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Autore: gwuncan99    01/01/2014    11 recensioni
Ci troviamo a New York, dove tutto ebbe inizio.
Due ladri ricercati per loro vari precedenti, Duncan e Geoff, cercano di rapinare una delle tante banche della città, ma Gwen, la ragazza che stava lavorando lì, involontariamente, gli mette i bastoni tra le ruote. I due sono costretti a fuggire, portandosi dietro anche lei.
Sarà una fuga dalla polizia, da avvocati e spacciatori assetati di vendetta, in tutto gli Stati Uniti, tra Rave Party, rapine e traffici illegali.
Riusciranno i nostri tre fuggitivi a scappare dal loro destino?
Serie DxG
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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--->Capitolo II

Da poche ore era calato il Sole, e sul cielo si poteva ammirare un miscuglio di sfumature colorate fra il rosa e il rosso che rendevano fantastico il tramonto. Beh, non era molto visibile da dove ci trovavamo noi tre. Gli alti alberi del bosco coprivano la poca luce che mi permetteva di camminare, infatti inciampai cadendo a terra.
"Ahi!" urlai, invocando poi varie bestemmie per essermi rotta un tacco. "Maledette scarpe!"
"Ora ti tocca camminare scalza." commentò divertito il punk, sfoggiando un ghigno malefico.
"Con tutti questi rami e sassi che potrebbero ferirla? Scordatelo." disse premuroso Geoff, prendendomi in braccio a mo di sposa, facendomi arrossire violentemente.
"Tsk." si limitò a dire il ragazzo, continuando a camminare. Sembrava piuttosto infastidito.
Si rigirò dopo un po', fissandomi. "Proprio una gonna e dei tacchi dovevi metterti stamattina?" 
"E' la mia 'divisa' di lavoro." risposi scocciata, cercando di essere il più gentile possibile. Infondo aveva provato ad uccidermi prima, potrebbe farlo anche adesso. Dovevo per forza assecondarlo, e stare ai suoi ordini.
Prese il cellulare, cominciando a smanettarlo per non so quale motivo. "Allora..Secondo il mio GPS siamo-"
"Il mio telefono!" urlai, facendo sobbalzare il biondo che ancora mi portava fra le sue braccia. "L'ho lasciato nella borsa...E la borsa l'ho lasciata in ufficio..." continuai poi, rassegnata.
"Meglio così. Ti avrebbero rintracciata grazie al cellulare." ribatté Duncan, come se non ce ne fregasse nulla, anzi, non gli interessava proprio. "Comunque, siamo vicini a East Orange. Ci accampiamo qui per la notte, poi ruberemo un'auto e poi dei soldi per mangiare."
"In pratica diventerò una ladra anch'io..."
"Esatto." sorrise Geoff, poggiandomi cautamente a terra.
"E se mi oppongo e scappo via?" chiesi poi.
In risposta il punk mi puntò la pistola, imitando un "Bang." con la bocca. "Capito?" aggiunse poi, quasi minaccioso.
Geoff rimase a osservarlo finché non ebbe fatto sparire la pistola, sicuro che non mi avesse uccisa. Dopo di che poggiò a terra la sua borsa, cacciando fuori due sacchi a pelo.
"Vi siete attrezzati bene, eh?" commentai stupita.
"E' da un po' che dobbiamo arrangiarci così. Sai, i Bulls ci avranno già fatto esplodere la casa." rispose ridendo amaramente, sistemano i due sacchi a terra. "Lì dormirai tu." 
"Chi sono i Bulls?" 
"Non sono affari tuoi." sputò infastidito  Duncan.
Sbuffai, ormai stufa delle continue minacce e cattiverie del punk. "Ok, 'sti cazzi." invocai esasperata, sistemandomi dentro la coperta.
Il festaiolo lanciò uno sguardo all'amico, gesticolando come per dire "E' solo una ragazza." Poi anche lui si sistemò per la notte, lasciando il punk alle prese con i suoi pensieri confusi, prima di coricarsi anche lui.

**

Mi appostai al bordo della strada, alzando il braccio per fare una specie di 'autostop', come mi aveva ordinato il mio 'capetto', ossia Duncan.

"Tieni, ti servirà." mormorò il punk, lanciandomi una pistola, che presi al volo.
"C-cosa?" maneggiai quell'arma con cautela, tremando come una foglia. "Io non userò questa cosa per uccidere!" aggiunsi poi, cercando di sembrare sicura.
"Per adesso tu non devi farlo. Devi solo attirare un'auto, e dopo averla fermata, punti la pistola e minacci l'autista." spiegò, come se fosse una cosa normalissima. " Mettiti anche quella parrucca. Potrebbero denunciare la ragazza dai capelli blu che ruba auto!" disse con tono ironico, ghignando come sempre.
Non obbiettai, sapendo che ormai dovevo fare tutto quello che diceva per restare in vita.


