"Te
lo giuro Ruby, non ho mai visto nessuno ammalarsi così tanto
così
in fretta".
"Ha
davvero starnutito cento volte?" mormorò Ruby dall'altro
capo
del telefono. Belle ridacchiò. "Beh, no. Forse un po' di
meno. Ma almeno
una volta ogni dieci secondi, era orribile da guardare. Per quando
siamo
arrivati a casa i suoi occhi lacrimavano e il suo naso era tutto
rosso...orribile".
Ruby
rise. "Posso immaginare".
"Non
è divertente! Nessuno merita di ammalarsi. E peggiora ogni
secondo che passa! Sono davvero preoccupata..."
"Ma
per favore, tu ti saresti preoccupata anche se si fosse spezzato un'
unghia. E' un trecentenario-vecchio-folletto-uomo-magico adulto, credo
proprio
che sia in grado di prendersi cura di se stesso".
"Beh,
ora devo andare a fare shopping per il mio gatto senza di
lui".
"Ooh
shopping! Contami nel gruppo!"
Belle
rise per il suo entusiasmo. "Ruby, è solo shopping per il
gatto,
e lo porterò con me. Non puoi avvicinarti ai gatti, ricordi?"
"Basta
che non la tocco e non avrò problemi. Fidati di me, hai
bisogno
del mio aiuto. Sono un'esperta di animali, ti farò comprare
le cose
migliori".
Belle
sorrise. "Okay, grazie Ruby". Terminarono la telefonata e
Belle tornò in salotto, dove aveva lasciato il suo filatore.
"Rumple?"
Teneva
in mano un impacco freddo sugli occhi gonfi e lo tolse per
guardarla, apparve in difficoltà mentre i suoi occhi
guizzavano su qualcosa fra
le braccia di Belle per poi tornare sul suo viso. "Sì,
tesoro?"
"E'
sempre così gentile" pensò.
"Sto andando a fare shopping con Ruby per
Izzy". Si strinse il gatto al petto.
Rumplestiltskin
gemette. "Ehm...Izzy resterà qui?"
Lei
scosse la testa. "No, la porto con me così potrai riposare.
L'ultima cosa di cui hai bisogno quando sei malato è
prenderti cura di un
animale domestico". Sembrò incredibilmente sollevato e Belle
sorrise.
"Ti voglio nel letto Rumple. Ora." Giurò di vedere le sue
guance
arrossarsi non appena pronunciò quelle parole. "Dico sul
serio. Devi
riposare. Torneremo presto". Gli mandò un bacio e si diresse
verso la
porta, ma lui la fermò.
"Aspetta.
Quale macchina userai?".
Lei
ridacchiò. "La mia, non preoccuparti". Sospirò e
tornò a
rilassarsi sul divano, mentre sentiva il rumore del motore del SUV
ammaccato di
Belle che si accendeva.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
Oh,
finalmente! Finalmente quella piccola stronza era andata via e poteva
stare un paio d'ore in pace senza di lei!
Non
Belle ovviamente, ma quel maledetto gatto! Come quella cosa potesse
essere tenuta in braccio per così tanto tempo restava un
mistero per lui.
Forse
stava morendo di fame ed era troppo debole per muoversi.
Forse
sarebbe morta nella notte.
O
forse poteva accidentalmente
lasciare una porta aperta e
accidentalmente farcela avvicinare
la prossima settimana, ma
sapeva che non poteva farlo.
Poche
ore prima si era cambiato i vestiti, ormai ricoperti di pelo, e aveva
scoperto un'altra reazione che i gatti avevano su di lui: prurito. La
sua pelle
aveva iniziato a formicolare e prudere quando Belle gli aveva messo in
braccio
la dannata cosa e giurò che quando finalmente erano arrivati
a casa stava per
avere un collasso. Si era tolto in fretta i vestiti e scusandosi con la
sua
amata si era buttato sotto la doccia, lasciando una confusa ma
comprensiva
Belle nel salotto. Lei gli aveva dato un impacco freddo e lo aveva
rimproverato
per non aver nessun succo d'arancia nella dispensa.
Ora
che la cosa se ne era andata, poteva respirare normalmente. Era come se
nulla fosse successo. Nessun prurito, nessun formicolio, nessun
solletico.
Niente.
