Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: TanatosWyrda    29/12/2013    1 recensioni
AU Destiel .
Taaaanto Angst.
Lonley!Cas badass!Dean.
"Avrebbe voluto prendere a pugni il muro, se i suoi arti non fossero stati così pensanti.
Ogni sua volontà , persino di autodistruzione era stata neutralizzata dall’alcool.
Dean stava seduto sulla spazzatura, incapace di reagire all’odio per se stesso che lo corrodeva. Avrebbe anche voluto piangere , per tutte le volte che nella sua stupida , dannata , schifosa – soffocò un singhiozzo- esistenza , era stato sbagliato."
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Capitolo 2. “Lost and insecure ,you found me”


 
Si voltò di scatto: davanti a lui c’era un uomo, alto, dai lineamenti marcati ,ma perfetti, ora contratti in una smorfia di…rabbia? si domandò Cas.
“Ti ho chiesto,che diavolo pensavi di fare” ripeté Dean Winchester.
Il treno sfrecciò loro accanto, facendo un rumore infernale.
Lo sconosciuto lo stava squadrando, accigliato.
Cas lo guardò, gli occhi blu spalancati e tremanti : “ io… io non lo so.” .
Si sentiva spaesato.
Calò il silenzio,rotto solo dal cigolio delle rotaie sotto le  ruote in lontananza.
Dean lanciò un occhiata più attenta all’uomo che gli stava davanti:indossava i pantaloni neri sformati,la polverosa giacca nera,coperta da un trench sabbia sgualcito che incorniciava la cravatta azzurro che stagliava sulla camicia bianca.
Pareva così vulnerabile e rotto che Dean non poté fare a meno di provare un moto di tenerezza per quell’ometto che in quei vestiti troppo larghi appariva ancora più piccolo e indifeso.
“Dai vieni,ti offro una birra” .
Cas , non abituato a tanta gentilezza e considerazione, mormorò sommessamente abbassando lo sguardo : “ non disturbarti,io-io tornerò a casa”.
Lo sconosciuto però non pareva intenzionato a lasciarlo andare : “ sì,proprio,così visto che non sei riuscito a gettarti sotto il treno, vai a casa e ti impicchi,giusto per vedere se questa volta riesci ad ammazzarti,ovvio.” proseguì “col cazzo. Non te lo lascio fare.”
L’altro socchiuse le labbra,stupito , un po’ per la schiettezza un po’ nel tentando di dar voce al “grazie” commosso che non riuscì a pronunciare.
Ma Dean capì,perché accennò un sorriso e disse:“ Andiamo con la mia piccola,l’ho parcheggiata nel vicolo qui accanto.”
Cas senza smettere di fissare quell’uomo come se fosse un angelo,lo seguì fuori dalla stazione fino alla sia “piccola”: era una macchina d’epoca, una Chevrolet , precisamente una impala del ’67, dalla linea elegante ,  la carrozzeria lucida nera e che , Cas non seppe dire perché, sapeva di casa.
Salirono in macchina in silenzio, Cas al posto del passeggero accanto a Dean che si era seduto alla guida.
Mise in moto e , svoltato l’angolo, iniziò ad armeggiare con la radio in cerca di una stazione decente ,continuò così per un po’ poi finalmente sorrise:
on a stormy of moving emotion
tossed about I’m like a ship on the ocean
I set a course for winds of fortune
But I hear the voices say
“ Carry  on my wayward son” anticipò il ritornello “ dei Kansas, bella eh?”.
Cas sorrise incerto – non era certamente il suo genere di musica – ma non poteva negare che quella canzone avesse un suo perché. Emozionava.
 “ Sì , è forte” farfugliò timidamente.
Nessuno dei due parlò più per il resto del tragitto.
Dean aveva gli occhi puntati sulla strada, le mani sul volante e il gomito appoggiato alla portiera, aveva un aria spavalda e dura. Come quella dei vecchi eroi,però a bordo di una Impala.
La mente di Castiel invece vagava fuori dal finestrino, fra le stelle che ora non gli parevano più immobili e congelate ma calde e più luminose che mai.
 
