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Autore: LondonEye    29/12/2013    3 recensioni
Belle porta a casa un gattino randagio a cui Mr. Gold è altamente allergico. Fantastico, semplicemente fantastico. Ora non solo deve fare i conti con una palla di pelo psicotica che gli distrugge casa, deve anche fare scorta di fazzoletti. E mantenere tutto segreto a Belle che ama il gatto al di là di ogni ragione.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Te lo giuro Ruby, non ho mai visto nessuno ammalarsi così tanto così in fretta".

"Ha davvero starnutito cento volte?" mormorò Ruby dall'altro capo del telefono. Belle ridacchiò. "Beh, no. Forse un po' di meno. Ma almeno una volta ogni dieci secondi, era orribile da guardare. Per quando siamo arrivati a casa i suoi occhi lacrimavano e il suo naso era tutto rosso...orribile".

Ruby rise. "Posso immaginare".

"Non è divertente! Nessuno merita di ammalarsi. E peggiora ogni secondo che passa! Sono davvero preoccupata..."

"Ma per favore, tu ti saresti preoccupata anche se si fosse spezzato un' unghia. E' un trecentenario-vecchio-folletto-uomo-magico adulto, credo proprio che sia in grado di prendersi cura di se stesso".

"Beh, ora devo andare a fare shopping per il mio gatto senza di lui".

"Ooh shopping! Contami nel gruppo!"

Belle rise per il suo entusiasmo. "Ruby, è solo shopping per il gatto, e lo porterò con me. Non puoi avvicinarti ai gatti, ricordi?"

"Basta che non la tocco e non avrò problemi. Fidati di me, hai bisogno del mio aiuto. Sono un'esperta di animali, ti farò comprare le cose migliori".

Belle sorrise. "Okay, grazie Ruby". Terminarono la telefonata e Belle tornò in salotto, dove aveva lasciato il suo filatore. "Rumple?"

Teneva in mano un impacco freddo sugli occhi gonfi e lo tolse per guardarla, apparve in difficoltà mentre i suoi occhi guizzavano su qualcosa fra le braccia di Belle per poi tornare sul suo viso. "Sì, tesoro?"

"E' sempre così gentile" pensò. "Sto andando a fare shopping con Ruby per Izzy". Si strinse il gatto al petto.

Rumplestiltskin gemette. "Ehm...Izzy resterà qui?"

Lei scosse la testa. "No, la porto con me così potrai riposare. L'ultima cosa di cui hai bisogno quando sei malato è prenderti cura di un animale domestico". Sembrò incredibilmente sollevato e Belle sorrise. "Ti voglio nel letto Rumple. Ora." Giurò di vedere le sue guance arrossarsi non appena pronunciò quelle parole. "Dico sul serio. Devi riposare. Torneremo presto". Gli mandò un bacio e si diresse verso la porta, ma lui la fermò.

"Aspetta. Quale macchina userai?".

Lei ridacchiò. "La mia, non preoccuparti". Sospirò e tornò a rilassarsi sul divano, mentre sentiva il rumore del motore del SUV ammaccato di Belle che si accendeva.

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Oh, finalmente! Finalmente quella piccola stronza era andata via e poteva stare un paio d'ore in pace senza di lei!

Non Belle ovviamente, ma quel maledetto gatto! Come quella cosa potesse essere tenuta in braccio per così tanto tempo restava un mistero per lui.

Forse stava morendo di fame ed era troppo debole per muoversi.

Forse sarebbe morta nella notte.

O forse poteva accidentalmente lasciare una porta aperta e accidentalmente  farcela  avvicinare  la prossima settimana, ma sapeva che non poteva farlo.

Poche ore prima si era cambiato i vestiti, ormai ricoperti di pelo, e aveva scoperto un'altra reazione che i gatti avevano su di lui: prurito. La sua pelle aveva iniziato a formicolare e prudere quando Belle gli aveva messo in braccio la dannata cosa e giurò che quando finalmente erano arrivati a casa stava per avere un collasso. Si era tolto in fretta i vestiti e scusandosi con la sua amata si era buttato sotto la doccia, lasciando una confusa ma comprensiva Belle nel salotto. Lei gli aveva dato un impacco freddo e lo aveva rimproverato per non aver nessun succo d'arancia nella dispensa.

