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Autore: PhoenixQuill    30/12/2013    12 recensioni
Lord Voldemort è morto, durante la Seconda Guerra Magica.
Ma, alcuni suoi seguaci minacciano ancora la tranquillità di casa Weasley e dell'intero mondo magico. Una Long incentrata su una Fremione non proprio semplice, con, gravitanti intorno a loro, GeorgexAngelina, PercyxAudrey e un pizzico di HarryxGinny.
Spero vi piaccia!
Dal capitolo 7:
"Hermione, vorresti uscire con me?" Chiese Fred, a pranzo del giorno dopo. George, colto alla sprovvista, ingerì male il boccone di pane che stava mangiando e, così, iniziò a tossire convulsamente, seguito dalle risatine di Angelina e Ginny.
"Uscire con te, Weasley? E perché mai?"
Mantieni un profilo alto. Mantieni un profilo alto.
"Beh, perché sono affascinante, divertente e tante altre cose che non sto qui a dirti. Perderemmo troppo tempo, sai?" Ghignò e, alzandosi da tavola, continuò: "Fatti trovare pronta per le otto."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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                                                     7 - Non è certamente la loro situazione.


"Hermione, vorresti uscire con me?" Chiese Fred, a pranzo del giorno dopo. George, colto alla sprovvista, ingerì male il boccone di pane che stava mangiando e, così, iniziò a tossire convulsamente, seguito dalle risatine di Angelina e Ginny. 
"Uscire con te, Weasley? E perché mai?" 
Mantieni un profilo alto. Mantieni un profilo alto. 
"Beh, perché sono affascinante, divertente e tante altre cose che non sto qui a dirti. Perderemmo troppo tempo, sai?" Ghignò e, alzandosi da tavola, continuò: "Fatti trovare pronta per le otto." 
Hermione, i cui lati della bocca si sollevarono, non appena il gemello fu abbastanza lontano, ribatté: "Non sto ai tuoi ordini." 
 
 
"Ginny." Hermione chiuse la porta della loro stanza a chiave. "Non è che, per caso, centri qualcosa con questo appuntamento con Fred, vero?" Sopracciglio sollevato. Era il segnale. Sapeva molto più di quanto dovesse sapere. 
La ragazza, infilata nel letto a leggere una rivista, assunse un'aria di finta innocenza e rispose, quasi disinteressata: "No."
Hermione si sedette su un lato del letto e, alzatole il giornale dagli occhi, bisbigliò: "E di una certa scommessa, sul ballare la conga davanti a tutti se si perde... Ne sai qualcosa?" 
Ginny roteò gli occhi e, in un batter d'occhio, fu seduta sul letto, scrollando le spalle alla sua amica. "E' stato Fred a dirtelo, vero? E scommetto che ti ha anche fatto giurare di non dirlo." 
"Esattamente." Rispose quella. "Però..." Si alzò dal letto, per andare vicino alla finestra. 
Hermione Granger non può andare nel panico per un ragazzo. Assolutamente no.
"Però cosa?" Chiese Ginny, stupita. Se la sua amica era diventata rosso Grifondoro come Angelina quando guardava George, beh, c'era qualcosa che le sfuggiva. "Ci sono!" Si illuminò. "Immagino che Fred ti abbia detto di non considerare la scommessa e di lasciarvi tutto alle spalle. Che non si abbassava a certi livelli e che non voleva fare quel genere di cose. E poi, track!, ti ha invitata ad uscire fuori. Ah, lo sapevo!" Ginny si abbandonò sul cuscino, intenta a sognare. "Diventerai mia cognata. Che meraviglia!"
"Ginny!" Squittì lei, per bloccare quel flusso di pensieri. 
"Oh, Merlino!" Urlò lei e, catapultandosi fuori dal letto, esclamò: "Non sai ancora cosa metterti! Cosa ti metterai? Non ti azzardare a prendere il maglioncino viola o viola diventerai tu! No, questo non va bene, questo nemmeno." Ginny, che aveva aperto le ante dell'armadio, stava scartabellando beatamente tra i vestiti dell'amica. 
"Ma non hai niente da mettere!" Sbuffò Ginny, quando tutti i cassetti furono svuotati. 
"Sai, l'anno scorso non avevamo tante occasioni per uscire. Mangiamorte, Voldemort... Accade." 
Le due si misero a ridere, ma il luccichio che brillava negli occhi di Ginny non la lasciò nemmeno allora. "Quindi, indosserai qualcosa di mio."
 
"La Granger? Ma sei matto?!" Esclamò George, una volta che sia lui che il fratello furono chiusi dentro la loro camera. Fred, noncurante, aprì l'armadio e, prese due camicie, chiese: "Meglio quella bianca o quella celeste?" 
"Quella celeste." Sbottò l'altro. "Ora, mi puoi spiegare perché hai invitato la Granger a uscire?"
Fred buttò la camicia sul letto e, passandosi le mani tra i capelli, rispose: "Per lo stesso motivo per cui Angelina origlia alla tua porta ogni sera." 
George assunse un'aria stralunata e chiese, incredulo: "Cosa centra Angelina adesso?" 
"Angelina centra tutto. Ti ama da impazzire e tu non te ne sei ancora accorto? Ti rendi conto? Ti stai perdendo in questa cosa di volerti allenare per difendere le persone care, ma così facendo... Le stai allontanando da te. Se rimarrai chiuso qui dentro, non avrai più nessuna persona cara da difendere." 
George lo guardò, ancora colpito. "Non è vero. Angelina... Lei ama te! Non... non me." 
Fred lo osservò e disse: "Smettila con questa chimera. Mi chiamava George quando stavamo insieme." Confessò.
Il gemello, ancora a metà tra il diffidente e l'incredulo, chiese: "E perché si sarebbe messa con te?"
L'altro sospirò. Gli mise le mani sulle spalle e, spingendolo, lo portò fuori dalla stanza. "Stai sprecando tempo prezioso. Lo so perché ti vuoi allenare. Ti ho visto, ad Hogwarts, sai?" Poi, ripreso il suo solito sorriso, lo schernì: "Sei stato buttato giù da un Mangiamorte come una femminuccia." E iniziò a ridere, tanto che, sebbene George fosse contrariato, lo accompagnò, finalmente libero da quel peso che gli gravava sulle spalle. 
Fred chiuse la porta e, con un'occhiata, lo incitò ad andare da lei. Proprio in quel momento, Molly salì le scale, con una cesta dei vestiti penzolante affianco a lei. 
"Dov'è Angelina, madre?" 
"Non chiamarmi in quel modo, impertinente!" Lo rimproverò lei e il gemello fece in tempo a fuggir via, prima che lei gli lanciasse un incantesimo Immobilizzante. 
 
