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Autore: Uzumaki_Devil_Dario    02/01/2014    4 recensioni
Quando il giorno diventa notte, Tokyo cambia e diventa un nuovo mondo: la reputazione si crea nelle competizioni sulle strade e la vita pulsa del motore delle automobili dalle carene fiammanti e dai carburanti pompati al protossido di azoto.
Qui la parola "velocità" è sinonimo di forza e di vita. O sei veloce o non sei niente.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Anche se all'Underground era noto che Naruto Uzumaki, nel bene o nel male, fosse capace di suscitare scalpore, i suoi modi finivano sempre per lasciare tutti a bocca aperta. Stavolta il gran colpo lo aveva fatto contro Obito Uchiha, che sebbene attorniato da nove Racers suoi sottoposti, era finito a portata di pugno del furioso Uzumaki... e quel pugno lo aveva ricevuto in piena faccia, con tanta di quella forza e rabbia da finire col sedere piantato a terra. Le reazioni a una cosa simile furono più di una: chi continuava a rimanere troppo sconvolto per emettere una parola o anche solo un sospiro; chi iniziava a piangersi addosso per il modo disastroso in cui la situazione stava per finire, come se prima non fosse già abbastanza tesa di per sé; chi guardava Obito buttato a terra e Naruto dopo il colpo scaricato, sollevando commenti su quanto fosse un idiota fuori di senno, pur senza dirglielo direttamente.
Qualcuno di più particolare, poi, reagiva in modo diverso: ad esempio Kushina, che non era riuscita a stare dietro il figlio esagitato e non aveva potuto fermarlo, restando di sasso nel vedere quella scena avvenuta troppo rapidamente; Sasuke Uchiha, tanto colto di sorpresa quanto infastidito da quella che vedeva come una semplice intromissione dell'Uzumaki in qualcosa che non lo riguardava; gli Alba, alcuni dei quali aiutavano Obito a rimettersi su e altri due o tre che si accingevano a impartire una dovuta lezione a quel biondino che aveva allungato troppo i pugni. Ciò che impedì queste ultime conseguenze fu un'ulteriore unione dei Racers dei clan che costituirono un nuovo muro fra Naruto e gli Alba.
"Brutto deficiente ritardato!" del tutto incapace di contenersi, Karin afferrò il cugino dalla collottola e lo tirò indietro "Tu hai una maledetta predisposizione per fare a botte con gli Uchiha! Ma che ti dice il cervello?"
"E lasciami!" si liberò dalla presa "Vorresti farmi credere che nessuno qui avrebbe voglia di fiondargli un calcio dove non batte il sole?"
"Ma nessuno sarebbe così idiota da farlo veramente! Quella è gente che non scherza!"
"Me ne sbatto, neanche io sto scherzando!"
Karin fu lì lì per ribattere, ma alla fine decise di lasciar perdere mandandolo al diavolo "Aaah, ma che te lo dico a fare? Tanto ormai ti sei scavato la fossa da solo, cosa vuoi che me ne freghi di cosa ti faranno quei tizi?" e se ne andò.
Nel frattempo, l'atmosfera fra i Racers dell'Underground e quelli di Alba cominciava a farsi rovente, qualcuno che intimava loro di farsi da parte per lasciargli mettere le mani su Naruto, qualcun altro dello stesso clan che urlava rabbioso rivolgendosi direttamente a lui per istigarlo a farsi vedere "Avanti, piccolo bastardo, salta fuori invece di nasconderti dietro agli amichetti! Ti insegno io a metterti contro chi non devi!"
Naruto, dal canto suo, non voleva neanche stare a pensarci e fu sul punto di tornare in prima linea; fu solamente Hinata a raggiungerlo e fermarlo prima che rispondesse così facilmente alle provocazioni "Aspetta un attimo, Naruto-kun. Se ti metti da solo contro di loro, ti metterai ancora di più nei guai."
"E allora? A te non da' fastidio che arrivino qui e si proclamino i padroni?"
"Certo che mi da' fastidio, ma non voglio che tu debba vedertela da solo."