Ora che la cosa se ne era andata, poteva respirare normalmente. Era come se nulla fosse successo. Nessun prurito, nessun formicolio, nessun solletico. Niente.

Era affascinante ed esasperante allo stesso tempo. Come poteva qualcosa di così...stupido causare una reazione del genere a lui? Non aveva nessun senso logico. Perché era allergico ai gatti? E perché non lo aveva mai scoperto fino ad allora? Era come se qualcuno lo stesse volutamente torturando da lontano.

Beh, aveva alcune opzioni a disposizione per risolvere il problema. La prima, uccidere il gatto.

No, troppo sangue. Finirebbe sui tappeti. E - oh sì, Belle non lo avrebbe gradito.

La seconda, curarsi. Quello però era un po' più complicato rispetto a semplicemente strangolare il gatto. La magia ha sempre un prezzo e per curare se stesso avrebbe dovuto pagarne uno. Che consisteva nel rendersi allergico a qualcos'altro. La domanda era: a che cosa?

La scelta più logica sarebbe stata quella di scegliere qualcosa di astratto come un fiore in Amazzonia che non avrebbe mai incontrato in vita sua, ma la magia è furba e sa quando stai provando a fregarla, quindi non avrebbe funzionato. Avrebbe dovuto scegliere qualcosa del posto dove abitava.

Forse un profumo? Sarebbe facile. Doveva solo sceglierne uno.

"Rumple, guarda cosa ho trovato! Questo delizioso profumo! Odora meravigliosamente non trovi? Penso che lo metterò ogni giorno. Vieni a sentire come è buono!".

Mmmh...qualcosa di naturale allora? Polline? Erba? Fiori?

"Oh, guarda! E' una così bella giornata di primavera! Vedi anche tu le bellissime nuvole gialle di polline che ci volano in faccia? Credo che dovremmo uscire ogni giorno! RESPIRA PROFONDAMENTE TESORO!"

Ora la testa gli faceva male. Non poteva correre il rischio di incontrare nuovamente la qualunque cosa che avesse scelto, quindi non aveva altra scelta che la terza opzione: farmaci. Ci sono un sacco di farmaci.

Dopo un piccolo tragitto in auto e alcuni sguardi ben piazzati ai passanti che osavano guardarlo, arrivò in farmacia.

Entrò e gemette nel vedere che c'erano altre persone vive dentro oltre a lui. Era solito trovarli divertenti, ma mentre guardava Eolo starnutire per l'ennesima volta nel suo fazzoletto, provò qualcosa che non aveva mai provato in vita sua.

Compassione.

Ew, no. Doveva trovare dei medicinali. Subito.

Non sapeva cosa comprare così si avvicinò alla cassa e inghiottì tutto il suo orgoglio. "Posso aiutarla, signor Gold?"

Oh sì, perché non prendi direttamente l'altoparlante e annunci a tutti che sono qui?

"Dammi degli antistaminici", voleva finire con "prima che ti dia alle fiamme con una palla di fuoco", ma Eolo era in piedi dietro di lui.

"Ce ne sono di diversi tipi, che tipo di allergia avete?

Strinse i denti. "Pelo di gatto. Sono allergico al pelo di gatto"

Eolo annuì, guardandolo come se ricordasse qualcosa. "Ah sì, i gatti. Sono tremendi. Ma non è al pelo che siete allergico, si tratta della forfora che si stacca da esso"

"Non me ne frega un accidenti! Dammi le maledette pillole prima che ti faccia mangiare il mio bastone!" era quello che voleva dire, ma si limitò ad un "Voglio solo guarire".

"Guarire? Oh, non c'è cura" disse categorico il farmacista.

"Che cos..." Gold ribolliva, le nocche bianche per la morsa della mano sul bastone.

"Non c'è cura per le allergie. Può solo conviverci. Gli antistaminici possono aiutare, ma riducono solo i sintomi". Gold abbassò lo sguardo, cercando di non iniziare a ballare il tip tap sulla milza di quel ragazzo. "Ma se non avete un gatto, basta che stiate lontano da loro".

