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Autore: Evan Wolf    31/12/2013    1 recensioni
Andrea è una ragazza italo-inglese al primo anno di università. Rimasta senza un alloggio a poco tempo dall'inizio delle lezioni, chiede di poter prendere in affitto una stanza in casa di Robert, un vecchio amico di infanzia, più grande di lei. Si ritrova così inserita in un contesto nuovo, che comprende anche i migliori amici del padrone di casa; nonostante differenza di età e opposti stili di vita, la cosa sembra funzionare, con annessi e connessi di una vita nuova...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Buon Anno e grazie ancora a chi è giunto fino a qui... ecco un lungo capitolo di scusa per la lunga assenza per quelli a cui importa qualcosa!! :)
nota: scelta simpatica del titolo perchè il copione c'è, ora Mick deve mettere in pratica!



 
All’ingresso del centro commerciale, una folla di bambini attende con impazienza il momento di sedersi sulle ginocchia del Babbo Natale di turno, per poter chiedere il regalo desiderato; in radiodiffusione risuona per tutte le sale Happy Christmas di John Lennon, che Evie canticchia mentre è intenta a frugare tra i molti vestiti scintillanti appesi di fronte a lei.
 
-Ma il tema quest’anno non era il bianco Natale? – Chiede Andrea, esausta dopo aver passato solo un paio d’ore facendo avanti e indietro tra masse di gente e vestiti. – questi vestiti sono colorati
-Mhm no, alla fine è “simboli del Natale”!
-Ah… - Andrea si guarda intorno, con le mani dietro la schiena ondeggia un paio di volte spostando il peso da un piede all’altro – cioè?
-Cioè rosso e verde!
-Eh… per la precisione da cosa vuoi vestirti?
-Sono indecisa…
-Già… - Andrea si stiracchia – io non ho proprio voglia…
-Andrea? La ragazza che mi riempie la testa di storie sulla magia del Natale dal primo Dicembre?
-Ahah già, è che… non sono sicura di voler venire al ballo!
 
Evie lascia stare i vestiti appesi e si volta a guardare l’amica che si è lasciata sfuggire l’unica frase che non doveva lasciarsi sfuggire:
-“Non vuoi venire al ballo”! Andrea, ai balli si va! Non c’è volontà che regga!
-Evie per te ogni occasione per sfoggiare vestiti originali è irrinunciabile! Io non ci trovo niente di imperdibile… e sinceramente non mi va di andare in giro vestita da renna!
-Ahah non era quello che avevo in mente per te…
-Sono la tua cavia!  - Andrea la guarda aguzzando lo sguardo.
-La mia modella! – la corregge Evie, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi – e più che come renna ti vedevo come elfetto, sì, verde è il colore che fa per te!
-Quindi dovrei andare in giro con una salopette in feltro verde bottiglia?
-Io pensavo di più a quello! Basta metterci un copri spalle bello pesante, o una mantellina e un paio di tacchi alti, e il gioco è fatto… ah e una cintura!
 
Andrea si volta per vedere cosa Evie stesse indicando, sopra uno scaffale un manichino indossa un vestito corto di vellutino verde con scollatura a cuore, e gonna più lunga sulla parte posteriore. Deve ammettere che non sembrava per niente uno di quei vestiti di cartone che aveva indossato per le recite natalizie della scuola elementare, le piace.
-E secondo te mi sta bene?
-E perché non dovrebbe? Sei secca come un bastone!
-Non è vero! – dice passandosi le mani dai fianchi alle cosce, sottolineando la sua silhouette orgogliosamente “mediterranea”.
-Già, quella è la tua fortuna, ma hai il viso scarno!
-È stato lo stress degli esami! Dopo i cenoni delle feste vedrai… sarò un pupazzo di neve, altro che elfo!
-Allora approvi la mia scelta! – sorride Evie facendole un occhiolino.  – starai benissimo!
-Si è un bell’abito… e si può rimettere… te la passo buona!
-Ahaha che gentile!
-Dai che allo stage in Francia li fai tutti fuori! E io… come faccio qui sola senza di te??
 