Hinata lo prese per mano, facendogli capire che intendeva stargli vicino in quella situazione. Naruto la strinse di rimando e così la portò con sé, facendosi spazio in mezzo alla barriera umana. Quando si fece vedere, quello che lo aveva provocato lo adocchiò subito, anche se Naruto stesso faticava a prendere seriamente quel volto poco virile con un ridicolo ciuffo cadente sulla metà sinistra. Anche minacciandolo, non c'era verso che un individuo del genere potesse intimorire l'Uzumaki.
"Ora ti fai vedere, eh?"
"Ne vuoi un po' anche tu?" Naruto fece scattare le nocche del pugno "Guarda che ne ho comunque per tutti voi stronzi."
"Fatti un po' pestare, su." l'occhio non coperto si spostò su Hinata "E poi penso proprio che alla tua ragazza potrei dare una compagnia migliore."
"Sto bene dove sono adesso." sentenziò la Hyuga "Quindi è meglio che non ti avvicini."
"Sai com'è" spiegò Naruto "lei non va a donne."
Vedendolo sul punto di rispondere all’offesa con i pugni serrati, l'Uzumaki si preparò a sua volta a riceverlo. A fermare il Racer di Alba, però, intervenne Obito che lo trattenne dalla spalla "Deidara, adesso vedi di darti un po’ di contegno."
"Quando gli avrò spaccato un po' di ossa, me lo darò con tutta calma."
"Ho detto adesso. Siamo qui per discutere di affari, non per attaccare briga."
Con un verso di stizza, Deidara sforzò il suo autocontrollo e mandò al diavolo sia Naruto che Hinata, anche se lasciar cadere la cosa in questo modo lo irritava parecchio. Al che, l'attenzione dell'Uzumaki fu richiesta da Obito stesso "Tu, ragazzo. Avvicinati."
Non ci pensò su e raccolse la sua esortazione. Continuando a stargli vicino, Hinata fece quei pochi passi più avanti insieme a lui. Quando furono davanti all'Uchiha, questi passò la mano sul labbro, ripulendosi l'esigua scia di sangue che usciva dal labbro spaccato.
"Spiegami perché lo avresti fatto."
Glielo chiese con una calma così piatta da sembrare che facesse finta di non capirlo, provocando di più le ire del biondo "Te lo devo proprio spiegare io o mi prendi solo per un idiota? Guarda che mi hanno spiegato chi sei e cosa fai. E tu credi che se tutti qui all'Underground non ti vogliano tra i piedi, io non dovrei dire la mia? Ho solo fatto quello che in fondo tutti vorrebbero."
"Un po' prevenuto avere questa opinione dopo soli cinque minuti che sono arrivato, ti pare? Non sono venuto qua mettendomi a gridare ai quattro venti che ora siete tutti sotto il mio comando. Vi sto solo proponendo un accordo vantaggioso per entrambe le parti."
"Certo, pagarti per avere da te la protezione dalle volanti. E se non ci stiamo, ci pensano i tuoi gorilla ammaestrati a farci cambiare idea con le loro buone maniere, correggimi se sbaglio."
Una simile schiettezza lo rendeva particolare come pochi altri individui, continuava a incuriosire l'Uchiha, anche se il volto deformato non lo mostrava. I metodi con cui gestiva i suoi affari erano abbastanza noti, ma chi mai ne parlava così apertamente? Ancora di più, chi mai aveva abbastanza palle da farsi avanti e atterrarlo in quel modo fregandosene di quello che sarebbe potuto accadere?
Desideroso di continuare il discorso di prima da dove l'Uzumaki l'aveva interrotto, Sasuke decise di riprendere immediatamente per sé la parola "Questa è l'ultima volta che te lo diciamo, Obito: qui nessuno vuole avere a che fare con te. Devi andartene senza che nessuno di voi si faccia più vedere qui."
"Neanche tu mi dai un po' di appoggio, Sasuke? Pensavo che in famiglia ci si aiutasse."
"Non fai più parte della famiglia, te lo sei scordato? Non esiste un solo Uchiha al mondo che ti consideri più tale."
