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Autore: Bloode    31/12/2013    2 recensioni
Cameron è il primo grande amico di Ariel, si conoscono da quando Ariel è nata e hanno giocato insieme fino all'età di sette anni. poi un giorno Cameron e la sua famiglia svaniscono nel nulla. Ariel crede che si siano trasferiti e la sua vita continua anche senza Cameron. dieci anni dopo Ariel sembra una ragazza come tante altre e cerca di vivere una vita normale, ma lei in realtà custodisce un grande segreto: appartiene alla grande famiglia delle Fate. tuttavia riesce a conciliare le due vite senza troppi intralci. un giorno però nella vita di Ariel arriva un ragazzo nuovo dal quale lei dovrebbe star lontana perchè è venuto per darle la caccia. ma c'è qualcosa negli occhi di questo ragazzo che attrae irrimediabilmente Ariel. e questo potrebbe creare un grande problema sia per il mondo delle Fate, quello di Ariel che per la setta dei Cacciatori: la nuova famiglia di Cameron, o per come lo conoscerà Ariel... Blake.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole filtrò piano dalle tapparelle, Ariel strizzò gli occhi e si toccò la fronte, si sentiva così frastornata, le succedeva sempre quando dormiva troppo. Si sedette sul letto lasciando le gambe penzoloni e facendo scrocchiare le caviglie e le dita dei piedi, poi si stiracchiò la schiena, infine si alzò e girovagò per la stanza alla ricerca del cellulare o della radiosveglia che stranamente non era più sul suo comodino. Trovò il cellulare sulla scrivania, di fianco al portatile rosso; sullo schermo di quest’ultimo c’era appeso un bigliettino, un post-it rosa pastello, di quelli che usava sempre sua madre, infatti, su quel post-it, c’era scritto, con la svolazzante grafia di Claudia  “Buongiorno amore! Sono andata in ufficio, ci vediamo oggi pomeriggio, riposati. La colazione è nel microonde. Bacio Mamma.”
“Oh bene, casa libera”
Pensò fra se e se Ariel, poi afferrò il cellulare e guardò il display: le dieci e mezzo. Doveva aver dormito almeno dieci ore e questo spiegava lo scombussolamento e la confusione che aveva in testa. Poi andò nella cartella dei messaggi. Quattro nuovi messaggi, Ariel cliccò sopra la prima bustina gialla con sopra il nome di Gloove:
“come stai? Ho saputo! Se becco quello stronzo! Sicuramente era ubriaco! Passo domani dopo le prove di danza. Ti voglio bene Rel! Riprenditi. Bacioni G.”
Non sapendo la versione che Claudia aveva detto a Gloove,e non avendo nessuna voglia di risponderle, per dirle quello che avrebbe potuto dirle quella sera Ariel cliccò l’altra bustina con  sopra il nome di Trent
“Hei Ari… stai bene? Spero non ti sia spaventata troppo, a mezzogiorno esco per la pausa pranzo, se vuoi passo da te e ti faccio compagnia, visto che Claudia torna solo alle sei e tuo padre solo per ora di cena. Fammi sapere. Trent”
Voleva la compagnia di Trent? Ariel non lo sapeva, quindi decise di aspettare a rispondergli, tanto aveva ancora un’ora e mezzo, forse meno, non poteva decidere e avvisarlo a mezzogiorno meno dieci, almeno per correttezza. Prima però voleva finire di leggere i messaggi. Fece scorrere i messaggi e cliccò sulla terza icona. Samantha,la sua migliore amica, quel giorno non era andata a scuola, la domenica prima la aveva totalmente ignorata per tutto quello che era successo e non sapeva se i suoi l’avessero avvisata che era stata aggredita. Beh leggendo quel messaggio forse l’avrebbe capito. Cliccò sull’icona con sopra scritto Sammy e iniziò a leggere
“DOVE SEI????? Non eri al bar e non mi hai avvisato, ero sola come un cane a far colazione! Ti odio! No.. non è vero, sai che ti adoro troppo per essere arrabbiata con te! Ah ma non sai la cosa migliore! Abbiamo un nuovo ragazzo in classe, o meglio nelle ore di letteratura. È assolutamente BELLISSIMO. Non puoi capire, sembra un modello si chiama Blake forse, fa molto uomo del mistero… è così sexy non parla con nessuno ma è questo che lo rende così figo. Domani vedrai! Ora vado che la Jeskins di letteratura mi ha già richiamato otto volte. Ti chiamo dopo. Bacioniii”
