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Autore: AlexVause    02/01/2014    4 recensioni
For You (per Te)
Cosa non farei per te, Amore Mio...
Ogni giorno che passa sei nel mio cuore.
Ogni attimo in cui non ci sei, sento la tua mancanza.
Ogni mio passo lo farò verso te, ogni mia azione sarà per te.
Always (sempre)
Ogni cosa te la dedicherò, fosse anche solo un sorriso. Finchè vivrò e per sempre.
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Swan Queen
Seguito di Trust.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amarsi e perdersi per poi ritrovarsi. Destino.'
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Capitolo 18
 
“Miei cari, noi disertiamo. Oh, non fraintendetemi, potete sempre chiamare all’occorrenza.
Spero solamente, con tutto me stesso, che esitiate a chiamare e che non abbiate bisogno alcuno di farlo. Detto ciò, Au Revoir.”
E con queste parole, Gold si congedò, svanendo nel nulla assieme a Belle.
Emma, Neal, Malefica e Regina, assieme al piccolo Henry, erano riuniti a casa Charming.
- Abbiamo una camera da letto al piano di sopra, Malefica.
Informò Snow White, da brava padrona di casa.
- Io voglio dormire con le mie mamme!
Esclamò Henry abbracciando Regina, mentre stringeva la mano di Emma.
- Io…
Cominciò la Evil Queen, schiarendosi la voce.
-…non credo sia possibile, Henry.
Finì la donna, un po’ impacciata, guardando il figlio.
- Perché?
Chiese il ragazzino, incrociando le braccia al petto, già con il broncio.
- Perché probabilmente, il tuo papà ora che ha fatto pace con la tua ma…
Non riuscì a terminare la frase che Emma la interruppe.
- Ma che dici!
Esclamò la bionda con disappunto.
- Non si scaldi, Miss Swan. Ho pensato che…
- Beh non pensare!
La interruppe nuovamente, ringhiando, lo Sceriffo che si allontanò andando nella camera da letto.
- Non la facevo così permalosa. La mia presenza la contagia.
Ironizzò la Evil Queen, sorridendo al figlio che ricambiò.
- Ha. Ha.
Si udì la voce lontana di Emma, infastidita.
 