L'ultima frase fu come se avesse risvegliato la vera espressione divertita dell'Uchiha, poiché, anche in mezzo a quelle piaghe cicatrizzate, l'angolo della bocca si alzò formando un sorriso di sottile godimento. Vederlo così inquietava Naruto e confondeva Sasuke.
"Nessuno tranne uno" lo corresse. Poi si girò verso i suoi Racers, richiamando l'attenzione di uno di loro che era rimasto nelle retrovie fino ad allora, preferendo starsene per conto suo piuttosto che prendere parte a tutta quella sceneggiata "Perchè non vieni qui? Non hai proferito una sola sillaba fino ad adesso, io immaginavo che l'idea di fare un salto qui ti esaltasse."
"Da morire, ma ho imparato a contenermi" si sentì l'altro rispondere senza neanche sforzare il sarcasmo.
Incuriosito dalla sua identità, Naruto lo cercò fra gli Alba, localizzando il tizio che si faceva i fatti propri espirando profonde boccate di fumo dalla sigaretta. Il primo dettaglio che gli balzò all'occhio fu l'aria offuscata generata dai capelli neri così lunghi da essere raccolti in una coda terminale, dagli occhi neri e dal volto particolarmente scavato attorno ad essi, nonché una compostezza così perfetta, un'espressione di calma e apparente disinteresse verso ogni cosa. Vederlo in faccia gli fu sufficiente a farsi un'idea sulla sua identità.
"Hinata-chan." chiese sottovoce "Per caso anche quel tipo lì è un Uchiha?"
"È il fratello maggiore di Sasuke-kun: è Uchiha Itachi."
Con questo, cominciò ad avere l'impressione che adesso ci fosse un Uchiha nascosto dietro ogni angolo. Scoprendo quest'altra novità, si volse a osservare le reazioni del clan direttamente interessato e vide quelle cinque persone rimaste fulminate al vederlo. Sasuke, in particolare, aveva l'aria ben più incollerita che sconvolta. Benché fosse suo fratello, non aveva per nulla l'aria di essere felice, così come a quell'Itachi quell'incontro non sembrava significare molto.
"Perché ho come l'impressione che neanche fra loro corra molto buon sangue?"
"Itachi-san faceva parte dello stesso clan di Sasuke-kun, ma poi ha deciso di lasciarlo. Poi nessuno ha più saputo dov'è che continuasse a correre, almeno fino ad adesso."
In effetti, ricordò Naruto, Sasuke gli aveva parlato del fatto che una volta il loro clan comprendesse un sesto Racer che poi se n'era andato. Dunque si trattava di suo fratello, Uchiha Itachi. E a quanto sembrava, il fatto che fosse entrato nel clan Alba suonava nuovo a tutti quanti, ma il clan Uchiha l'aveva presa più male di tutti. Infatti, poiché lui non si decideva a prendere parte alla discussione, furono loro cinque a raggiungerlo facendosi largo in mezzo agli Alba. Karin, Jugo, Suigetsu e Sakura mantenevano le loro facce ancora incredule, ma Sasuke non si limitò a questo: quando ebbe raggiunto il fratello, l'agguanto per i bordi della camicia aperta ed ebbe un faccia a faccia iracondo con lui.
"Che significa, Itachi? Spiegami che cazzo è questa storia!"
"Significa esattamente quello che vedi, stupido di un otouto. Adesso sono un Racer di Alba."
"E lo dici così, come se niente fosse?" chiese Sakura.
"Bravo, Itachi, proprio una bella roba!" Suigetsu lo applaudì con tutta l'ironia di cui era capace "Quindi ci hai piantati per farti un nuovo giro di amici! Magari questi qua avevano più grana, guarda che bella la tua nuova Bugatti! La RX-8 non era più abbastanza per te?"
"Si chiama "mirare in alto", Suigetsu, tipo cercare di avere qualcosa di meglio. Chiedo scusa se io, al contrario di voi, non ero disposto ad accontentarmi di poco."
"Sasuke, sarà meglio che gli spacchi la faccia perché sennò gliela spacco io. Anzi, lascia stare, voglio proprio farlo io."