La parrucca dai capelli rossi mi irritava un sacco, ma dovevo stare attenta a non farla cadere.
Finalmente arrivò qualche auto. La maggior parte di loro non mi guardava nemmeno. Altri, come per esempio un ragazzo a cui non mi sarebbe dispiaciuto bucargli la testa, si fermavano un po' più avanti, aspettando che li raggiungessi per poi scappare via, aggiungendo una fragorosa risata sadica. Che scherzetti divertenti.
Una Gip si fermò davanti a me. Era una donna, che poteva avere non più di quarant'anni.
"Serve un passaggio?" chiese sorridente. Quasi mi dispiaceva per lei. "Ti porto io, sali!"
Accennai un sorriso di gratitudine. "Grazie mille, ma..." il sorriso si trasformò in un ghigno, e cacciai la mia pistola dalla tasca. "...Ho altre intenzioni." continuai sarcastica, facendo spaventare non poco la donna, che si paralizzò.
Arrivò il turno dei miei due complici, coperti col passamontagna, che entrarono furtivamente in auto tappandole la bocca e facendola uscire bruscamente.
"La prossima volta, attenta a chi dai un'aiuto. Sai, fidarsi è bene non fidarsi è meglio." sussurrò Duncan all'orecchio della donna. "Ops, ma non ci sarà una prossima volta!" proseguì poi, caricando la pistola e...

"Perché lo hai fatto?!" urlai ancora scioccata quando il ragazzo entrò nella macchina con Geoff e accese il motore. "Non ce ne era bisogno..." mormorai.
"Sì che ce ne era bisogno. Ci avrebbe fatti beccare dando la targa dell'auto, e a noi quest'auto serve." rispose convinto, concentrandosi sulla strada.
Io e Geoff stavamo seduti ai posti posteriori. Io avevo la testa poggiata sulle sue ginocchia. Era sorprendente con quanta velocità avevamo legato. Era un ragazzo che mi ispirava molta simpatia e fiducia.
Mi stringeva forte la mano, notando il mio sguardo perso nel vuoto.
Ero ancora tesa per la scena dell'omicidio di pochi minuti fa, aggiungendo gli schizzi di sangue e uno sguardo orgoglioso da parte di Duncan. Cominciavo a pensare che ci godesse ad uccidere persone innocenti.
Intanto frugavo nella borsa della donna, che avevo trovato nell'auto, prendendo il suo cellulare - che ormai era mio - e qualche banconota.
"Duncan, ecco i soldi..." lo informai quasi sussurrando, facendogli vedere i trecento dollari nella mia mano.
"Perfetto." ribatté d'un fiato soddisfatto. 
Geoff prese dal suo borsone un pacco di sigarette ed un accendino, cacciando accidentalmente delle bustine di...
"Erba?" sgranai gli occhi, scrutando l'interno della sua borsa. "M-ma tutta questa roba?"
"Ehm..." esitò un po' a rispondere, imbarazzato. "Hai presente quei 'Bulls' di cui ti ho parlato?" si fermò, aspettando un mio accenno della testa. "Loro sono abili uomini 'd'affare' molto noti a New York. Comandano un ampio traffico di...droga." spiegò, lasciandomi a bocca aperta.
"Non dirmi che i vostri debiti riguardano-"
"Sì." mi interruppe Duncan, che aveva ascoltato tutta la conversazione.
"Wow..." mi limitai a dire, prendendo in mano quelle bustine, curiosa. "Chissà quanti soldi dovevate a quei bulletti..." ironizzai poi.
"Tanti. Dopo anni di 'Pagherò la prossima volta' abbiamo accumulato molto...Più il costo delle pistole." rispose Geoff, accendendosi poi la sua sigaretta. "Ed eccoci qui." aggiunse cacciando dalla sua bocca una nuvola di fumo.
Dopo alcuni secondi di silenzio, il festaiolo cambiò discorso.
"Tu fumi?" chiese tranquillamente, riportando la sua marlboro davanti le labbra.
"Ai tempi dell'adolescenza...Ora è da qualche anno che ho smesso." risposi, sorridendo al pensiero dei vecchi ricordi di quando ero una sedicenne ribelle.
"Ti va un tiro?"
Accettai con un cenno della testa.
Quando stava per avvicinarmi il filtro alla bocca, Duncan fece una brusca frenata, facendo cadere la sigaretta dalle dita di Geoff. 
"Maledizione..." imprecò lui.
"Siamo arrivati." informò il punk, uscendo insieme a noi dall'auto. "Mi raccomando, non siate sospetti. Non facciamoci beccare in un bar!"
Io e il festaiolo annuimmo, impazienti di entrare per sfamarci, ma Duncan mi guardò divertito. "Vuoi ancora tenerti quella ridicola parrucca?" chiese sarcastico, trattenendo una risata, che contagiò anche me.
Mi sistemai i capelli ed entrammo, raggiungendo il bancone.
Ordinammo due birre, che io non presi perché di prima mattina non sopportavo l'alcool, e qualche brioche. 
"Ecco a voi." il barista ci servì il tutto, prendendo poi qualche bicchiere per pulirlo.
Mentre morsicavo il mio croissant, mi guardai intorno, sgranando poi lo sguardo.
"D-Duncan..." sussurrai al ragazzo, stringendogli la manica della maglia.
"Mh?" rispose, poggiando la birra sul bancone.
"Andiamo via di qui." spiegai, sempre mormorando.
"Perché?" si intromise Geoff.
Indicai ai due ragazzi il muro dietro al barista. Vi era appeso un foglio, con la mia foto, e qualche informazione sul mio sequestro dei due ragazzi.
Il barista si stava per girare, ma lo bloccai immediatamente.
"Scusi!" attirai la sua attenzione. Non sapendo che dire, buttai a caso. "Mi da un bicchiere d'acqua, grazie."
Il signore annuì, abbassandosi per prendere il bicchiere, dandoci il tempo di scappare fuori dal locale.
"Tien-..EHI! DOVETE PAGARMI! A LADRO!!" urlò poi lui, accorgendosi della nostra fuga.
Entrammo subito in auto e ci allontanammo da quella zona.