Andrea rivolge uno sguardo disperato all’amica, che abbandona definitivamente la ricerca di un abito già interrotta.
-Ora ci andiamo a prendere una cioccolata calda al bar, e tu mi spieghi che ti prende ok?
-Non mi prende niente – sussulta Andrea, mordendosi un labbro – non posso sentire la mancanza di una mia amica?
-Oh e stai già così perché ti manco? Visto che sono davanti a te, direi che non sia il caso! O magari non è per la MIA mancanza che stai così…
-Ah ah chi mi dovrebbe mancare?
Il sopracciglio inarcato di Evie convince Andrea a darle le spalle, per avviarsi verso il bar.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Quindi ti ha cercata e tu lo eviti da tutto questo tempo?
-Beh, sono 3 4 giorni, non è “tutto questo tempo”
-Si ma, ora sono le vacanze! E lo rivedrai tra altre 2 settimane!
 
Vacanze? Due Settimane? Che razza di concetti nuovi e destabilizzanti stavano spuntando fuori all’improvviso? Andrea sente la furia del tempo che scorre inesorabile nella sua testa, accompagnata dalla voce di Matthew Bellamy che canta “Time si running out”.
Evie la guarda, con il suo sguardo perso nel vuoto, il cameriere che porta al tavolo le ordinazioni la distoglie dalla sua contemplazione.
 
