Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Sheriza    03/01/2014    3 recensioni
Sharon è una Nephilim e vive nella contea di Jevith, che si suddivide in tre città principali: Rhapsody, Blueville e Peck. Ha un sogno, quello di frequentare il Paradisium, una scuola di addestramento alle arti di combattimento e magiche che si trova a Rhapsody...c'è solo un problema, l'ingresso all'intera città è severamente vietato alle donne. Ma quando il suo sogno sembrerà avverarsi si ritroverà ad affrontare qualcosa più grande di lei, scoprirà cose sconcertanti, cose che cambierebbero l'intera credenza cristiana e religiosa, un qualcosa di così scottante da essere nascosto dai Nephilim stessi.
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[Tratto dall'undicesimo capitolo]
"Poggiò delicatamente le labbra su quelle di lei, morbide e calde, il bacio fu ricambiato e presto dalla dolcezza passò alla passione, le mani di lui prima sui capelli adesso erano scese lungo i fianchi e stringevano come per non farla scappare mentre lei lo tirava verso di sé incastrandogli le mani dietro la nuca."
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[Tratto dal settimo capitolo]
“Durante lo scontro tra gli angeli del bene e del male, una pietra si staccò dalla corona di Lucifero e cadde sulla Terra, una pietra piena di sapienza, una sapienza sia divina che diabolica”
"Se fosse veramente una pietra?"
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo III

Demoni


Ormai era da una settimana che Sharon frequentava il Paradisium, e le cose erano state piuttosto difficili per lei essendo una ragazza. Quando passeggiava per la scuola i ragazzi non facevano altro che stuzzicarla o provarci, i maestri delle Arti del combattimento la sminuivano sempre e non concepivano come una ragazza potesse combattere al posto di curare. L'unico che sembrava disponibile e sempre presente per lei era Artes che, purtroppo si trovava dall'altra parte dell'istituto essendo un guaritore e tutto il tempo delle lezioni Sharon lo passava con Daniel.

“Hey, smettila di sognare a occhi aperti e stai in guardia!” gridò una voce.

Davanti alla ragazza c'era un signore anziano, con una barba incolta grigia che gli macchiava il mento, due occhi violacei attenti e vigili, la bocca era una linea sottile e le rughe accentuate lo facevano somigliare a una tartaruga. In mano aveva una grossa ascia e la stava puntando verso Sharon, con un espressione corrucciata in viso.

“Non pensare che siccome sei una ragazza, hai più privilegi rispetto loro” borbottò l'anziano, indicando con la testa dei ragazzi dietro di lui.

“Mi scusi, mi ero distratta...” sussurrò Sharon abbassando lo sguardo.

“Niente scuse. Per punizione resterai fino questa sera ad allenarti, e non ti azzardare a lasciare questa palestra o ti caccio!”.

L'uomo si allontanò velocemente e tornò ad allenare gli altri, ignorandola.

“E nemmeno stasera si mangia...” sussurrò la ragazza prendendo una spada dal muro.

“Se ti preoccupa questo, beh complimenti” mormorò Daniel all'orecchio di lei.

Sharon si girò di scatto lasciando cadere la spada col cuore in gola, ritrovandosi Daniel davanti con un sorriso da orecchio a orecchio.

“Diamine...mi hai fatto prendere un infarto!” sbottò la ragazza riprendendo la spada da terra.

“Se vuoi, posso restare stasera a farti compagnia” disse in tono dolce Daniel.

“No grazie, preferisco digiunare per mesi piuttosto che stare con te” rispose velocemente Sharon cercando di avvicinarsi al gruppo per ascoltare la lezione.

“Come vuoi” disse Daniel facendo spallucce, poi si avvicinò a un ragazzo e con un rapido movimento del polso fece ruotare la spada che aveva in mano attorno la vita del ragazzo che lanciò un urlo acuto.

“DANIEL!” gridò l'anziano con le vene che gli pulsavano sotto il collo.

Il ragazzo aveva la maglietta tagliata e i pantaloni completamente a terra, era rimasto in mutande, per il resto non aveva ferite.

“Dica” disse in tono beffardo il ragazzo che guardava il vecchio avvicinarsi con aria minacciosa.

