramente giocando brutti scherzi ai nervi.

''Qualcuno mi sta seguendo Harry. Qui non c'è nessuno e sono ferma di fronte al negozio, dove sei?'' panico. Mi sforzai di guardare d'avanti a me e di non farla disperare ancora di più.

''Hey, Hey stai tranquilla. Verrò a prenderti e nessuno ti farà del male, cammina Lù ma non lasciare la strada okay? Cammina e dimmi se vedi ancora questo individuo'' potevo quasi sentire l'orologio segnare i secondi. Il suo rumore mi dava veramente fastidio anche se era fastidioso. Porca puttana stavo andando in escandescenze e l'unica cosa alla quale riuscivo a pensare era che avrei sventrato quel figlio di puttana se solo si fosse permesso di toccarla.

Eravamo in estate e in quella città non c'era mai un cazzo di nessuno. Nessuno alla quale poteva chiedere aiuto. Nessuno che si sarebbe intromesso. Come mi era venuto in mente di portarmela dietro in una posto come quello. Finalmente arrivai in città.

Tuttavia non provai nessun sollievo, la voce di Lù si era fatta affannosa, stava correndo.

''Lù? Che succede?'' sentivo il suo respiro riempire il ricevitore e i suoi passi rimbombare nella stradina vuota.

''Harry dove sei? Fai presto!'' l'allarme nella sua voce mi fece tremare ed impallidire. Sbucai dalla panetteria e senza fermarmi prosegui. Cristo ora dov'era andata a finire. Sterzai con una brutalità tale da fire schiacciato contro lo sportello. Il telefono era tra le mie gambe sul sedile, al sicuro.

''Lù, ti sta ancora seguendo?'' non arrivò risposta. O forse fui io che non la sentii. Mi fiondai fuori dalla macchina ancora accesa e corsi. Non avevo mai corso così veloce. Correvo come se la mia vita dipendesse da quell'azione. Ma se fossi stato veramente legato ad un azione come la corsa, non avrei impiegato metà della forza che ci stavo mettendo in quel momento.

Sentivo i muscoli tendersi. Bruciare. I polmoni carbonizzarsi sotto lo sforzo eccessivo. L'aria fredda della notte accarezzarmi e passare oltre. Sembravo invincibile. Mi sentivo invincibile.

Solo per lei. Lei che mi aveva visto come la cosa più bella del mondo quando non mi sentivo altro che spazzatura. Lei che c'era per me anche quando io avevo smesso di perdere tempo con me stesso. Lei che in quel poco tempo, mi aveva curato più di quanto tutta la mia vita aveva fatto. La mia Lù spaventata che non mi sguardava troppo spaventata per notarmi, aveva passato una vita piena di ingiustizie. Le avevano ripetuto che non era in grado e lei li aveva sbeffeggiati tutti. Le avevano detto che non era bella e lei ci aveva creduto perchè in cuor suo lo sapeva che avevano ragione, lei che era la cosa migliore che mi era capitata pensava di essere inutile. Non vedeva quanto avevo bisogno di lei. Non sapeva che avevo smesso di vivere quando mi aveva allontanato. Mai come in quel momento avevo desiderato di tenerla tra le braccia e mandare il mondo a farsi fottere. Mai come in quel momento avevo desiderato che lei mi volesse almeno la metà di quanto la volevo io. Mai come allora, sentivo la mia anima cercare rifugio nella sua. Mai come in quel momento, sentivo il suo spirito fare l'amore con il mio, concedermi quello che lei mi aveva negato. I suoi occhi si incontrarono con i miei e mi arrestai all'istante. Vederla con i capelli arruffati, sudata e con i vestiti un po' sudici mi stava facendo sorridere. Era mai stata più bella di così? Non indossava reggiseno, a malapena la maglietta le copriva le coscie e i capelli le ricadevano scombinati sul viso ma non mi importava. Era la cosa più perfetta che avevo. Era la felicità che forse non mi ero guadagnato ma che avrei fatto in modo di meritare. Guardai alle mie spalle giusto per lanciare un occhiata al mal intenzionato che l'aveva pedinata. Se voleva combattere ero pronto, avrei impiegato tutte le mie forze per strappargli la vita dal corpo e giocarci come lui aveva fatto con la mia ragazza. La mia piccola Lù. Il tipo era rimasto due secondi sotto il lampione a guardarla poi era sparito nell'ombra. Non avevo idea del mio aspetto, ma di certo dovevo avergli fatto abbastanza paura da convincerlo che uno scontro diretto non era il caso, non quella sera almeno.

Mi presi un momento per ricompormi. Respirai affondo prima di voltarmi ad affrontare la mia piccola incosciente. Mi aveva fatto passare le pene dell'inferno con quella sua piccola innocente azione.

