Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: ThePastWeShare    30/12/2013    6 recensioni
'Can you be my nightingale? Sing to me, I know you’re there.'
In una situazione normale mi sarei goduta la dolce melodia di queste parole ma era circa la quinta volta in un mese che le sognavo. C'era qualcosa di diverso però questa volta. Il viso di un ragazzo che non avevo mai visto si proiettò davanti a me. Aveva gli occhi più belli che avessi mai visto, quasi rischiai di perdermi dentro quel verde. Sembrava triste. Si stava passando una mano tra i ricci quando la canzone continuò.
'You could be my sanity, bring me peace, sing me to sleep.'
Potrei scriverci una canzone, pensai distrattamente.
'Say you'll be my nightingale. I don't know ...'
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
What if?


Image and video hosting by TinyPic

Piccola precisazione. Questa volta la focalizzazione sarà esterna. Il capitolo tratterà il ‘What If?’ cioè cosa sarebbe  successo se le cose fossero andate diversamente.


‘Pez, ancora non ci credo. Londra, il mio sogno di sempre’.
Jessica, diciotto anni e un giorno. I suoi genitori non si sono erano separati, di conseguenza sua madre non si era risposata, Louis non era mai diventato suo fratellastro e non si erano mai conosciuti, o meglio, si erano conosciuti, solo in modo diverso. Lei, carismatica, sicura di sé,  popolare, aveva conosciuto Louis durante lo stage estivo nell’impresa del padre del ragazzo. Coincidenza? Destino? Non si sa bene, fatto sta che per i due ragazzi è stato amore a prima vista. Si esatto, Louis e Jessica stavano insieme, una coppia. E che coppia. Tutti a scuola la invidiavano. Stava con un ragazzo stupendo, dolce e bellissimo. I suoi capelli castani facevano risaltare quegli occhi color oceano in cui ti potevi immergere. Ogni giorno il ragazzo andava a prendere Jessica a scuola col suo Range Rover nero per poi portarla in biblioteca, il suo posto preferito. Lei amava i libri, sognava di essere la protagonista di uno dei suoi adorati romanzi e vivere il suo lieto fine insieme a Louis.
Tutto ciò porta a una sola conclusione. Jessica non era mai caduta in depressione e non era mai partita per Londra. Harry? Mai esistito ai suoi occhi. Eppure sapeva, anzi, ne era convinta che quel viaggio con Pez, la sua migliore amica, le avrebbe portato qualcosa di magico e inaspettato, solo non sapeva cosa. I suoi genitori avevano deciso di esaudire uno dei suoi desideri per il suo compleanno permettendole di  visitare la città dei suoi sogni. Era estate, mancavano tre settimane all’inizio della scuola e intendeva godersele a pieno prima di immergersi nello studio.
‘Jess, tu sei matta, ma è per questo che ti voglio bene.’ le rispose Louis, abbracciandola.
‘Non vedo l’ora di atterrare. Ci sono così tante cose da visitare.’
‘Non mi è ancora chiaro perché hai portato me invece di Louis ma va bene così.’
‘Louis odia fare shopping e non avrebbe retto le ore a girare i reparti di Victoria Secret.’
‘Ovvio, ma ora muoviamoci, stanno chiamando il nostro volo. Corri se non vuoi rimanere qui.’
 
Harry, diciannove anni. La sua vita sostanzialmente era sempre la stessa. L’unica differenza era che non aveva mai incontrato Jessica. Differenza abbastanza importante perché nessuno gli aveva mai proibito di rischiare la sua vita per cercare vendetta. Nessuno teneva a lui, a nessuno importava. Viveva da solo da quando Zayn si era trasferito in Irlanda per lavoro. La sua vita era un tunnel senza via d’uscita, attorno a lui c’era soltanto buio e tristezza, tanta tristezza. Viveva di attimi, non gli importava della sua vita e aveva ricominciato a drogarsi. Prima di limitava al fumo, poi aveva cominciato con cose più pesanti, fino ad arrivare alla cocaina. Ne sentiva il bisogno, qualcosa che gli facesse capire di essere vivo. E quello stesso bisogno l’aveva portato fino a Londra alla ricerca di Niall, alla ricerca di vendetta.
Una soffiata l’aveva informato di una festa ad Hyde Park e Niall, quella sera, sarebbe stato li. Così, preparato uno zaino col necessario e prenotato un biglietto all’ultimo minuto, era partito da Bradford per Londra. Conosceva abbastanza bene quella città, da piccolo era stato qualche volta col padre e l’aveva colpito. D’altronde, chi non conosce Londra?
 
