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Autore: xdonttouchmybibo    30/12/2013    0 recensioni
Hope,fino a quel giorno,era sempre stata una tipa insicura,non riusciva proprio a trovare niente di bello in se stessa,nel suo carattere disgustosamente gentile,nei suoi occhi color ghiaccio quasi sempre lucidi e nei suoi continui flashback di brutti momenti.
Arrivò al suo armadietto e prese velocemente i libri,per poi dirigersi in classe.
Alla prima ora avrebbe avuto inglese,la sua materia preferita.
“Salve,ragazzi!” disse il professore sorridente.
“Oggi,abbiamo cinque nuovi alunni,sono sicuro che vi piaceranno.” Sghignazzò.
Ma da quando quei cinque ragazzi entrarono nella sua vita,niente fu più lo stesso,la cambiarono,completamente.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter two.

"Let me be the one to light a fire inside those eyes, 
You've been lonely, you don't even know me, 
But I can feel you crying."

 
 
I mesi passavano velocemente ed Hope trovava sempre più conforto in quei cinque ragazzi che l’avevano salvata,ma ancora doveva trovare il coraggio di raccontarle la sua storia,quello che aveva passato,quello che le era successo,quanto male e quanta tristezza si rinchiudevano in quello sguardo color ghiaccio e in quel sorriso insicuro.
Era un freddo giorno di Novembre e lei stava camminando sola per le strade di Londra,con l’IPod,e la musica che riecheggiava nelle orecchie,la aiutava a pensare,non sapeva nemmeno dov’era diretta,guardava le converse verde acqua un po’ distrutte calciare vari sassi,uno,due,tre volte,e poi andare avanti,il suo umore era terribilmente cupo quella giornata,forse per via del tempo,tanto freddo,come il suo cuore.
Lei non voleva essere così,lei,nel profondo,era una bravissima ragazza,una di quelle che ti innamori solo a passarci un secondo insieme,quando era se stessa,quando non pensava al dolore,quando non faceva la tipa pessimista o scortese,ma non voleva comportarsi bene,non voleva per niente al mondo,perché era troppo ferita,spenta,la sua anima era così,era triste,e spenta.
Di tanto in tanto si passava una mano sui polsi,ricordando i motivi di tutte le ferite,ricordando quanto male e quanto sollievo allo stesso tempo le avevano fatto provare.


“Piccola,sta attenta,non girare troppo da sola,al mondo ci sono così tante di quelle persone cattive e folli,non puoi mai sapere cosa succederà.” Le aveva detto la mamma quel pomeriggio di quattro anni prima,quando lei aveva solo 12 anni.
La ragazzina sbuffò,pensando che la madre fosse esagerata e uscì di casa seguita dalla sua amica,trovandosi poco dopo con un altro gruppo di ragazzi.
“Ehy,Steve!”aveva detto Micheal,vedendo un ragazzo biondo poco più grande di loro che barcollava,probabilmente ubriaco.
Il biondo poggiò lo sguardo sulla sorridente ed ingenua Hope,intenta a scherzare con il suo “ragazzo” se così si poteva definire,a quell’età,lui le aveva lasciato un bacio sulle labbra,non era affatto un cattivo ragazzo,e proprio per questo gli amici di Micheal iniziarono a scherzarci su.
“Ehy amico,bella questa,da dove l’avete cacciata?” disse guardando gli occhi color ghiaccio di Hope.
“Sta lontano da lei.” Aveva detto il Josh.
“Ah sì? Perché senò che mi fai? Guarda come si fa!” disse prendendola bruscamente per i fianchi e poi baciandola con tutto il fiato che aveva in corpo.
“Lasciami,stronzo!” la biondina cercava di liberarsi dalla presa del 17enne che la stringeva più forte a sé ogni volta che diceva o faceva qualcosa.
Hope si sentiva soffocare,era intrappolata,l’unica cosa che provava per quel ragazzo era solo schifo,e lui continuava a farle del male,ad abusare di lei,i suoi ricordi su quella sera erano chiarissimi,ricordava tutto,ogni respiro di lui e ogni lacrima che voleva scendere dai suoi occhi,tutte le urla con cui aveva cercato aiuto,ricorda gli occhi dispiaciuti e terrorizzati di Josh,che volevano proteggerla da ogni cosa,ma che si sentiva impotente di fronte a quel ragazzo e quindi non riuscì ad averla vinta.