Era
affascinante ed esasperante allo stesso tempo. Come poteva qualcosa di
così...stupido causare
una reazione
del genere a lui? Non aveva nessun
senso logico. Perché era allergico ai gatti? E
perché non lo aveva mai scoperto
fino ad allora? Era come se qualcuno lo stesse volutamente
torturando da lontano.
Beh,
aveva alcune opzioni a disposizione per risolvere il problema. La
prima,
uccidere il gatto.
No,
troppo sangue. Finirebbe sui tappeti. E - oh sì, Belle non lo avrebbe
gradito.
La
seconda, curarsi. Quello però era un po' più
complicato rispetto a
semplicemente strangolare il gatto. La
magia ha sempre un prezzo e per curare se stesso avrebbe
dovuto pagarne uno.
Che consisteva nel rendersi allergico a qualcos'altro. La domanda era:
a che
cosa?
La
scelta più logica sarebbe stata quella di scegliere qualcosa
di astratto
come un fiore in Amazzonia che non avrebbe mai incontrato in vita sua,
ma la
magia è furba e sa quando stai provando a fregarla, quindi
non avrebbe
funzionato. Avrebbe dovuto scegliere qualcosa del posto dove abitava.
Forse
un profumo? Sarebbe facile. Doveva solo sceglierne uno.
"Rumple,
guarda cosa ho trovato! Questo delizioso profumo! Odora
meravigliosamente non
trovi? Penso che lo metterò ogni giorno. Vieni a sentire
come è buono!".
Mmmh...qualcosa
di naturale allora? Polline? Erba? Fiori?
"Oh, guarda! E' una così bella
giornata di primavera! Vedi anche tu le bellissime nuvole gialle di
polline che
ci volano in faccia? Credo che dovremmo uscire ogni giorno! RESPIRA
PROFONDAMENTE TESORO!"
Ora
la testa gli faceva male. Non poteva correre il rischio di incontrare
nuovamente la qualunque cosa che avesse scelto, quindi non aveva altra
scelta
che la terza opzione: farmaci. Ci sono un sacco di farmaci.
Dopo
un piccolo tragitto in auto e alcuni sguardi ben piazzati ai passanti
che osavano guardarlo, arrivò in farmacia.
Entrò
e gemette nel vedere che c'erano altre
persone vive dentro oltre a lui. Era solito trovarli
divertenti, ma mentre
guardava Eolo starnutire per l'ennesima volta nel suo fazzoletto,
provò
qualcosa che non aveva mai provato in vita sua.
Compassione.
Ew,
no. Doveva trovare dei medicinali. Subito.
Non
sapeva cosa comprare così si avvicinò alla cassa
e inghiottì tutto il
suo orgoglio. "Posso aiutarla, signor Gold?"
Oh
sì,
perché non prendi direttamente
l'altoparlante
e annunci a tutti che sono qui?
"Dammi
degli antistaminici", voleva finire con "prima
che ti dia alle fiamme con una palla
di fuoco", ma Eolo era in piedi dietro di lui.
"Ce
ne sono di diversi tipi, che tipo di allergia avete?
Strinse
i denti. "Pelo di gatto. Sono allergico al
pelo di gatto"
Eolo
annuì, guardandolo come se ricordasse qualcosa. "Ah
sì, i gatti.
Sono tremendi. Ma non è al pelo che siete allergico, si
tratta della forfora
che si stacca da esso"
"Non me ne frega un accidenti!
Dammi le maledette pillole prima che ti faccia mangiare il mio
bastone!" era
quello che voleva dire, ma si limitò ad un "Voglio solo
guarire".
"Guarire?
Oh, non c'è cura" disse categorico il farmacista.
"Che cos..." Gold
ribolliva, le nocche bianche per la morsa della mano sul bastone.
"Non
c'è cura per le allergie. Può solo conviverci.
Gli antistaminici
possono aiutare, ma riducono solo i sintomi". Gold abbassò
lo sguardo,
cercando di non iniziare a ballare il tip tap sulla milza di quel
ragazzo.
"Ma se non avete un gatto, basta che stiate lontano da loro".
"Ne ho uno" ringhiò e
l'intera farmacia tremò, un'onda magica che tutti poterono
sentire era stata sprigionata dal
suo corpo. Tutte le persone presenti nella farmacia se ne andarono
immediatamente, lasciandoli soli.
"Oh,
okay. Allora le raccomando...questo" e gli porse una scatola
che lui prese, un'espressione di disgusto sul volto.