Il volo fu abbastanza leggero e piacevole. Una volta atterrati le due ragazze avevano lasciato i bagagli in albergo e dopo una doccia rilassante erano scese al fish and chips a mangiare. Li, i camerieri parlavano animatamente di una festa che si sarebbe tenuta ad Hyde Park quella sera. Era a entrata libera, si beveva, si ballava e ci si divertiva. Fu in quel momento che Jess ebbe l’idea.
‘Perché non andiamo anche noi alla festa?’
‘Ma sei matta? Non conosciamo nessuno, che andiamo a fare?’
‘Proprio perché non conosciamo nessuno dovremmo andare. Dobbiamo fare nuove esperienze, nuove conoscenze. Guardaci, siamo in una delle città più belle e famose del mondo, cogliamo l’opportunità. Andiamo Pez, si vive una volta sola.’
‘Come convinci tu le persone, non le convince nessuno.’
‘Lo devo prendere per un si?’
‘Vada per la festa.’
‘Oh, ti adoro Pez. Come ti fai convincere tu, non si fa convincere nessuno.’
‘Zitta. Dai, andiamo a cambiarci.’
 
Per la serata Jess scelse un outfit sobrio. Un paio di pantaloncini abbinati a una maglia semplice con sopra una camicetta aperta a fiori. Ai piedi delle Vans e in testa un beanie con la scritta ‘genius’. Ironica,  diciamo. Poco trucco, giusto l’eyeliner e il mascara, abbinati al solito rossetto rosso, il suo preferito. Pez scelse un vestito bianco che le cadeva morbido fino al ginocchio con delle ballerine dello stesso colore. Per le nove erano pronte e si incamminarono verso il parco, poco distante dal loro hotel. Il paesaggio era idilliaco, una meraviglia.
In effetti, i camerieri non mentivano. La festa c’era davvero ed era affollatissima. Ragazzi dai sedici ai venticinque anni discutevano e ballavano a ritmo di musica, come se non sentissero la differenza d’età. Prima di inoltrarsi nel cuore della festa Jess scelse di chiamare Louis, quel giorno non l’aveva ancora sentito.
‘Pez, tu inizia ad andare, io chiamo Lou e ti raggiungo. Ci vediamo al bancone dei cocktail.’
Uno squillo, due squilli, tre squilli. ‘Pronto?’
‘Lou, amore. Come stai?’
‘Ehi, piccola. Bene e tu?’
‘Bene. Qua è tutto stupendo. L’atmosfera, le persone, i luoghi. Tutto. Vorrei proprio viverci.’
‘Cos’è sta musica che sento in lontananza?’
‘Oh, si, Pez e io siamo andate a una festa ad Hyde Park.’
‘Mmm, non mi piace l’idea. State attente.’
‘Si fratellone.’
‘Non sto scherzando, davvero, attente.’
‘Dai Lou, sono responsabile, lo sai.’
‘Si, lo so.’
‘Dai, ora vado perché ho lasciato Pez da sola. Ci sentiamo domani ok? Ti amo.’
‘Ti amo.’
E mise giù la chiamata, dirigendosi verso il bancone. Appoggiata c’era Pez, come d’accordo.’
‘Jess, ho ordinato il primo giro.’
‘Bella, diveritamoci.’
‘Guarda, c’è un tavolino libero. Ci sediamo?’
‘Va bene, ma c’è solo una sedia. Aspetta, il tavolo laggiù ne ha una libera, vado a chiedere se gli serve.’
‘Ti aspetto qui.’
 
‘Scusate, questa sedia vi serve?’ disse, attirando l’attenzione.
Un ragazzo biondo si voltò verso di lei, mostrando un ampio sorriso. ‘No dolcezza, ma te la lascio solamente se mi dici come ti chiami.’
‘Jessica, mi chiamo Jessica.’
‘Piacere Jessica, io sono Niall.’
‘Nuovo modo per attaccare bottone? Originale devo dire. Però mi serve la sedia Niall, quindi ciao.’
‘Che caratterino.’
 
‘Penso che quel ragazzo biondo laggiù ci abbia provato con me.’ disse, rivologendosi a Pez.
‘È carino.’
‘Per te che sei single. Pez, staccagli gli occhi di dosso.’
‘Oh certo, io glieli stacco, ma è lui che non li stacca da te.’
‘Egocentrico e ubriaco. Combinazione vincente’
‘Zitta dai, via col secondo giro.’
‘Che ne dici di farci uno short?’
‘Dico che l’idea mi piace.’ disse, accendendosi la sigaretta che aveva appena poggiato sulle labbra. ‘Se dobbiamo divertirci, facciamolo bene.’ rise, buttando fuori il fumo che aveva in gola.
 