"Ne ho uno" ringhiò e l'intera farmacia tremò, un'onda magica che tutti poterono sentire era stata sprigionata dal suo corpo. Tutte le persone presenti nella farmacia se ne andarono immediatamente, lasciandoli soli.

"Oh, okay. Allora le raccomando...questo" e gli porse una scatola che lui prese, un'espressione di disgusto sul volto.

"Quante ne devo prendere al giorno?"

"Bisogna prenderne una ogni 8 ore, quindi due volte al giorno".

Gold fece due conti. "C'è solo una quantità sufficiente per una settimana in questa scatola".

"Già. Se volete l'intera confezione dovete andare da un dottore e farvi fare la ricetta. E' una seccatura, lo so".

Gold sospirò profondamente. Ne valeva veramente la pena? Il ricordo del tocco persistente delle labbra di Belle sulle sue gli mandò un brivido lungo la schiena. Tirò fuori la sua carta di credito. "Dammi tutte le scorte che hai".

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Belle canticchiava allegramente mentre Ruby controllava metodicamente ogni corridoio del negozio e metteva nel carrello solo il meglio del meglio.

"Dopotutto, si tratta dei soldi di Gold" aveva detto e Belle aveva accettato con riluttanza. Sapeva che Rumplestiltskin le avrebbe fatto avere tutto quello di cui aveva bisogno. Era proprio un peccato che si fosse preso il raffreddore proprio in quel momento, avrebbe voluto averlo lì con lei. Questo non era solo il gatto di Belle, sarebbe stato anche il suo.

Sospirò e strinse Izzy. "Sei la cosa più dolce del mondo. E sei così educata! Sarai perfetta per noi".

"Oookay" disse Ruby. "Credo che abbiamo tutto quello di cui ha bisogno".

Belle sbatté le palpebre un paio di volte mentre guardava il carrello. "Oh mio Dio". Dentro c'erano un paio di palline, un porta-lettiera, una cuccia per gatti, diversi giocattoli di cui Belle non aveva idea di cosa servissero, alcuni di quelli che sembravano topi imbalsamati e una torre tiragraffi.

"Peccato che Gold sia malato. Avrebbe potuto portare tutta questa roba a casa con la magia".

Belle scosse la testa. "No, Ruby. Niente magia".

Ruby rise. "Stai provando a convincerlo a smettere? Spero che non ti aspetti che accada presto".

Belle roteò gli occhi e andò a rovistare fra i giocattoli nel carrello. "Che cos'è?"

"Erba gatta. Le piacerà. Ora manca solo la lettiera e del cibo".

Un giovane si avvicinò. "Posso aiutarvi?" chiese, guardando dalla testa ai piedi le due bellissime donne davanti a lui.

Ruby sorrise, come un predatore pronto a divorare la preda. "Perché no? Grazie, potresti prendere un po' della roba e aiutarci a trasportarla?" chiese così dolcemente che Belle giurò che il ragazzo stava per svenire dalla troppa attenzione.

"Uh, sì. Certo" prese la torre-tiragraffi e grugnì nel sollevarla.

"Graaaaazie" canticchiò la ragazza lupo e sorrise sfacciatamente a Belle. "Niente di meglio di un po' di sano flirt per farti fare un favore. Se ci giochiamo bene le nostre carte potremo farci portare tutta la roba direttamente in macchina".

Belle roteò gli occhi. "Oh, cielo".

Un abbaio fece girare entrambe le ragazze e videro Pongo trascinare uno stanco Archie Hopper con lui. "Oh, ciao" sorrise, "Buono, Pongo. Si eccita così tanto ogni volta che veniamo qui".

Belle guardò Ruby arricciarsi una ciocca di capelli col dito, un sorriso molto evidente sul suo volto. E cos'era quello? Era arrossita. Sorrise e si avvicinò per parlare con lo psicologo. "Come stai?".

Ricambiò il sorriso, mentre Pongo finalmente si calmò. "Molto bene. Oh, è un gatto quello?"

La giovane annuì. "Questa è Izzy. Io l'ho..beh è adottata, credo". Archie allungò la mano per accarezzarla, ma lei si tirò indietro e gli soffiò. "Oh! Non l'ha mai fatto prima..."