Eravamo già ricercati.

**

Accostammo dietro un parcheggio isolato. Io mi buttai sul sedile sbuffando, esausta per la corsa di poco fa. Non eravamo al sicuro lì dentro, o almeno, erano loro a non essere al sicuro. Se ci avrebbero beccati, mi avrebbero liberata, arrestando Duncan e Geoff, e sarei tornata alla mia monotona vita. Forse era questo che mi bloccava a non scappare. Non volevo tornare alla mia vecchia vita, e poi, ormai mi ero affezionata a questi due criminali da strapazzo. Sì, anche a Duncan, anche se ancora cercava di comandarmi e fare il prepotente.
"Che spasso..." commentò eccitato Geoff.
"Eh già!" ribattei dopo qualche sospiro.
"Dobbiamo stare attenti..." aggiunse anche Duncan, mettendo da parte la sua aria da arrogante.
Proprio mentre stava per aprire bocca, suonò un cellulare, che dopo varie ricerche scoprimmo che era quello del punk.
"Pronto?" rispose scocciato lui. Dopo aver sentito l'altra persona, la sua faccia si fece seria. "Sì, abbiamo chiuso." continuò irritato. Dal cellulare si sentivano delle parole urlate, che più o meno riuscii a sentire.
-COME HAI POTUTO LASCIARMI TRAMITE MESSAGGIO?!- disse quella che doveva essere la sua ex.
"Veramente io ti ho lasciato già qualche settimana fa. Sei tu che non vuoi mollare!" ribatté ormai sull'orlo della pazienza lui.
-Come ti permetti!? Criminale! So che sei scappato col tuo amichetto! Chiamo i miei avvocati! Ti faccio arrestare!-
Dopo averla mandata a quel paese, buttò il telefono dal finestrino, rimettendo in moto la macchina.
"Maledetta..." sibilò tra sé e sé.
"Courtney?" chiese preoccupato Geoff.
"Wow, come hai fatto a scoprirlo?" ribatté sarcastico il punk. "Ora abbiamo anche i suoi avvocati alle calcagna. Dobbiamo andare via."
"Beh..." il festaiolo esitò. "Forse so dove possiamo stare..." continuò insicuro.
"Spara!"
"Da Bridgette..."
"Bridgette?" domandai io.
"Ma ci vorrà un sacco!" disse Duncan.
"Dove abita?" richiesi.

"A San Francisco."

---->Angolino dell'autrice<----

Sono ritornata!!^^
Oddio...comincio a shippare la GeoffxGwen AHAHAHAHA. Sono carini insieme!:')
Ma non voglio tradire la povera Bridgette :c
Comunque...Vi piace?
Recensite, se vi va!;)
gwuncan99



 
  
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