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Autore: fredlove    01/01/2014    3 recensioni
Un' amore vero è costante, difficile, contrastato.
L'amore tra Merlino e Morgana, non è da meno.
L'ombra scura di Uther, è una minaccia perenne. L'arrivo di Aridian...
Ed infine... la prova più grande : la distanza.
Tempi duri giungono all'orizzonte ed il giovane mago cambia.
Ma il suo amore per Morgana rimane immutato.
[...]
Questa storia, almeno la prima parte, nasce leggendo la fanfiction di HisRose - The Lady and the servant.
Sottolineo che le ho chiesto il permesso, concesso, di scriverne una mia versione.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Merlino/Morgana
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione, Contesto generale/vago
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Eccovi l'ultimo capitolo.
A fine pagina, vi lascio solo un messaggio.

fredlove.
















Epilogo








I raggi solari, illumminavano il vasto territorio, dove il giovane mago infine vi aveva trovato residenza, vita, felicità e pace.
Artù osservò il piccolo maniero, visitato più volte, mentre rimembrava le discussioni avute : allegre, tristi, e combattute specie con la sorella.
Merlino era sempre lì. Ad aiutarlo, nel bene e nel male. Anche a distanza.
Respirando profondamente, scese da cavallo. Avviandosi proprio, quando Merlino apparve. Accanto a lui, il figlio minore : Bran.
Occhi smeraldi come la madre, ma carattere ed aspetto come suo padre.
- Zio Artù!-
- Bran, piccolo ometto! Vieni qui!- Artù lo salutò vivace, sentendosi poi improvvisamente vecchio. Ancora principe, sebbene per poco, era già zio.
Il nipote gli corse incontro, abbracciandolo. Mentre Merlino li raggiungeva sorridente.
- Zio, rimani qui con noi?-
- No, Bran. Temo, sarete voi a dover venire con me. - spiegò - A Camelot. -
Bran rimase sorpreso. Perché per ragioni a lui sconosciute, non aveva mai messo piede a Camelot. E tanto meno dove lo zio Artù viveva.
Merlino si fece serio, anche se non lo diede a vedere al figlio. - Bran, va a chiamare tua madre. -
- Sì, padre!- rispose vivace, per poi incamminarsi.
Merlino attese in silenzio, osservando il figlio che si allontanava, voltandosi poi quando Artù prese parola.
- Credevo ti saresti opposto. -
- Artù, ti conosco. Non me lo chiederesti se non fosse per un valido motivo. - disse breve, ed Artù lo fissò.
- Quindi tornerai a Camelot?-
Calò il silenzio, e Merlino esitò prima di parlare. Il non farlo però non avrebbe portato a nulla.
- Motivo?-
- Mio padre sta morendo.- affermò con dolore.
Nonostante la natura del padre fosse ormai svelata ai suoi occhi, Artù non aveva smesso di volergli bene.
- ... Vuole il vostro perdono. -
- Il nostro perdono? - domandò Merlino, calmo.
Ma Artù comprese lo stesso che rancore ed odio, albergavano ancora nel suo cuore. Sebbene non più forti come prima.
Merlino, ormai, aveva superato ogni sua paura, oscurità. Uther compreso.
- So che è difficile, ma dagli un'occasione. Ti prego, almeno ora che .... sta per morire. - deglutì.
E forse fu il dolore di Artù, che lo esortò a rispondere.
- E sia. -










Dalla fine della guerra, almeno sette anni prima, non ci aveva messo più piede.
Camelot.
Luogo, e dimora, dove aveva passato i momenti più fiorenti, ed anche oscuri.
Ed ora era lì, nuovamente, dirigendosi al capezzale di Uther, al fianco della sua amata Morgana e dei suoi figli. Bran, il minore. E Madenn, la primogenita.
Occhi azzurri come i suoi, ma fascino e forza morale della madre.