Ricorda le sue mani sul suo corpo,il modo in cui voleva allontanarlo,il modo in cui,da quel giorno..i suoi occhi diventarono assenti e il suo cuore di ghiaccio,non lasciando a nessuno il permesso di entrare nella sua vita,aveva così tanta paura di tutto e di tutti in quel vecchio quartiere,così aveva deciso di trasferirsi,ma di continuare ad essere la stessa di sempre,no,non quella solare,quella buona,quell’ingenua ragazza che aveva lasciato che un coglione le facesse del male,ma quella stronza,quella che allontanava tutti.
Quella era la sua maschera,quella maschera l’aveva sempre portata,da quel giorno,quel giorno freddo di Novembre in cui avevano abusato di lei,non avrebbe mai potuto dimenticare,ogni volta che qualcuno le si avvicinava,pensava a quello,e a quanto schifo provasse nei suoi confronti.
Ma quando aveva incontrato gli occhi di Zayn,il sorriso sincero di Liam,la risata di Niall,il modo in cui Louis la avvolgeva tra le sue braccia e il modo in cui Harry le baciava la fronte,il suo cuore di ghiaccio si era sciolto,e aveva iniziato a cambiare,aveva trovato finalmente qualcuno che la capiva.
Era arrivata in un piccolo parco,un po’ lontano dal centro di Londra,di quelli in cui potevi sentire il rumore del vento e potevi startene seduta su una panchina senza che nessuno ti tocchi,proprio come aveva fatto lei.
Si era seduta,su una piccola panchina,e stava osservando i bambini giocare,una coppietta di anziani parlare,poi passò lo sguardo sul cielo grigio,triste.
“Non credi sia strano stare qui da sola a quest’ora?” disse una voce molto familiare.
“Malik.” Sorrise.
“Sì,piccola,sono io.” Disse stringendola in un abbraccio.
“Come mi hai trovato?”
“Boh..camminavo,poi ho pensato che sarebbe stato perfetto per te,un posto come questo.”
Sorrise,la conosceva così bene,in poco tempo.
“Già..”
“A che pensavi,piccola mia?”
“A tutto,Zayn..ci sono tante cose che non sai di me,forse è arrivato il momento di saperlo.” Disse abbassando lo sguardo.
“Tu vuoi dirmelo? Non sei costretta.” Disse dolcemente spostando una ciocca di capelli che le ricopriva il viso.
“Voglio dirtelo,mi fido di te.” Disse,poi sospirò ed inizio a raccontare:
“Vedi..qualche anno fa,esattamente quattro anni fa,ero in giro con degli amici e un ragazzo di 17 anni..beh vedi lui..ha abusato di me,mi ha usata controvoglia,mi ha fatto talmente tanto male che non sono più riuscita a dimenticarlo,non potrò mai dimenticarlo.
E’ per questo che sono così fredda,e così dura con me stessa,così stronza,così odiosa,solo per questo,Zayn.
Tutti i miei amici videro quella orribile scena e non fecero niente per evitarlo,erano tutti troppo spaventati da un idiota,io ci ho provato,ho provato a lasciarmi dalla sua stretta,guarda..” disse e gli mostrò una piccola cicatrice sul polso destro.
“Dopo quel giorno,non ho mai più trovato conforto in nessuno,i miei genitori non lo sanno,non lo sapranno mai,non devono saperlo,per quanto bene io gli possa volere,questo sarebbe un male troppo grande per loro,non voglio che soffrano,loro non meritano di soffrire,loro meritano tutto ciò che c’è di bello al mondo.
Da quel momento sono diventata tremendamente insicura e stronza e non ho più amato nessuno,mai più,ma poi siete arrivati voi e..” non riuscì a finire la frase perché Zayn la strinse talmente forte a sé.
Le lacrime scendevano dagli occhi di Hope  e Zayn gliele asciugava.
“Piccola,ci sono io,ci siamo noi con te,te lo prometto,ci saremo sempre.” Disse Zayn.
Non riusciva proprio a vederla in quel modo,lui voleva vederla sorridere,voleva stringerla tra le sue braccia e fargli capire che non era sola.
“Non mi lascerete andare,vero?”
“Per nulla al mondo.” Disse sorridendole in modo confortante.
“Andiamo anche dagli altri,per favore?”
“Certo.” Si avviarono verso casa.
“Ragazzi,ho una cosa importante da dirvi.” Disse Hope agli altri quattro.
Raccontò di nuovo tutta la storia,come non aveva mai fatto con nessuno e loro la ascoltarono,morivano dentro,volevano proteggerla tutti.
Harry,che non era certamente un tipo dolce,anzi,le si avvicinò e sussurrò all’orecchio:
“Sei la mia piccola Hope,se qualcuno ti azzarda a toccarti è morto,capito?”
Louis la strinse in uno dei suoi abbracci,quelli che tanto amava e disse qualche parola rassicurante per farla sorridere,ma si potevano notare i bellissimi occhi blu del ragazzo,lucidi,sull’orlo delle lacrime.
Liam si limitò a ricordarle che qualsiasi cosa avrebbe fatto,avrebbe trovato in lui una spalla su cui piangere e una “casa”.
E poi c’era Niall,che con quegli occhi così simili ai suoi le faceva capire tutto quello che pensava,e la abbracciò,non bastavano altre parole,tra i due,si capivano al volo.
E quando Hope tornò a casa,quella sera,non trovò di certo una scena piacevole.
Suo padre era lì,fermo,accasciato a terra,sull’orlo delle lacrime,sua madre pure e lei non ne sapeva il motivo.
“Cosa avete?” domandò in un sussurro.
“Tesoro,noi dobbiamo tornare a casa,non possiamo rimanere qui,mi dispiace,so che non avevi amici,ma la nostra casa è lì,è lì che dobbiamo andare,ti abituerai,ti farai nuovi amici,non importa quanto è dura,ce la farai,lo sai,basta che non perdi le speranze,e andiamo..che sarà mai,la nostra vecchia città?”
“NO,NO,NO!” ripeteva costantemente la ragazza,urlando.
“Io rimango qui,fosse l’ultima cosa che faccio!” disse e salì velocemente in camera sua,prese tutti i vestiti e li gettò disordinatamente in una valigia,sapeva cosa fare.

