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Autore: Ici Drive    02/01/2014    2 recensioni
In un tempo lontano, due famiglie lottavano per il potere del territorio del fuoco e per la ricchezza ma il destino ha giocato con loro, portando l'amore tra due loro discendenti molto speciali e con poteri immaginabili.
Dopo l'attacco di Pain:
Hinata ha creduto di essere una fallita per tutta la vita, nemmeno il suo sacrificio è servito a metterla in buona luce, anzi, è stata definita una sciocca da parte del padre. La sua dichiarazione non ha avuto gli esiti sperati, Naruto ha preso come esempio la sua determinazione e si è confessato alla donna sbagliata. Però, tutto questo ha portato ad un estremo cambiamento nella sua vita.
Il traditore ritrova qualcosa che può cambiare il destino e favorire la distruzione di Konoha. Deve giocare la carta molto bene per vincere, se no si autodistruggerà. I legami che tutti credevano perduti ritorneranno, alleanze mai concepite prima si faranno e il nemico sarà più forte che mai, perché Tobi ha bisogno della prescelta per far rinascere la bestia.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Hinata/Sasuke, Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 1

Hinata ed i suoi compagni stavano per rientrare all’villaggio dopo la missione che li fu affidata.
La ragazza pensava spesso a quello che Kiba e Shino gli avevano detto, cioè che mentre lei dormiva aveva scaravento il povero Kiba, fuori dalla tenda con il suo chakra. In un primo momento, aveva pensato che la stessero prendendo in giro, ma conoscendo Shino,  era improbabile.
Le avevano chiesto pure, chi fosse Akemi ma Hinata aveva risposto di non conoscerla e, che lei come loro sapevano, non possedeva un chakra abbastanza forte da scaraventare una persona.
Per tutto il resto del viaggio, si era scervellata pensando a come avesse fatto una cosa del genere.
Lei era la debole della famiglia. Non era di certo forte come Neji o Hanabi.  Era semplicemente debole, e nient’altro. Non era in grado di sconfiggere nemmeno la piccola Hanabi... che razza di scherzo era? Persino suo padre, -quel amato padre tanto ricercato e mai avuto-  non la credeva capace di mandare avanti il clan, dopo la sua morte. Hinata di certo, non gli poteva dare torto, lui aveva ragione su tutti i fronti.
- Hinata, forse è meglio se ci fermiamo non pensi?- Kiba aveva raggiunto la ragazza in groppa ad Akamru e siccome pareva che la ragazza non lo stesse proprio ascoltando, decise di richiamare la sua attenzione toccandole il braccio.
- Scusa Kiba, ero immersa nei miei pensieri!- Hinata con loro ormai non balbettava più, l’unico che le faceva ancora effetto era Naruto, il quale, era a conoscenza dei suoi sentimenti, dopo che lei si era dichiarata nello scontro contro Pain.
- Stavo dicendo che è meglio se ci fermiamo. Abbiamo viaggiato senza sosta ed a questo ritmo saremo all’villaggio per stanotte, quindi una pausa c’è lo meritiamo.- Kiba fece uno dei suoi soliti sorrisi e la ragazza lo ricambiò.
– Allora Akamaru e, ora di mangiare non trovi?- Hinata vide Kiba trafficare nel suo zaino da viaggio e poi estrarre del cibo per Abamaru. Il cane si mise ad abbaiare felice che il suo padrone avesse presso il suo cibo preferito.
- Hinata, cosa c’è che non va?- Shino aveva osservato bene la ragazza dopo quella notte e gli pareva molto turbata, forse non era stato un bene dirgli dell’accaduto.
- Stavo pensando a come era possibile che avessi fatto una cosa del genere. sono debole in confronto a mia sorella e Neji. Se fosse per mio padre, il capoclan sarebbe Hanabi, so che non sono forte.- La ragazza aveva la voce incrinata segno che stava soffrendo per le parole dette ed i due, sapevano bene la situazione di Hinata con la famiglia.
Per quanto Neji e Hanabi la stimassero, il padre non era di quel opinione. Sapevano che Hinata era cambiata molto da quando era in squadra con loro e, il fatto che avesse combattuto contro Pain per salvare Naruto ne era la dimostrazione. Anche se lo scontro era finito male per lei, che aveva rischiato di morire, se non fosse stato per Sakura.
- Hinata, tu non sei più la ragazza di tanti anni fa, sei cambiata molto. Sei diventata forte e coraggiosa, non ti devi sottovalutare! Hai detto perfino a a quella testa quadra di Naruto ciò che provi per lui. Fidati, nessuno di noi ci avrebbe scommesso nemmeno un soldo che l’avresti fatto!- Kiba  aveva parlato a raffica cercando di consolare la sua amica.
- In che senso scommesso?- Hinata si sentiva meglio dopo ciò che il ragazzo le aveva detto e sapeva che anche Shino la pensava allo stesso modo.
- Ehm, ho detto scommesso, intendevo metaforicamente, insomma…  nessuno di noi ha fatto delle scommesse su di voi!- Il ragazzo cercava in tutti i modi di tirarsi fuori dal quel guaio, malediva la sua boccaccia per aver parlato troppo. Hinata non doveva sapere che ormai tutto il villaggio sapeva della sua cotta per Naruto Uzumaki e che loro per gioco avevano fatto delle piccole scommesse su loro due.
- Kiba, forse è meglio che tu taccia, non pensi?- La voce di Shino era minacciosa ed a Kiba venero i brividi al solo sentirlo.
- Già, meglio se cambiamo argomento. Allora di cosa possiamo parlare?- Kiba mise una mano sotto il mento segno che stava riflettendo.
- Io penso che sia meglio che non parliamo affatto e ci mettessimo in cammino per il villaggio.- disse autoritario Shino, il leader del gruppo  poiché la maestra Kurenai non poteva partecipare alla missione.
- Sì, meglio se ci muoviamo.- Hinata si alzò e anche Kiba e Akamaru fecero lo stesso, la ragazza prese il rotolo che bisognava portare all’hokage e si misero in viaggio verso il villaggio.
 