Oh bene,  Sammy era così eccitata per l’arrivo del nuovo ragazzo e se il giorno dopo non si fosse dimostrata super entusiasta l’avrebbe placcata con una serie di domande assurde che alla fine le avrebbero fatto confessare tutto quello che era accaduto il giorno precedente. La prova dell’elemento, il rimanere quasi bruciata viva nella foresta, il resto della giornata quasi normale e poi l’aggressione la sera. L’aggressione, l’aggressore. Quegli occhi. I brividi presero a scorrerle lungo la schiena e istintivamente strinse il ciondolo, poi prima ancora di leggere l’ultimo messaggio andò nella rubrica del telefono e cercò il numero di Trent, cliccò il tasto chiama  e incollò il telefono all’orecchio, battendo il piede nervosamente a terra.     Tre squilli e Trent rispose subito
“Pronto? Ariel dimmi tutto”
“Pronto, ciao Trent.. si, vorrei che tu venissi qui appena stacchi dal lavoro, mi sento più sicura.. sempre se non ti scoccia. Ovviamente”
“Certo che no.  Appena stacco vengo a casa tua, ci vediamo dopo,  vuoi che mi fermi al cinese e che compri il pranzo?”
“No, stai tranquillo! Cucino io. Non preoccuparti. Troverai tutto pronto appena arrivi. Ci vediamo a mezzogiorno!”
“Tranquillo.. dimmi un po’ come posso esserlo se so’ che cucini tu? Dai scherzo Ari a dopo. Non combinare guai.”
Ariel rise e riattaccò. Poi andò in cucina e tirò fuori una fetta di torta di mele dal microonde e si scaldò una tazza di latte. Si sedette al tavolo e iniziò a girare il latte con il cucchiaino, poi afferrò il cellulare e controllò l’ultimo SMS rimasto da leggere, era di Bart, un ragazzo che aveva conosciuto l’estate prima ad una festa, erano rimasti buoni amici, anche se lui ci provava spudoratamente, a Ariel non dispiaceva, era un ragazzo in gamba, era due anni più grande di lei e uscire con lui era divertente, e Ariel non ci vedeva nulla di male a uscire con un ragazzo che la faceva stare bene, anche se erano solo amici. Aprì il messaggio
“ciao splendore, come stai? Ti va di vederci domani, magari passo a prenderti a scuola e ci facciamo un giro in centro se ti va?”
Ariel decise che era tempo di rispondere a tutti quei messaggi e incominciò proprio da quello di Bart.
“ciao.. Non sto troppo bene, ti scoccia se rimandiamo? Fammi sapere. A.”
Poi finì il suo latte e la torta di mele, portò la tazza e il piatto al lavandino e saltellò in bagno. Si guardò allo specchio ed esaminò il risultato di una notte di incubi post aggressione: gli occhi erano stanchi e i capelli arruffati, il viso magro e stanco, il taglio sulla tempia era fasciato, e aveva la spalla e il collo graffiati dalla sbandata sul cemento,si guardò il braccio, che era fasciato, la sera prima non se ne era neppure accorta. Aprì l’acqua nella doccia e tolse le fasciature, sotto la fascia c’erano alcuni lividi violacei e altri graffi e un taglio più profondo. Che, si vedeva, non era il risultato di una strisciata sull’asfalto; era un taglio che qualcuno le aveva procurato con un coltello o pugnale forse. Ariel distolse lo sguardo e tolse la fasciatura anche dalla fronte, poi si spogliò e si infilò nella cabina della doccia, rimase dieci minuti buoni sotto il getto d’acqua bollente, lasciando che l’acqua le scorresse sul viso e sul corpo, poi uscì dalla doccia e si avvolse in un asciugamano rosa. Arrivò in camera sua e legò i capelli, poi si infilò un paio di jeans chiari e slavati e un maglioncino bianco di lana. Poi fece una treccia e rimise tutte le fasciature al loro posto e scese in cucina. Aprì il frigo e si mise davanti a quest’ultimo