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Autore: Bloode    03/01/2014    2 recensioni
Cameron è il primo grande amico di Ariel, si conoscono da quando Ariel è nata e hanno giocato insieme fino all'età di sette anni. poi un giorno Cameron e la sua famiglia svaniscono nel nulla. Ariel crede che si siano trasferiti e la sua vita continua anche senza Cameron. dieci anni dopo Ariel sembra una ragazza come tante altre e cerca di vivere una vita normale, ma lei in realtà custodisce un grande segreto: appartiene alla grande famiglia delle Fate. tuttavia riesce a conciliare le due vite senza troppi intralci. un giorno però nella vita di Ariel arriva un ragazzo nuovo dal quale lei dovrebbe star lontana perchè è venuto per darle la caccia. ma c'è qualcosa negli occhi di questo ragazzo che attrae irrimediabilmente Ariel. e questo potrebbe creare un grande problema sia per il mondo delle Fate, quello di Ariel che per la setta dei Cacciatori: la nuova famiglia di Cameron, o per come lo conoscerà Ariel... Blake.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tesoro, Ariel, devi andare a scuola! Te la senti di andare oggi?”
Il piumone rosso si mosse e da sotto si udirono alcuni versi indistinti,poi un paio di braccia spuntarono fuori e Ariel si tirò su; si grattò la testa e fece penzolare i piedi fuori dal letto. Poi guardò la madre e annuì con gli occhi ancora chiusi
“Dai allora, vestiti! Io sono giù che preparo la colazione! Sbrigati Ariel!”
Ariel si alzò dal letto e si guardò allo specchio. Fortunatamente la tempia non si era gonfiata e il taglio si stava cicatrizzando in fretta. Evitò di coprire i graffi con il fondotinta, visto il patetico risultato del giorno prima; mise solo un po’ di crema idratante, della cipria e un tocco di mascara. Poi aprì l’armadio con il braccio buono e afferrò un paio di jeans neri, un maglione con scollo tondo bianco e i suoi anfibi. Poi andò in bagno e si pettinò i capelli in una treccia;poi afferrò la borsa e controllò che al suo interno ci fosse tutto: quaderno, libro di filosofia, portafogli, mp3, astuccio, agenda e astuccio delle emergenze. Infilò il cappello bianco e afferrò sciarpa e giacca a vento.
Scese le scale a due a due con la tracolla infilata, la sciarpa solamente appoggiata sul collo il cellulare e il suo ciondolo stretti in una mano e nell’altra stringeva un lembo della giacca a vento.
“Oh eccoti! Ma quanto sei carina Scricciolo?”
“Oh buongiorno papà”
Fece Ariel arrossendo e sedendosi a tavola, appoggiò la borsa a terra e afferrò il bicchiere con il succo e una fetta biscottata.
“Io non posso fare colazione qui... Sammy mi ha chiesto se facevamo colazione insieme ed io ho accettato.. papà mi accompagneresti al bar?”
Josh si alzò dal tavolo bevendo l’ultimo sorso di caffè e afferrando la giacca poggiata sulla spalliera della sedia.
“Certo. Tanto devo passare davanti al bar per andare al tribunale. Poi andate a scuola da sole?”
“Emh.. si perché?
“Josh! Non lascerai che vada da sola a scuola dopo quello che è successo! E se l’aggredissero di nuovo?”
“Ok.. invio un messaggio a Sammy e le dico che ci vedremo direttamente a scuola ok mamma? Ma non posso comportarmi da reclusa o da sorvegliata speciale solo perché sono stata aggredita. Da domani la mia vita tornerà normale. Chiaro?”
Claudia annuì leggermente e poi indignata se ne andò in salotto; allora Ariel prese il cellulare e iniziò a cercare il numero di Sammy, poi andò sulla voce “scrivi messaggio” e sullo schermo bianco iniziò a digitare
“non uccidermi.. non posso venire a fare colazione con te.. ti spiego appena arrivo a scuola. Ti adoro. A.”
Meno di un minuto dopo il cellulare trillò. Una bustina gialla comparve sul display con sopra scritto il nome Sammy; Ariel riusciva a percepire la rabbia dell’amica prima ancora di leggere il messaggio. La conosceva troppo bene.