‘Jess, quanto abbiamo bevuto? Non mi sento le gambe.’
‘Non lo so, Pez.’
‘Jess, devo pisciare.’
‘Sei sempre così delicata.’
‘Scusa, hai ragione. Devo incipriarmi il naso.’
‘Scema.’
‘Non sto scherzando. Vado a cercare un bagno.’
‘Va bene, stai attenta.’
Consapevole del fatto che le sue gambe avevano perso la facoltà di reggerla in piedi, Jess decise lo stesso di alzarsi e sgranchirsi le gambe. Fatti tre passi, inciampò e cadde tra le braccia del ragazzo biondo di poco prima.
‘Oh, ma guarda chi si rivede.’
‘Oh, ma guarda, non me ne fotte.’
‘Sei sempre così simpatica?’
‘Sei sempre così importuni sta?’
‘Mi piaci, hai carattere.’
‘Beh, tu no, quindi ciao.’
‘Aspetta, dove vai? Voglio solo parlare.’ disse, afferrandole un braccio.
‘Facciamo che ora mi lasci il braccio e mi fai andare dal mio ragazzo’ disse mentendo, assumendo l’aria più cattiva che riuscì ‘o mi metto a urlare così forte che ti dovranno portare al pronto soccorso per averti rotto i timpani. Sarò io stessa a mandarti da Amplifon a suon di pedate in culo.’ E poi si mise a correre più velocemente possibile, al ritmo che le sue gambe e l’alcol nel suo corpo le permettevano, allontanandosi dalla festa. Stremata, si accasciò su una panchina illuminata dalla luce flebile di un lampione. Si rilassò, accendendosi una sigaretta e aspirando più fumo che poteva. Decise di mandare un messaggio alla sua amica, avvisandola che stava già tornando all’albergo ma, appena inviato il messaggio, una voce la spaventò da dietro. ‘Hai da accendere?’
La ragazza si volto di colpo, spaventata dal fatto che potesse essere di nuovo Niall. Riuscì a rispondere solo quando vide nell’ombra un chioma riccia, invece dei capelli perfettamente laccati del biondo.
‘Certo, aspetta che cerco l’accendino.’ esordì , mettendo a soqquadro la borsetta. ‘Ecco, tieni.’ disse, porgendoglielo.
Il ragazzo uscì dall’oscurità, mostrando i suoi occhi verdi come due smeraldi. La ragazza rimase affascinata da quegli occhi così ipnotici, magnetici, capaci di metterti a disagio e due secondi dopo infonderti tranquillità. Jess si sentì debole, per un attimo il mondo le crollò addosso e fu sul punto di svenire quando due braccia forti la ressero, evitando di cadere a terra.
‘Grazie, ehm.. Sconosciuto.’
‘Harry.’
‘Oh, grazie Harry Sconosciuto.’
‘Di nulla, Sconosciuta.’
‘Jessica.’
‘Di nulla Jessica.’
‘Ok, questa conversazione sta diventando senza senso. Comunque davvero, grazie. Un ragazzo biondo molto opprimente mi sta importunando da quando sono arrivata. Che poi, che razza di nome è Niall? Mai sentito.’
‘Niall?’
‘Esatto. Lo conosci?’
‘No, ehm.. No. Riesci a reggerti in piedi?’
‘Si, certo. Ehm.. Credo.’ disse, ma un secondo dopo essere stata lasciata, iniziò di nuovo a vacillare. ‘Ok, forse no.’
‘Dove abiti? Ti accompagno a casa.’
‘Oh, no. Non disturbarti. E poi nemmeno ti conosco.’
‘Se avessi avuto cattive intenzioni, ora non saresti qui a parlarmi, non credi?’
‘Giusto, giusto.’
‘Dai, ti porto a casa.’
‘Alloggio all’hotel a due isolati da qui.’
 
‘Grazie, davvero. Non so come avrei fato senza di te.’
‘Figurati, non ho fatto nulla.’
‘Beh, si. Ufficialmente mi hai salvata. Per me è molto.’
‘Nulla, davvero.’
‘Beh, potremmo rivederci. Io sto qui una settimana, non so.’
‘Non sono di Londra, riparto domani.’
‘Ah, capisco. Allora finisce tutto qui. Addio Harry.’
‘Addio.’
Non capì perché, ma quell’addio fu doloroso. Uno sconosciuto, ecco cos’era Harry. Lo conosceva da un’ora eppure faceva male dirgli addio.
What if? What if I’m the one for you?
Stava per entrare nella Hall quando il ragazzo attirò la sua attenzione. ‘Aspetta.’
Jessica ebbe appena il tempo di girarsi quando il ragazzo la prese tra le sue braccia e la baciò. Un bacio dolce, morbido, di quelli dati a fior di labbra ma pieni di significato. ‘L’amore ci distruggerà’ sussurrò, staccandosi dalle sue labbra. ‘Addio.’ disse, prima di voltarsi e sparire nel buio.
And you’re the one for me? What if.
 