Digitò velocemente il numero.
Uno,due squilli,dopo esattamente sessanta secondi,una voce roca rispose.
“Hope?”
“Harry,puoi venire qui? Ti prego,ho bisogno di te.”
“Arrivo subito.” Disse staccando la chiamata.
Il riccio fu a casa di Hope in cinque minuti di orologio,il tempo giusto perché preparasse tutte le valigie e rivolgesse un saluto ai genitori.
Che fu tutt’altro che dolce.
“Voi non avete idea,di quello che significhi questo posto per me,questa è casa mia,questa.”
“Sbaglio o hai preparato le valigie?” domandò mio padre speranzoso.
“Ah,sei davvero convinto che io venga a vivere con voi in quello schifo di casa? Sbagli,ti sbagli di grosso,ho qualcosa di più importante,qui. Mi mancherete,ma non ho intenzione di venire con voi.” Disse e proprio in quel momento il campanello suonò.
“Ne sai qualcosa?”domandò la madre.
“Sì..E’ Harry,starò da loro.”
“Tu,sola in una casa con cinque ragazzi? Ma sei pazza?”
“Non sono cinque ragazzi qualunque,sono la mia fottuta vita,senza di loro ora forse non sarei qui,quindi..ora vado.” disse prima che le braccia della madre la circondassero in un abbraccio.
“Mi mancherai.”
“Anche tu,mamma,ma la vita è fatta di sacrifici.”
Rivolse uno sguardo al padre,che la guardava con aria di disprezzo,come se la colpa fosse sua,ma in realtà non sapeva affatto cosa c’era sotto tutto questo,non sapeva che forse l’unico modo per continuare a vivere e non a sopravvivere erano quei cinque,non sapeva proprio niente.
“Ciao papà..” disse baciandogli la guancia.
Poi uscì,ritrovandosi Harry davanti alla porta,con lo sguardo confuso,a cui lei rispose con:
“Ti racconto tutto a casa,ora andiamo,ti prego.”
Una volta arrivata a casa,i ragazzi la bombardarono di domande.
“Non voglio essere un problema,ma sapete..è l’unico modo per rimanere qui,voi siete le uniche persone a cui tengo.” Disse sentendosi di nuovo insicura come il primo giorno,quando li aveva conosciuti.
“Sì,per noi va benissimo,il problema è che devi sistemarti nella camera degli ospiti.” Disse Zayn.
“D’accordo,perfetto,vi voglio bene,non immaginate quanto.” Disse mostrando loro il sorriso più bello del mondo.
I ragazzi si sentirono sollevati e lei portò le valigie al piano superiore,aiutata da Harry.
“Questa è la tua camera,bimba,ora andiamo a dormire,qualsiasi cosa..la camera affianco è mia,puoi chiamarmi tranquillamente. Buonanotte.” Disse baciandole la fronte.
Harry era così protettivo e dolce nei suoi confronti,lo sentiva davvero come un fratello.
Così,provò a dormire,ma niente,ogni volta che chiudeva gli occhi,c’erano solo incubi.
 
  
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