Un kunai andò al centro, nel petto del manichino. Era realizzata ma poteva puntare più in alto.
Altri kunai alla velocità del vento colpirono il finto cranio, le giunture e il torace.
Bucare i polmoni, privarlo dell’ossigeno le pareva un’ottima mossa. Un shuriken finì nella carotide, punto di vitale importanza per un nemico. Erano esercizi supplementari, che definivano la massa muscolare e la bravura della genin, facendola migliorare parecchio. Il suo maestro le diceva di continuare ad allenarsi anche se usava il byakugan, arma pericolosa ma solo per un nemico ravvicinato. Doveva combattere corpo a corpo, per vincere e bloccare i flussi di chacra.
Hanabi a fiato corto, si sedette per terra ignorando la polvere e lo sporco. Era semplicemente stanca.
“Inutile.” Pensò il moro stando invisibile dietro ad un albero.
“Inutile e priva di valore.”
La ragazzina non era nemmeno in grado di accorgersi di lui. Era noiosa, bambina e sfiancante.
Quella era un’erede Hyuga? Di quella parlavano le profezie?
La trovò assurda, una bambino e basta.
Gli ricordò Sakura in tutto e per tutto.
Hanabi era la stella degli Hyuga, il pilastro che avrebbe condotto il clan alla gloria. Figuriamoci, era patetica come la sorella.
Lui, il grande Sasuke Uchiha non l’avrebbe sfiorata nemmeno con un dito, non né valeva la pena per quanto era inservibile. Lei alleata per la distruzione di Konoha? Manco morta.
La pergamena diceva che il Mangenkyo Sharingan avrebbe trovato la sua metà, il Sacro Byakugan, discendente della stirpe divina, la figlia degli Dei supremi. Era scritto con il sangue di migliaia di persone uccise per un sacrificio, l’odore era riconoscibile, e profetizzava la venuta di una prescelta. Cioè, quello che la ragazzina non era!
-Tsk.- disse Sasuke prima di sparire.
Un kunai affiliato si conficcò nello stesso albero dove prima c’era appostato il mukenin. L’albero prese fuoco al contatto con l’arma, facendo girare Hanabi sbalordita.
 
Sasuke sotto le sembianze di una ragazzino di tredici anni, superò il portone d’accesso di Konoha senza interferenze. Nessuno lo stava sorvegliando a dovere, constatò. Dopo l’attacco di Pain, il villaggio era mezzo distrutto, edifici storici caduti a terra, case e case rase al suolo e tutti si cimentavano muratori con gli aiuti provenienti dagli altri villaggi, ricostruivano pezzo per pezzo. Casualmente, casa sua era rimasta in piedi e lo trovò strano. Mentre ninja morivano sotto la mano del nemico, l’emblema della sua famiglia rimaneva in piedi.
Konoha se lo meritava! Lui stesso l’avrebbe cancellata dalla faccia della terra quando avrebbe trovato l’arma finale.
“Quando inizierà l’Apocalisse, Konoha verrà distrutta completamente, assieme ai suoi abitanti.” Pensò il moro determinato.
“Colei che ha gli occhi sacri,
verrà illuminata dalla luce,
colui che nasce dall’oscurità,
verrà abbracciato dalla morte.”

Sasuke sbatté contro qualcuno.
Lui, l’ultimo degli Uchiha, il grande clan, aveva perso la concentrazione un solo secondo, sbattendo contro un insignificante essere.
Lanciò uno sguardo omicida alla persona che era caduta.
-Attento!- disse una voce a lui famigliare, ringhiando.
Ecco chi era, quel nullafacente di Kiba Inuzuka con appresso quel sacco di pulci.
No, non era lui ad essere caduto ma quell’imbranata della Hyuuga, che aveva escluso a prescindere. Era troppo debole, troppo.
Sasuke ignorò gli insulti di Kiba e facendo attenzione a non farsi scoprire, sia per l’odore che per il comportamento, le porse la mano. Gli costava uno sforzo enorme ma lo dovette fare. Non era il momento di farli fuori!
Le dita pallide della ragazza sfiorarono le sue e una strana energia li avvolse. I loro occhi si incatenarono e il Magenkyo Sharingan si attivò spontaneamente.
La metà che trovava la metà.
Il ciclo per il cambiamento, era appena avvenuto. I due prescelti, separati da migliaia di anni si ritrovarono, in quel momento.
Un chacra in un’intensità mai vista prima, circondò i due ragazzi e mentre Kiba e Shino attaccarono, il tempo si fermò.
 
Spero che vi piaccia. Scusate l'enorme ritardo. 
By Jess e Vee :)
   
 
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