-Non dirmi che non ci avevi pensato…. Quindi te la sei voluta tirare così, convinta che fosse sempre lì ad aspettare te, disponibile in qualunque momento! Certo che sei capricciosa!
-Io… non ho fatto i capricci! Sono solo insicura! Non sono certa che lui mi voglia davvero! Nessuno mi toglie dalla testa che siamo troppo diversi, che io… che io sono troppo diversa dalle persone con cui lui è abituato a stare… a relazionarsi. Non può funzionare!
-Ma cosa deve fare quel povero ragazzo più che baciarti e dirti di voler stare con te, per farti capire che vuole stare con te! Appunto!
-Non lo so! Magari lui non vuole stare con me e non lo sa!!
-Certo, lo sai tu invece! ANDREA!
-Uffa… - Andrea avvolge le mani attorno la tazza bollente della cioccolata fumante. – Oggi non si è nemmeno fatto vivo… mi ha scritto ogni giorno finora…
-Potevi farlo tu… - suggerisce Evie, assottigliando lo sguardo, con un leggero ghigno divertito.
-No! – risponde Andrea prontamente – io non so che dirgli!
-Che ti manca ad esempio e vuoi vederlo! A lui manchi, ne sono certa – “me l’ha detto lui” pensa sorridendo. – E anche a te manca vederlo arrivare con la sua aria imbronciata, seduto sul divano di casa tua, mentre litiga con suo fratello… ti mancano persino i suoi attacchi personali! Ci metto la mano sul fuoco!
-Beh non è che proprio non riesca a stare, senza essere offesa! – obietta Andrea.
-Però le vostre chiacchierate romantiche in camera tua quando lui si confida e tu fai la saggia amica, quelle ti mancano!
-Se solo non fosse così difficile per me! Io ci penso, lo ammetto, e mi manca si, poi quando mi decido a parlarci, o ad avvicinarmi, bum! Penso a … a lei, che gli ronza intorno, e lui che … io non posso dargli quello che lui è abituato ad avere!
-E perché? Tu sei un trans per caso, e io non lo so? – Dice Evie bloccando una delle mani che Andrea continua a dimenare per aria, dietro il filo dei suoi pensieri.
-Ma che c’entra!! – scoppia a ridere Andrea! – insomma! Io ho bisogno di tempo!! E lui è uno di quelli che invece non aspetta tempo!
-Ma non è detto che sia così sempre! – ribatte, citando quello che Mick stesso le aveva confermato il giorno prima.
-Certo… e io chi sono? La principessa? Ti sembra che siamo dentro un film? Dove succede l’impossibile?
-Certo che se tu non gli dai una mano, non succede proprio niente! Magari non vivrete per sempre felici e contenti… ma non puoi decidere di frequentare solo il tuo futuro marito! Lui ti vuole, tu lo vuoi, non c’è qualcun altro di mezzo. Questo conta! Se ti può rendere felice, perché no! Magari dopo un paio di mesi ti rendi conto che è un deficiente, o che non ti piace, magari non… - Evie sghignazza improvvisamente – no lascia perdere!
-Magari non cosa?! Evie, ormai me lo dici!
-No no…  è una stupidaggine!
-Avanti! Voglio sapere! Dopo tutto mi riguarda!
-Beh, che ne sai, magari non è nemmeno bravo e lo lasci proprio perché non ti piace andare a letto con lui!
-Evieeeeeee!!!!! Ma che flash ti fai?? E poi se mi piace lui mi piacerà anche quello!
-Beh, non è sempre così…
Andrea è turbata dalla rivelazione:
-E allora vedi che ho ragione io? Se non gli piacesse dopo aver ottenuto quello che vuole?! Meglio lasciar perdere! – Andrea incrocia le braccia sul petto mentre Evie scuote la testa rassegnata:
-Ti dovrebbe dare proprio una bella… “Lezione”… quel ragazzo! Così ti passano tutte queste crisi isteriche che hai! – la beffeggia Evie – ora andiamo a prendere il mio vestito, e poi passiamo alla ricerca dei regali!!
-Perché?! Ancora non abbiamo finito?? – chiede esasperata Andrea, mentre il suo telefono inizia a vibrare.
-Certo che no! I regali! Dobbiamo comprare i regali!
-Parli del diavolo! Guarda un po’ chi mi chiama!!!
-Vedi? Tu ti lamentavi che non si era fatto vivo! Che fai non rispondi? – Evie le si avvicina, fingendo sorpresa ed eccitazione – avanti invitalo a casa tua! – sghignazza mentre tenta di rubarle il telefono.
-Ma tu sei pazza! – dice, stringendo la presa - Ahm… Pronto!
 
 
-Hey! Non mi aspettavo rispondessi, stavo per mettere giù!
-Sinceramente non me lo aspettavo neanche io… ma Evie ha deciso che doveva rubarmi il telefono, e parlare con lei è pericoloso per ora, ha strane idee in testa!
-Ah davvero? Almeno qualcuno che vuole parlarmi anche solo a telefono c’è! – la rimprovera leggermente la profonda voce di Mick dall’altro capo del telefono. – immagino quindi, che se ti chiedessi di fare un giro con me, rifiuteresti… che impegni hai oggi?
-Ehm… sono al centro commerciale con Evie!
-E non puoi rimandare?
-Sono già qui!
-Capisco… sai continuo a pensare che tu mi eviti, nonostante quello che dici!
-Beh non è colpa mia se sono qui, Evie ha bisogno di compagnia per comprare i regali di Natale!
-È importante per me! Noi due dobbiamo parlare!
 
