"E non mi chiamare in questo modo!" insistette il bassista, con uno scatto ed un tentativo di sguardo truce, ed invece Dave rise e lo disse di nuovo e poi un'altra volta ancora, assaporando il suono del nuovo soprannome, sì, andava bene, era quello giusto finalmente.
Dal canto suo, Junior, non poteva fare a meno di guardare male quello che in così poco tempo era diventato il suo migliore amico e sentirsi preso in giro, svalutato, come se con quelle stupide sei lettere non facesse altro che ricordargli la sua età e la sua poca esperienza, come se solo chiamandolo gli elencasse tutte le cose che aveva ancora da imparare, e non andava bene questo sentirsi così piccolo, così indifeso, e tanto meno andava bene quel nuovo pensiero così assurdo ed improvviso.
"E dai, amico..." continuò a cercare di dissuadere Dave, poco convinto, ma quel che sentiva nel petto lo confessava e gli intimava di nasconderlo il più profondamente possibile, ed infatti cadde in un silenzio che era rassegnato e distratto, l'unica cosa a far rumore erano le parole sussurrate nella sua mente:
'potresti chiamarmi così solo se fossi tra le tue braccia.'