Invece lo fece Sasuke, fu così repentino da fermare i propositi di Suigetsu sul nascere. Mollò la presa sul fratello, lasciandolo barcollare indietro. Dopo questo, e contando anche il primo colpo sferrato da Naruto, la preoccupazione generale che il tutto degenerasse in una rissa cominciò a diventare una paura sempre più fondata. Il timore che gli Alba trasmettevano era sufficiente a indurre i più dei presenti a salire in macchina e levare le tende per non rimanerne coinvolti, anche a costo di non sapere come sarebbe finita tutta quella storia. Ancora una volta, però, Obito impose la calma nel suo clan prima che attaccassero briga, così come Jugo si mise in mezzo ai due fratelli per fermare Sasuke e allontanarlo dal fratello in modo che si calmasse almeno un po'.
Dopo che si fu rimesso in piedi e dato una sistemata, Itachi si diresse verso la sua auto e, vedendolo in procinto di andarsene, Obito lo richiamò "Dove te ne stai andando?"
"Tanto sono stati tutti chiari, non vogliono unirsi al giro." rispose lui "Se vuoi rimanere a fartelo ripetere altre dieci volte, fai pure, a me non va di restare qui a perdere tempo."
"Perché no? Hai forse un appuntamento urgente?"
Stavolta Itachi non rispose. Diede gas e con una sgommata girò il veicolo verso l'uscita del seminterrato, andandosene così dall'Underground. Il modo in cui sparì non diede alcun fastidio all'Uchiha capo degli Alba, come se la cosa gli fosse indifferente... mentre, Sasuke, al contrario, non restò ad aspettare un solo momento di più. Non appena ebbe visto la Bugatti svanire oltre il dosso in salita dell'uscita, filò repentino verso la Mercedes e partì in grande accelerata per correre dietro al fratello come una scheggia, ignorando deliberatamente i tentativi dei suoi compagni di clan di fermarlo e chiedergli che intenzioni avesse.
Sfrecciando all'aria aperta, non gli fu difficile individuare da lontano l'auto del fratello che continuava a filare come un razzo. Ingranò fino alla quarta marcia e accelerò in modo da tagliare subito le distanze, finché l'attenzione di Itachi non cadde sullo specchietto retrovisore e, voltandosi per un attimo, scoprì di essere inseguito. Ci sapeva ancora fare, Sasuke, sembrava proprio che non avesse perso il tocco. Visto che aveva deciso di andargli dietro, decise di provocarlo un po' e salì di marcia anche lui, incrementando la velocità e la distanza fra loro.
Vedendolo scattare in quel modo, Sasuke non fu da meno e accelerò anche lui, deciso a inseguirlo non per raccogliere la provocazione ma perché doveva raggiungerlo assolutamente. Continuò a rincorrerlo per un lungo tratto su quella strada che accostava la spiaggia, andando anche oltre il famoso quarto di miglio in cui Karin era stata surclassata da quel suo cugino Naruto. Arrivati a un certo punto, però, la strada in quella direzione finiva ed erano tenuti a prendere una svolta a sinistra che li condusse in delle vie meno deserte. Entrarono in una strada urbana sovrastata da una sopraelevata, dovettero tagliare il passaggio delle auto all'incrocio per immettersi nel loro senso di marcia dall'altra parte del sottoponte; ci fu il rumore di uno schianto, quasi certamente un'auto che aveva cozzato dietro un'altra che aveva dovuto frenare a causa della loro improvvisa apparizione. Nessuno dei due Uchiha ci fece comunque caso e se lo lasciarono alle spalle, Itachi che continuava a sorpassare veicoli come se volesse metterne il più possibile fra lui e Sasuke, quest'ultimo che invece non demordeva e non cessava di essere la sua ombra, senza mai perdere di vista la Bugatti e senza mai sparire dallo specchietto retrovisore del fratello. Un sorpasso difficile fu quello di un autotreno, non per Itachi ma per Sasuke, che quando giunse il suo momento di passare nella corsia opposta vide i fanali di una macchina che gli veniva incontro. Non lo considerò comunque un problema e si spostò più a bordo strada, evitando lo scontro frontale e terminando il sorpasso dell'enorme veicolo coi rimorchi.