“Sempre a fare guai, eh?! Ma adesso ti faccio vedere io! Questa sera anche tu resterai qui ad allenarti, però fino a domani mattina!” gridò l'anziano rosso in viso per la rabbia.

“Che paura...” ridacchiò Daniel, provocando un attacco omicida all'uomo.

Sharon restò a bocca aperta soffocando una risata di quelle grasse, mentre cercava di tenersi il più possibile seria. Il ragazzo rimasto in mutande si allontanò in fretta uscendo dalla palestra, e ridendo Daniel si riavvicinò a Sharon.

“Peccato, passeremo la serata ad allenarci insiemesussurrò il ragazzo con un sorrisino accennato.

Sei la persona più irritante che io abbia mai conosciuto!”.

E anche la più seducente e attraente, non è vero?”.

Ma smettila, sei ridicolo” disse la ragazza distogliendo lo sguardo da Daniel per posarlo sulla figura di Artes.

Il ragazzo fece un cenno di saluto con la mano, e subito Sharon gli corse incontro.

Era sulla porta della palestra ed era impossibile non notarlo con quella sua tunica bianca e dorata, i capelli castani e ricci che gli ricadevano sul viso bianco coprendogli gli occhi color oro.

Artes! Hai finito le lezioni?” chiese Sharon saltandogli addosso.

Si, ho finito qualche minuto fa e sono corso qui. Allora come procede?”.

Sono di nuovo in punizione, dovrò allenarmi fino a stasera...bello, no?” ridacchiò Sharon grattandosi la testa.

Ancora? Smettila di combinare guai o distrarti, se continui così ti cacceranno...dopo tutto quello che hai passato per entrare non vorrai buttare così quest'occasione” sbuffò il ragazzo.

Si, hai ragione...scusa, torno ad allenarmi” mormorò la ragazza abbassando lo sguardo e rigirandosi per tornare nel gruppo.

Girandosi Sharon, vide Daniel che la guardava con un aria infastidita in volto e allo stesso tempo disgustata, poi il suo sguardo si trasformò in indifferenza e quando ebbe raggiunto il gruppo e si girò per vedere se Artes era ancora sulla porta, provò una piccola fitta di delusione quando vide che la porta era completamente vuota.


La lezione era ormai finita e il tramonto bussava alle porte di Rhapsody, mentre raggi di luce arancione penetravano dalle finestre della palestra. Da quando Daniel aveva visto Artes, non aveva più rivolto la minima parola a Sharon, ma se ne era stato tutto il tempo in disparte ad allenarsi con una spada.

Ma che gli prende...

D'un tratto la spada che Daniel stava maneggiando fu a un soffio dal viso di Sharon.

Ma che diavolo fai...” mormorò la ragazza con un fil di voce rotto dal terrore.

Rispondimi sinceramente, ti piace Artes?” sibilò tra i denti Daniel.

Il ragazzo adesso si trovava difronte alla ragazza con la spada ferma nel pugno.

Ma sei impazzito?! Ti sembra questo il modo di chiedermelo?”.

Era per vedere se avevi i riflessi pronti” disse lui abbassando l'arma e mettendola nel fodero che aveva sulla schiena.

Bene...”.

Allora, ti piace Artes?” richiese Daniel con una punta di impazienza nella voce.

Ma perché ti interessa...no, cioè è un bel ragazzo ma non penso che...”.

Prima che Sharon potesse finire la frase una campana cominciò a risuonare per l'edificio. Prima lentamente quasi come un rintocco, poi sempre più forte fino a quando il rumore non cominciò a dare alla testa.

Cosa diavolo è?!” gridò Sharon cercando di farsi sentire da Daniel, mentre si copriva le orecchie cercando di attenuare il suono.

“E' un allarme. E' successo qualcosa di grave, seguimi”.

Daniel si precipitò fuori dalla palestra a una velocità impressionante seguito da Sharon.

Cosa potrebbe essere successo?” ansimò la ragazza che riusciva a stare al passo del ragazzo nonostante un po' di fatica.

Un attacco dall'esterno forse...non ne ho idea, negli ultimi vent'anni non è mai suonato l'allarme”.

E tu che ne sai?”.

Me lo hanno detto”.