Andrea sospira, non sa davvero cosa dire, guarda Evie in cerca di un appoggio, ma lei si è allontanata e pare aver trovato il vestito perfetto; la vede attraverso la vetrata del bar “tra l’altro è uscita senza pagare!” pensa, ritornando poi alla sua conversazione.
-Mick, non è il momento, non sono a casa, e non sono sola…
-Beh dimmi tu quando sarà il momento allora! Questa situazione non può rimanere così per sempre!
-Quel momento non è semplicemente oggi. – dice lasciando il conto sul tavolo, “il resto, mancia”, dirigendosi in un angolo appartato vicino gli ascensori.
-Semplicemente… Andrea mi fai semplicemente incazzare! Io non ho capito cosa hai in quella testolina! Non lo capisco davvero! Perché non mi dici semplicemente che non mi vuoi e di farmene una ragione?! Ci provi gusto a tenermi sulle spine? Vuoi che ti corra dietro? Beh pensavo fosse quello che sto facendo, ma a quanto pare non è abbastanza! Beh! Buona giornata! Scusa se ti ho disturbata!
-Mick non arrabbiarti! E va bene… se vuoi parlare parliamo…
-Oh beh non farmi il favore eh? Se a te non frega un c***.
-Non è questo che intendo Mick… ma ti prego non ora, sono fuori, stasera, vieni e ne parliamo. Ok?
-Stasera… e perché non puoi ora?
-Sono già fuori Mick! Per favore…
-Stasera! Io ho impegni stasera!
-E allora domani…
-Ma io voglio vederti oggi!
 
-Andrea!! L’ho trovato! Visto che tu hai il vestito verde… io lo prenderò rosso! – Dice Evie a gran voce per essere udita da Andrea poco distante da lei.
 
-A quanto pare ognuno ha i suoi impegni oggi!
-Ciao Andrea, nonostante tutto mi piaci lo stesso!
 
-Allora Andi!! Ti piace o no? – Evie presenta il suo vestito con corpetto stretto e gonna morbida a ruota.
-Sì Evie, il rosso ti sta bene… possiamo andare adesso?
-Non prima di aver comprato i regali per Natale! Non vorrai tornartene a casa adesso che ti è venuto il muso lungo fino a terra!! Hai bisogno di distrarti!
 
 
Evie in giro nel reparto oggettistica per comprare pensierini un po’ per tutti trascinava dietro di sé un’ Andrea sempre più stanca e desiderosa di tornare a casa e sprofondare sotto le coperte. Lo shopping la sfianca, e l’ennesimo scontro con Mick aveva fatto la sua parte.
 
Solo dopo aver cenato insieme Andrea riesce a varcare la soglia della sua casa, trovandola al buio, vuota e silenziosa. Si chiede dove sia finito Robert. Non le sembra di ricordare che avesse particolare impegni; è anche vero che è stata fuori tutto il pomeriggio, e probabilmente Jake o David potevano essere passati da lì, e potrebbero essere usciti… ragiona così mentre sale verso la sua camera e deposita il suo piumino, la sciarpa e i guanti sullo schienale della sedia accanto alla scrivania.
Si accorge quasi per caso di un post-it fissato sull’orecchio del peluche a forma di coniglietto che sta ai piedi del suo letto. “Robert”, pensa con un sorriso, afferrando il bigliettino per leggerlo.
 
 
 
 
 Visto che "tutti e due abbiamo i nostri impegni OGGI" Ci vediamo a mezzanotte Cenerentola!
ps: mezzanotte non è "oggi".
ps2: vieni "semplicemente" nel tuo solito parcheggio!

Mick.
 
 
 

“Sei testardo! E credi di essere simpatico con le citazioni di quello che ho detto?! Perché tutta questa fretta poi?!” pensa mentre sente il panico stringerle la gola.
Decide di fare un lungo bagno caldo ristoratore/rilassante. Se lo concede sempre quando fortuitamente si ritrova sola in quella casa spesso affollata e molto rumorosa…
 
Immersa nell’acqua decide di ascoltare anche un po’ di musica, che fa riprodurre dal suo cellulare, visto che ancora non è riuscita a recuperare il suo Mp3… questo pensiero la ricollega a Mick. Robert, è sicuramente con lui ecco perché non è in casa. Non riesce a non pensare che avrebbe visto Mick, e che avrebbe dovuto rendere conto di un comportamento di cui nemmeno lei si spiegava le motivazioni… aveva solo voluto tenerlo lontano per paura di accettare qualcosa che avrebbe forse un giorno potuto farle male. Ma nel frattempo si era privata di una persona che ad ogni modo considera molto importante per lei. Ma avrebbe potuto confessargli queste cose?
“Andrea, bagno rilassante, non stressante… ora basta!” pensa, prima di inspirare a fondo e sprofondare dentro la vasca.
 
