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Autore: Sharon053    29/12/2013    0 recensioni
Non ero mai stata abituata a ricevere tanto amore prima d’ora. E soprattutto da una persona che conoscevo da così poco.
“Tu mi hai salvato la vita Emily. Sei riuscita a far rinascere la persona che avevo dentro e che avevo paura di aver smarrito.”
“Ti amo, Harry.”
Ero pronta a lasciarlo andare, a riabituarmi alla sua assenza un’altra volta. Ero pronta a ricominciare a vederlo in televisione o solamente nei giornali, pensando che i suoi occhi così vicini ai miei e le sue labbra così dannatamente perfette, non li avrei più rivisti.
“Ci rincontreremo, e giuro che non ti lascerò più andare. E’ una promessa.”
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Giuro, non so come descrivere la fantastica creatura che mi trovai improvvisamente davanti. “Sei molto più bello di quanto ti mostrino le riviste.” ecco, come non detto. Ed io che volevo fare una bella figura, rimasi vittima della mente offuscata e della prima cosa che mi passò per la testa. “No, cioè, scusami non volevo dire quello. Ok niente, prego prendi pure.” Cercai di giustificarmi. Rimase in piedi poggiato allo stipite della porta, con un braccio alzato come a sorreggere tutto il suo delicatissimo peso. E poi sorrise, ed io non avevo visto cosa più bella in vita mia delle sue piccole e lievi fossette formatasi ai lati della bocca a causa dell’incurvatura delle sue labbra. Abbassò lo il capo e con una mano si accarezzò i capelli, quei fantastici ricci che non appena li toccavi andavano precisamente dove dovevano andare. Ero completamente affascinata e catturata da cotanta bellezza, ma dovevo smetterla di rimanere impietrita ad ogni suo movimento, sembravo un’idiota. Così, feci per scansarmi da davanti l’armadio e lo lasciai avvicinare per prendere ciò di cui necessitava. “Scusa la maleducazione comunque, piacere Harry! Dovrai sopportare la mia sfacciataggine per tre settimane, mi dispiace!” rise. Il mio cuore scoppiò, ancora. Non potevo cominciare così, ed era solo il primo giorno. Lo guardavo in ogni suo movimento, spaventata all’idea che quella figura potesse svanirmi sotto agli occhi in qualsiasi momento. “Sono Emily, piacere di conoscerti. E si, so chi sei. Non mi aspettavo di trovarti.” cercai di non balbettare e sembrare più sana di mente possibile. “Abbiamo terminato il tour la scorsa settimana, ora ci aspetta un mese di riposo per le vacanze di Natale. Tu sei emozionata all’idea di passare il Natale qua? Sei mai stata a Londra?”  disse sedendosi al bordo del letto. “Sono già stata qua diverse volte con mia sorella, e penso che l’atmosfera natalizia renda Londra ancora più magica.” Ero stupita dal mio inglese così sciolto e fluido, come se parlassi da sempre con Harry e tutto ciò sembrava naturale, le parole mi uscivano di bocca senza che ci pensassi troppo.
Senza renderci conto, si erano fatte già le 20:00, ed io dovevo ancora cambiarmi e correre al luogo di incontro con il resto della scuola. “Scusami Harry, ma devo incontrarmi con le mie insegnanti praticamente adesso e devo ancora cambiarmi.” “Dove ti aspettano?” mi domandò. “Alla fermata della metro di Westminster.” dissi sicura. “Ma è lontano, ti do cinque minuti per cambiarti e ti accompagno in macchina.” affermò con aria scherzosa. “Allora aspettami di sotto, sarò puntuale.” sorrisi.
Non appena uscii dalla mia stanza, sentii il mio cuore fermarsi per cinque secondi. Eppure non avevo mai ritenuto importanti quei cinque ragazzi, perché lui mi stava facendo questo effetto? Era proprio quello che temevo. Dannazione. Mi vestii velocemente indossando una delle ultime giacche regalate da mia madre per la partenza, mi coprii col cappotto ed una calda sciarpa e lasciai la camera, dirigendomi verso il piano di sotto. Harry era li ad aspettarmi con le chiavi della macchina in mano facendole girare intorno all’indice della sua mano destra. “Sei stata rapidissima!” disse tendendomi la mano quasi ad accompagnarmi negli ultimi gradini. “Sono di parola.” scherzai. “Gemma, accompagno Emily a Westminster e sarò di ritorno. Avvisa la mamma quando arriva.” urlò alla sorella dall’altra parte della casa. “Io sarò di ritorno non più tardi delle 22:00..” aggiunsi io. “Tranquilla Emy, divertiti!”
La sua macchina era parcheggiata precisamente davanti casa, arrivò fino alla portiera del passeggero e l’aprì cortesemente. “Gentilissimo.” gli dissi guardandolo negli occhi. “E’ il minimo.” rispose ricambiando lo sguardo.  “Non è pericolo per te? Insomma, uscire di casa così tranquillamente, non rischi di essere invaso dalle fans da un momento all’altro?” chiesi. “Le ragazze non mi spaventano, apprezzo molto quando corrono da me e mi abbracciano quasi in lacrime. E’ la cosa più bella che potessi fare per loro, abbracciarle e dimostrare loro che ricambio tutto l’affetto che ci stanno dando. Sai, una ragazza che mi abbraccia quando voglio io non l’ho trovata ancora, quindi no, non mi spaventano.” Mi lanciò un’occhiata accompagnando l’ultima sua affermazione. Misi su un sorriso, uno di quelli timidi però, che ti fanno abbassare lo sguardo. Era più forte di me, non riuscivo a guardarlo negli occhi per più di una decina di secondi; sarei rimasta li tutta la sera, altrimenti.
Arrivati alla fermata, mi lasciò scendere davanti al gruppo formato da tutti i miei compagni. “Se hai bisogno che ti vengo a prendere più tardi, chiamami pure.” disse mettendomi nella tasca del cappotto un bigliettino, sicuramente c’era sopra il suo numero. “Tranquillo, prenderò un taxi.” lo rassicurai. “No, preferisco che chiami me, la tua famiglia ti ha affidata a noi, non voglio lasciarti in mano a qualcun altro.” aggiunse con tono quasi severo.
Scesi dalla macchina sotto agli occhi di Alice, che mi guardò quasi lacrimando. “Allora vedi, te lo avevo detto che era a casa! Che ti ha detto? Oddio Emy, com’è parlare con lui?” Sembrava impazzita, ma aveva negli occhi così tanta gioia che non potevo non rispondere alle sue domande. “E’ single, Ali.” e sorrisi.
Mi avvicinai alla professoressa lasciandomi la mia migliore amica alle spalle. Non ero pronta ad ammetterle che i suoi occhi avevano ipnotizzato anche me, soprattutto visti da così vicino. Non pensavo esistesse una tonalità di verde così tanto brillante ed un sorriso così perfetto, o direttamente non pensavo che un ragazzo del genere esistesse davvero ed io avessi avuto la fortuna di conviverci, di convivere con un dei ragazzi della boyband più famosa del momento in tutto il mondo. 
  
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