Più avanti si approssimava un tunnel a due vie che divideva i sensi di marcia, così cercò di tornare nella sua scia con una brusca sterzata, rischiando un altro impatto; anticipò le intenzioni dell'auto opposta di farsi più a destra per evitarlo e, con una leggera derapata della parte posteriore della vettura, gli liberò il passaggio e scansò il pericolo. In tutto questo, non perdeva di vista Itachi, lo seguì non appena lo vide entrare in galleria. L'interno era ben poco illuminato, tuttavia i delineatori gialli a bordo strada riflettevano i fari anabbaglianti e indicavano l'andamento ad ampia curva del tunnel, inoltre erano su una carreggiata con due corsie a senso unico. Arrivati fuori, tornarono sotto le luci della città serale, la strada davanti a loro diventava una sopraelevata ma, anziché prenderla, imboccarono la corsia laterale di decelerazione e tornarono giù.
A questo punto, pensò Sasuke, era chiaro che Itachi non sceglieva a caso le vie da prendere, né stava giocando al gatto col topo: aveva la specifica intenzione di portarlo da qualche parte. Interpretando così le sue intenzioni, accelerò ancora per non restare indietro e si avvicinò ancora di più. Pensava anche di affiancarlo e pretendere direttamente delle spiegazioni, ma in quella strada urbana a doppio senso e così stretta era un azzardo, così decise di limitarsi a rimanergli dietro.
Poi la corsa cominciò a diventare una vera follia. Più avanti c'era un passaggio a livello attualmente non sbarrato, così Sasuke vide la Bugatti accelerare per arrivarci il prima possibile. Scoprì, però, che la sua intenzione non era di varcarlo prima che potessero eventualmente abbassarsi le barriere, bensì immettersi completamente sui binari e continuare a corrervi sopra.
<< Ma è pazzo! >>
Tuttavia non ci stava a essere lasciato indietro in quel modo. Perciò, se quella era la partita che Itachi voleva, l'avrebbe giocata fino alla fine. Si mise anche lui sulle rotaie con una derapata e seguì la scia del fratello. A giudicare dall'aspetto, non erano rotaie ideali per treni passeggeri, quasi sicuramente erano riservate al passaggio di convogli merci; anche il cambio di paesaggio da urbano centralizzato a periferico sempre più evidente lasciava presagire questo. Sasuke ne dedusse che Itachi lo stesse conducendo a una zona industriale... o, più probabilmente, un'area portuaria, poiché in tutta la corsa non si erano mai allontanati troppo dalla costa e ora ci si avvicinavano ancora di più. Il terreno, alternato fra la ghiaia e le traverse in legno, era meno che adatto per le corse, le auto subivano tanti di quegli sbalzi da mettere a dura prova le sospensioni, eppure l'Uchiha in testa non voleva saperne di abbandonare quella strada. Non c'erano molte luci lungo la linea ferroviaria, seguirne l'andamento senza deragliare era difficile.
Un rumore sconcertante li fece voltare tutti e due: i fari e il suono lontano di un treno che sferragliava dietro di loro, sui quegli stessi binari, a poche centinaia di metri di distanza. E poiché era un mezzo molto più adatto dei loro a percorrere quella strada, era molto più veloce, al punto che si approssimava a rapidità preoccupante. I due fratelli dovettero esigere di più dalle rispettive auto e diedero più gas, anche se sui binari ciò aumentava il rischio che perdessero il controllo dei veicoli. Fecero comunque del loro meglio per distanziarlo, finché non si voltarono di nuovo e si resero conto che non serviva a niente: ce l'avevano alle spalle e non rallentava! Sterzarono entrambi, in direzioni opposte, e abbandonarono i binari discendendo la scarpata sulla quale erano locati. Il convoglio passò in mezzo a loro a velocità travolgente e con uno sferragliare assordante, mentre le due macchine ai lati del treno continuavano a correre parallele. Sasuke non riusciva quasi più a tenere d'occhio il fratello, pur essendo sicuro che si trovasse dall'altra parte... ma senza un modo per oltrepassare la scarpata, sarebbe rimasto troppo indietro e l'avrebbe perso completamente. Accanto a loro, i carri merci continuavano a scorrere, una catena interminabile di vagoni... finché a un certo punto le cisterne non divennero dei carri aperti, semplici piattaforme su ruote senza pareti perimetrali. Sasuke volle cogliere la palla al balzo e diede un'ulteriore accelerata: la Mercedes risalì la scarpata trasversalmente, ma a una velocità tale che, una volta raggiunta la cima, tutto il veicolo si alzò in volo. Utilizzando la breve salita come trampolino, l'auto ebbe lo spazio per sorvolare i carri merci aperti, sospesa in aria in un'azione assurda che eguagliava quella di Itachi di intraprendere i binari. Iniziò la discesa sull'altro lato e il suolo tornò a farsi sentire sotto le ruote con un brusco urto, senza che impedisse a Sasuke di riprendere velocità dopo aver visto la Bugatti che continuava a correre. Notò, però, che stava iniziando a rallentare e intraprese una svolta a sinistra.