Sono le 10 quando finisce di asciugarsi i capelli. È indecisa sul da farsi. “vieni in macchina” cos’è un investigatore privato? O peggio ancora che razza di idee ha?! In macchina poi!”, pensa mentre continua a fare avanti e indietro in camera sua; poi se ne vergogna, magari lui vuole semplicemente stare un po’ in disparte, dato che il suo rientro dall’uscita di gruppo, coinciderebbe con il rientro di Robert a casa. O magari ancora vuole portarla da qualche parte…ma allora doveva vestirsi?
“col cavolo! Io metto la tuta e basta!” decide.
Cosa fare per ammazzare il tempo e non morire divorata dall’ansia? Guardare un po’ di tv? Scende in soggiorno e si accoccola sul divano coprendosi un una grande coperta che era ormai presenza stabile su uno dei due divani. Si ritrova a guardare vari programmi su strane malattie trasmessi da Real Time.
 
 
-Via il dente, via il dolore!  - Afferma prima di prendere la borsa e uscire di casa determinata.
Si guarda intorno, tutto sembra vuoto e deserto attorno a lei. Si dirige alla sua macchina rassegnata suo destino. Non deve attendere più di un paio di minuti prima di ritrovarsi in compagnia.
“tedesco puntuale!” pensa.
-Chi non muore si rivede! – la solita voce, quella voce, la SUA voce. Andrea serra le mani attorno al volante. Non lo guarda. Avverte la sua presenza, l’aria si è riempita del suo profumo. Lo sguardo fisso di fronte a se.
-Già… siamo ancora giovani!
-Grazie al cielo, mi hai dato solamente un bacetto finora. Prima di allora devo riuscire a strapparti qualcos’altro! – la sua voce, e il suo chiodo fisso, pensa Andrea.
-E io che pensavo che dopo aver ottenuto ciò che vuoi, mi abbandoneresti a me stessa, ma non avrei immaginato che volessi farmi scomparire dalla faccia della terra!
-Stai scherzando? Io! Io potrei morire… felice! Finalmente…
-Quanto sei idiota! Non si scherza su queste cose! – Si decide a voltarsi alla sua destra, e lo vede lì, il suo sorriso perfetto, il suo profilo perfetto, il sorriso e il profilo di un ragazzo che quasi mezzo anno prima sbucava da un’amaca piantata in giardino. Un sorriso e un profilo perfetti che non sembrano niente oggi, a confronto con i suoi occhi, puntati su di lei adesso.
-Se non ti manco da vivo, dovresti farti problemi da morto?
Andrea chiude la bocca di Mick con una mano, lui sorride, porta fuori la lingua e la passa sul suo palmo, scoppiando poi in una risatina.
-Che schifo, Mick! Ti senti un cane per caso? – dice ritirando di scatto la mano, e asciugandola sui pantaloni della sua tuta.
-Un cane lo tratteresti sicuramente meglio di me! – le dice lui, immergendo le mani nei capelli di lei.
-Mick, Mick – dice bloccandogli i polsi, ma non riuscendo a impedirgli di avvicinarsi a lei tanto da ritrovarsi fronte a fronte. Il suo viso va improvvisamente in fiamme – t-tu sei ubriaco Mick. Smettila.
-Perché se fossi sobrio farebbe differenza? Io non credo, ero sobrio tutte le volte che ti ho chiesto  di vederci.
-E scegli proprio oggi per ridurti così?
-Oggi era un grande giorno dovevo festeggiare! Se tu avessi accettato il mio invito a uscire, forse ora non sarei così, forse avrei potuto festeggiare in modo ancora migliore! – Mick si allontana di un paio di centimetri dal viso di Andrea, continuando a sondare il suo sguardo con le due iridi verdi; Andrea può notare nonostante la penombra della macchina un consueto  arrossamento - Ma no! Tu avevi grandi impegni improrogabili, tu dovevi fare shopping! Che poi nemmeno ti piace lo shopping! Ma perché non fare una cosa noiosa che nemmeno mi piace, se l’alternativa è uscire con Mick? Ti capisco sai? Ti capisco
-Mick! Non è proprio cos…
Andrea si ritrova un indice davanti il naso, storce un po’ gli occhi per guardare la punta di quel dito, contenta che ci sia qualcosa interposta alle loro bocche
-Lo so, lo so cosa pensi! Che io mi voglio divertire… che voglio solo scopare… si lo so, e… che sono un drogato forse, sì, perché per te farsi le canne vuol dire drogarsi, quindi, ai tuoi occhi io sarò un drogato…