Ruby ridacchiò. "Ce l'hai da quanto...un'ora? Come fai a sapere come si comporta?".

Archie si fece indietro. "Deve essere l'odore di cane". Concordarono entrambe e lui guardò l'orologio. "Oh, ho un paziente fra 20 minuti. Ci vediamo più tardi". Il suo sguardo si soffermò su Ruby un po' più a lungo prima di andarsene.

"Mmmmh..." Belle rifletté mentre si accorse di Ruby che lo guardava.

"Che c'è?" Belle alzò un sopracciglio. "No. Assolutamente no. So cosa stai pensando e no." Belle non disse nulla mentre Ruby spinse il carrello, borbottando qualcosa a proposito di grilli e cibo per cani.

Quando arrivarono a casa, Belle convinse Ruby che non c'era niente di male ad entrare. Lei lo fece e l'amica, dopo aver cercato in camera da letto e in ogni altra stanza della casa senza successo, gemette esasperata. "Oh, quel testardo di un uomo! Gli ho detto di andare a riposarsi". Mise Izzy sul pavimento e andò a sistemare tutte le cose che avevano comprato.

Ruby sbuffò. "Beh, gli uomini non ascoltano. Eh oh, preparati. Diventano dei bambini quando sono malati".

"Veramente, miss Lucas?"

Si girò e guardò con stupore mentre Belle corse verso l'uomo più temuto della città e lo rimproverò come un bambino per non averle obbedito. E l'Oscuro, che aveva abbastanza potere da bruciare l'intero Maine, rimase lì ad annuire, mormorando scuse e promettendo di non farlo di nuovo.

La giovane era sbalordita e dovette trattenersi dal ridere istericamente alla scena.

"Ne hai abbastanza?" chiese cupamente mentre lui piagnucolava, chino su una sedia con le braghe tirate giù fino alle caviglie.

"Sì, non lo farò più".

Mise via la frusta. "Dillo".

"Lui deglutì. "Sì padrona".

Ruby scosse la testa, doveva smettere di guardare quel genere di film. Notò che Gold la stava fissando e si chiese se potesse leggerle nel pensiero.

"Ehm...vi lascio soli. Divertitevi a sistemare tutto". Corse verso la sua auto e partì, accelerando lungo la strada.

"Mi sembra sempre di fare uno strano effetto alle persone" rifletté Gold, facendo ridere Belle. Si voltò e ridacchiò come nei giorni di gloria in cui era ancora un folletto. "Non ho idea del motivo".

Lei scosse la testa mentre lui rientrava e chiudeva la porta, mettendo via il cappotto. "Dove eri andato?".

Sospirò. "In farmacia. Avevo bisogno di...medicine".

Belle annuì. "Va bene, ma voglio che ora ti riposi. Anche se...mi sembri guarito ora...hai usato la magia, Rumplestiltskin?". Proprio allora Izzy entrò camminando e miagolando alla situazione che le si parava davanti.  Gold sbiancò visibilmente e indietreggiò un po'. "Oh, ci sei" la prese in braccio Belle. "Abbiamo incontrato Archie al negozio e lei gli ha soffiato. Spero sia stato solo l'odore del cane addosso a lui. Odierei se iniziasse a essere cattiva con ogni persona che incontra".

Giurò di vedere Rumple stringere i denti. "E se fosse? Te ne sbarazzeresti allora?".

Belle la riappoggiò a terra e con le mani sui fianchi rispose. "Non mi sono sbarazzata di te, giusto?".

I suoi occhi si addolcirono e lei amava quando lo faceva. "Giusto. Allora...cosa le hai comprato?".

Stava per rispondergli quando le squillò il cellulare. "Oh, è..." abbassò lo sguardo. "E' mio padre...".

Rumplestilskin annuì. "Va tutto bene. Vai di là a parlare con lui, dearie".

Lei sorrise e lo baciò teneramente sulla guancia prima di andare nella stanza accanto.

E ora era stato lasciato solo con il suo nuovo animale domestico. "Mmmh. Forse se semplicemente mi tengo lontano da te non starò così tanto male". L'animale si sedette sul pavimento, la coda che si muoveva avanti e indietro, la posizione del corpo come se stesse per saltargli addosso.