Era come aveva immaginato, lo aveva guidato il più lontano possibile dal centro della città e aveva cercato la riservatezza di uno scalo merci in un porto di periferia. La sua auto percorse un'ultima stradina breve che sboccò in un ampio spiazzo adibito all'ormeggio di una nave cargo. Tutti i container che si trovavano dapprima sul ponte erano già stati scaricati e deposti a terra in modo da formare un immenso blocco da tonnellate di metallo. In tutto il porto, però, non era rimasto più nessun lavoratore a quel tardo orario per controllare tutta la merce scaricata, muovere le gru e guidare le macchine per il trasporto merci. Adesso era un luogo completamente deserto e lasciato a dormire al buio. Itachi, consapevole di questo, si fermò lì e scese dal veicolo, aspettando finché Sasuke non fece ugualmente.
"È un piacere vedere che non hai perso la mano, Sasuke. E anche che la tua auto rimane sempre la stessa. Anche il nome è sempre quello o lo hai cambiato?"
"Che cosa c'è che non va in quello che ha adesso?"
"Perché dovresti chiamare una macchina "Avenger"? Di chi si dovrebbe vendicare?"
"Basta con le boiate, Itachi." tagliò corto Sasuke "Non mi prendi in giro, so bene che quando mi chiami "stupido di un otouto" c'è qualcosa che stai cercando di farmi capire. Se mi vuoi dire di che si tratta, fallo e basta."
"Come vuoi. Ma prima di questo, sai se ti è venuto dietro qualcun altro?"
"No, credo non ci sia nessuno."
"Non ci devono essere incertezze, Sasuke." precisò Itachi con tono improvvisamente grave "Sei sicuro o no? Quello che sto per dirti riguarda solamente la nostra famiglia. Se qualcuno di esterno dovesse sentirlo, sarebbero guai per lui e per noi."
"Sì, sì, ho capito. Muoviti a spiegarmi che cosa sta succedendo."
Itachi trasse un respiro profondo, pensando da quale punto cominciare. Vedendo questa sua piccola indecisione, fu Sasuke a stabilire cosa farsi spiegare prima di tutto "Potresti iniziare col dirmi cosa hai a che fare con Obito. Hai avuto ben pochi rapporti con lui quando era ancora di famiglia, perché ci diventi improvvisamente pappa e ciccia ora che non ne fa più parte?"
"Lo sto tenendo d'occhio già da diverso tempo. Dovevo sapere cosa ha in mente di fare."
"Davvero? E come mai questa improvvisa preoccupazione sulle sue intenzioni? A chi vuoi che importi di ciò che fa?"
"Dovrebbe importare anche a te, Sasuke. Stasera tutti quanti voi gli avete ripetutamente sbattuto un "no" in faccia e questo lui non l'accetterà mai. Ora che ha messo gli occhi sull'Underground, farà di tutto per ottenerlo e potete stare certi che ci riuscirà, con le buone o con le cattive."
"Credo che tu stia esagerando. Da come ne parli, sembra che l'Underground sia diventata una sua ossessione. Possiede tutte le altre basi della città, cosa se ne fa di un'altra in più?"
"Monopolio: è questo ciò che cerca di ottenere. La gestione di tutti i punti nevralgici delle corse clandestine di Tokyo. Hai idea dell'ammontare di guadagni di un racket simile?"