-Mick, ma sei sicuro di stare bene? Puoi smettere di urlarmi in faccia? – Andrea non sa se prendere l’amico per un maniaco psicopatico della serie “scappa finchè puoi” o se considerarlo un povero ubriaco che non ha idea di quello che dica e parli in modo concitato per non si sa quale agitazione. Sta di fatto che le mani di Mick restano ben salde  e aggrovigliate ai suoi capelli, al lati del suo viso, così come il viso di Mick è ancora davanti al suo.
-Perché una bella ragazza, dolce, pulita come te dovrebbe stare con uno così? Eh? No, dico, guardami, hai ragione!  - le passa il dorso della mano su una guancia - Me ne sto qui come il maniaco di mezzanotte, fatto e ubriaco aa.. – deglutisce - … è vero, sì! Sì che mi voglio divertire, eccome se mi divertirei! Non posso nemmeno dire di non voler scopare, ad essere sinceri, anzi è  riduttivo, rispetto a quello che potrei fare ma, ma, non in modo sbagliato!
-Mo-modo s-sbagliato? – Andrea, con il solito colorito acceso che permane imperterrito, si chiede:
1)da quando Mick è diventato logorroico?
2)da quando Mick ha deciso che per conquistare una ragazza bisogna confermarle le sue più grandi paure e insicurezze?
-Già, non in modo sbagliato, Andrea… - improvvisamente persa l’eloquenza e sciolte le mani dai suoi capelli, si ritrova a guardarla con un’espressione da cucciolo bastonato – credimi Andrea, l’ultima cosa che farei sarebbe usarti, io ti rispetto Andrea!
-Mick puoi smettere di ripetere il mio nome? Eh? – gli dice cauta – puoi… stare un po’ calmo? Cosa stai cercando di dire? – Le aveva pensate tutte, ma non che Mick potesse entrare così tanto nel pallone; ora che ci pensa lei non ha aperto bocca da quando ha messo piede in macchina, se avesse saputo di non dover parlare, forse non avrebbe atteso così a lungo per incontrarlo – ti prego calmati, io non penso, tu sia drogato… - dice, in tono conciliante e forse incoraggiante… dopo tutto si era buttato proprio in basso nella sua descrizione, e lei gli voleva bene.
-Sto cercando di dirti, che il fatto che tu sia una ragazza, e che quindi mi ispiri tutto quello che una ragazza, una bella ragazza, possa ispirare ad un ragazzo… non vuol dire che io ti veda solo come un oggetto! Perché c’è altro, molto altro… mi manchi Andi, mi manca parlare con te, mi mancano i tuoi giudizi bacchettoni, mi manca venire a casa tua con mio fratello a trovare Robert e guardarti di nascosto, prenderti in giro solo per farti arrabbiare, oh tu non sai odiare nessuno, sei così tenera quando ti arrabbi, per non parlare di quando diventi rossa, come hai fatto ora, mi manca vederti arrossire, e sapere che non posso parlarti quando voglio, mi sta facendo diventare pazzo… lo sai che io mi fido di te, mi fido molto di te, e tu riesci a tirarmi fuori le cose meglio di chiunque altro, e sei l’unica che lo fa, e dimmi tu se questo non fa di te una grande persona… ed io ti voglio per questo, sei una persona Andrea, sei una persona che vale, non sei una paperetta graziosa con cui voglio passarmi qualche sfizio. Quindi se è questo il motivo per cui non mi hai voluto vedere, perché magari ti piaccio e hai queste stupide paure, stai combattendo il nulla, questa cosa non esiste… Torna a parlarmi… eri la mia migliore amica, io voglio solo aggiungere qualcosa... tipo il diritto di rompere il muso a chi ti mette gli occhi addosso… ok.. ok mi sa che ho esagerato! Dovevo essere brillo, non ubriaco! Ok la faccio finita con questo interminabile monologo! Non ho più niente da di… che ridi tu? E scuoti la testa… no… no cosa? NON MI CREDI?? Sì? Mi… mi credi? – tira a indovinare quello che passi per la mente di Andrea che muta continua a scuotere la testa o annuire – Mi credi?!? Oddio mio! Cosa c’è ti ho scioccata? Sì… sei senza voce? Così così… no…hai la voce…Andi, sono ubriaco, non farmi sforzare a ragionare… non ragiono!
-Non ragioni quindi non intendi tutto quello che hai detto?? – dice improvvisamente bianca, spalancando gli occhi.
-Direi più “intendo ogni singola parola che ho detto, e le ho sempre intese solo ce non l’ho mai detto perché solo in vino veritas”.
-Quindi pensi tutto questo?
-Ogni singola parola…
-E non potevi dirmelo prima?
-Eh ma… non volevi parlarmi! Ci ho provato! E te l’ho pure detto, ma non mi hai creduto.