"Quante
ne devo prendere al giorno?"
"Bisogna
prenderne una ogni 8 ore, quindi due volte al giorno".
Gold
fece due conti. "C'è solo una quantità
sufficiente per una
settimana in questa scatola".
"Già.
Se volete l'intera confezione dovete andare da un dottore e
farvi fare la ricetta. E' una seccatura, lo so".
Gold
sospirò profondamente. Ne valeva veramente la pena? Il ricordo del tocco persistente delle
labbra di Belle sulle sue gli mandò un brivido lungo la
schiena. Tirò fuori
la sua carta di credito. "Dammi tutte le scorte che hai".
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
Belle
canticchiava allegramente mentre Ruby controllava metodicamente ogni
corridoio del negozio e metteva nel carrello solo il meglio del meglio.
"Dopotutto,
si tratta dei soldi di Gold" aveva detto e Belle
aveva accettato con riluttanza. Sapeva che Rumplestiltskin le avrebbe
fatto
avere tutto quello di cui aveva bisogno. Era proprio un peccato che si
fosse
preso il raffreddore proprio in quel momento, avrebbe voluto averlo
lì con lei.
Questo non era solo il gatto di Belle, sarebbe stato anche il suo.
Sospirò
e strinse Izzy. "Sei la cosa più dolce del mondo. E sei
così
educata! Sarai perfetta per noi".
"Oookay"
disse Ruby. "Credo che abbiamo tutto quello di cui
ha bisogno".
Belle
sbatté le palpebre un paio di volte mentre guardava il
carrello.
"Oh mio Dio". Dentro c'erano un paio di palline, un porta-lettiera,
una cuccia per gatti, diversi giocattoli di cui Belle non aveva idea di cosa
servissero, alcuni di quelli che sembravano topi imbalsamati e una
torre tiragraffi.
"Peccato
che Gold sia malato. Avrebbe potuto portare tutta questa roba
a casa con la magia".
Belle
scosse la testa. "No, Ruby. Niente magia".
Ruby
rise. "Stai provando a convincerlo a smettere? Spero che non ti
aspetti che accada presto".
Belle
roteò gli occhi e andò a rovistare fra i
giocattoli nel carrello.
"Che cos'è?"
"Erba
gatta. Le piacerà. Ora manca solo la lettiera e del cibo".
Un
giovane si avvicinò. "Posso aiutarvi?" chiese, guardando
dalla
testa ai piedi le due bellissime donne davanti a lui.
Ruby
sorrise, come un predatore pronto a divorare la preda.
"Perché
no? Grazie, potresti prendere un po' della roba e aiutarci a
trasportarla?" chiese così dolcemente che Belle
giurò che il ragazzo stava
per svenire dalla troppa attenzione.
"Uh,
sì. Certo" prese la torre-tiragraffi e grugnì nel
sollevarla.
"Graaaaazie"
canticchiò la ragazza lupo e sorrise sfacciatamente
a Belle. "Niente di meglio di un po' di sano flirt per farti fare un
favore. Se ci giochiamo bene le nostre carte potremo farci portare
tutta la
roba direttamente in macchina".
Belle
roteò gli occhi. "Oh, cielo".
Un
abbaio fece girare entrambe le ragazze e videro Pongo trascinare uno
stanco Archie Hopper con lui. "Oh, ciao" sorrise, "Buono, Pongo.
Si eccita così tanto ogni volta che veniamo qui".
Belle
guardò Ruby arricciarsi una ciocca di capelli col dito, un
sorriso molto
evidente sul suo volto. E cos'era quello? Era arrossita.
Sorrise e si avvicinò per parlare con lo
psicologo.
"Come stai?".
Ricambiò
il sorriso, mentre Pongo finalmente si calmò. "Molto bene.
Oh, è un gatto quello?"
La
giovane annuì. "Questa è Izzy. Io l'ho..beh
è adottata,
credo". Archie allungò la mano per accarezzarla, ma lei si
tirò indietro e
gli soffiò. "Oh! Non l'ha mai fatto prima..."
Ruby
ridacchiò. "Ce l'hai da quanto...un'ora? Come fai a sapere
come
si comporta?".
Archie
si fece indietro. "Deve essere l'odore di cane".