I due ragazzi raggiunsero il cortile dell'istituto e vi trovarono tutti i ragazzi del Paradisium e davanti ad essi la Corte Elie, erano tutti accerchiati intorno a qualcosa. Quando Sharon si avvicinò dovette trattenere un grido, un incappucciato era riverso a terra in un lago di sangue e con il volto completamente sfregiato e il corpo mutilato. L'unica cosa che la ragazza riusciva a distinguere in quello spettacolo era il pizzetto biondo sul mento.

Oddio no...” sussurrò Sharon indietreggiando.

Non guardare è uno spettacolo raccapricciante” disse Artes, che era appena spuntato dal nulla e cercava di abbracciare Sharon.

Lasciala stare, è una Nephilim guerriera adesso...si deve abituare a questi spettacoli” ringhiò Daniel.

Sharon evitò l'abbraccio di Artes e si avvicinò un po' di più alla Corte per cercare di capire quello che dicevano.

E' l'opera di un demone...e se ne è penetrato uno e probabile che c'è ne siano altri..”.

Richiamando l'attenzione dei ragazzi, la Corte si abbassò i cappucci rivelando ancora una volta gli occhi completamente rossi che adesso ardevano nel buio della notte.

L'opera di questo scempio sono i demoni” disse un incappucciato, mentre un sussulto attraversò la folla, poi l'uomo continuò “Prendete le vostre armi, e andate di pattuglia per Rhapsody. I demoni potrebbero essere penetrati tra le mura della città!”.

In un secondo tutti i ragazzi di dispersero, chi aveva già le armi in mano attraversò il cancello e cominciò a girare per la città, chi invece era senz'armi tornava dentro a prenderle. Sharon senza considerare Daniel gli prese la spada dalla fodera che aveva sulla schiena e sparì dietro il cancello.

Rhapsody era deserta, per le strade si vedevano solo i Nephilim con le armi sguainate che brillavano alle deboli luci argentate della città.

Sharon teneva la spada stretta tra le mani e camminava per una stradina buia e isolata in cui nessuno era andato fin'ora, la presa sulla spada si strinse quando qualcosa luccicò infondo alla strada.

“Chi è lì? In nome della Corte fatti riconoscere” gridò la ragazza avvicinandosi lentamente e notando una figura alla fine della strada, era un vicolo cieco e quella figura non era esattamente quello che si può definire umano. Un ragazzo era davanti al muro in cui terminava la strada, dalla sua schiena uscivano delle grandi ali, erano quasi il triplo del ragazzo e ricoprivano l'intero muro. Sharon restò un momento perplessa e scossa da quella vista, i raggi della luna che gli cadevano addosso mostravano un ragazzo dal volto pallido e spigoloso, capelli rossicci e labbra rosse, i suoi occhi e le sue ali erano nere come pece, le ali verso le punte si schiarivano per diventare violacee.

Un angelo?

Il ragazzo era un misto di perfezione raccapricciante, il corpo perfettamente scolpito si intravedeva dalla sottile e leggera veste nera che indossava.

Che diavolo sei...” sussurrò Sharon attratta da quell'uomo come una falena è attratta dalla luce.

Il ragazzo non parlò ne si mosse, restò in silenzio a guardare la ragazza avvicinarsi piano e un leggero sorriso gli si dipinse in volto.

E' possibile che sia un angelo? No, è impossibile..ma è così bello...voglio sfiorarlo solo per rendermi conto che è vero

Le ali del ragazzo ebbero un guizzo e un leggero vento sfiorò la pelle di Sharon, mentre la mano di lui si allungava a prendere la vita di lei. Erano così vicini, ci mancava pochissimo e lei era quasi tra le sue braccia, ma proprio in quel momento una spada sorpassò la testa della ragazza andandosi a conficcare nel cuore del ragazzo.

SHARON!” gridò Daniel, che era esattamente dietro di lei, “Allontanati, ora!” aggiunse mettendosi tra lei e lui.

Cosa succede, perché lo hai colpito?! E' come noi!” gridò Sharon che non riusciva più a capire cosa stesse succedendo.

Ma non lo capisci?! E' un demone!”.

Daniel si affrettò a riprendere la spada dal petto del demone e infierì ancora una volta, il ragazzo non emise alcun grido, si limitò a sbattere le ali.