Nel pensiero di Andrea si affaccia improvvisamente un nome, un viso, lei, la odia, Lily, Mick vede i suoi occhi assottigliarsi:
-Cosa stai pensando?
-Sto pensando che anche io voglio il diritto di rompere il muso a chi ti mette gli occhi addosso!
-Beh allora siamo d’accordo! – ridacchia Mick, per poi farsi serio – aspetta… dici sul serio?!
 
Andrea annuisce, ma Mick le ferma la testa con le mani:
-Mi sta venendo il mal di mare, Andrea, dici sul serio?
-Dico sul serio! – afferma, afferrandogli il colletto. Vede un sopracciglio di Mick alzarsi, e fa lo stesso; poi lo vede passarsi la lingua sul labbro inferiore, fa lo stesso.
-Permesso accordato? – le sussurra a fior di labbra; Andrea pensa che quegli occhi verdi siano la cosa più bella vista fino ad ora.
-Me lo dai o no questo bacio?!
 
Mick non se lo fa ripetere due volte, divertito dall’improvvisa decisione della ragazza, azzera la distanza tra loro, e deve ammettere di sentire un grande sollievo. Chissà se anche lei sarebbe stata divertita dalla sua improvvisa decisione: reclinare il sedile, tirandosela letteralmente addosso.
-Mick…
-Tranquilla piccola, - continua a baciarla come se niente fosse - per oggi… mi fermo alla prima base! Ma così è più comodo…
 
 
-ok ok basta così… anzi no, aspetta…aspetta, ancora uno… ok ho bisogno d’aria!
-Mick, ma che hai?
-Ti ricordi la prima base?
-Eh… - Andrea guarda Mick, che rimessosi a sedere stringe le labbra nel tentativo di mantenere la concentrazione.
-Io no!
-Che vuol dire?
-Vuol dire…che devi cercare una scusa per entrare a casa in tutta a quest’ora, in mia compagnia…perché non posso continuare senza passare alla base due!
-Oh…ohh!!
-Cos’è quello un sorrisino? Eh??
-Forse! – cinguetta Andrea – beh… parlando di cose serie… che invento adesso??
-A meno che tu non voglia dirglielo…
-No! No preferirei tenere la cosa tra noi…
-Ti vergogni di Robert?
-Sì… e e di tuo fratello, e Jake! Il gruppo! Non possiamo dirglielo dopo?
 
