Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Niallsmileishot    03/01/2014    3 recensioni
la mia è una storia che comincia con una quindicenne appena trasferitasi a Doncaster per gli studi: lì incontrerà l'estroverso Louis Tomlinson a 15 anni, quattro anni prima che andasse ad X-Factor. finiranno entrambi per diventare famosi, una come attrice e l'altro come cantante; il loro amore verrà messo molto alla prova, da ragazze inventate, migliori amici e uno strano losco figuro che... ha ucciso sia i miei nonni, sia i miei genitori, come in una specie di vendetta su più generazioni.
tratto dal capitolo 3:
“certo” dissi prendendo la borsa.
Mentre stavamo uscendo iniziò a piovere: Louis indossava una felpa di cotone. Se la tolse e mi coprì dalla pioggia.
“Louis, dai rimettitela… sei a maniche corte, ti prenderai un raffreddore” dissi preoccupata.
“se lo prendo verrai a trovarmi.” Disse lui. Era fradicio e secondo me, anche congelato. Così io mi feci piccola piccola e lo abbracciai, così che potesse stare sotto anche lui. Di colpo arrossì e io lo strinsi più forte, pensando che fosse il freddo a coloragli le guance.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 31°
Rimasi sdraiata a terra per… non so dare un quantitativo temporale preciso. So solo che quei minuti furono vero e proprio inferno per me. A terra, coperta da lividi violacei e tagli, illuminata da una flebile luce che traspariva dalle tende del salotto.
Non avevo le forze per alzarmi, lì sul pavimento ansimante a rivivere quei momenti di terrore; non muovevo un muscolo, non osavo nemmeno aprire bocca perché sapevo che non sarebbero uscite parole.
Non piangevo perché non riuscivo a concretizzare ciò che era appena successo: non scorderò mai la sera del 30 Novembre 2013… non potrò mai.
Ma ecco, suonarono alla porta: io non mi mossi. Risuonarono e sentii la voce di Louis: “DalÌ?” chiese.
Io ansimai il più forte che potevo, ma ne uscì solo un sussurro nel buio.
Louis mi chiamò sul cellulare, che si trovava sul davanzale della finestra accanto alla porta; lui lo sentì squillare e riprese ad urlare il mio nome. Per mia fortuna gli avevo lasciato un paio di chiavi di casa mia, così che lui potesse entrare in caso di emergenza.
Mi trovò nuda, dolorante e ansimante, accasciata sul pavimento freddo vicino al divano.
“FRANCESCA!” esclamò e si gettò affianco a me.
Io mi voltai per guardalo in quei grandi occhi azzurri, spalancati dalla paura; lui mi accarezzò il viso e tutto il corpo, soffermandosi sui lividi e sui tagli ed a ognuno sentivo il suo respiro accelerarsi.
“cosa ti hanno fatto?” disse con un fil di voce… era triste, si capiva. Mi prese in braccio delicatamente e mi porto in bagno; lì mi mise nella vasca e prese la spugna, la inumidì e cominciò a strofinare.
Io, immersa in un bagno di acqua calda, più muta e priva di espressioni che mai; sentivo solo un enorme vuoto… mi sentivo uno schifo.
Louis vide il mio volto privo di emozioni, prese un asciugamano, mi ci avvolse e mi asciugò; io mi alzai e lo abbracciai, di colpo. Lui mi strinse a se più forte che poteva, senza farmi male, e mi sollevò da terra. Io scoppiai in lacrime e, quando lui mi rimise con i piedi sul tappeto da bagno, le mie gambe non mi ressero.
Finì nuovamente a terra: Louis si chinò su di me e mi avvolse il viso con le mani e mi mise a letto. Ci si mise anche lui, abbracciandomi.
Per qualche minuto rimanemmo lì in silenzio, finché non parlai: “Lou… ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Avevi dormito da me… quanto tempo fa era?! Sono passati sei anni… sei anni dalla prima volta che abbiamo dormito assieme. Non capirò mai come tu abbia fatto a stare con me… non me ne va mai una giusta. Potresti avere di molto meglio. Eppure sei qui con me. Non mi hai mai insultato, non mi hai mai trattato male: sei sempre stato protettivo con me, mi hai sempre salvata. La mia vita dipende da te oramai… non so come io possa ricambiare tutto ciò che fai per me… ma sappi una cosa: non mi interessa cosa dicono di noi, non mi interessa cosa farai in futuro, non mi interessa quale catastrofe ci possa dividere, io ti vorrò sempre, io ti penserò sempre e ti amerò, perché è quello che ho sempre fatto e sempre farò. Tu sei l’unico che guardo tra tutti. Tu sei il mio Superman… non so se te ne sei mai accorto, ma mi hai salvato la vita. Quando sto con te sono più forte e felice. Grazie di tutto Willy” dissi stringendolo a me.