Sharon non sapeva se gridare o chiedere aiuto, com'era possibile che un demone fosse così bello? Lei se li aspettava brutti e con forme di animali putrefatti, non come loro.

Il demone cominciò a sbattere le ali sempre più forte, fino a quando non prese praticamente il volo e uscì dalla stradina attirando l'attenzione di tutti i Nephilim e della Corte.

Daemonium!” gridarono alcuni, e una saetta bianca trafisse per la terza volta il demone che sparì nel nulla.

L'allarme cominciò a risuonare questa volta più forte che mai, e tutti i Nephilim in ronda ritornarono al Paradisium di corsa, mentre gli abitanti di Rhapsody svegliati da quel trambusto uscivano dalle loro case in preda al terrore.

Vieni, cammina. Dobbiamo tornare immediatamente al Paradisium” disse Daniel aiutando Sharon a camminare.

In quel momento un incappucciato si affacciò al vicolo notando i due ragazzi, aveva ancora il cappuccio abbassato e la sua espressione era raccapricciante, non solo i suoi occhi gli davano quel qualcosa di demoniaco, ma la sua bocca curvata in un ringhio fece sobbalzare Sharon.

Voi due, immediatamente all'istituto”.

Senza fiatare i due ragazzi corsero al Paradisium, e quando vi arrivarono erano tutti nell'edificio, compresi gli abitanti di Rhapsody.

C'era un demone, avete visto?”.

Non siamo più al sicuro!”.

Mio figlio non resterà più in questa città! I Nephilim non sono affidabili!”.

Gente che urlava ovunque, altri che prendevano le loro cose dai dormitori e uscivano di gran fretta.

Mio dio...” sussurrò la ragazza restando dietro Daniel.

Adesso mezza Rhapsody se ne andrà, dopo aver visto quel demone nessuno vorrà restare” mormorò il ragazzo avanzando e facendosi spazio tra la folla.

In mezzo alla sala c'era la Corte Elie, avevano di nuovo i cappucci alzati e il viso coperto e parlavano tra di loro con fare losco, quando Sharon gli passò affianco una mano la afferrò per il braccio tirandola all'indietro.

Silenzio per favore!” gridò uno della Corte.

Mi lasci, cosa vuole da me?” chiese Sharon cercando di liberarsi dalla presa dell'incappucciato.

Questa sera, uno della Corte è morto per colpa di un demone, e poco fa ne abbiamo constato la presenza. Nonostante lo abbiamo rispedito nella sua dimensione ce ne potrebbero essere altri insediati nella Contea, e noi pensiamo che a farli entrare a Rhapsody sia stata questa ragazza” gridò l'uomo stringendo la presa sulla ragazza allibita.

Cosa?! Ma siete impazziti? Il demone la voleva uccidere, l'ho salvata io!” gridò Daniel facendosi spazio tra la folla per arrivare fino a Sharon.

Vi state sbagliando! Non avevo nemmeno idea di come fosse un demone fin'ora!” ribatté la ragazza shockata.

Stai zitta, donna.” sibilò una voce proveniente dalla folla.

E' stato un errore ammetterti, ci vuoi fare fuori tutti!” gridò un altro.

Adesso basta!” gridò Artes uscendo da dietro Daniel.

Artes Migliec, Daniel Hareal, come mai vi sta tanto a cuore la sorte di questa traditrice?” chiese un incappucciato.

Non è una traditrice, ho visto quello che è successo e non è possibile che sia stata lei a evocare quel demone. L'abbiamo tenuta sotto controllo per tutto il tempo, e poi non ne sarebbe capace. Evocare un demone significa avere una conoscenza e esperienza del settore molto alta, e lei a malapena riesce a maneggiare un arma” disse Daniel.

Sharon cercò di ribattere, ma un occhiata omicida di Artes la fece zittire.

Stai forse contraddicendo la Corte, Daniel?”.

Si” rispose il ragazzo guardando quelle figure losche.

Attento, a fare il ribelle si pagano conseguenze molto amare. Tu, Clair, verrai esiliata per sempre dalla Contea di Jevith e da tutte le sue città, se metterai piede qui senza permesso verrai spedita nelle celle del Paradisium e lì marcirai per il resto della tua vita” sentenziò l'uomo che la teneva stretta per un braccio.