Il vecchio re di Camelot, riposava attendendo la morte. Gli occhi, stanchi, si riaprirono al suono dei loro passi.
Si voltò, e sorrise lievemente. Stupito, suo malgrado di vederli davanti a lui.
Fu Morgana stessa, bella forse più di prima, che spinse lievemente i suoi figli verso di lui. Erano intimoriti, da una persona che non avevano mai visto prima.
- Come si chiamano?-
- Lei è Madenn, la maggiore. Lui è Bran, il minore. - gli rispose, ponendosi poi accanto al suo compagno.
- Tu sei nostro nonno?- gli domandò il maschietto - È vero che sei il re di un vasto regno?- domandò, dimentico del tutto della timidezza iniziale.
- Sì, vero. Anche se tra un pò, Artù mi succederà. -
- Zio Artù? Un re?- domandò stupita la bambina.
Per quanto amasse lo zio, stentava a vederlo seduto su un trono a governare. Quando era il primo a gettarsi nei battibecchi con Bran, facendole sorgere spesso la domanda su chi dei due fosse più bambino.
Uther annuì, sorridendo lievemente, comprendendo i dubbi della bambina. - Proprio lui. -
Merlino solo allora prese parola. - Uther. - disse soltanto, prima che calasse il silenzio.
Bran e Madenn continuavano a sorridere verso il nonno, ricambiati.
- Artù.. mi ha esposto, il tuo volere. -
- Posso sperare, in una risposta positiva?- domandò soltanto.
Merlino non osò parlare, cercando di imporsi la calma che cercava davanti ai figli. Loro non sapevano il vero motivo dell'odio.
- Il tempo allieva il dolore, ma non lo fa dimenticare. - ammise il ragazzo.
ll sorriso di Uther, parve spegnersi ma lui continuò a spettinare i capelli del bambino.
- Non ti ho reso vita facile. - inziò, volgendosi poi a guardarlo. - Lo so, bene. E non ti biasimo, quando tempo fa mi dicesti di non aver avuto clemenza. - ammise.
Merlino ascoltò attentamente, sentendo un peso togliersi dal cuore. Strinse la mano di Morgana nella sua, cercando una forza che sentiva venir meno.
Cendred qualche giorno prima, in una conversazione , aveva ipotizzato un momento simile. Ribadendogli che lui era troppo buono, nonostante tutto l'odio ed il rancore.
Eppure sentire Uther ammettere le sue colpe, gli dava un senso di piacere a lungo cercato. Come se allievasse da un dolore attenuato nel tempo, impossibile da cancellare, sebbene si potesse porre rimedio.
- La verità è che quanto voi due avete sofferto, è stata solo colpa mia. Compreso... la vostra perdita. -
Non osò essere esplicito, di fronte ai fratelli del primo figlio mai nato. Mai vissuto. Esistito solo nei ricordi.
- Pensai che con l'esilio, tutto sarebbe stato più facile. - ammise. - Come se fosse una soluzione semplice. - lo guardò, stanco. - Certo, questo non giustifica ciò che ho fatto. -
Merlino annuì, mentre Morgana gli stringeva la mano.
- Anche volendo, ora... - emise il re - Non... saprei.-
- Tempo addietro avrei lasciato che le mie emozioni negative parlassero. Uther, guardami... - continuò Merlino. - Ho... una compagna per la vita, che amo. Tua figlia. E mi ha donato più di ciò che merito. Amore, serenità, felicità. - poi indicò i due ragazzini. - E loro due. -
Uther lo guardò , con gli occhi lucidi.
- Il giorno che Aridian morì... -inziò il re - ... Non volevo. Non volevo accettarlo. -
- Lo vedevi come un fallimento. Una crepa del tuo orgoglio. -
Uther annuì, e lo guardò. - Ed ora, sciocco, chiedo... -
Morgana guardò di sottecchi il suo compagno, sentendolo solo attraverso il contatto.
Merlino le strinse forte la mano, osservando i suoi due figli vicino al vecchio re.
- Sii un giusto consigliere per Artù, Emrys. - lo guardò.
Emrys.
L'aveva appellato con il nome da druido.
- E sia. -

Merlino con quelle due sole parole, aveva concesso al vecchio re di morire in pace.
Uther Pendragon fu seppellito con gli onori di un re, mentre Arthur gli succedeva sul trono.
E da qualche parte, la sua morte parve solo la luce in un mondo oscuro per la magia.


- È maschio, mio signore.-
Merlino sorrise, mentre osservava il terzogenito appena nato tra le braccia della sua compagna.
- Come vuoi chiamarlo?-
Si guardarono negli occhi, prima di tornare a guardare il neonato.
- Uther Emrys di Gorlois Pendragon.-
Fu Merlino a dirlo.
Morgana sorrise.




































Nda : Quando ho iniziato questa 'nuova' avventura, ero reduce dalla mia prima mergana.
Un progetto così... non credevo si trasformasse in qualcosa di 'grande'.
Ho coinvolto Gold93, per tutta la stesura di ogni capitolo. Ci siamo divertiti a scrivere pezzi 'comici' per spezzare la pesantezza.
Siamo rimasti davanti al pc, fino alle quattro di notte solo per scrivere!
Ora, non so come sentirmi.
Con l'epilogo, si giunge alla fine.
Non ci credo ancora, ho finito la storia! Mi viene persino da piangere... pochino, perchè ci ho messo il cuore.
È stato bello, che mi abbiate seguito fino a qui. Fino alla fine.
E spero ovviamente di riuscire a scrivere altre storie che vi allietino nelle lunghe giornate.
Quindi, con tutto il cuore vi porgo i miei ossequi.
Alla prossima avventura, ragazzi.
Sempre vostra

fredlove e Gold93

   
 
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