Concordarono entrambe e lui guardò l'orologio. "Oh, ho un
paziente fra 20
minuti. Ci vediamo più tardi". Il suo sguardo si
soffermò su Ruby un po'
più a lungo prima di andarsene.
"Mmmmh..."
Belle rifletté mentre si accorse di Ruby che lo
guardava.
"Che
c'è?" Belle alzò un sopracciglio. "No.
Assolutamente
no. So cosa stai pensando e no." Belle non disse nulla mentre Ruby
spinse
il carrello, borbottando qualcosa a proposito di grilli e cibo per cani.
Quando
arrivarono a casa, Belle convinse Ruby che non c'era niente di male
ad entrare. Lei lo fece e l'amica, dopo aver cercato in camera da letto
e in
ogni altra stanza della casa senza successo, gemette esasperata. "Oh,
quel
testardo di un uomo! Gli ho detto di andare a riposarsi". Mise Izzy sul
pavimento e andò a sistemare tutte le cose che avevano
comprato.
Ruby
sbuffò. "Beh, gli uomini non ascoltano. Eh oh, preparati.
Diventano dei bambini quando sono malati".
"Veramente,
miss Lucas?"
Si
girò e guardò con stupore mentre Belle corse
verso l'uomo più temuto della
città e lo rimproverò
come un bambino per non averle obbedito. E l'Oscuro, che
aveva abbastanza potere da bruciare l'intero Maine, rimase
lì ad annuire,
mormorando scuse e promettendo di non farlo di nuovo.
La
giovane era sbalordita e dovette trattenersi dal ridere istericamente
alla scena.
"Ne
hai
abbastanza?" chiese cupamente mentre lui piagnucolava, chino su una
sedia
con le braghe tirate giù fino alle caviglie.
"Sì,
non lo farò più".
Mise
via la frusta.
"Dillo".
"Lui
deglutì. "Sì padrona".
Ruby
scosse la testa, doveva smettere di guardare quel genere di film.
Notò
che Gold la stava fissando e si chiese se potesse leggerle nel pensiero.
"Ehm...vi
lascio soli. Divertitevi a sistemare tutto". Corse
verso la sua auto e partì, accelerando lungo la strada.
"Mi
sembra sempre di fare uno strano effetto alle persone"
rifletté Gold, facendo ridere Belle. Si voltò e
ridacchiò come nei giorni di
gloria in cui era ancora un folletto. "Non ho idea del motivo".
Lei
scosse la testa mentre lui rientrava e chiudeva la porta, mettendo via
il cappotto. "Dove eri andato?".
Sospirò.
"In farmacia. Avevo bisogno di...medicine".
Belle
annuì. "Va bene, ma voglio che ora ti riposi. Anche se...mi
sembri
guarito ora...hai usato la magia, Rumplestiltskin?". Proprio allora
Izzy
entrò camminando e miagolando alla situazione che le si
parava davanti. Gold
sbiancò visibilmente e indietreggiò un
po'. "Oh, ci sei" la prese in braccio Belle. "Abbiamo incontrato
Archie al negozio e lei gli ha soffiato. Spero sia stato solo l'odore
del cane
addosso a lui. Odierei se iniziasse a essere cattiva con ogni persona
che
incontra".
Giurò
di vedere Rumple stringere i denti. "E se fosse? Te ne
sbarazzeresti allora?".
Belle
la riappoggiò a terra e con le mani sui fianchi rispose.
"Non mi
sono sbarazzata di te, giusto?".
I
suoi occhi si addolcirono e lei amava quando lo faceva. "Giusto.
Allora...cosa le hai comprato?".
Stava
per rispondergli quando le squillò il cellulare. "Oh,
è..."
abbassò lo sguardo. "E' mio padre...".
Rumplestilskin
annuì. "Va tutto bene. Vai di là a parlare con
lui,
dearie".
Lei
sorrise e lo baciò teneramente sulla guancia prima di andare
nella
stanza accanto.
E
ora era stato lasciato solo con il suo nuovo animale domestico.
"Mmmh. Forse se semplicemente mi tengo lontano da te non
starò così tanto
male". L'animale si sedette sul pavimento, la coda che si muoveva
avanti e
indietro, la posizione del corpo come se stesse per saltargli addosso.
Fece
un passo avanti e accadde.
"Cosa?!"