Poggiai la testa sul suo petto caldo e nudo, chiudendo gli occhi in attesa di una risposta.
Aspettai.
Ma l’unica cosa che sentì dopo pochi istanti furono dei singhiozzi; alzai lo sguardo che cadde sugli occhi di Louis. Stavano lacrimando.
“cosa c’è? Ho fatto qualcosa che…” chiesi ma lui mi zittì, costringendomi ad un abbraccio soffocante ma pieno di passione. Quando mollò di poco la presa, facendo riempire nuovamente i miei bronchi di ossigeno, cominciò a parlare: “piccola… ma perché grazie? Io ho fatto poco per te… e mi sembra di averti solo incasinato la vita. Non sei tu ad incasinare la mia: tu rendi la mia vita perfetta. Mi sveglio la mattina e penso: “Francesca”… non passa istante della giornata che non sia completo, ed è solo grazie a te. Non sono io che ti rendo forte, sei tu che mi fai dare il meglio di me. Sono qui solo grazie a te! Tu mi hai suggerito il provino, tu mi hai allontanato da cattive compagnie, tu mi hai reso felice. Sembro sempre uno di quei ragazzi che scherzano sempre e che non sanno essere seri, ma ora lo sono. Tu non devi dire grazie a me… sono io che lo devo chiedere a te! Tu sei il mio unico amore… e quando mi sorridi… beh, è meglio di tutte le parole che potresti dirmi!” disse.
Io gli sorrisi e richiusi gli occhi.
“aspetta” disse Louis.
“dimmi” dissi.
“ho paura… ho paura che se tu chiudi gli occhi ora possa non riaprili mai…” disse. La sua voce tremava.
Io gli baciai la guancia: “per non avere paura dovremmo vivere sempre assieme… dunque non vedo altra scelta che una casa per due” dissi.
Lui accennò un sorrisetto. Pensavo che fosse tutto fosse immobile, quel momento durò pochi secondi, ma rimarrà per sempre uno dei migliori.
Avevo completamente dimenticato tutto… finché: “ma chi è stato a farti questo?” sussurrò Louis nell’oscurità sfiorandomi i fianchi. Io non risposi.
“lo conosci o no?” replicò lui. Ancora non dissi nulla.
“lo conosci! Chi?!” chiese alzando il tono della voce.
“FRANCESCA! Chi ti ha fatto male?!” disse e, finalmente, ottenne una risposta.
“…è… è che se te lo dico, finirai nei guai. Ti conosco… sei troppo arrabbiato adesso” dissi tentando di porre fine ad una conversazione che pareva interminabile.
“tranquilla… ma dimmelo” disse Louis.
“è stato Andrea” sussurrai e poi mi misi a dormire.
 
*il giorno seguente
Mi svegliai prima di Louis e silenziosamente andai in cucina a preparagli la colazione: misi tutto su un vassoio e andai in camera.
Svegliai Louis con un bacio e gli porsi il vassoio. Lui sorrise e mangiò tutto.
Così decidemmo di andare in polizia e denunciarlo.
Ma prima dovevamo passare dagli altri perché Louis doveva cambiarsi.
Arrivammo, ma in casa c’erano solo Niall e Harry: Niall era seduto sul divano, eh indovinate un po’, a mangiare, mentre Harry era in camera sua con le cuffie. Louis andò in camera sua e io mi sedetti affianco a Niall.
“sempre a mangiare…” dissi ridendo.
“ci-fh-ao com’è?” disse con la bocca piena.
“eh… tu?” dissi.
“io bene. Ma… è ancora in giro quel coglione di Andrea?” chiese Niall.
Pensavo che la mia reazione sarebbe stata piangere, invece cominciai a tremare, era vera e propria paura.
“che c’è Fra?” chiese Niall.
Io cominciai a raccontargli tutto, quando entrò anche Harry.
“no, no… cazzo ha fatto sto qua?!” disse Harry.
Louis si era cambiato e ora mi stava ascoltando da dietro Harry.
Così, l’arrabbiato Niall e lo sconvolto Harry, si unirono a noi.
*arrivati in Polizia
Solite domande, nome, cognome, perché sei qui… io lì, in preda all’ansia a parlare ad un ragazzo poco più grande di me. Dietro Louis, Niall e Harry con i volti crucciati, ad ascoltare la mia spiegazione.