fissandone il contenuto, poi buttò un’occhiata all’orologio, le undici e venti: era ora di iniziare a cucinare. Afferrò le verdure e si mise a tagliarle e a cuocerle. Poi prese dalla dispensa della pasta e intanto apparecchiò il tavolo. Poi mentre le verdure lessavano Ariel salì in camera e decise di truccarsi e di spazzolarsi i capelli. Provò a coprire qualche taglio con il correttore ma i risultato fu alquanto deludente, perciò prese una salviettina struccante e tolse tutto il prodotto sconsolata. Mise un  velo di crema idratante, un po’ di mascara e del burro di cacao, poi infilò gli anfibi e prese la spazzola e iniziò a spazzolare i capelli ancora un po’ umidi che erano  diventati mossi per via della treccia. Mise un po’ di spuma nei capelli per fissarli e sorrise incerta allo specchio. Passabile. Poi rifece il letto e diede una riordinata alla stanza in generale e scendendo in salotto riordinò anche quest’ultimo. Stava quasi per tornare in cucina quando il campanello suonò. Non era possibile era solamente mezzogiorno e cinque. Non poteva già essere Trent; Ariel andò ad aprire e si ritrovò la figura di Trent sulla porta. Era lì sorridente con una vaschetta di gelato in mano
“Sono uscito prima dallo studio, il mio capo ha capito e ti manda a salutare”
“Ma se mi ha visto solo una volta!”
“Beh si ricorda di te! Che dici, posso entrare ora?”
Fece Trent ridendo e alzando la vaschetta di gelato, Ariel si spostò di lato e gli permise di entrare con un sorriso. Trent entrò  in casa, si tolse la giacca di pelle e la gettò sul divano, poi guardò la pentola sul fuoco
“Cosa mangiamo di buono?”
“Emh … veramente devo ancora finire, sai pensavo ci mettessi almeno venti minuti ad arrivare e la pasta poi si sarebbe scotta …”
Fece Ariel imbarazzata, Trent allora andò in cucina, slacciò i polsini della camicia e la arrotolò sui gomiti, lasciando scoperti gli avambracci, poi si lavò le mani e tolse le verdure dal fuoco, prese un tagliere e iniziò a tagliarle, sotto gli occhi increduli di Ariel; mentre Trent affettava una carota,alzò gli occhi e sorrise
“Quando vivi da solo, devi imparare a cucinare per la sopravvivenza! Sai dopo tre settimane di pizza,hamburger e cinese il mio stomaco non ce la faceva più!”
“Ariel rise e accese il fuoco sotto la pentola della pasta, Trent una volta finito di tagliare le verdure si avvicinò all’angolo cottura e prese una padella e iniziò a soffriggere, poi toccò la schiena di Ariel
“Lascia, da ora faccio io, con quel braccio non potresti far molto”
“Oh vero…”
“Mi spiace, se fossi arrivato in tempo.. forse a quest’ora non saresti ridotta così”
Fece Trent toccandole prima la tempia ferita, poi il collo graffiato e infine il braccio fasciato. Ariel gli prese la mano e lo guardò negli occhi
“Se tu non fossi arrivato nemmeno sarei così! Sei stato fantastico, chissà cosa mi avrebbe fatto quel Cacciatore!”
“Aspetta! Lo sai? Claudia te l’ha detto che è stato un membro della setta?”
“Beh avevo già i miei sospetti che poi si sono confermati quando ho sentito i miei parlare fra loro”
Trent annuì e mise la pasta in padella per un paio di minuti con le verdure. Poi prese le pinze e la mise nei piatti
“Beh buon appetito!”
“Anche a te Trent!”
Il resto del pranzo e del pomeriggio trascorse tranquillo, dopo pranzo si spostarono in salotto dove fecero una partita alla play station e Ariel stracciò Trent, anche se lui rideva sotto i baffi e sicuramente l’aveva lasciata vincere, poi misero un film e Trent diede ad Ariel un antidolorifico per il braccio e la tempia, quindi lei si addormentò sulla sua spalla, come era già successo altre volte. A svegliarla un paio d’ore dopo fu lo spostamento che Trent effettuò per poter andare ad aprire la porta, seguito dalla squillante voce di Gloove
“Dov’è? Come sta? Tu chi sei? Però sei carino sai?”