"Fin troppi, direi. Non ha un'attività ufficiale, né un lavoro che possa mascherare simili introiti. Tutti quei soldi come li ricicla senza destare sospetti?"
"Ha acquistato da pochissimo tempo un autosalone. Espone e vende auto di un certo livello, come questa Bugatti, e questo giustifica in parte tutti soldi che guadagna in nero."
"Milioni di yen." precisò Sasuke "Non c'è un solo autosalone al mondo che permetta certi profitti nel giro di un solo anno. Ne deduco che non si accontenterà di questo, acquisterà altre attività commerciali. Magari, un'intera catena di autosaloni."
"Questa è la sua copertura. Ma nostro padre e i nostri zii hanno intuito già da alcuni mesi che ciò che Obito ha in mente non è nulla di buono. Non te lo nascondo, Sasuke: papà sa delle nostre attività notturne, dell'Underground e di tutto il resto, ormai da diverso tempo. Il solo motivo per cui non ha preso provvedimenti in merito è perché non vuole che io e te facciamo la stessa fine di nostro cugino."
"Certo, me le immagino le nostre facce su tutte le riviste. Io, te e Obito, l'ultima generazione della nostra famiglia, che umiliamo fino in fondo il prestigioso nome degli Uchiha. Se sa di noi, vuol dire che sa anche delle attività di Obito."
"Lo sa lui, lo sa Izuna-ojiisan e soprattutto lo sa Madara-ojiisan. E poiché ne erano al corrente, papà è venuto personalmente da me a chiedermi di entrare nel gruppo di Obito, ottenere la sua fiducia, tenere d'occhio tutti i suoi movimenti e riferirglieli."
E questo, pensò Sasuke, era il motivo vero e proprio che aveva spinto Itachi a lasciare il loro clan. Il che spiegava anche perché si fosse astenuto dal dare spiegazioni a lui, a Sakura e a tutti gli altri quando se n'era andato, riguardava unicamente la loro famiglia e non ci teneva a metterli in mezzo: non poteva spiegare tutto neanche a lui in quel momento, mentre saliva in macchina per lasciare definitivamente il garage del clan, quando c'erano anche i loro compagni. Finalmente ora lo aveva capito, ma c'era ancora qualcosa che non comprendeva "Papà si è rivolto solamente a te, invece a me ha preferito tenermi all'oscuro. Perché?"
"Glielo chiesi. Mi disse che secondo lui tu non saresti stato in grado di reggere la farsa."
"E lui che ne sapeva? Cosa ne sa di come sono io?"
"Lo sapeva e devo ammettere che non aveva torto. Quando stasera hai rivisto Obito dopo tanto tempo, non hai perso un istante a mostrare il tuo astio nei suoi confronti. Vero che molto spesso anche tu tendi a non esprimere le tue emozioni come si deve, eppure ti sei scaldato facilmente in sua presenza. Fidati, non avresti sopportato la copertura come ho fatto io."
Sasuke rimase silenzioso, dovendo riconoscere che aveva ragione. Lo sorprese comunque pensare che suo padre potesse dire di conoscerlo anche in minima parte, pensando a quanto poco sembrasse considerare lui e Itachi. Non ricordava mai un solo momento in cui non l'avesse visto come una persona severa, dedita fin troppo al lavoro e ben poco all'ambiente familiare. Tuttavia, il fatto che si preoccupasse di sapere cosa facessero i suoi figli, che conoscesse (almeno un po' su di lui) i loro atteggiamenti e che affidasse a uno di loro un incarico così delicato e rischioso... questo lo portò a pensare che forse doveva rivedere le sue opinioni. Al momento, però, non ci pensò troppo su e tornò al discorso.
"Non mi spiego ancora perché questa sorveglianza su Obito. D'accordo, si mette a giocare al piccolo gangster per tirare su un bel po' di grana, ma che bisogno c'è di preoccuparsi? Tutto quello che fa come potrebbe impensierire la famiglia? Ormai l'hanno disconosciuto dal nome Uchiha, non può più avere legami con noi."