“Cooooosa? Ma come puoi farmi questo? Due mattine di fila? Sei una frana! Uffa ti perdono solo perché ti adoro anche io. A dopo. Baci!”
Meno male, non se l’era presa; Samantha diventava insopportabile quando si offendeva. Fenomeno che si manifestava mediamente dalle quattro alle otto volte al giorno. Ariel finì la sua colazione e infilò la giacca a vento e la sciarpa, afferrò la borsa  e uscì fuori salutando sua madre, che si era relegata in salotto e faceva ancora l’offesa per prima, con un bacio sulla guancia.
“Vado ci vediamo stasera mamma, forse pranzo con Sammy o con Trent.. ti faccio sapere dopo”
“Stai attenta tesoro!”
Mentre Claudia diceva quelle parole, Ariel era già fuori la porta, e si stava infilando nell’auto del padre. Mentre Josh ingranava la marcia, Ariel allacciava la cintura e posizionava i piedi sul cruscotto
“Signorina?! Ti siedi composta?”
“Dai papà! Che fastidio ti danno i miei piedini su cruscotto?”
“Un fastidio visivo.. dai Scricciolo comportati bene..”
Ariel sbuffò e tirò giù i piedi dal cruscotto, poi lo guardò e incrociò le braccia sul petto
“Contento ora?”
“Decisamente si!”
Fece il padre di Ariel fermando la macchina davanti il liceo di Ariel e sporgendosi per darle un bacio sulla fronte
“Ti voglio bene Scricciolo!”
“Ok papà, anche io.. vado che sono già in ritardo”
Disse Ariel mettendo già una mano sulla maniglia della portiera e slacciandosi la cintura di sicurezza. Nel mentre però Josh la fermò
“Aspetta Ari..”
“Dai papà sono in ritardo! Dimmi veloce!”
“Stai attenta ok?”
“Ok! A stasera!”
Fece Ariel dandogli un bacio e battendogli un cinque, poi slacciò la cintura e uscì finalmente dalla macchina per avviarsi verso la sua scuola. Era una scuola superiore come tante altre, dall’aspetto squadrato e colorata di quel giallino triste e invecchiato, sulla parte anteriore c’era un giardino veramente molto curato, di un contrasto stridente a confronto delle pareti invecchiate dell’istituto. Su quel prato i ragazzi che contavano ci consumavano i pranzi nei giorni più assolati. Ariel entrò nell’edificio e imboccò il corridoio C dove c’era il suo armadietto; prese il libro di storia dell’arte e mise il cellulare in tasca, prima però controllò la casella dei messaggi, una lucina lampeggiava e sul display c’era un messaggio di Samantha
“La prof ci ha dato un progetto! Dove sei sta facendo le coppie! Muovi il culo che se no finisce male!”
Era tipico della professoressa dividere i ragazzi in coppie e affidargli pezzi di opere letterarie da analizzare e interpretare. D’un tratto nella mente di Ariel balenò l’idea di poter finire in coppia con Suzie Que, la smorfiosa della classe; allora Ariel sbattè la porta dell’armadietto e si precipitò in classe, aprì la porta di scatto e la professoressa la inchiodò subito
“Oh la signorina Britt lavorerà con il nostro nuovo arrivato; Ariel ti presento Blake Hook”
Ariel respirava ancora affannosamente, ma non più per la corsa, bensì perché seduto nel banco dietro il suo c’era un ragazzo che lei non aveva mai visto, ma le sembrava di conoscerlo da sempre. Era lì,seduto scomposto sulla sedia, con un braccio appoggiato sul banco, le gambe lunghe con dei jeans chiari che a stento riuscivano a stare sotto il banco. Indossava una felpa con la zip nera con sotto una maglietta di un gruppo rock, la felpa leggermente slacciata lasciava intravedere leggermente l’osso della clavicola. Le maniche tirate su fino ai gomiti mostravano gli avambracci e le mani forti, al polso destro portava una fascetta di pelle nera; le mani erano grandi, le dita affusolate e le vene sul dorso delle mani sporgevano appena e veniva l’insano impulso di toccarle e di percorrerle per tutta la loro lunghezza.         La pelle era candida e perfetta, tranne che per delle cicatrici sugli avambracci; era decisamente un ragazzo muscoloso, lo si poteva intuire anche con la felpa indosso. Poi gli occhi di Ariel salirono al viso di lui, i tratti del viso erano bellissimi,degli zigomi alti, la mascella ben delineata, il naso dritto e perfetto,la bocca carnosa e ben definita, gli occhi. Quegli occhi, di un blu come l’acqua del mare, avevano un taglio deciso, contornati da lunghe ciglia e da sopracciglia folte e ben definite. Aveva i  capelli come quelli dei surfisti australiani, lisci e biondo scuro, decisamente più scuri alla radice, per poi schiarirsi sulle punte. Era bellissimo. Ariel rimase impalata un attimo, poi andò a sedersi, si girò e guardò il nuovo arrivato,voleva dirgli qualcosa, come per esempio “ciao, piacere Ariel!” o “lavoreremo insieme, piacere di conoscerti!” e l’unica cosa chele venne in mente fu
“Ti chiami Blake, ne sei sicuro?”