La
gatta si attaccò ai suoi pantaloni, le unghie che scavavano
nella pelle
sottostante, mentre lui cercava furiosamente di cacciarla via. In
qualche modo
sapeva della sua vecchia ferita e si era attaccata proprio alla gamba
malandata, lampi di dolore bollente che scorrevano dentro di essa.
"Accidenti
a te!" alzò
il
bastone, la spinse via con un colpo e lei iniziò a soffiare
e correre a tutta
velocità verso di lui.
"Che
diavolo?"
Iniziò
ad agitare il bastone più e più volte cercando di
tenerla lontana,
ma la bestia
era troppo veloce per lui e si lanciò
in
aria dritta sulla sua coscia.
Uno
squittio inumano uscì dalle sue labbra mentre gli artigli
scavavano
nella morbida
pelle vicino alle sue parti basse. L'atto
gli fece inoltre perdere l'equilibrio e cadde all'indietro a destra
dell'appendiabiti, facendolo crollare insieme a lui e all'ammasso di
pellicce e
cappotti che vi erano appesi.
E
poi iniziò a imprecare in gaelico.
Il
mostro miagolò e scappò via e lui gemette, le
gamba che urlava di dolore
mentre si alzava. "Che accidenti era quello?"
Belle
arrivò di corsa dall'altra stanza. "Cosa è
successo?".
Lui
ansimava. "Lei...io...lei..." non riusciva a formulare le
parole. Non solo era sbalordito, ma durante la lotta alcuni peli erano
volati
via dalla bestia ed erano finiti tutti in aria. "Non posso
crederci..."
Lei
stava per chiedere di nuovo cosa fosse successo quando lui si
piegò,
pronto a starnutire di nuovo con violenza come aveva fatto al negozio
quella
mattina. Gli occhi di Belle si spalancarono mentre lui iniziava a
starnutire
ancora e ancora. "Rumple!" si precipitò verso di lui e lo
tenne per
le spalle. "Oh, sei malato! Oddio, vieni con me. Andiamo...va tutto
bene..." cercò di calmarlo.
"Io...eeeetchù!
Il gatto...ETCHU'! Lei...e-e-e-tchù! Oh,
vaffanculo...".
Belle
sapeva che quando imprecava in quel modo, stava davvero male.
"Starai meglio, mi prenderò cura di tutto io. Ora vai a
letto".
Avrebbe
voluto dirglielo, veramente. Ma cosa avrebbe potuto dire?
"Belle,
il gatto che hai trovato è posseduto dal diavolo e deve
essere prosciugato di
tutto il suo sangue. Lo scuoierò e potremo derivarne uno
bellissimo scalda collo".
Qualcosa
gli disse che non sarebbe andata molto bene.
Lei
si sedette sul bordo del letto insieme a lui e gli controllò
la fronte.
"Non hai la febbre ma voglio che ti rilassi. Torno subito". Lui
cercò
di protestare ma tutto quello che poté fare fu gorgogliare e
gemere.
"Tutto
questo non sta succedendo veramente..." gemette.
Un
momento, e se l'animale ferisse la sua amata Belle? E se la stesse
attaccando proprio in quel momento?
La
sua domanda ricevette risposta mentre lei rientrava nella stanza, tenendo in braccio la dannata cosa.
"Cos...Belle...lei
è..."
Guardò
in basso verso il gatto. "Che problema c'è con lei?"
"Lei...ha
soffiato ad Archie oggi".
Belle
annuì. "Credo fosse Pongo che non gradiva. Voglio dire,
guardala...è così amichevole e le piace essere
presa in braccio. A quale gatto
piace?".
"A un gatto posseduto da un
demone" rifletté e scosse la testa. "E se si
rigira contro di
te?".
Belle
sorrise. "Supereremo anche questo ostacolo, se ce ne sarà il
bisogno. Per ora non vedo nessuna prova che questo possa accadere.
Adesso
riposati un po', voglio riaverti in forma presto. Odio vederti malato".
Lui
arrossì al commento e sospirò. Se quel gatto era
gentile con lei non
gli avrebbe mai creduto a meno che non lo attaccasse davanti a lei. In
qualche
modo...sapeva che non sarebbe mai accaduto. L'animale sembrava essere
un
perfetto angelo in presenza di Belle. Proprio
come lui, in realtà.
Lei
sorrise e si voltò per andarsene. "Ti amo, Rumplestiltskin".