Dopo un paio d’ore, Neal si addormentò sul divano e Malefica dormiva nella camera adiacente a quella dei Charming.
Il piccolo Henry era finalmente sereno, nel lettone, che dormiva fra Emma e Regina.
- Regina.
Tentò la bionda. Parlava in un sussurro, per non svegliare suo figlio che dormiva così beatamente.
La mora era girata su un fianco dandole la schiena.
- Sì?
Le rispose subito la Evil Queen.
- Sei sveglia?
Chiese la bionda, timidamente.
- Se le rispondo, significa che è così.
- Ehm…giusto.
Il cuore le correva veloce nel petto, ripensando alla notte in cui dormirono insieme per la prima volta.
Ebbe paura ad affrontare l’argomento…paura per la risposta che avrebbe ricevuto.
- Ti…ti ricordi di essere già stata qui?
Riprese fiato dopo aver posto la domanda, accorgendosi solo ora d’aver trattenuto il respiro.
- Ci sono stata, sì. Cosa vuole chiedermi, nello specifico?
In risposta a ciò, ci fu un fruscio di coperte e lenzuola.
Dei passi si avvicinarono alla mora. Emma le si accucciò a fianco. Occhi negli occhi con la donna di fronte a se.
- Voglio dire, quando eravamo in lotta con tua madre.
La Evil Queen frugò un istante nella sua memoria.
- Sì. Lei dormì sul divano.
- Ricordi nient’altro di quella notte?
La mora sospirò. Si stava innervosendo a quelle domande.
- Ho dormito assieme ad Henry, in questo preciso letto. È tutto.
Emma ascoltò, ciò che disse Regina. Un nodo le si formò in gola, ma volle ritentare comunque, il gesto di quella sera ormai lontana.
Lo stesso gesto che sciolse il Sindaco infrangendo ogni barriera, posta dalla mora fra loro.
Si alzò in piedi, prendendo il libro dallo scaffale accanto al muro.
Si sedette sul letto accanto alla Evil Queen e ancora una volta le raccontò la storia, che legava se stessa a quel libro per ragazzi…Il Piccolo Principe.
Lo aprì alla pagina designata, lasciandolo poggiato sulla coperta accanto al Sindaco, poi Emma si alzò e andò in cucina a bere un bicchiere d’acqua, nell’attesa che Regina leggesse quelle poche righe per lei così importanti.
Dopo aver bevuto, si voltò per andare in camera da letto, ma la Evil Queen la anticipò, presentandosi alle sue spalle. Ciò fece sussultare la bionda che pensava d’esser sola.
- Dove vuole andare a parare, Miss Swan?
Le chiese Regina, lasciando di stucco la ragazza davanti a lei.
Non era quella la reazione che si sarebbe aspettata, dalla sua Ex compagna.
- Che…che vuoi dire?
Una morsa le serrò lo stomaco.
- La frase del racconto che mi ha fatto leggere, è senza dubbio molto bella. Cosa si nasconde dietro essa?
- Voglio farti tornare alla mente me…noi.
Regina  sbuffò.
- Senta, non c’è nessun noi, Miss Swan. Non so cosa vi stia capitando. Neverland deve a…
- Vi?
La interruppe lo Sceriffo.
- Si. Tutti voi, continuate a sostenere il fatto che io abbia perduto la memoria o similar versione.
Non è così!
L’irritazione, stava prendendo il sopravvento sulla Evil Queen ed i toni di voce iniziarono ad alzarsi.
Neal si svegliò. Voleva ascoltare la conversazione. Non si mosse per evitar di essere scoperto.
- Prova a riflettere Regina, se sei l’unica a non ricordare questo aneddoto, forse è davvero così.
Non credi?
Il Sindaco alzò gli occhi al cielo.
- Non dica sciocchezze.
Questo fece infuriare lo Sceriffo. Non c’è peggior sordo, di chi non vuol ascoltare.
- Allora chiedi ad Henry! Brutta testarda che non sei altro!
- Mi insulta pure?
- Certo che lo faccio!
Con un gesto della mano. Regina isolò acusticamente la cucina, in modo da litigare senza svegliare nessuno.
Ignara che Bae, stesse guardando ciò che stava accadendo fra loro.
- La smetta.
- Sei incredibile. Se tutti dicono che questa cucina è bianca, perché effettivamente lo è, tu continui e continuerai imperterrita a sostenere che è nera, nonostante l’evidenza del tuo errore!
Sbottò la bionda.
- Non è vero.
- È così! Lo stai facendo da quando siamo tornati!
Il sindaco sbuffò.
Emma con un gesto veloce, le afferrò il viso con le mani. La spinse contro il frigo e la baciò.
Il suo cuore correva all’impazzata, nell’assaporare nuovamente le sue labbra, così dolci, così morbide e calde.
Si fermò allibita, dopo aver sentito una fitta al labbro inferiore seguito dal gusto del sangue.
- Mi…mi hai morso?
Chiese, con la voce rotta dalla tristezza di quel gesto, che la ferì molto più gravemente di quel taglio sul labbro.
- È il minimo!
Rispose Regina, spingendo lontano da se la bionda.
Tolse l’incantesimo di isolamento dalla cucina e si rimise a letto, lasciando sola Emma che si sedette su di uno sgabello. Una lacrima solcò il suo viso.
 