Fece un passo avanti e accadde.

"Cosa?!"

La gatta si attaccò ai suoi pantaloni, le unghie che scavavano nella pelle sottostante, mentre lui cercava furiosamente di cacciarla via. In qualche modo sapeva della sua vecchia ferita e si era attaccata proprio alla gamba malandata, lampi di dolore bollente che scorrevano dentro di essa.

"Accidenti a te!"  alzò il bastone, la spinse via con un colpo e lei iniziò a soffiare e correre a tutta velocità verso di lui.

"Che diavolo?"

Iniziò ad agitare il bastone più e più volte cercando di tenerla lontana, ma la bestia  era troppo veloce per lui e si lanciò in aria dritta sulla sua coscia.

Uno squittio inumano uscì dalle sue labbra mentre gli artigli scavavano nella morbida  pelle vicino alle sue parti basse. L'atto gli fece inoltre perdere l'equilibrio e cadde all'indietro a destra dell'appendiabiti, facendolo crollare insieme a lui e all'ammasso di pellicce e cappotti che vi erano appesi.

E poi iniziò a imprecare in gaelico.

Il mostro miagolò e scappò via e lui gemette, le gamba che urlava di dolore mentre si alzava. "Che accidenti era quello?"

Belle arrivò di corsa dall'altra stanza. "Cosa è successo?".

Lui ansimava. "Lei...io...lei..." non riusciva a formulare le parole. Non solo era sbalordito, ma durante la lotta alcuni peli erano volati via dalla bestia ed erano finiti tutti in aria. "Non posso crederci..."

Lei stava per chiedere di nuovo cosa fosse successo quando lui si piegò, pronto a starnutire di nuovo con violenza come aveva fatto al negozio quella mattina. Gli occhi di Belle si spalancarono mentre lui iniziava a starnutire ancora e ancora. "Rumple!" si precipitò verso di lui e lo tenne per le spalle. "Oh, sei malato! Oddio, vieni con me. Andiamo...va tutto bene..." cercò di calmarlo.

"Io...eeeetchù! Il gatto...ETCHU'! Lei...e-e-e-tchù! Oh, vaffanculo...".

Belle sapeva che quando imprecava in quel modo, stava davvero male. "Starai meglio, mi prenderò cura di tutto io. Ora vai a letto".

Avrebbe voluto dirglielo, veramente. Ma cosa avrebbe potuto dire?

"Belle, il gatto che hai trovato è posseduto dal diavolo e deve essere prosciugato di tutto il suo sangue. Lo scuoierò e potremo derivarne uno bellissimo scalda collo".

Qualcosa gli disse che non sarebbe andata molto bene.

Lei si sedette sul bordo del letto insieme a lui e gli controllò la fronte. "Non hai la febbre ma voglio che ti rilassi. Torno subito". Lui cercò di protestare ma tutto quello che poté fare fu gorgogliare e gemere.

"Tutto questo non sta succedendo veramente..." gemette.

Un momento, e se l'animale ferisse la sua amata Belle? E se la stesse attaccando proprio in quel momento?

La sua domanda ricevette risposta mentre lei rientrava nella stanza, tenendo in braccio la dannata cosa.

"Cos...Belle...lei è..."

Guardò in basso verso il gatto. "Che problema c'è con lei?"

"Lei...ha soffiato ad Archie oggi".

Belle annuì. "Credo fosse Pongo che non gradiva. Voglio dire, guardala...è così amichevole e le piace essere presa in braccio. A quale gatto piace?".

"A un gatto posseduto da un demone" rifletté e scosse la testa. "E se si rigira contro di te?".

Belle sorrise. "Supereremo anche questo ostacolo, se ce ne sarà il bisogno. Per ora non vedo nessuna prova che questo possa accadere. Adesso riposati un po', voglio riaverti in forma presto. Odio vederti malato".

Lui arrossì al commento e sospirò. Se quel gatto era gentile con lei non gli avrebbe mai creduto a meno che non lo attaccasse davanti a lei. In qualche modo...sapeva che non sarebbe mai accaduto. L'animale sembrava essere un perfetto angelo in presenza di Belle. Proprio come lui, in realtà.