 
"George?" Chiese Angelina, guardandolo arrivare con passo filato, una volta che l'aveva vista. Era seduta sotto un albero del giardino di casa Weasley e aspettava, impaziente, che il gemello finisse il suo allenamento. Quando l'aveva scorto tra i cespugli di Mora Frizzante, quasi pensava di essersi sbagliata. Ma era impossibile. Sapeva bene chi era Fred, e chi era George. 
"Cosa c'è?" Gli chiese, una volta che arrivò vicino a lei. 
"Sai perché mi alleno tutti i giorni nella mia stanza, senza far entrare nessuno e senza dir niente di quello che faccio?" Le chiese, avvicinandosi al suo volto. 
Mantieni il controllo. Mantieni. Il. Controllo. 
"Io... No, non lo so." Rispose, osservando i suoi capelli. Erano illuminati dal sole e sembravano buffi, in quella nuova tonalità rosso abbagliante. 
"Ad Hogwarts, al nostro quinto anno, sai perché ero così concentrato sul Quidditch?" 
Angelina era sempre più stupita e più confusa. Il naso spigoloso di George così vicino le faceva un certo affetto. 
"Ad Hogwarts, ho tentato di salvarti da quei Mangiamorte. Ma non ci sono riuscito. Mi sono ritrovato davanti una montagna, che mi ha buttato per terra come fossi un foglio di carta. E quando ho visto quell'energumeno arrivarti alle spalle... se ti avesse anche torto un capello, Merlino, mi sarei maledetto per il resto della mia vita. E, al quinto anno, ero così concentrato nel Quidditch, perché vederti insieme a mio fratello, mi uccideva! E-" 
Ma George non fu in grado di finire la frase, perché Angelina si sporse in avanti e gli afferrò il viso con le mani. Le loro labbra si incrociarono e non ce ne fu più per nessuno. 
 
 
"Questa, signorina Thompson, è la biblioteca del Ministero." Percy aprì le porte che avevano tanto incuriosito Audrey e le fece vedere tutti gli scaffali ripieni di libri che si affacciavano di fronte a lei. 
"Ma Percy... E' meraviglioso." Riuscì a dire lei. 
"Niente di che... Strano che tu non ne sapessi l'esistenza... Ma, se vuoi, puoi farti dare la chiave e-" 
Neanche lì ce ne fu per nessuno. Audrey baciò Percy e, chiuse le porte della biblioteca, trovarono, finalmente, un po' di intimità. 
 
 
"Avevi davvero bisogno di trattare male il cameriere a quel modo?" Esclamò Hermione, impettita. 
Se dappertutto, intorno a loro, c'era amore e pace, non era certamente la loro situazione. 
"Se avessi messo qualcosa di meno succinto, non lo avrei fatto." 
Fred e Hermione passeggiavano per le strade di Ottery St Catchpole, sotto le luci dei lampioni. Erano appena usciti da un ristorante, "Lo Stregone Bianco". 
"Non è succinto!" Si infiammò lei, guardando il vestito di Ginny che le arrivava alle ginocchia. 
"Certo che lo è."
"No, che non lo è." 
"Sulla scopa, si alzerà tutta la gonna." 
"Non si alzerà affatto-" Hermione si interruppe, ripensando alle parole di lui. "Scopa?!" 
Fred le rivolse un'occhiata da malandrino (sopracciglio leggermente sollevato, angolo della bocca sinistro anche) e, con uno schiocco delle dita, fece arrivare la sua scopa. 
"Che c'è, Granger?" Le chiese, vedendo l'indifferenza farsi largo nel suo viso. "Paura di volare?" 
Hermione, da fiera Grifondoro qual era, rispose, mentendo spudoratamente: "Ovvio che no. Ho imparato, quando abbiamo fatto la ronda." 
"Ah." Ironizzò Fred, facendo il tono del saccente. "Allora sali." 
Hermione (Non è vero, non ho imparato, quella volta stavo morendo!) prese un bel respiro e si sedette dietro Fred. 
"Va' piano." Bisbigliò. 
"Come no." Ghignò Fred e, in un batter d'occhio, furono alti nel cielo ad una velocità incredibile. 
Lei, presa alla sprovvista, abbracciò il torace di lui, come a dire: "Non lasciarmi andare." 
Lui, appena sentì le sue braccia, posò una mano su quelle di lei, come a dire: "Mai."
 
 
-SPAZIO AUTRICE-
Oddio, oddio, oddio. Scusate il ritardo. Avete tutto il diritto di avercela con me. Davvero. 
Spero di farmi perdonare, scrivendo un capitolo lunghissimo ç_ç 
Perdono, perdono, perdono *implora* 
E scusatemi ancora!
Con affetto, 
PhoenixQuill 
 
   
 
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