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Autore: age_of_love    30/12/2013    2 recensioni
Avete presente quei momenti dove tutte le tue certezze sembrano andate in frantumo e tutto quello che ti resta sembra essere solo la tua grande passione? Ecco, quello era proprio il mio caso.
"Puoi prendere tutto quel che ho, puoi rompere tutto quello che sono, come se fossi fatta di vetro, come se fossi fatta di carta. Vai avanti e prova a demolirmi:Io mi risolleverò da terrà come un grattacielo."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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CAPITOLO 2- Il giorno tanto atteso.



Il giorno dopo mi svegliai con un sorriso stampato sulle labbra: il gran giorno era finalmente arrivato. Quel giorno avrei risentito l’emozione di esibirmi su un palco, davanti a centinaia di persone, facendo quello che avevo sempre sognato di fare: ballare. Sarebbe stato il mio primo spettacolo da solista e l’ansia si stava facendo sentire; quindi decisi di alzarmi e prepararmi ascoltando la musica: “Hall of fame” in quel momento era la canzone perfetta.


Dopo aver fatto colazione ed essermi preparata, presi la metro per andare a scuola. Non mi interessava se qualcuno mi avrebbe preso in giro, quel giorno era il MIO giorno e nessuno sarebbe stato capace di rovinarlo. Non gliel’avrei permesso.

Entrata a scuola, presi i libri dall’armadietto e poi mi avviai in classe, pronta per affrontare quella giornata nel migliore dei modi. Alla terza ora venni interrogata in inglese e, anche se il giorno prima non ero riuscita a ripassare, presi comunque un bel voto. Le ultime due ore le passai fantasticando su come sarebbe andato lo spettacolo quella sera, se al pubblico avrebbe fatto piacere vedermi ballare e se avrebbe applaudito alla mia esibizione.


Tornando a casa mi resi conto che quella mattina Nick non mi aveva mandato il solito messaggio che mi mandava tutti i giorni, allora presi il cellulare e..

“Ehii:) Cos’è, ti sei addormentato stamattina? xx”

Non mi sarei certamente arrabbiata perché quella mattina non mi aveva scritto ma, in qualche modo, un messaggio appena sveglia era come dire: “Ehi, stamattina mi sono svegliato e tu sei stata il mio primo pensiero.” e mi faceva sempre piacere riceverne uno.


Arrivata a casa, mangiai un piatto di pasta (necessario per i carboidrati) , presi il mio mega borsone di danza e mi recai al teatro. La mia vita ormai era così: scuola-pranzo-danza-cena-studio-letto;  ma ero consapevole che avevo una grande fortuna, cioè quella di aver potuto fare della mia più grande passione, il mio lavoro.

Quando finalmente arrivai a teatro, l’ansia cominciò a farsi sentire: in qualsiasi direzione mi girassi, vedevo le locandine dello spettacolo dove, in basso a destra c’era una mia foto, scattata durante uno dei tanti servizi fotografici che avevo dovuto fare. In quella foto ero sorridente, si vedeva che danzare era l’unica cosa che volevo fare. Quello sarebbe stato il mio atteggiamento quella sera: Felice come non mai, come per dire “Si, ci sono riuscita e non mi fermerò qua”.

Arrivai al camerino, posai la borsa e presi il cellulare. Nick non aveva ancora risposto. Beh, in quel momento, il fatto che non avesse risposto al cellulare era il problema minore. Erano le 16, questo voleva dire che avevo ancora tre ore libere prima che arrivassero la truccatrice e la parrucchiera. Decisi che avrei occupato quel tempo andando a fare un giro per il centro di Londra ma, mentre stavo per raggiungere la porta principale del teatro, una mano mi sfiorò la spalla. Era Liam. Si, il ragazzo dolce, ma strano.

-“Ehii, agitata per stasera?”- Disse mostrandomi un sorriso abbaiante.
.
-“Ehi, abbastanza..tu?”- Sorrisi a mia volta.

-“Insomma dai..dove stavi andando?”-

-“Ehm..stavo pensando di andare a fare un giro, ma..”-

-“Se ti va posso accompagnarti”- Disse interrompendo il mio tentativo di fargli credere che sarei restata in teatro. Da un lato, la cosa mi faceva un po’ soggezione. Nel senso che, era da neanche un giorno che ci eravamo presentati e già mi chiedeva di “uscire”. Dall’altro invece non mi dispiaceva affatto: Liam era un bel ragazzo, educato e gentile..sicuramente avrei passato un bel pomeriggio insieme a lui.

-“Ma se non ti va..”- Continuò lui un po’ dispiaciuto.

-“No no, tranquillo.”- A queste mie parole, sfoderò un sorriso mozzafiato. Come avevo fatto a non rendermi conto di quel sorriso per tutto quel tempo?

