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Autore: dalaric    30/12/2013    2 recensioni
*Dal capitolo 4*
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“Non intendevo prenderti in giro” dissi cercando il suo sguardo “cercavo solo di non ferirti!”
Mi guardò con disprezzo: “Troppo tardi” disse alzandosi e andando via, senza voltarsi, lasciandomi lì con i sensi di colpa che mi avevano invasa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Candice.
Era già aprile e restavano solo due mesi di scuola. Solo due mesi in quella prigione, più comunemente chiamata “liceo”.
Era la fine del  terzo anno e non mi ero impegnata molto nello studio, quindi ero piuttosto messa male in alcune materie. Sapevo che se non mi fossi impegnata, almeno in quegli ultimi mesi, sarei stata rimandata in spagnolo e matematica.
Ero in piena crisi, perché avrei dovuto studiare il programma di un anno in qualche settimana.
Ma la scuola non era il mio pensiero principale. E non poteva esserlo. Avevo altro a cui pensare. Per esempio al fatto che le cose con Matt non stavano andando affatto bene. Lui era il mio ragazzo dall'estate prima del primo superiore.
Ci eravamo conosciuti in spiaggia. In realtà ci conoscevamo già, ma non ci eravamo mai parlati.
Quell'estate, in un pomeriggio di luglio, approfittando di un momento in cui ero da sola, si avvicinò a parlarmi.
Successivamente mi confessò di provare qualcosa per me e dopo un po’ iniziammo a uscire.
Mi innamorai di lui. Lui era stato sempre dolce e carino con me, nonostante il mio carattere, non sempre bello.
Ora, però, non ero più sicura di amarlo. Gli volevo bene, ma non provavo più quello che provavo una volta.

Emily, la mia migliore amica, si era offerta di aiutarmi con quelle materie che avrei dovuto recuperare.
“Con un sostegno morale, sarà meno faticoso.” Mi disse. Lei era molto studiosa e aveva sempre buoni voti, fin dalle elementari.
Avevamo entrambe il terrore di deludere i nostri genitori e di fare figuracce a scuola. Ma queste cose riuscivano a motivare più lei che me, però.
Io ed Emily eravamo come sorelle ormai. Avevamo un carattere diverso, ma eravamo lo stesso, molto simili: lei era sicura di sé, riusciva sempre a vedere il lato positivo delle cose e il lato buono delle persone.
Io invece ero più realista e riuscivo a capire quando non c’era del buono nelle cose o nelle persone.
A volte, però era un po’ egoista. Era impulsiva e tutto ciò che voleva fare, avrebbe dovuto farlo a tutti i costi. Non le importava se per questo, qualcuno avrebbe dovuto soffrire, purché quel qualcuno non fosse lei. Dava pessimi consigli, riguardo ai ragazzi. Almeno a me. Cioè, con lei funzionavano i suoi consigli, ma ad ogni modo, io non me la sentivo di seguirli. Aveva avuto parecchi ragazzi, ma non aveva ancora capito come ragionassero. La maggior parte delle storie che aveva avuto, erano finite male, perlopiù per incomprensioni.
Io riuscivo a capire meglio cosa avessero dentro e ciò che volessero sentirsi dire. Ma nonostante tutto non avevo il suo stesso successo.

Un martedì pomeriggio, Emily venne a casa mia per fare matematica. Studiammo un po’ per la verifica e poi uscimmo in cortile, a prendere un po’ d’aria. Iniziò a parlare di un nuovo ragazzo che si era messa in testa, e di quanto questo fosse bello. Ogni volta che le piaceva qualcuno faceva così.
“E tu Candice?” mi chiese improvvisamente “come va con Matt? Non mi stai più raccontando nulla.”
“Per forza, parli sempre tu!” pensai. “Non ti sto raccontando niente, perché non c’è nessuna novità.” Le dissi. “Sai, non credo di provare più quello che provavo prima per lui, quello che lui prova per me. Non è più la stessa cosa di una volta.”
“E quindi vuoi lasciarlo?” mi chiese incredula.
“Non lo so Em! Lui è così dolce e buono con me. E si vede che è ancora innamorato. Non voglio ferirlo, non voglio che stia male a causa mia.” Le spiegai.
“Proprio perché è innamorato di te non puoi mentirgli! Se gli vuoi bene non puoi continuare a prenderlo in giro. Devi parlargli. Ha diciotto anni, non è un bambino, lo sopporterà.” Mi consigliò Emily.
Aveva ragione, ero d’accordo con lei. Per la prima volta mi aveva dato un consiglio sano.

 

  
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