''Harry..'' iniziò lei ma io non la lasciai finire. Adesso la preoccupazione si era trasformata in rabbia e avevo bisogno di lasciar uscire qualcosa, non resistevo più. Le emozioni mi stavano schiacciando.

''Cosa ti è saltato in mente Lù?'' urlai guardandola indietreggiare e rimpicciolire sorro il suono della mia voce. Mi doleva il cuore vedere che aveva paura di me tuttavia non potevo farci niente. Ero furioso, avevo quasi rischiato di perderla. Lei doveva capire che non era la cosa giusta scappare dai problemi. O forse volevo solo insegnarle che non poteva scappare da me. Entrambe le due, sarebbero andate bene come scusa per la frustrazione raccimolata quel giorno.

''Hai idea di quello che mi hai fatto passare? Hai pensato minimamente a cosa sarebbe potuto succederti? Ti sei bevuta il cervello forse? Cosa pensavi di fare?'' lei rimase in silenzio finchè io non ebbi finito. La verità era che avevo appena iniziato, avevo ancora decine di parole da riferire e quelle erano state solo le più gentili ma l'impatto che il suo corpo provocò quando mi gettò le braccia al collo proprio mentre stavo per ripartire con il mio fiume in piena, mi costrinse a barcollare indietro per sostenerla. Dimenticai tutto in un secondo.

''Mi sei mancato Harry. Faceva tanto freddo qui fuori senza di te'' mi bastò. Dio se mi bastò. La strinsi forte a me inalando il suo odore come se lo sentissi per la prima volta e feci scomparire il viso tra i suoi capelli.

Le mie difese crollarono in un secondo. Il mio mondo tornò ad essestarsi attorno alla sua lune ed io potei veramente rilassarmi e lasciare fuori la rabbia.

''Non essere arrabbiato con me ti prego. Mi dispiace, mi spiace per tutto, per averti detto tutte quelle brutte cose, per aver dubitato di te. Ero fuori di me, non..'' le mie mani corsero tra i suoi capelli e le mie labbra sulle sue fermarono quelle parole che servivano solo a riportare in superficie cose ormai irrilevanti. Cose che io avevo dimenticato. Si aprì come un fiore lunare si apriva per la sua luna, lasciandomi entrare. Scivolai dentro di lei con dolcezza e mi presi quello che mi apparteneva. Lì su quella stradina di città. Lì dove un attimo prima avevo maledetto quelle strade adesso il male veniv cancellato per essere rimpiazzato da uno dei più bei ricordi che io avrei mai potuto desiderare.

''Perdonami'' le dissi infine allonandomi e accarezzandole il viso. ''Non sai quanto Lù. Non posso cambiare quello che provo per te. Non lo farei nemmeno se potessi per essere onesti ma se questo ti crea problemi, lo dimenticherò per un po' '' i suoi occhi scintillarono e mi accarezzò un ricciolo ribbelle.

''Non farlo Harry. Te l'ho già detto. Io ti voglio così come sei. Non devi cambiare per me.'' le sorrisi e lei ricambiò. Quel sorriso bello da farmi girare la testa. Quella ragazza mia soltanto. Lei che mi accettava sempre per quello che ero. La mia Lù, che mi amava e ancora non lo sapeva. Lei che mi aveva risvegliato voleva tenermi stretto proprio come stavo facendo io. Mi levai la giacca e gliela posai sulle spalle. Sembrò rincuorata e sospirò di sollievo. Ormai la tempesta era passata.

''Odio litigare con te'' ammisi e lei sorrise appena. Poi la tirai a me mentre si avviava verso la macchina ''però sei abbastanza sexy quando sei arrabbiata'' le sue guance andarono in fiamme ed io scoppiai in una risata forte e genuina. ''andiamo prima che quel balordo decida di farti visita ancora''

lei mi guardò. Sicura che avrei combattuto per lei ''Spero per lui che non sia così stupido da prendersela con il mio Harry perchè altrimenti dovrò suonargliele con il tuo cellulare''


***
SpazioAutrice: spero di essermi ripresa con questo capitolo. l'ho scritto di getto e vi dirò la verità è il mio preferito. se per caso lo leggesse una seconda volta con il sottofondo di say something vi fareste un favore. saluto la mia letizia :D ti adoro tesoro grazie per leggere sempre questa storia. e un saluto anche alla mia amica di twitter, che sta sempre qui a leggere le cazzate che scrivo. vi adoro. a Conny sei indietro con i capitolo ma non importa, io ci credo ancora che ti piace la mia storia e ti aspetto. a Franci. scusami se non ti ho risposto ma ho passato tutto la giornat qua a scrivere, ecco i risultati. abbiate pazienza finalmente i lurry si sono calmati adesso penso sia tutto perfetto no? non credete manchi qualcosa...o qualcuno?? ahaha vi lascio così. ciao bellezze. ps è la mia cover preferita ahaha adoro quella canzone.

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: MissKeroro16