Lei sorrise e si voltò per andarsene. "Ti amo, Rumplestiltskin".

Lui sorrise a sua volta. "Ti a - EEEETCHU'!" Lei rise di lui e uscì, lasciando la più potente forza delle tenebre del mondo seduto sul suo letto, la faccia simile a un pomodoro.

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Non gli ci volle molto per tornare a respirare normalmente, ma i suoi occhi erano ancora come carta vetrata e un dolore sordo nella parte posteriore della gola lo aveva lasciato col dubbio che fosse veramente malato. Camminò fino al bagno e tirò fuori una delle scatole che aveva comprato. Le altre le aveva magicamente -sì, magicamente dannazione - trasportate nel seminterrato dove sapeva che Belle non sarebbe mai andata.

Lei non lo avrebbe ammesso ma sapeva che lui praticava ancora la magia. Sapeva che le persone andavano ancora da lui in cerca di aiuto e sapeva che il vero utilizzo del negozio dei pegni era quello. Tuttavia la maggior parte degli accordi che faceva ultimamente non erano così male. La maggior parte delle cose che aveva fatto per la gente li aveva aiutati in un modo o nell'altro.

"Se divento calvo mi uccido".

"Puoi fare in modo che la pizza mi aiuti a perdere peso?".

"Sono vecchio e grigio e posso a malapena camminare. Fammi diventare irresistibile per le donne".

Gemette e si strofinò il viso mentre si guardava allo specchio. Se il vecchio Oscuro avesse saputo che sarebbe finito così, si sarebbe auto-trasformato in lumaca direttamente in una colonia di orchi.

Scosse la testa e sospirò pesantemente, aprendo la scatola. Le pillole erano blu e non sembravano niente di speciale. Lesse le istruzioni e vide per cosa dovevano essere utilizzate.

Lacrimazione e prurito.

Congestione.

Naso che cola.

E soprattutto, starnuti.

Ne mandò giù una con un piccolo bicchiere d'acqua e nascose le altre in una scatolina senza etichetta nel bagno. Aspettò un po' e poi decise che era stufo di starsene rinchiuso nella sua camera. Sgattaiolò fuori dalla porta e guardò Belle che tirava fuori dalla scatola la torre-tiragraffi. Era a pezzi e doveva essere montata.

Rimase lì a guardare quella bellissima donna che canticchiava tutta felice alla prospettiva di assemblare insieme qualcosa di inutile e ridicolo dentro la casa della persona probabilmente più orribile che potesse mai conoscere.

Okay, forse non si sarebbe trasformato in lumaca se avesse saputo di questo.

Belle prese le istruzioni e le lesse attentamente, come faceva quando era rapita da uno dei suoi libri. Il bollitore del tè in cucina fischiò e lei balzò in piedi, lasciando tutto il disordine sul pavimento.

Rumplestiltskin non poteva farne a meno. Non gli importava se lei si sarebbe arrabbiata. Fece schioccare le dita.

Belle tornò, la tazza in mano, solo per vedere la torre-tiragraffi completamente montata e messa in un buon punto della stanza, così come tutti i giocattoli tolti dalle loro scatole, non una traccia di spazzatura o qualcosa che doveva essere pulito.

Alzò lo sguardo e fece uno "Tsk" con la sua mano libera appoggiata sul fianco. "Oh...che cosa devo fare con te?".

Lui si strinse nelle spalle e uscì dalla porta, spaventato dalla maledizione nera che girovagava miagolando per il salotto. "Mi scuserei ma questo era il minimo che potessi fare dopo che non sono potuto venire con te al negozio d'animali".

Belle arrossì leggermente e appoggiò la sua tazza sul tavolino. "Credo che potrò passarci sopra". Si sedette sul pavimento e guardò tutti i giocattoli che Ruby aveva scelto per Izzy. "Non so nemmeno a cosa servono".

Gold rientrò nervosamente nella stanza e si sedette sul divano. "Beh...lo capirai". Lei lo guardò. "Mmmh...noi lo capiremo". Sorrise e si unì a lui sul divano.

"Cosa è successo al riposo a letto?