Lui la guardò, ma non come se fosse una povera pazza o un’ochetta che provava patetici tentativi per attaccare bottone col nuovo ragazzo della classe. La guardava con interesse, ma senza sorridere; come se la stesse studiando.
“Si. Blake.”
“E.. ti sei trasferito qui da poco? È la prima volta che vieni qui insomma?”
“Si. Sono appena arrivato.”
“No perché.. ti sembrerà strano ma.. mi sembra di conoscerti”
“Impossibile.”
Quella strana conversazione venne interrotta dalla professoressa che iniziò ad assegnare le opere letterarie da analizzare alle coppie. La lezione trascorse tranquilla, poi non appena suonò la campanella Blake si alzò di scatto e raggiunse la porta come un razzo; poi guardò dentro l’aula, trovò lo sguardo di Ariel, lo sostenne per un paio di secondi e poi se ne andò, volatilizzandosi nel corridoio.
“Te l’avevo detto che era bellissimo no?”
“Che?”
“Oh dai! Ho visto come lo guardavi! Sembra un modello di Vogue! Magari gli piaci, ti ha fissata per tutta la lezione!”
“Oh.. no che dici.. mi ricorda Cameron.. un mio vecchio amico..”
“No, lui si chiama Blake e si è appena trasferito, l’ho sentito oggi mentre te lo diceva, ma mi sembra giusto ripetertelo, sembravi quasi in trance mentre lo guardavi.. ehi ma che hai fatto alla faccia??”
Samantha era talmente presa a parlare della new entry alla Gobeling High School che aveva quasi eclissato il viso e il collo graffiato di Ariel
“Sono caduta con lo scooter, un tizio con una moto mi ha mandato fuori strada. Nulla di grave Sammy!”
“Cosa?! Ma l’hai denunciato? La polizia che fa? Lo hanno preso?”
“Non lo so, non credo l’abbiano preso, non lo conoscevo e poi indossava un casco integrale, non l’ho visto in faccia”
“Oh lo prenderanno stai tranquilla Rel, ora andiamo che se no il prof di trigonometria ci interroga e non so tu ma io non ho studiato più di tanto!”
“Dov’è la novità Sammy?”
Fece Ariel ridendo e uscendo dall’aula insieme a Samantha. Il resto delle lezioni trascorse tranquillo, all’uscita Ariel si avvicino al parcheggio e per poco non le prese un colpo, vide una moto, nera, grossa, un Ducati per la precisione,con un graffio proprio dove Ariel si ricordava, il manubrio del suo scooter era andato a sbattere contro la moto del suo aggressore prima di finire fuori strada. Samantha guardò Ariel che era rimasta impietrita e poi provò a capire dove stesse guardando
“Ariel, andiamo io ho fame!”
“Devo vedere di chi è quella moto!”
Doveva assolutamente sapere chi la guidava per poi scoprire se era stato quel qualcuno a mandarla fuori strada, per scoprire se ora nella sua scuola c’era un Cacciatore. Non passò molto tempo che qualcuno uscì dal cancello della scuola e si avvicinò alla moto, afferrò il casco integrale e chiuse il giubbotto di pelle nera.     Prima che si infilasse il casco però Ariel lo vide e il cuore accelerò i battiti: era Blake.
  
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