Tre settimane dopo Jessica stava di nuovo camminando sul territorio inglese. Aveva deciso di trascorrere li l’anno scolastico e staccare da tutto. Era stata dura, ma aveva lasciato Louis. Non poteva stare con lui dopo ciò che era successo durante la vacanza e inoltre una relazione a distanza non sarebbe durata. Si sentiva una traditrice e, nonostante Harry l’avesse baciata, si sentiva colpevole perché le era piaciuto e già dal primo momento era stata attratta da lui. Louis non l’aveva presa bene, ovviamente, ma era meglio così. Doveva odiarla, dimenticarsi di lei e andare avanti perché, una volta tornata, sarebbe stata una ragazza diversa. Così con la sua valigia, le sue canzoni e la sua voglia di scoprire il mondo partì non per Londra, ma per Bradford dove ad aspettarla c’era una scuola nuova, con nuove amicizie e nuove sensazioni. Non sapeva molto di chi fosse il suo coinquilino, suo padre aveva organizzato tutto, a lei spettava soltanto il compito di preparare la valigia.
 
If you are the one then us meeting here is fate.
Aspettò qualche minuto prima di suonare il campanello della casa che la doveva ospitare. ‘Styles’ diceva il campanello. Che cognome buffo pensò la ragazza. Si guardò un’ultima volta il tatuaggio che aveva fatto di ritorno dal suo viaggio. ‘Love will tear us apart.’ diceva. L’amore ci distruggerà. Si fece coraggio e suonò. Una voce roca rispose al campanello. ‘Si?’
‘Sono la ragazza dall’Italia. Mio padre deve avere parlato con te.’
‘Ti apro subito.’
But there a chance we are soulmates, I know that this might sound crazy. You don’t know my name.
E davanti a lei comparve ciò che meno si aspettava. ‘Harry?’
‘Jessica? Tu sei.. La mia nuova coinquilina?’
‘Così sembra. Oddio, sono sconvolta.’
‘Quanto me.’
‘Wow.’
‘Che ne dici di ricominciare? Io sono Harry Styles. Che ne dici di entrare? Abbiamo molto di cui parlare.’
 
But we can’t, we can’t tell the future no.
A volte le cose non vanno come ci immaginiamo ma se è il destino a giocare la sua carta, beh, non c’è via di fuga. Jessica e Harry erano legati da un sottile filo rosso e in qualsiasi modo fossero andate le cose si sarebbero incontrati perché la vita è così. È fatta di attimi e bisogna saperli vivere al massimo. Si vive una volta sola quindi, tanto vale mettersi in gioco. Probabilemente tutto sarebbe andato diversamente se Harry avesse scelto di cercare Niall piuttosto che aiutare Jessica ma, in un modo o nell'altro, si sarebbero rincontrati. 
The first kiss, the beauty of the world we know.
 
 
Chino il capo e chiedo perdono.
Lo so, non ho più aggiornato ma ho preferito aspettare, non ero ispirata.
Questo capitolo è un po diverso, vi spiego. E' un 'What If' cioè ho voluto immaginare cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente. Se siete arrivate a leggere fin qui vuol dire che avete capito che Harry e Jess si sarebbero incontrati in ogni caso.  Mi piace l'idea che siano legati come da un filo invisibile. I loro destini sono stati scritti insieme, dovevano incrociarsi prima o poi, dovevano incontrarsi, non importa come.
Ho messo in grassetto le frasi di una canzone che a mio parere rispecchia esattamente quello che voltevo scrivere. Si Chiama appunto 'What If' di Jason Derulo. Ascoltatela e leggete la traduzione, ne vale davvero la pena.
Spero di non farvi aspettare tanto per il prossimo capitolo dove la storia riprenderà normalmente.
Grazie per la pazienza, davvero.
Passate dalle mie altre due storie.
The Past We Share (Ci tengo particolarmente, vi prego)
Love Will Remember
E al solito, i miei contatti.
Facebook
Twitter (Chiedete il follow back, ricambio tutti)
Instagram (Chiedete anche qui il fb, ricambio)
Basta, non ho più nulla da dire. Solo, grazie.

Jess.


 
Image and video hosting by TinyPic
What If?
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: ThePastWeShare