Lui
sorrise a sua volta. "Ti a - EEEETCHU'!" Lei rise di lui e
uscì, lasciando la più potente forza delle
tenebre del mondo seduto sul suo
letto, la faccia simile a un pomodoro.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
Non
gli ci volle molto per tornare a respirare normalmente, ma i suoi occhi
erano ancora come carta vetrata e un dolore sordo nella parte
posteriore della
gola lo aveva lasciato col dubbio che fosse veramente
malato. Camminò fino al bagno e tirò
fuori una delle scatole che aveva
comprato. Le altre le aveva magicamente -sì,
magicamente dannazione - trasportate nel seminterrato dove
sapeva che Belle
non sarebbe mai andata.
Lei
non lo avrebbe ammesso ma sapeva che lui praticava ancora la magia.
Sapeva che le persone andavano ancora da lui in cerca di aiuto e sapeva che il vero utilizzo del
negozio dei pegni era quello. Tuttavia la maggior parte degli accordi
che
faceva ultimamente non erano così male. La maggior parte
delle cose che aveva
fatto per la gente li aveva aiutati in un modo o nell'altro.
"Se divento calvo mi uccido".
"Puoi
fare in modo che la pizza mi aiuti a perdere peso?".
"Sono
vecchio e grigio e posso a malapena camminare. Fammi diventare
irresistibile
per le donne".
Gemette
e si strofinò il viso mentre si guardava allo specchio. Se
il
vecchio Oscuro avesse saputo che sarebbe finito così, si
sarebbe
auto-trasformato in lumaca direttamente in una colonia di orchi.
Scosse
la testa e sospirò pesantemente, aprendo la scatola. Le
pillole
erano blu e non sembravano niente di speciale. Lesse le istruzioni e
vide per cosa
dovevano essere utilizzate.
Lacrimazione
e prurito.
Congestione.
Naso
che
cola.
E
soprattutto, starnuti.
Ne
mandò giù una con un piccolo bicchiere d'acqua e
nascose le altre in una
scatolina senza etichetta nel bagno. Aspettò un po' e poi
decise che era stufo
di starsene rinchiuso nella sua camera. Sgattaiolò fuori
dalla porta e guardò
Belle che tirava fuori dalla scatola la torre-tiragraffi. Era a pezzi e
doveva
essere montata.
Rimase
lì a guardare quella bellissima donna che canticchiava tutta
felice
alla prospettiva di assemblare insieme qualcosa di inutile e ridicolo
dentro la
casa della persona probabilmente più orribile che potesse
mai conoscere.
Okay,
forse non si sarebbe trasformato in lumaca se avesse saputo di questo.
Belle
prese le istruzioni e le lesse attentamente, come faceva quando era
rapita da uno dei suoi libri. Il bollitore del tè in cucina
fischiò e lei balzò
in piedi, lasciando tutto il disordine sul pavimento.
Rumplestiltskin
non poteva farne a meno. Non gli importava se lei si
sarebbe arrabbiata. Fece schioccare le dita.
Belle
tornò, la tazza in mano, solo per vedere la torre-tiragraffi
completamente montata e messa in un buon punto della stanza,
così come tutti i
giocattoli tolti dalle loro scatole, non una traccia di spazzatura o
qualcosa
che doveva essere pulito.
Alzò
lo sguardo e fece uno "Tsk" con la sua mano libera
appoggiata sul fianco. "Oh...che cosa devo fare con te?".
Lui
si strinse nelle spalle e uscì dalla porta, spaventato dalla
maledizione nera che girovagava miagolando per il salotto. "Mi scuserei
ma
questo era il minimo che potessi fare dopo che non sono potuto venire
con te al
negozio d'animali".
Belle
arrossì leggermente e appoggiò la sua tazza sul
tavolino. "Credo
che potrò passarci sopra". Si sedette sul pavimento e
guardò tutti i
giocattoli che Ruby aveva scelto per Izzy. "Non so nemmeno a cosa
servono".
Gold
rientrò nervosamente nella stanza e si sedette sul divano.
"Beh...lo capirai". Lei lo guardò. "Mmmh...noi
lo capiremo". Sorrise e si unì a lui sul divano.
"Cosa
è successo al riposo a letto?
Lui
le lanciò uno sguardo innocente. "Non posso stare rinchiuso,
dearie. Inoltre ho preso delle medicine e mi sento molto meglio".
