“Cosa? Niall era qui?” chiesi a Sarah.

Ero felice, il fatto che fosse venuto a cercarmi, il fatto che si fosse interessato a me.
Quando gli dissi di andare via speravo tanto non lo facesse. La mia più grande paura nel pronunciare quelle  parole era che lui le ascoltasse davvero; che non si sarebbe più fatto vedere, sentire, non mi avrebbe più cercata.
Lo conoscevo da poco ed era già riuscito a disordinare tutta la mia vita. Se la nostra amicizia fosse andata avanti sarebbe stato solo peggio, magari.

“Si, è venuto qui e ha chiesto a Key di te.”
“E cosa le ha chiesto?”
“Mi chiamo Key?” chiese acida.
“Simpaticona. Adesso vado a chiederle, tra cinque minuti ti dico.”

Cercai Key per la scuola e quando la trovai era in mezzo a circa 7 libri. Non si trattava di libri di scuola, ma di romanzi.
Key era una ragazza dolcissima, avevamo fatto le elementari e le medie insieme. Amava leggere, libri di tutti i tipi. Li adorava e passava ore in mezzo a questi.
Aveva i capelli neri, lunghi e gli occhi verdi smeraldo. Era anche considerata una delle ragazze più belle della scuola, ma non calcolava molto i ragazzi. Aveva solo un grande amore che aveva titoli diversi e pagine piene di scritte.

La fermai.

“Key! Scusa posso disturbarti un secondo?”
“Oh Erre dimmi, certo!”

Mi chiamava ‘Erre’, era l’unica a farlo. Lo faceva perché da piccola non riuscivo mai a dirla, nonostante il mio nome iniziasse proprio con la ‘R’.

“Ehm, stamattina Sarah mi ha detto che…”
“Niall Horan, vero?”
“…si.”

Sorrise.

“Mi ha chiesto dove fossi, era molto preoccupato. E’ rimasto ad aspettare fuori dalla classe per 10 minuti, poi è andato nella sua classe.”
“Mi dispiace che ti abbia disturbato.”
“Erre, Niall è mio cugino, non ti devi scusare proprio per nulla!”

Rimasi per un secondo sconvolta.

“T-tuo cugino?”
“Sì, lo so. Non ci assomigliamo molto, lui è biondo, io nera e poi gli occhi. Anche io non ci crederei se non fosse per le nostre madri che sorelle.” Sorrise e prese i libri e continuò.
“Ora però vado! Ciao Erre!”

Mi diede un bacio e  andò.

“Ro.” Sentì una voce familiare.
“Ro ti prego, perdonami. Sono stato uno stronzo, non avrei dovuto dire quelle cose, so cos’hai passato e so che ci sei stata male e mi dispiace davvero tantissimo. E’ che quando mi incazzo non riesco a controllarmi, e avevi fatto male a Tamara e lei se l’è presa con me.”

Mi girai e vidi che era sincero.

“Niall tranquillo. Non importa.”

Ed ecco il sole. Il sole ricomparve nell’oceano e io ritornai a galla.

“Davvero scusa.”

Si avvicinava sempre di più, mi prese per le guance e mi guardò negli occhi. Sentì il suo profumo e chiusi gli occhi per poterlo sentire ancora più intensamente. In quel momento mi sembrò fermo il mondo.
Lo guardai e non riuscì a fare niente, se non sorridere.

“Fa niente Niall.”

Si allontanò di pochissimo e sorrise.

“Allora domani ti porto fuori a bere qualcosa.”

Mi bloccai.

“Domani non posso Niall, domani ehm…devo uscire con Harry.”
“Cosa?”
“Si me l’ha chiesto stamattina.”
“E tu gli hai detto di si?” chiese sorpreso.
“Si, perché avrei dovuto rifiutare?”
“Per il semplice motivo che è il donnaiolo più conosciuto del paese se non della città. Vuole solo scoparti.”
“Grazie per avermi rassicurata.”
“Vuoi andarci davvero?”
“Si, non succederà niente. Non è lui che mi interessa.”

E dopo aver pronunciato quelle parole mi resi conto di essermi cacciata in un bel guaio.

“AAAh! E chi è allora che ti interessa?”
Chiese il tutto con un sorriso dolce e sembrò quasi sapere già la risposta.
“Nessuno, no ho sbagliato a parlare. Vabbè io vado.” Presi la borsa e dopo esser diventata tutta rosa feci per andarmene, ma una mano mi fermò.
“Mi raccomando Ro, non fare stronzate.”

NIALL’S POV

“Mi dici cosa diamine ti è saltato in mente?!” chiesi irritato a Harry.
“Amico è solo una botta e via.” Disse sorridendo.

Il pensiero di lui che si approfittava di Ro mi occupò la mente.
Tutte le ragazze, ma lei no. Non gli avrei permesso di prendersi gioco di Ro. Era troppo fragile, era troppo delicata per i giochini loschi di Harry.
Era il mio migliore amico, ma non gli avrei permesso di toccare Roxy, e in preda all’agitazione risposi.

“Tutte tranne lei.”
“Ehiehi, amico! Sei cotto per caso?” chiese confuso.

Io stavo solo proteggendo Ro.

“Smettila di fare il coglione e vedi di comportarti bene. Se te ne approfitti giurò che ti prendo a calci in culo.”
“MMh. Va bene, ma tu fai una cosa.”
“Cosa?” chiesi scocciato.

Si spostò i capelli ricci e mi guardò dritto negli occhi in modo serio.

“Chiama Tamara e chiudi.”
“Come?”
“E poi chiama Roxy e chiedile di uscire.”

Rimasi in silenzio, non riuscì a ribattere. Stavo davvero ascoltando le parole di Harry, per una volta mi sembravano sensate.
Harry uscì dalla stanza e mi sdraiai sul divano di casa di mio padre e rimasi a pensare a tutte quelle parole confuse.

Dopo dieci minuti di relax totale senì vibrare il tavolino di vetro posizionato al centro della stanza. Lo presi e vidi un messaggio. Speravo tanto si trattasse di Ro, non so per quale strano motivo, ma ci speravo.

Da: Tamara.
Dove cazzo sei? E’ da mezz’ora che ti sto aspettando in centro.

Mi ero dimenticato di Tamara, un’altra volta.