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Autore: E M M A    02/01/2014    2 recensioni
[Grojband ]
Il ragazzo appoggiò la lettera sul comò vicino al suo letto, insieme a tutte le altre che le aveva scritto, erano tantissime, tutto ciò che avrebbe voluto dirle in quei quattro lunghi, lunghissimi mesi, l'aveva scritto in tante letterine, che la ragazza avrebbe letto appena sveglia, perchè lui ancora credeva in un possibile risveglio.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara Laney, 
Sai, questa è la prima volta che scrivo una lettera, sono sicuro che se mi potessi rispondere avresti scritto molto meglio di me, mi manchi tanto, vedere la mia migliore amica qui tutta sola in questo freddo ospedale mi fa effetto. Hanno quasi tutti perso le speranze ma io no. Sono sicuro, anzi sicurissimo che ti risveglierai un giorno. Continuo a ripetere a Kin e Kon che tornerai presto a suonare con noi anche se loro ormai non ne sono più sicuri, odio la loro mancanza di fiducia, quando ho scoperto che eri una ragazza sono rimasto un po' scosso, comunque sono convinto che sei la ragazza più forte del mondo, e uscirai presto da questa brutta situazione. Io farò tutto possibile per aiutarti, anche se non posso fare, molto. Comunque io sono qui che ti aspetto, dimostra agli altri che avevano torto. Ti voglio bene anche se forse non te l'ho mai detto sufficientemente.
 Ciao, Corey.

Pulce,
Per favore devi reagire! Non posso nemmeno pensare di poter continuare senza di te, non sento la tua voce da due mesi ormai! Sto cominciando a rinunciare, a rinunciare a te e alla tua presenza, nel nostro garage e nella mia vita. Avrò scritto si e no venti lettere, in cui ti dico che mi manchi, che ti devi svegliare e tornare e molto probabilmente tu non ne leggerai nemmeno una. I medici dicono che non stai né migliorando né peggiorando e che sei sospesa tra la vita e la morte. Ti tengono in ospedale solo perché sei giovane e ci sono alcune probabilità che tu esca dal coma. Ancora oggi maledico quel pazzo che ti ha messo sotto quel giorno dopo il nostro concerto, sei voluta tornare a casa da sola, hai insistito tanto. Continuo a incoraggiare i gemelli, ma loro sono più realisti di me, anche tu lo eri sei. Ma se ci fossi stato io su quel lettino, non avresti mai rinunciato, lo so. Non so più cosa dire, fare o pensare. Adesso chiudo qui, perché non reggo più tutto questo.
Il tuo migliore amico che ti aspetta.

Amica,
Non ce la faccio più, quando ti vengo a trovare il tuo silenzio mi uccide, penso che niente mi possa far più male di tutto questo. Oggi ho saltato la scuola per raggiungerti, ti ho portato un CD con le nostre ultime canzoni, non so perché. Ho ascoltato molte volte la tua versione di: non dimenticarmi. Ho pianto. Poterti risentire è stato... strano, e bellissimo. Non mi sono mai accorto di quanto tu fossi brava davanti al microfono.
Corey.

Il ragazzo appoggiò la lettera sul comò vicino al suo letto, insieme a tutte le altre che le aveva scritto, erano tantissime, tutto ciò che avrebbe voluto dirle in quei quattro lunghi, lunghissimi mesi, l'aveva scritto in tante letterine, che la ragazza avrebbe letto appena sveglia, perchè lui ancora credeva in un possibile risveglio.

Si sedette sulla sedia dove ormai aveva passato gran parte dei suoi pomeriggi, la salutò:
-Ehi Laney- come se si aspettasse una risposta. A volte non sapeva cosa dire, perciò rimaneva lì facendosi bastare la sola compagnia della rossa.
Ogni volta che andava a trovarla le raccontava la sua giornata, come daltronde faceva anche prima dell'incidente, parlavano di tutto, adesso parlava solo lui.

Il suo sguardo passò velocemente da Laney, al foglio su cui stava scrivendo, all'orologio appeso al muro del corridoio. L'orario di visita era quasi terminato e come sempre, lui non voleva andare.
Dovette farlo, cinque minuti dopo entrò nella camera Kelly, l'infermiera che assisteva Laney.
-Ehi Corey!- esclamò mentre trasportava una scatola di cartone
-Ehi kelly- la salutò con un cenno della testa
-Cos'hai lì? - chiese puntando alla scatola
-Roba noiosa per un altro paziente- replicò scherzosamente, il ragazzo forzò un finto sorriso, le piaceva kelly, era simpatica, dolce e carina, portava i capelli biondi lisci sulle spalle, aveva due occhi azzurrissimi da cui facevano capolino lunghe ciglia scure, era sposata con un chirurgo del piano superiore.
Kelly le piaceva soprattutto perché si prendeva cura della sua amica quando lui non c'era, era premurosa con i suoi pazienti e questo trasmetteva al ragazzo più sicurezza.
-Sei molto tenero quando vieni a trovare la nostra Laney-
-Come potrei non farlo? Lei è la mia migliore amica!- i due si sorrisero, ma Corey sorrideva più a Laney che a kelly, poi il suo viso diventò più scuro
-Ci sono... delle novità?- chiese sentendosi pessimista
-No, mi dispiace, Laney non da alcun segno di volersi svegliare-
-Capito- rispose lui trattenendo a stento le lacrime -Ora devo andare, torno domani-
-Ciao Corey, ricorda che la stai aiutando molto venendo qui- provò a risollevarlo
"IN CHE MODO LA STO AIUTANDO!? VENGO QUI OGNI SINGOLO GIORNO DA QUATTRO MESI E LANES NON MUOVE UN SOLO MUSCOLO. NON È CAMBIATO NIENTE! LEI ERA IN QUEL LETTO IERI, CI STA OGGI, E CI STARÀ DOMANI! IO NON LA STO AIUTANDO, IO MI STO ILLUDENDO! ILLUDENDO CHE UN GIORNO TUTTO QUESTO CAMBIERÀ IN MEGLIO! Così, quando lei non ci sarà, io soffrirò di più per la delusione.`` avrebbe voluto urlare tutto per il dolore che già provava, ma disse solo: -Certo kelly-

Corse fuori dall'edificio, si passò le nocche delle dita sulla guancia destra aspettandosi che questa fosse bagnata e invece no. Continuò a camminare, le mani in tasca, passo dopo passo verso casa. Si guardò intorno e assicuratosi che non ci fosse nessuno cominciò a parlare: -Emh... ciao Dio, sono io Corey, so che non ti parlo spesso, ma questa è una cosa davvero importante, una mia amica, diciamo che non sta molto bene, ti andrebbe di aiutarla? Ti prego...- Corey non disse più niente. Non riusciva a dire niente. Il solo pensiero di Laney gli spezzava il cuore. Tornò a casa in tempo per la cena, dopo l'incidente, tutti i genitori diventarono più protettivi nei confronti dei loro figli, il coprifuoco di Corey era alle 20.
-Allora tesoro, novità? Come sta Laney?-
-In coma come sempre- rispose lui giocando con il cibo che aveva nel piatto, adesso il pollo con le patate era diventato un unico intruglio dallo strano colore marroncino
-Corey, non fare così col cibo- chiese il padre gentilmente, comprendendo la situazione di suo figlio -Corey, mi stai ascoltando?- il ragazzo fermò la forchetta, decise che quel giorno non aveva fame e, col permesso dei genitori salì in camera sua. ***** Nota: Remember me è un titolo di una canzone inventata da me
  
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