Emma fu svegliata dal profumo di uova, bacon e caffè.
Snow White era intenta a preparare la colazione.
James era poggiato al tavolo, poco distante dal nipote, che si gustava pancake e succo d’arancia.
Regina era tra Biancaneve ed il principe che preparava il caffè.
- Buongiorno.
Salutò James, sorridendo, la figlia.
- Ciao tesoro. Hai fame spero. Abbiamo: pancake, uova, bacon, cereali con latte, caffè e succo d’arancia.
- Ottimo.
Rispose con un lieve sorriso, la bionda.
- Regina e tuo padre si sono coalizzati contro di me.
Le bisbigliò all’orecchio Neal, appena giunto dietro Emma.
- Magari è una tua impressione.
Rispose di rimando lo Sceriffo. Non aveva voglia di conversare. Voleva essere lasciata sola, anche se ciò non era possibile. Sarebbe dovuta andare con il padre, quella mattina, a verificare possibili danni causati dall’ombra di Pan.
- Venite, sedete qui vicino a me.
Invitò il piccolo. I due genitori eseguirono, andandosi a sedere accanto al figlio.
Neal si avvicinò nuovamente alla bionda.
- Sta a vedere.
Le sussurrò. Alzò lo sguardo verso la famiglia di Emma.
- Buongiorno!
Salutò tutti Bae.
- Buongiorno a te.
Sorrise Snow.
- Uhm.
Fu la risposta all’unisono, da parte di Regina e James.
- Visto? Sono contro di me.
Affermò Neal a bassa voce. La frase fu però udita anche dagli interessati che, risposero insieme anche stavolta, attirando l’attenzione su di loro.
- Non è vero. - È vero.
Disse il principe cercando di giustificarsi, seguito dalla Evil Queen che invece ammise la cosa.
I due si guardarono decidendo di fare un tentativo migliore, ma errando nuovamente perché invertirono le risposte.
- È vero. – Non è vero.
James e Regina si fissarono. Questa volta vollero evitare di mentire.
- È vero.
Dissero insieme.
- Ma non è fatto di proposito.
Aggiunse il Principe con un sorriso.
- Forse.
Continuò il Sindaco, mettendosi il cappotto e riprendendo in mano la tazza di fumante caffè.
- Non farci caso Neal.
Disse Malefica sedendosi acconto ad Emma ed aiutando Snow a porgere i piatti della colazione.
- Regina, se vuoi lo zucchero è li.
Indicò un punto vicino alla macchina del caffè. C’erano due barattoli.
- Mi puoi mettere due zollette, per favore?
Chiese James alla Suocera.
L’uomo si avvicinò a lei, porgendole la tazza.
Nel primo barattolo trovò dei cioccolatini e caramelle. Lo richiuse, aprendo poi l’altro, zuccherando così il caffè della persona accanto a lei, che la ringraziò per poi tornare a sedersi accanto ad Henry.
Biancaneve si voltò verso la matrigna, che era tornata ad aprire il contenitore con i dolci.
- Regina, mi dai un bacio?
Chiese Snow alla Evil Queen che la guardò perplessa.
La figliastra le indicò, a distanza, la cosa nella mano della matrigna.
- Quel dolcetto…si chiama Bacio.
Regina guardò il cioccolatino nella sua mano, notando effettivamente la scritta “Bacio” in blu.
La mora si avvicinò a Biancaneve, dandole un bacio sulla guancia che lasciò di stucco tutti i presenti, nessuno escluso.
- Accontentati di questo…
Si mise in bocca il cioccolatino, subito dopo averlo scartato.
La carta la poggiò accanto ad Emma.
- …li ho finiti.
Snow rimase interdetta un istante.
- Ma…Regina…
Chiamarla fu inutile. La matrigna si era già allontanata, uscendo dalla porta diretta in municipio.
- …cosa mangio io…ho voglia di cioccolata.
Disse la donna mettendo il broncio.
Emma raccolse l’incartamento del dolcetto, notandovi dentro appallottolato un fogliettino con una scritta:
“ Tanto più un sogno è impossibile, tanto più realizzarlo ti renderà felice.”




Note di Alex: Nuovo anno nuovo capitolo :)
Spero di ritrovarvi sempre più numerosi e di leggere un sacco di recensioni :D
Buona lettura e alla prox.
  
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