Belle
alzò un sopracciglio. Proprio in quel momento Izzy
saltò fuori dal
nulla sul suo grembo. Il modo in cui Rumplestiltskin reagì
la fece ammutolire.
Si era letteralmente tirato indietro da lei e fece un chiaro urletto di
panico.
Lo fissò e lui impallidì, iniziando a fissare il
pavimento, cercando di riportare
la sua attenzione sui giocattoli del mostro.
Non
può
essere...
"Rumple,
la vuoi tenere in braccio?". E il colore tornò di nuovo
sulla sua faccia. Balbettò e delicatamente si
allontanò ancora di più da lei.
"E' molto dolce, tieni" gli mise il gatto in grembo e lui si
irrigidì
come una tavola. "Dovrai abituarti a lei. Voglio che diventiate
amici".
"Uh...si
capisco..." rispose debolmente e rimase rigido.
Lei
lo guardò come un falco e la stanza divenne improvvisamente
silenziosa.
"Non hai intenzione di accarezzarla?".
Deglutì
e afferrò Izzy, praticamente lanciandola verso Belle.
"Improvvisamente non mi sento molto bene. Credo che avevi ragione".
Corse il più veloce che poteva verso il bagno e
sbatté la porta.
Belle
rimase a bocca aperta. Stava vomitando? Era per colpa dell'influenza?
Oh ma cosa andava a pensare, certo che era colpa dell'influenza.
Lui
non le mentirebbe...giusto?
Rumplestiltskin
sospirò e si sciacquò la faccia. Odiava
raggirarla in quel modo, ma non aveva altra scelta.
Finché
le pillole non avessero fatto effetto, doveva stare lontano da quel
gatto.
Sospirò
e saltò quando la sua bella bussò alla porta.
"Rumple?"
la sua voce melodiosa lo fece tremare per la tenerezza con cui lo aveva
chiamato. "Stai bene?".
Si
asciugò la faccia e si schiarì la gola, tirando
lo sciacquone. Un'altra
ondata di senso di colpa lo invase. Aprì la porta e
cercò di sembrare forte.
"Sì, sto bene. Ho solo...esagerato credo".
Ora
aveva le braccia incrociate. "Te l'avevo detto di riposarti e ora
dico sul serio. Vai in quel letto, Rumplestiltskin". Lei gli
indicò la
camera da letto e lui, come un bambino obbediente, si
incamminò, guardando il
suo pigiama di seta e sperando che il mostro non sarebbe spuntato da
sotto il
letto e lo avesse attaccato mentre si spogliava.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
Era
sdraiato accanto a lei, guardandola respirare. Un ritmo dolce e morbido
che lo faceva addormentare ogni notte. Si passò una mano nei
capelli e si
sedette con un sospiro. Non riusciva a dormire per paura di svegliarsi
con un
gatto in faccia, così si alzò e si diresse verso
la cucina.
Ora,
questa era una cosa che non avrebbe mai ammesso a nessuno
- nemmeno a Belle - ma quando faticava ad addormentarsi, si
riscaldava un bicchiere di latte.
Ed
eccolo lì, alle tre del mattino, che camminava per la cucina
in
pantofole e pigiama di seta blu.
Se
qualcuno lo avesse visto in quel momento sarebbe immediatamente
diventato idoneo per la donazione di organi.
Mentre
aspettava che il forno a microonde emettesse un segnale acustico, si
voltò e quasi lasciò cadere il bastone, quando
vide il mini terrore seduto sul suo tavolo da
cucina.
"Tu..."
ringhiò e lei semplicemente agitò la coda.
Puntò il
bastone contro di lei come una spada. "Tu e io abbiamo qualche
problema".
Abbassò
il bastone e lo strinse con entrambe le mani. "Posso tollerare
molte cose..." cominciò, il segnale acustico del forno a
microonde e il
fatto che il latte si sarebbe presto raffreddato che aumentavano la sua
impazienza, "Posso tollerare che lei ti ami così
tanto...posso tollerare
che mi fai starnutire ogni dieci secondi ogni volta che mi avvicino a
te...ma non tollero che lasci il
tuo maledetto
pelo dappertutto nella mia
cucina!"
Lei
lo fissò con quegli occhi verdi luminescenti, il fruscio
della coda
sempre più udibile.
"Scendi.