“E’di la, dorme, o almeno dormiva, ma scommetto che le tue urla da dieci decibel l’avranno svegliata.. Ari c’è una ragazza bionda e tutta vestita di rosa,la conosci?”
“Mhhh è Gloove.. Vieni Gloove, sono di qui, sul divano!”
Gloove si precipitò sorpassando Trent e affrettandosi a raggiungere il divano. Non appena vide la faccia dell’amica le sue labbri con il lucidalabbra Pinky Shimmer si aprirono fino a formare una O perfetta
“Ma cosa ti è successo? Poverina! Questi ubriachi al volante li abolirei guarda! Ti fa tanto male?”
Chiese indicandole il braccio fasciato, Ariel scosse la testa, e si sedette meglio
“Ho preso un antidolorifico, tranquilla comunque.. non dovevi venire dopo le prove?”
“Oh beh son voluta passare prima! Non rispondi mai ai miei messaggi insomma, ero preoccupata! Pensi di rimetterti presto? Brant e la Bressure non saranno molto felici di sapere che ti sei fatta male, insomma devi fare quell’assolo al saggio di danza, è il momento chiave del saggio e poi ci lavori da tre mesi!”
“Digli che massimo dopodomani sarò di nuovo dei vostri. Non devono preoccuparsi di nulla! Madame Giselle piuttosto?”
“Oh è sempre lì.. girovaga per la scuola tutto il giorno, è così dolce, dovrebbe avere più polso però la Bressure la sgrida sempre per questo!”
“Sono le cinque e mezza, dovresti andare Glo! Sai come diventano quei due egocentrici se arrivi tardi e oggi non puoi dire che il mio scooter non partiva!”
“Hai ragione! Vado , volo! Ci sentiamo dopo ok? Riprenditi tesoro! Ciao cometichiami!”
Trent rimase a guardare Gloove uscire co n un sopracciglio alzato mentre Ariel se la rideva
“Cometichiami? Ma da dove l’hai tirata fuori questa eh Ari?”
“E’ carina dai! Sareste perfetti insieme!”
“non dire fesserie… senti io devo andare, non vorrei lasciarti sola ma a momenti arriverà tua madre, ti scoccia se ti lascio?”
“No, vai pure, ti chiamo non appena arriva la mamma”
“Tutto ok,sono già qui!”
Fece Claudia entrando; stracarica di borse e pacchetti, poi baciò la figlia sulla fronte e andò a posare i sacchetti della spesa in cucina.
“Com’è andata ragazzi? Trent te ne vai? Non rimani a cena con noi?”
“Bene, molto bene! No signora, non posso, devo cenare con i miei genitori stasera, è il compleanno di mio padre! Arrivederci Claudia. Ari ci sentiamo domani ok?”
“Ok ciao Trent! Grazie mille per oggi!”
Trent le fece l’occhiolino ed uscì. Ariel allora si alzò dal divano e andò in camera sua,prese il libro di Letteratura e iniziò a leggere la “vita di Dante” amava la letteratura italiana, aveva scelto quel corso proprio per studiare Dante e la sua Divina Commedia. Ma quella sera avrebbe preferito andarsene solo a dormire e non svegliarsi più. Rilesse il messaggio di Sammy e si chiese come fosse questo Blake.. il ragazzo nuovo, ma le sue riflessioni su di lui non durarono più di tre minuti, doveva trovare le parole giuste per spiegare a Sammy perché sembrasse un pugile dopo un incontro. Sicuramente l’avrebbe tempestata di domande com’era suo solito fare. Ma la adorava proprio per questo.
La cena si svolse tranquilla e quella sera Claudia non fece nemmeno sparecchiare Ariel, essere aggrediti aveva i propri vantaggi, poi la ragazza si rifugiò in camera sua e si mise il pigiama,lavò i denti, legò i capelli e si infilò sotto le coperte con il suo ciondolo fra le mani e si addormentò stringendolo.
 
  
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