Quelle parole furono come una coltellata per la ragazza che si sentì mancare, per un momento desiderò svenire per far smettere quella sensazione di angoscia e terrore che le stava crescendo nel petto, ma purtroppo era sveglia e cosciente più che mai.

Non potete farlo! Non avete prove!” gridò Artes, il suo viso era ancora più pallido del solito, sembrava che il sangue gli era completamente defluito dalle vene.

Ammettete che la state usando come capro espiatorio per la vostra incompetenza!” gridò furioso Daniel che si era avvicinato pericolosamente.

La folla che assisteva alla scena era praticamente pietrificata e Sharon tremava come una foglia.

Ormai la decisione è presa, Sharon Clair lascerà il Paradisium questa sera stessa”.

Daniel strinse i pugni così forte da lasciarsi i solchi sui palmi delle mani e Artes sembrò quasi sul punto di esplodere, l'incappucciato lasciò la presa su Sharon che fu ripresa a volo da Daniel, sul suo braccio c'erano le impronta delle dita dell'uomo ben visibili come delle ferite.

Quando la Corte sparì dietro una porta, la folla cominciò a disperdersi lasciando al centro solo i tre ragazzi ancora scossi.

Bene, è stato bello conoscervi...” sussurrò con un fil di voce Sharon, cercando di allontanarsi da Daniel.

Non ci posso credere...” sbottò Artes, i suoi occhi erano due flessure e la sua mascella era rigida.

Non preoccupatevi, sono solo una ragazza che sta per essere esiliata. La vostra vita non cambierà, magari la mia si...”.

Dillo ancora e giuro che ti schiaffeggio” mormorò Daniel stringendo i denti.

Scusate...vado a preparare le mie cose...” detto questo Sharon corse verso un corridoio il più velocemente possibile mentre le lacrime cominciavano a bagnarle il viso.

E' finita, per sempre. Addio Paradisium, addio a tutto quello che ho...


Una volta nella sua camera, la ragazza preparò il più lentamente possibile le sue cose dentro la stessa valigia in cui aveva iniziato la sua avventura qualche giorno prima. Uscendo dalla camera si girò più volte per guardare l'ultima volta la stanza, il panorama, le scritte in latino che non avrebbe più rivisto, mai più. Nella mano destra stringeva la lettere di Lara, l'unica cosa che le dava la forza di camminare verso la sala della Corte.

Quando arrivò davanti le porte in legno della sala, che raffiguravano due angeli vi trovò Daniel e Artes ad aspettarla.

Cosa ci fate qui...” sussurrò Sharon con gli occhi rossi e gonfi dal pianto.

Non meriti questo...” ringhiò Artes.

Fa niente, è destino. Venitemi a trovare qualche volta, se possibile mi farò esiliare a Venezia, almeno visiterò una città che ho sempre voluto vedere...” mormorò Sharon accennando un sorriso forzato.

Daniel non parlò, ma nei suoi occhi un guizzo di rabbia si accese e dopo aver tirato un calcio alle porte in legno sparì in un corridoio buio.

Perdonalo...non è abituato a queste cose...” disse Artes guardando la porta che tremava.

Fa niente, salutalo da parte mia...ciao Artes è stato bello conoscerti”.

Sharon bussò alla porta e questa le si aprì sotto gli occhi facendola entrare nella stanza che sembrava una reggia.

Il pavimento era tutto dorato, un allegro fuoco crepitava in un camino con tre poltrone rosse in stile vittoriano davanti, delle porte-finestre erano coperte da enormi tende rosse riprese ai lati, infine un po' più nascosto c'era una specie di specchio in una cornice d'oro.

La Corte era davanti allo specchio e guardava la ragazza.

Dove desideri essere esiliata?” chiese uno.

Venezia, Italia” rispose Sharon.

Bene, avvicinati”.

Quando Sharon si avvicinò notò che lo specchio faceva intravedere un ponte sopra un fiume, nel fiume una gondola. Allungò una mano per cercare di toccare la gondola e un istante dopo fu risucchiata da esso.

  
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