Immediatamente. Dal. Mio. Tavolo." ordinò come se lei
potesse capire.
Lei
non fece nulla.
Lui
le sorrise, il dente d'oro scintillante. "Bene, allora ti
farò
scendere io".
Alzò
un braccio e fece scattare il polso, l'animale si sollevò
immediatamente in aria con una forza invisibile che sembrava
fuoriuscire dalla
sua testa. Miagolò e scalciò, tentando con tutte
le sue forze di liberarsi, ma
era inutile contro il potere dell'Oscuro,
come lo era stato per tutti gli altri.
Gold
ridacchiò, un sorriso malato sul volto mentre guardava
quella bestia scalciare e urlare
per la propria
vita, agitandosi pateticamente in aria. "Ora vedrai cosa succede a
quelli
che mi incontrano. Magari la prossima volta ci penserai due volte prima
di
saltare sul mio tavolo" fece una pausa "O prima di attaccare
me!" La sollevò ulteriormente in aria, il felino che
miagolava chiedendo
di essere graziato e lui in procinto di scoppiare in una grande risata
diabolica, quando...
"RUMPLESTILTSKIN!"
Si
spaventò e perse la concentrazione, facendo cadere il gatto
sul
pavimento, che atterrò senza problemi sulle zampe e
scappò via con un miagolio
terrorizzato. Lui deglutì e fece una smorfia mentre si
girava, vedendo la furia
che si riversava nei suoi bellissimi occhi azzurri. Cercò di
salvarsi la vita in
extremis tirando fuori uno dei suoi sorrisi più affascinanti.
"Si,
dearie?"
"Non
chiamarmi dearie! Cosa
stavi facendo con Izzy?!"
Cercò
di calmarla, una mano che si alzava sulla difensiva. "La stavo
solo facendo scendere dal tavolo della cucina. Non vuoi avere tutto
pelo nel
cibo giusto?".
Lei
scosse la testa esasperata. "Avresti potuto semplicemente
prenderla in braccio e metterla sul pavimento, non appenderla per il
collo a
mezz'aria!"
Forse
se avesse concentrato tutte le sue energie, sarebbe riuscito a far
schiantare una meteora contro di lui in quel momento.
"Io...Belle...tesoro..."
provò mentre lei si voltava verso di
lui. "Non ero sicuro di come avrebbe potuto reagire con me. Non so se
vuole che io la prenda in braccio".
Belle
sospirò e si diresse in salotto. Tornò in cucina
cullando una Izzy
ancora spaventata. "Guarda, Rumple. Le piace essere trasportata, non
avrai
nessun problema. E' una animaletto meraviglioso. Avresti potuto
prenderla in
braccio".
Lui
sospirò e provò a trovare una spiegazione
migliore, ma non gli venne in
mente niente. "Belle...mi dispiace...".
E
poi la cosa peggiore accadde. La rabbia scomparve dal suo volto e fu
sostituita da qualcos'altro. Un'emozione che lui odiava più
di ogni altra.
Riempì i suoi occhi e fece sollevare il suo petto.
"Rumplestiltskin..." e sapeva cosa stava per succedere. "Sono
molto delusa..." e se ne andò.
Fu
lasciato da solo in piedi nella sua cucina fredda mentre le sue parole
gli risuonavano in testa.
Delusa.
Ovvio che lo era. Lo era
sempre stata.
Si
strofinò la testa e cercò di pensare a un modo
per risolvere la situazione.
Non riusciva a pensare a niente e sospirò sconfitto.
Quindi,
che cosa aveva adesso? Una palla di pelo psicotica che gli
distruggeva la vita, Belle delusa da lui e ultimo ma non meno
importante, il
suo latte si era raffreddato.
Che
altro poteva andare storto?
Sbatté
le palpebre.
"HETCHU'!"
Ovviamente.
-to
be continued
angolo
della traduttrice:
rieccomi
:) siccome la mia vita è molto triste, ieri
anche se era il mio compleanno non ho fatto un'accidenti (ma
recupererò nei
prossimi giorni) perciò perché non passare il
tempo a tradurre (l'ho detto che
sono una persona molto triste)? Quindi eccoci qui col secondo capitolo!
Grazie
infinite a chi ha inserito la fic nelle preferite e nelle ricordate, ai
lettori
silenziosi e soprattutto a chi ha recensito! A presto con il prossimo
capitolo,
il penultimo :)