Lui le lanciò uno sguardo innocente. "Non posso stare rinchiuso, dearie. Inoltre ho preso delle medicine e mi sento molto meglio".

Belle alzò un sopracciglio. Proprio in quel momento Izzy saltò fuori dal nulla sul suo grembo. Il modo in cui Rumplestiltskin reagì la fece ammutolire. Si era letteralmente tirato indietro da lei e fece un chiaro urletto di panico. Lo fissò e lui impallidì, iniziando a fissare il pavimento, cercando di riportare la sua attenzione sui giocattoli del mostro.

Non può essere...

"Rumple, la vuoi tenere in braccio?". E il colore tornò di nuovo sulla sua faccia. Balbettò e delicatamente si allontanò ancora di più da lei. "E' molto dolce, tieni" gli mise il gatto in grembo e lui si irrigidì come una tavola. "Dovrai abituarti a lei. Voglio che diventiate amici".

"Uh...si capisco..." rispose debolmente e rimase rigido.

Lei lo guardò come un falco e la stanza divenne improvvisamente silenziosa. "Non hai intenzione di accarezzarla?".

Deglutì e afferrò Izzy, praticamente lanciandola verso Belle. "Improvvisamente non mi sento molto bene. Credo che avevi ragione". Corse il più veloce che poteva verso il bagno e sbatté la porta.

Belle rimase a bocca aperta. Stava vomitando? Era per colpa dell'influenza? Oh ma cosa andava a pensare, certo che era colpa dell'influenza.

Lui non le mentirebbe...giusto?

Rumplestiltskin sospirò e si sciacquò la faccia. Odiava raggirarla in quel modo, ma non aveva altra scelta. Finché le pillole non avessero fatto effetto, doveva stare lontano da quel gatto.

Sospirò e saltò quando la sua bella bussò alla porta. "Rumple?" la sua voce melodiosa lo fece tremare per la tenerezza con cui lo aveva chiamato. "Stai bene?".

Si asciugò la faccia e si schiarì la gola, tirando lo sciacquone. Un'altra ondata di senso di colpa lo invase. Aprì la porta e cercò di sembrare forte. "Sì, sto bene. Ho solo...esagerato credo".

Ora aveva le braccia incrociate. "Te l'avevo detto di riposarti e ora dico sul serio. Vai in quel letto, Rumplestiltskin". Lei gli indicò la camera da letto e lui, come un bambino obbediente, si incamminò, guardando il suo pigiama di seta e sperando che il mostro non sarebbe spuntato da sotto il letto e lo avesse attaccato mentre si spogliava.

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Era sdraiato accanto a lei, guardandola respirare. Un ritmo dolce e morbido che lo faceva addormentare ogni notte. Si passò una mano nei capelli e si sedette con un sospiro. Non riusciva a dormire per paura di svegliarsi con un gatto in faccia, così si alzò e si diresse verso la cucina.

Ora, questa era una cosa che non avrebbe mai ammesso a nessuno - nemmeno a Belle - ma quando faticava ad addormentarsi, si riscaldava un bicchiere di latte.

Ed eccolo lì, alle tre del mattino, che camminava per la cucina in pantofole e pigiama di seta blu.

Se qualcuno lo avesse visto in quel momento sarebbe immediatamente diventato idoneo per la donazione di organi.

Mentre aspettava che il forno a microonde emettesse un segnale acustico, si voltò e quasi lasciò cadere il bastone, quando vide il mini terrore seduto sul suo tavolo da cucina.

"Tu..." ringhiò e lei semplicemente agitò la coda. Puntò il bastone contro di lei come una spada. "Tu e io abbiamo qualche problema".

Abbassò il bastone e lo strinse con entrambe le mani. "Posso tollerare molte cose..." cominciò, il segnale acustico del forno a microonde e il fatto che il latte si sarebbe presto raffreddato che aumentavano la sua impazienza, "Posso tollerare che lei ti ami così tanto...posso tollerare che mi fai starnutire ogni dieci secondi ogni volta che mi avvicino a te...ma non tollero che lasci il tuo maledetto pelo dappertutto nella mia cucina!"

Lei lo fissò con quegli occhi verdi luminescenti, il fruscio della coda sempre più udibile.