Mick alza le spalle, poi aggrotta la fronte:
-Aspetta vuol dire che non posso baciarti a casa se non di nascosto?! Non mi posso avvicinare a te?!
-Dai solo un po’ di giorni… vedrai sarà divertente! – cerca di sembrare convincente – Bitte!!
-Ahahaah. Oh beh se me lo chiedi così… forse sarà davvero divertente recitare un altro po’, sono diventato bravo!
-Vedi?
-E poi mi toccherà offenderti, tu correrai nella tua stanza e io verrò, e li ci sarà un vero letto!
-Mick!
-Dove potremo sederci e ridere dei nostri amici ignari!
-Ah ecco…
-Questa parte è meno divertente!
-Mick!!!
-Allora, genio della strategia – le dice mettendole i capelli dietro l’orecchio – qual è il nostro alibi?
-Mhm… io ero in macchina… a… a prendere questa… - dice afferrando la sciarpa che ha avvolta al collo, e togliendola – tu eri qui fuori e… ma sei sicuro che Robert sia tornato?
-Sicurissimo, li ho sentiti
-Li hai sentiti?! E io dov’ero?!
-Beh, sopra di me!
-Oh.. quindi sono tornati da poco… e loro non ci hanno visti?
-Più o meno… e no, eri piuttosto stretta a me! Vedi , ti salvo la vita!
-Ok… allora, tu eri qui fuori e tornando a casa ti ho visto… piuttosto tu con che scusa sei qui? sei uscito con loro vero?
-Beh si, la mia scusa era… vedere una ragazza…
-Ma quindi gliel’hai detto!!
-Una ragazza… non tu!
-Quale ragazza?!
-Era una scusa!! Per venire qui!! non mi avrebbero fatto andare via dalla mia festa altrimenti!
-Ahhhh… quale festa?
-Il mio compleanno! – sorride sornione, come un bambino di 2 anni.
-Il… tuo compleanno? – Andrei sbatte le palpebre un paio di volte – è il tuo compleanno?? Non ne sapevo niente! Ma Facebook…
-Non è visibile… anzi a dire la verità l’ho disattivato ieri!
-E perché?
-Perché volevo passare la giornata con te, ma non volevo ti sentissi obbligata…
-Ohh… è per questo che mi hai chiamato nel pomeriggio?
-Si… con scarsi risultati…
-Oh… ma non lo sapevo… volevi passare il tuo compleanno con me?! Oh Mick, scusa…
-Fa niente…
-Oddio… mi dispiace tanto… ti ho rovinato la giornata… - gli dice triste, pettinandogli i lunghi capelli con le dita – dovevi dirmelo.
-Non aveva senso, non mi parlavi, non volevo il contentino… preferisco le cose come sono andate… - le sorride.
-Quindi gli hai dovuto dire che sei andato in cerca di compagnia notturna per sbarazzarti di loro?
-Li conosci quanto me…
-Beh… ok… e quando li hai lasciati?
-A mezzanotte meno 15! Giusto il tempo della strada…
-Mhm… ok allora tu… tu hai avuto il tuo divertimento… e io ti ho incontrato qui fuori e… abbiamo parlato del tuo compleanno!
-Mi sembra perfetto! – dice, scendendo dalla macchina.
 
Andrea lo segue a qualche passo di distanza, guardando le sue ampie spalle, non è più tanto sicura che per lei sia così semplice mantenersi alla prima base!

 
  
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