Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: Gracedanger    29/12/2013    3 recensioni
La verità è che c’è una fastidiosissima sensazione mi tortura lo stomaco. I giorni vuoti, stare sola, tutto sembra essere tornato come quando lui non faceva ancora parte della mia vita. Perché c’era entrato, si. C’era entrato con la forza, con il suo comportamento bizzarro e le sue attenzioni intermittenti. Ora senza di lui avverto la tristezza che prima si celava dietro ogni mio respiro.
Genere: Malinconico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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28 settembre 2020
New York
Queens
River Street
Condominio  n.46
Terzo piano senza ascensore
Appartamento 3G
10:31 p.m.




Ogni tanto mi domando: “La volevo davvero lasciare?”
Probabilmente non sono più abituato a starmene da solo, non sono più abituato a stare solo da tre anni.
Tutto questo non da prima di conoscere Lexie, dal giorno in cui avevo conosciuto Amy.

Amy.

Non busso alla sua porta da due anni. Eppure non ho dimenticato niente. Ho impressa nella mente l’immagine del suo appartamento mezzo illuminato, del suo separé squarciato in due da me, e di lei seduta al divano con la solita felpa sgualcita e lo sguardo impaziente che aspetta che io finisca di bere il suo caffè.
Busso. Aspetto un paio di minuti, poi sento dei passi dietro la porta.
Nonostante siano passati due anni, non so perché mi aspetto di trovarla uguale: la felpa, i capelli raccolti e la frangetta ribelle davanti agli occhi.
La maniglia comincia a girare e il cuore mi batte sempre più forte.
Sono agitato come durante il primo giorno di scuola. Ma questa volta è diverso, so cosa mi troverò davanti.
La porta si apre.
“Si?”
Non riesco a replicare davanti alla vecchia signora che mi si presenta davanti in camicia da notte.
“Ehm…c’è Amy?”
“Amy chi?”
“Amy. Amy Ocean, abita qui.”
Getto uno sguardo dietro la bassa vecchietta e un appartamento completamente illuminato pieno di tappeti, orologi e mobili antichi sostituisce il semplice, accogliente e arrangiato  vecchio appartamento 3H.
“Ah, certo la ragazza, non abita più qui.”
“Da quanto?”
“Saranno due anni, caro.”
Due anni. Amy si è trasferita da due anni e io neanche so dove sia andata o se le sia successo qualcosa.
“Non sa dove si è trasferita?”
“No caro, però ha lasciato qui una cosa.”
Scompare un secondo dietro la porta socchiusa e da dietro di essa tira fuori un grande oggetto verde scuro, e me lo porge.
Dopo qualche secondo riesco a riconoscere la chitarra che le avevo regalato sotto strati e strati di polvere.
“Quando sono arrivata io l’appartamento era vuoto, c’era solo questa, appoggiata al muro.”
“E non ha lasciato nessun indirizzo? Niente?”
“No caro, il padrone di casa mi ha detto che era una ragazza molto riservata, una cameriera, nessuno la conosceva bene nel palazzo e un bel giorno ha preso e se ne andata da questo posto.”
La signora vedendo il mio sguardo deluso mi afferra intenerita la guancia e la strinse.
“Beh, è tutto temo, la chitarra puoi anche tenerla, io l’avrei sicuramente buttata.”
“Si…d’accordo, grazie.”
Chiude lentamente la porta.
Rimango a fissare la chitarra e levo con le dita la polvere che c’è sopra.
Devo trovarla. Devo sapere se sta bene. Ho fatto troppi errori in questi due anni. E’ il momento di mettere le cose a posto.
“Una cameriera… il bar!”
Mi precipito giù per le scale.

10 Settembre 2020
New York
Queens
St. Peter Road
23:02

 
“Andiamo, non può trovare il modo di aggirare il traffico?”
“Nono signore, blocco traffico.”
“Ascolta Sunjeed, io devo andare da una ragazza che ho illuso e ferito.”
“Uuuh, tu brutta persona.”
“Lo so, ma ascolta, lei è la mia migliore amica. E’ l’unica benedetta persona sulla faccia della terra che mi fa sentire bene 24 ore su 24 e mi basta vederla, capisci! Basta che la veda anche una sola volta e la mia giornata, la mia vita, tutto il mondo ha un senso. Non so davvero come ho fatto a vivere due anni senza di lei. Lei non è il solito tipo da smancerie, ma potrebbe donarti tutto l’amore dell’universo e non aspettarsi niente in cambio e io devo andare da lei, non so se mi perdonerà mai, ma devo andare.”
“E allora vai.”
“Vai? In che senso? Siamo bloccati!”
“Taxi si, ma tuo culetto bianco no, vatti a riprendere la tua bella!”
Do una pacca sulla sua spalla e mi lancio fuori dall’auto.

 
  
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