"Scendi. Immediatamente. Dal. Mio. Tavolo." ordinò come se lei potesse capire.

Lei non fece nulla.

Lui le sorrise, il dente d'oro scintillante. "Bene, allora ti farò scendere io".

Alzò un braccio e fece scattare il polso, l'animale si sollevò immediatamente in aria con una forza invisibile che sembrava fuoriuscire dalla sua testa. Miagolò e scalciò, tentando con tutte le sue forze di liberarsi, ma era inutile contro il potere dell'Oscuro, come lo era stato per tutti gli altri.

Gold ridacchiò, un sorriso malato sul volto mentre guardava quella bestia scalciare e urlare per la propria vita, agitandosi pateticamente in aria. "Ora vedrai cosa succede a quelli che mi incontrano. Magari la prossima volta ci penserai due volte prima di saltare sul mio tavolo" fece una pausa "O prima di attaccare me!" La sollevò ulteriormente in aria, il felino che miagolava chiedendo di essere graziato e lui in procinto di scoppiare in una grande risata diabolica, quando...

"RUMPLESTILTSKIN!"

Si spaventò e perse la concentrazione, facendo cadere il gatto sul pavimento, che atterrò senza problemi sulle zampe e scappò via con un miagolio terrorizzato. Lui deglutì e fece una smorfia mentre si girava, vedendo la furia che si riversava nei suoi bellissimi occhi azzurri. Cercò di salvarsi la vita in extremis tirando fuori uno dei suoi sorrisi più affascinanti.

"Si, dearie?"

"Non chiamarmi dearie! Cosa stavi facendo con Izzy?!"

Cercò di calmarla, una mano che si alzava sulla difensiva. "La stavo solo facendo scendere dal tavolo della cucina. Non vuoi avere tutto pelo nel cibo giusto?".

Lei scosse la testa esasperata. "Avresti potuto semplicemente prenderla in braccio e metterla sul pavimento, non appenderla per il collo a mezz'aria!"

Forse se avesse concentrato tutte le sue energie, sarebbe riuscito a far schiantare una meteora contro di lui in quel momento.

"Io...Belle...tesoro..." provò mentre lei si voltava verso di lui. "Non ero sicuro di come avrebbe potuto reagire con me. Non so se vuole che io la prenda in braccio".

Belle sospirò e si diresse in salotto. Tornò in cucina cullando una Izzy ancora spaventata. "Guarda, Rumple. Le piace essere trasportata, non avrai nessun problema. E' una animaletto meraviglioso. Avresti potuto prenderla in braccio".

Lui sospirò e provò a trovare una spiegazione migliore, ma non gli venne in mente niente. "Belle...mi dispiace...".

E poi la cosa peggiore accadde. La rabbia scomparve dal suo volto e fu sostituita da qualcos'altro. Un'emozione che lui odiava più di ogni altra. Riempì i suoi occhi e fece sollevare il suo petto. "Rumplestiltskin..." e sapeva cosa stava per succedere. "Sono molto delusa..." e se ne andò.

Fu lasciato da solo in piedi nella sua cucina fredda mentre le sue parole gli risuonavano in testa.

Delusa. Ovvio che lo era. Lo era sempre stata.

Si strofinò la testa e cercò di pensare a un modo per risolvere la situazione. Non riusciva a pensare a niente e sospirò sconfitto.

Quindi, che cosa aveva adesso? Una palla di pelo psicotica che gli distruggeva la vita, Belle delusa da lui e ultimo ma non meno importante, il suo latte si era raffreddato.

Che altro poteva andare storto?

Sbatté le palpebre.

"HETCHU'!"

Ovviamente.

-to be continued

 

angolo della traduttrice:

rieccomi :) siccome la mia vita è molto triste, ieri anche se era il mio compleanno non ho fatto un'accidenti (ma recupererò nei prossimi giorni) perciò perché non passare il tempo a tradurre (l'ho detto che sono una persona molto triste)? Quindi eccoci qui col secondo capitolo! Grazie infinite a chi ha inserito la fic nelle preferite e nelle ricordate, ai lettori silenziosi e soprattutto a chi ha recensito! A presto con il prossimo capitolo, il penultimo :)

 

 

  
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