Erano in silenzio, fino a quando il poliziotto non mi chiese di mostrare i lividi e io mi spogliai rimanendo in intimo: Louis ghignò di rabbia, Harry rimase sotto shock e Niall emise un solo piccolo respiro. Dentro in realtà si sentiva avvampare… ma questo ve lo spiegherò poi.
Comunque, l’ispezione continuò, ma risultò impossibile la denuncia perché erano passate le 72 ore.
Noi quattro uscimmo delusi; mi portarono a casa.
“non vieni Lou?” chiesi.
“ehm… no, tra un po’ arrivo, ora dobbiamo registrare scusa” mentì.
Partì via sgommando, nero di rabbia.
“io lo ammazzo!” urlò.
“ti aiuto io… quel coglione… sentite che mi ha detto quando l’ho conosciuto..” disse e raccontò.
-“ciao” dissi. Andrea mi guardò con sufficienza.
 “chi saresti tu?” ripose Andrea.
“Niall Horan” risposi scocciato.
“oh… che nome del cazzo” disse ridendo.
“si, ma è il mio nome!” dissi. Che gran coglione… come faceva ad essere il migliore amico di Francesca?!
“dunque… tu sei in quella band bimbominchiosa? Come fai a conoscere Francesca?” disse.
“no, io non sono nei The Wanted (risi) canto con Lou e gli altri e… Francesca è la mia migliore amica” dissi.
“migliore amica?! Ehm, no. Io sono il suo migliore  amico.” Disse con fare superiore.
“vogliamo scommettere?!” dissi arrabbiato. La mia Francesca non me la porta via nessuno! Pensò sospirando.
“si! Io la conosco da più tempo! E poi sono più figo di te! Cosa ti ha spinto ad essere il suo migliore amico? Il suo culetto o le gambe?” chiese.
Io lo guardai malamente: “coglione” dissi. In realtà se le volevo così bene ed ero il suo migliore amico… beh…-  concluse Niall.
Louis ora non si conteneva più; arrivò davanti al motel dove stava Andrea.
Si mise a correre, seguito da Harry e Niall, spalancò la porta a spallate.
“che cazz…” iniziò Andrea, ma non finì.
Louis gli prese la maglietta e gli tirò un pugno sul naso: Andrea cominciò a sanguinare.
“aspetta Lou… proviamo a lasciargli spiegare” disse Harry, l’unico in grado di ragionare allora.
“parla! Coso inutile, rifiuto della società, mi fai schifo! Tu e…” disse Niall che venne interrotto da un pugno sulla mascella. Niall si massaggiò la guancia e guardò il pugno di Andrea ancora proteso.
“spiegare?! Spiegare che Francesca è ‘na troia che sta con un gay del cazzo?!” rispose Andrea prima di finire a terra. Questa volta il pugno glielo aveva dato Harry.
“coglione del cazzo” continuò Niall prendendolo a calci.
Harry lo fermò: “lascia sfogare un po’ Louis… d’altronde è la sua ragazza!”
“con piacere” sussurrò Andrea sputando sangue addosso a Niall.
Louis sentì l’impulso mandatogli dal cervello, sentì la scossa di adrenalina percorrergli il braccio e finire sulle mani. Cominciò a tirare pugni a destra e a manca, continuò preso dall’ira, non gli importava del dolore alle nocche, non gli importava dei pugni subiti, non gli importava di niente. Andrea cadde a terra, presunto svenuto.
Zayn entrò dalla porta: “RAGAZZI!” urlò. Louis si voltò per guardarlo ma non riuscì, perché Andrea prese una bottiglia di wodka lì vicino e gliela spaccò in testa. Louis cadde.
*dall’altra parte
Entrai in casa, ma sentì uno strano rumore.
“chi è’” chiesi spaventata.
“BU!” urlò Chiara sbucandomi alle spalle.
“CHIARA!” esclamai abbracciandola. “che ci fai qui?!”
“volevo vederti” disse lei. “mi mancavi”
“anche tu… sai” iniziai ma venni interrotta dal campanello. Era Liam.
“FRA! TU! HO BISOGNO DI…” disse ma si fermò alla vista di Chiara. “oh, piacere, Liam”
“piacere Chiara” disse sorridendo. Era già scoccato qualcosa…
“Liam?! Dov’è Lou?!” chiesi.
“è in ospedale vieni!”

*commento dell'autrice: scusate se ci ho messo tanto a scrivere... ma, eccolo il capitolo... spero vi piaccia :)

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Niallsmileishot