"Ancora non ti ho detto il punto più importante, quello che ho scoperto. Sì, al momento gli affari di Obito non sono una preoccupazione per noi, ma lo diventeranno presto se non verrà fermato. Ti ho detto che cerca il monopolio sugli Street Racers, ma quello è solo il primo passo; non è altro che un mezzo che gli servirà per ottenere ciò che davvero vuole."
"Vale a dire?"
"La Yakuza. Obito vuole diventare uno yakuza."
"Però! Non si può dire che gli manchi l'intraprendenza. Ci vogliono proprio le palle per una decisione del genere."
"C'è poco da scherzare, Sasuke. Chi credi che prenderà di mira per primi se diverrà sul serio uno yakuza a tutti gli effetti? L'impresa Uchiha non ha le risorse per contrastare un'organizzazione criminale del genere, e stai pur certo che Obito la userà per far crollare tutte le azioni di papà e degli zii. Rovinerà loro, noi e tutta la famiglia, perderemo tutto senza poter fare niente per impedirlo. Lo abbiamo escluso dall'eredità che gli spettava, così ora ha intenzione di riprendersela con fior di interessi rubando anche le nostre quote. Sarà lui il nuovo capo in cima alla gerarchia, lo capisci? Ormai gli basta poco per vincere, tutto quello che deve fare è impossessarsi dell'Underground e allora avrà ottenuto un suo completo giro d'affari in nero che gli permetterà di entrare nella Yakuza. Se ce la fa, abbiamo chiuso tutti, è finita. Per questo va fermato adesso, prima che sia troppo tardi."
"Che cosa vuoi da me, Itachi?" chiese con fare circospetto "Che cosa ti aspetti che faccia? Lo hai detto tu, non sono tagliato per aiutarti in questo compito, visto che la mia ostilità verso di lui è fin troppo palese."
"Non ti chiederei mai di metterti così a rischio, il posto dove io sto è un nido di serpi. Ma oggi voi lo avete sfidato e potete star certi che ci sarà una rappresaglia per questo. Non so in che modo, né quando, ma ci sarà. Ti ho portato qui perché dovevo assolutamente farti conoscere la verità e avvertirti... ma soprattutto, perché voglio raccomandarti di stare attento nei prossimi giorni. Molto, molto attento, sia tu che gli altri."
Con questo, il discorso parve proprio avere fine. Itachi non aggiunse più nulla e Sasuke non pretese di sapere altro da lui mentre tornava dentro la sua macchina. Quando ebbe acceso il motore, però, lo vide sporgersi dal finestrino prima che se ne andasse.
"Sasuke, questa conversazione non è mai avvenuta." gli raccomandò "Dovessero chiedertelo, hai passato la serata a rincorrermi ma non sei riuscito a raggiungermi. Ti ripeto che ciò che ti ho detto non dovrà mai più uscire di bocca né a me né a te. Lo dico per il tuo bene. E se tieni a Karin, a Suigetsu, a Jugo... e soprattutto, se ci tieni al bene di Sakura, sarà meglio che non ne fai parola con loro e con nessun altro."
Lasciato quell'ultimo consiglio, la Bugatti curvò su se stessa sfrigolando, diede gas e oltrepassò Sasuke, lasciandolo lì in solitudine dopo essere sparita dietro la svolta in fondo alla strada che usciva dallo scalo merci.


SPAZIO AUTORE
Ciao a tutti, come va? Passate buone feste? Era da un bel pezzo che non tornavo su questa fanfic, ma per me il mese di Novembre è stato proprio un brutto periodo, sono successe un sacco di cose che mi hanno preso un po' troppo e questo mi ha ritardato di molto nella stesura del capitolo di "Strigoi", con quest'altro speravo di tornare in tempo per farvi almeno gli auguri di Capodanno, ma vabbé :D come vi ho promesso l'ultima volta, da qui in poi le cose si fanno sempre più scottanti nella storia e con la conversazione fra i fratelli Uchiha ne avete avuto un assaggio. Ma ricordate che siamo solo agli inizi, muah!
Detto questo, vi saluto e vi auguro buona Epifania ^^
See ya!
   
 
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