Dean lo portò in pub piuttosto squallido , pieno di sbronzi troppo allegri e ubriachi troppo tristi, persone che - pensò Cas – non avevano una casa in cui valesse la pena tornare. Era proprio deprimente ma dopotutto quale altro bar si poteva sperare di trovare aperto alle due di notte?
Si sedettero in un angolo lontano da tutto e da tutti nella penombra .
“ Due birre” fece segno Dean al barista . Questi grugnì in risposta e sbatté due bottiglie di vetro sul tavolino che tremò pericolosamente.
“ Offro io” disse il ragazzo,allungando al all’uomo i soldi. Il barista , afferrate le banconote, se ne andò.
Per tutto questo tempo Cas era rimasto in silenzio,gli occhi puntati su Dean.
“Hei ti ho appena offerto da bere e non mi dici nemmeno come ti chiami?”buttò giù Dean, stappando la sua birra.
“ Mi chiamo Castiel.Castiel Novak.” dopo una pausa “qual è il tuo nome invece?” chiese,guardando dritto negli occhi lo sconosciuto.
“Il mio nome ? Dean Winchester , per servirla” rispose l’altro ridendo. Poi,senza smettere di sorridere lo incitò “ Dai Cas” – il moro sussultò a sentirlo usare quel nomignolo- “ parlami di te” .
L’altro  portò gli occhi sulla birra e mormorò “ non c’è molto da dire ,non sono una persona su cui ci sia molto da dire.”
Dean lo guardò con affetto e disse “ Non ci credo. Penso che tu sia una persona molto interessante ,voglio dire, indossi giacca e cravatta sotto un trench che sembra reduce da una centrifuga , devi esserlo. Lo vedo nei tuoi occhi.”
Fu quello il momento in cui Castiel Novak vide per la prima volta Dean Winchester , non come uomo ma come persona. Fece scorrere lo sguardo sulle sue labbra incurvate in un dolce sorriso e sulle fossette che si erano formate all’estremità   e infine sugli occhi. Aveva sempre pensato che gli occhi fosse lo specchio dell’anima,ma –Dio- se quella era l’anima di Dean Winchester allora doveva essere bellissima.  Dalla pupilla nera , nell’iride verde,un verde autunnale,si irradiavano mille venature dorate. Cas si domandò se fosse quello a rendere gli occhi di Dean così luminosi.
“ Io, grazie…ma non saprei veramente cosa dirti” rispose.
Dean continuò a sorridere con fare incoraggiante.  “Io,io sono un professore di religione,lavoro nella scuola superiore e di tanto in tanto tengo qualche lezione all’università di famiglia, la Novak University.”
Dean si bloccò -ecco dove aveva già sentito quel cognome - : i Novak erano una rispettabile famiglia benestante della città,impegnata pressoché in tutte le associazioni benefiche e nota per la sua religiosità . Anche se la fama era quella di essere un covo di bigotti egoisti. Nulla di nuovo sotto il sole: pareva uscita da un libro .
Quello che uscì fuori di tutto questo ragionamento fu : “Uau,allora vieni dai piani alti”.
Un ombra cupa velò il sorriso di Castiel : “ non proprio,faccio parte della famiglia su carta,ma in tutta sincerità è come se non ne facessi parte per quanto mi considerano.” ,seguì un momento di silenzio,poi proseguì  “ E tu  Dean,hai una famiglia?”.
Fu il turno di Dean di abbassare lo sguardo imbarazzato: “ Sì,è un po’ strana ma è famiglia.”si interruppe per sorridere prima di continuare “ c’è  Bobby,un amico di famiglia ,è come un padre per me dopo che i miei… dopotutto la famiglia non finisce col sangue,No? Poi c’è Sammy,il mio fratellino. E’ un piccolo genietto. Gli voglio un bene dell’anima.”
Dean rimase interdetto per un secondo, meravigliandosi di se stesso.
 Non era abituato a parlare di sentimenti –erano cose più da SammySamantha- ma di fronte a quegli occhioni blu che lo ammiravano come se non desiderasse altro che restare lì , seduto in un pub davanti a una birra, alle tre di notte , a parlare con lui per il resto dell’eternità , tutte le sue difese parevano crollare.
Cas interruppe il flusso dei pensieri di Dean : “ è una cosa molto bella da dire Dean, è bello essere circondati da persone che ti vogliono bene.” . A Dean non sfuggì la nota amara  e la velata tristezza nella voce di Castiel,che però non intaccò lo sguardo sincero e limpido dell’uomo.
Fuori, da qualche parte, l’orologio battè tre colpi.
Dean alzò lo sguardo all’orologio “cazzo se è tardi. E’ meglio andare, ti do un passaggio a casa.”.
L’altro accettò e ringraziò.
 
Erano all’incrocio fra il parco e il pontile quando Dean domandò: “Cas , ma dove abiti precisamente?”
“Al numero tre di Shakespeare road. E’ vicino.”
Dean annuì e proseguì.
 
Poco dopo erano davanti al condominio.
“ Ecco siamo arrivati” disse Dean.
Cas si voltò verso di lui  e disse , questa volta senza tremolii nella voce o incertezze : “ Grazie Dean. E’ stato un piacere conoscerti.” poi,socchiuse le labbra e dopo una pausa,ripeté “ Grazie davvero,Grazie.”.
Dean non rispose ma si limitò a guardarlo ,serio,con uno strano luccichio negli occhi e rimise in moto la sua piccola.
Quando Cas si voltò , l’impala era già scomparsa dietro la curva in fondo alla via.
 
Mentre stracciava il biglietto d’addio lasciato sul tavolo Cas si chiedeva se avrebbe più rivisto quel Dean Winchester o se era stato solo un incontro , quei rari doni di Dio , che solo per quella sera aveva deciso di regalargli un po’ di felicità.
Con questo pensiero ,spente le luci,si rannicchiò sotto il piumone,abbracciando il cuscino.
 
Alla fine,anche quella notte avrebbe dormito solo.
 
 
 
* NdA: non è la fine (?) in arrivo altri capitoli <3
spero che vi sia piaciuta.
Note:
* piccola: traduzione più decente di " baby" con cui Dean chiama la sua Impala , anche se capisco che per certi versi faccia un po' ridere <3 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: TanatosWyrda