-“Bene, dove pensavi di andare?”-  Chiese velocemente senza perdersi d’animo.

-“Sinceramente non so.. Cosa proponi?”-

-“Io direi di andare in un parco e parlare un po’.. Cosa ne dici?- Propose lui. Rimasi un po’ colpita: era quello che volevo fare io. A quanto pare avevamo qualcosa in comune.

-“Per me va benissimo.”- Sorrisi e lui ricambiò.

Durante il tragitto per andare al parco regnò il silenzio. Nessuno aveva il coraggio di parlare. Certo che, prima mi inviti ad uscire e poi non parli? Sei strano ragazzo, molto strano.


Arrivati al parco, ci sedemmo su una panchina. Fu lui il primo a parlare..

-“Beh, raccontami di te.”- Domanda banalissima, stava perdendo punti.

-“Non so, cosa vuoi sapere?”- Gli chiesi. Volevo metterli in difficoltà.

-“Beh, so solo che ti chiami Anna. E non mi sembra molto carino iniziare una conversazione chiedendoti il numero di telefono.”- Sputò lui in una frazione di secondo. An, quindi voleva il mio numero di telefono..

-“Beh, potrei dirti la stessa cosa..”- Si si, lo stavo mettendo in difficoltà.

-“Ok, hai vinto tu. Allora, sono Liam, ho 19 anni (quasi venti), abito non tanto lontano da qua, frequento l’università e sono entrato nella compagnia tre anni fa. Adesso tocca a te.”- Accompagnò queste ultime parole con una smorfia.

-“Ok, sono Anna, ho 17 anni e frequento il College. A causa di alcuni problemi, mi sono dovuta trasferire qui. C’è, non proprio qui, abito leggermente fuori città e sono entrata nella compagnia due anni fa.”- Non volevo raccontargli la storia della mia vita. D’altronde non lo conoscevo neanche da due giorni e non volevo sapesse che abitavo da sola perché i miei genitori erano volati in cielo. Non era arrivata ancora l’ora, non sapevo se potevo fidarmi di lui.

Liam stava cominciando quando ricevetti una telefonata. Guardai il cellulare: Nick. Non volevo rispondere: con tutti i momenti della giornata proprio quello doveva scegliere?!  Aspettai che la suoneria finisse e poi misi il cellulare nella giacca.

-“Perché non hai risposto?”- Ragazzo, sei un pochino invadente.

-“No niente, adesso non ho voglia di sentire questa persona.”- Risposi tranquilla, evitando altre sue domande.

-“Beh, sono le 18.30, cosa ne dici se torniamo al teatro?”- Dissi, visto che avevo notato l’orario quando Nick mi aveva telefonato.

-“Certo.”-

Durante il tragitto di ritorno, continuammo a parlare di noi. Mi resi conto che avevamo molte più cose in comune di quante io pensassi. In verità non mi ero mai posta il problema di trovare qualcosa in comune tra noi due, ma forse quello sarebbe stato il momento giusto per cominciare. Tutto sommato, Liam era davvero simpatico.

Arrivati ci salutammo e ci promettemmo che, prima dell’inizio dello spettacolo, ci saremo fatti la buona fortuna.

Quando entrai nel mio camerino, trovai la truccatrice e la parrucchiera pronta. Dopo trucco e acconciatura, mi vestii.

Quello che dovevo indossare era il tutù che avevo sempre desiderato fin da piccola. Era un sogno diventato realtà. E tutto quello sapete a chi lo dovevo? Ai miei genitori che avevano sempre fatto grandi sacrifici per permettermi di studiare con grandi maestri, e che mi avevano sempre detto di seguire i miei sogni. Senza di loro non sarei sicuramente arrivata ad essere quello che ero. Ed ora era arrivato il momento di fare loro vedere che tutti quei sacrifici avevano fruttato qualcosa, anche se, al posto di essere seduti in platea, avevano un posto riservato in un balconcino speciale.

Prima della mia esibizione, Liam venne da me e mi augurò la buona fortuna abbracciandomi. Mentre ballavo mi sentivo viva come non mai. Avevo finalmente capito che, nella mia vita, non avrei fatto nient’altro se non ballare. Alla fine della mia variazione, il pubblico si alzò in piedi ed applaudì. Uscita di scena scoppiai a piangere. Ero riuscita ad arrivare dove volevo, ma sicuramente non mi sarei fermata lì.


 
 

Angolo autrice

Ciao ragazze:) Abbasta lungo come capitolo, no? Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate. Ahh, e se avete da chiedere riguardo qualcosa sulla danza, fate pure: sarò felicissima di rispondere:)
Ciaooo:) E buon anno a tuttee
 
  
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